Sono incappato in una storia di tecnologia assolutamente incredibile ma altrettanto assolutamente reale e documentata. La conoscevo già per sentito dire, ma di recente sono emerse nuove informazioni che ne rivelano la spettacolare (e incosciente) grandiosità.
Ma sono le due del mattino e non ho tempo di raccontarvela subito: così ho pensato di stuzzicare il vostro talento di cercatori della Rete. Vediamo quanto tempo ci mettete a scoprire cos'è raffigurato nell'immagine qui accanto.
Poi vi racconto la storia che c'è dietro quell'oggetto.
Aggiornamento (2006/10/20):
Velocissimi come sempre, siete riusciti ad individuare l'oggetto misterioso. Ebbene sì, è un'immagine del progetto Orion: un veicolo spaziale alimentato a bombe atomiche, figlio delle ricerche degli anni Cinquanta. Si poneva il problema di portare nello spazio grandi carichi (e quando dico grandi, intendo qualche milione di tonnellate), e l'unico "propellente" in grado di produrre un impulso sufficiente era appunto una serie di detonazioni nucleari appena dietro un immenso respingente (quello che vedete alla base del veicolo), che avrebbe smorzato l'urto.Il progetto fu preso estremamente sul serio, e vi parteciparono le migliori menti dell'epoca, compreso il grande Freeman Dyson. Suo figlio sta ora pubblicando su Flickr documenti e immagini non più segreti e finora inediti, che mostrano a che punto era arrivato il progetto e i calcoli da vera fantascienza che ne erano scaturiti.
Poi arrivarono i trattati contro le detonazioni nucleari nell'atmosfera, e l'idea di una portaerei che decollava per Marte al suono di una ventina di bombe H al minuto non sembrò più tanto simpatica. Piacque però ad Arthur C. Clarke e Stanley Kubrick, che la vollero inizialmente per la propulsione dell'astronave interplanetaria Discovery in 2001: odissea nello spazio. Ma Kubrick ritenne che dopo il suo Dottor Stranamore, presentare un veicolo basato sulle bombe nucleari sarebbe stato poco coerente. Così nel film rimane soltanto una citazione: il veicolo che attracca alla stazione spaziale ed è così sorprendentemente simile allo Space Shuttle si chiama infatti Orion.
A proposito di citazioni, nei commenti vi siete sbizzarriti in altri riferimenti all'uso della propulsione a impulso nucleare nella fantascienza, ma mi sembra che non sia ancora arrivato nessuno a ricordare la citazione del nome Orion nella mitica serie televisiva franco-tedesca Raumpatrouille (in italiano, appunto, Le avventure dell'astronave Orion).
Più concretamente, la NASA ha deciso di battezzare Orion il veicolo che sostituirà lo Shuttle.
Il progetto Orion originale, comunque, non è morto: alcuni suoi documenti, specialmente quelli riguardanti le tecniche di fabbricazione di minibombe atomiche (di dimensioni palmari), sono ancora segreti per ovvie ragioni, e qualora si presentasse la necessità di portare rapidamente nello spazio una grande quantità di attrezzature e materiale (per esempio per deviare un asteroide in rotta di collisione con la Terra), la tecnologia Orion è tuttora l'unica in grado di raccogliere la sfida.
Se penso che negli anni Sessanta c'erano bombardieri e ricognitori trisonici (XB-70, SR-71), aerei di linea supersonici (Concorde) e si andava sulla Luna, sembra quasi che la tecnologia aerospaziale sia regredita, o abbia perlomeno delle grosse crisi di ambizione. Persino la Orion che sostituirà lo Shuttle è ampiamente ispirata al geniale lavoro dell'Apollo.
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