Giornale pubblica le foto dello scheletro di un gigante trovato in India
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Riemerge, dopo un periodo di relativa latitanza, un appello quasi classico nel repertorio delle bufale della Rete: l'annuncio del ritrovamento di uno scheletro di un essere umano di proporzioni gigantesche durante uno scavo archeologico in India.
L'articolo, citato anche in una presentazione PowerPoint circolante in Rete, dice che "una recente attività esplorativa nella regione settentrionale dell'India ha rivelato i resti scheletrici di un essere umano di dimensioni fenomenali... La scoperta è stata effettuata da un team del National Geographic con il supporto dell'esercito indiano". L'articolo prosegue fornendo dettagli religiosi che possono spiegare le origini di questo ritrovamento e precisa che "il governo indiano ha interdetto l'accesso all'area e nessuno può entrare a parte il personale di National Geographic".
Una storia apparentemente assai circostanziata, dunque, con tanto di fonte giornalistica e fotografia inequivocabile. Il problema è che la fotografia è un falso, e per due ragioni fondamentali.
La prima ragione è che una volta tanto sappiamo esattamente da dove proviene l'immagine: da un concorso di fotomontaggio indetto da Worth1000.com, sito famoso per questo genere di gare a tema dai risultati spesso assolutamente stupefacenti. L'originale della foto è qui, e il tema della gara era la creazione di una foto di un'anomalia archeologica.
La seconda ragione è che le strutture degli esseri viventi non possono essere ingrandite a piacimento, checché ne dicano gli autori dei film di fantascienza popolati da ragni giganti ed esseri umani colossali: il volume (e quindi il peso da reggere) non aumenta secondo la stessa proporzione con la quale aumentano le dimensioni lineari, ma molto più rapidamente. Per questo le zampe di un topolino possono essere così sottili rispetto al suo corpo, mentre quelle di un elefante sono assai più tozze e grandi rispetto al corpo del pachiderma.
In parole povere, un essere umano, se ingrandito alle dimensioni mostrate nelle foto del presunto "gigante", non si reggerebbe in piedi e le ossa delle sue gambe si spezzerebbero sotto il suo stesso peso.
C'è poi una terza ragione per cui si tratta di una bufala giornalistica, che ha successo perché soddisfa le attese (in questo caso religiose) dell'articolista e del lettore amante del fantastico: come ci racconta Snopes.com, la stessa identica immagine è attribuita anche a un ritrovamento in Arabia Saudita. Sembra improbabile che ci siano due scavi archeologici assolutamente identici. A meno che i giganti fossero gemelli :-)
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