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Incredibile. Ho un potere mediatico soprannaturale. Ho da poco recensito negativamente Second Life ed ecco che il Los Angeles Times stronca questo mondo virtuale, segnalando la fuga degli investitori. I complottisti sicuramente interpreteranno questa coincidenza come conferma dei miei legami con la CIA, gli Illuminati e i rettiliani del Nuovo Ordine Mondiale.
I fatti sono molto eloquenti e confermano l'impressione avuta, fra l'altro, durante la mia visita su Second Life. Non c'è in giro nessuno: dove sono i milioni di utenti vantati? Semplice: non ci sono. La cifra di oltre otto milioni di utenti vantata da Second Life include tutti coloro che si sono iscritti gratuitamente, sono entrati una volta sola e non si sono più ripresentati, oltre a coloro che si sono iscritti con più di un'utenza. Secondo dati di Forrester Research citati dal Los Angeles Times, anche nei momenti di punta non ci sono mai più di 30-40.000 utenti collegati e attivi.
Numeri come questi rendono molto meno appetibile questo mondo virtuale per le aziende: una bella mossa di marketing, per farsi vedere all'avanguardia, ma il ritorno concreto degli investimenti è ridicolo. Come spiega l'articolo del LA Times facendo nomi e cognomi, i negozi virtuali delle aziende sono deserti e gli utenti di Second Life hanno spesso un atteggiamento ostile nei confronti di quella che vedono come un'invasione commerciale del "loro" mondo (dimenticandosi che le redini di quel mondo sono completamente nelle mani della Linden Lab).
Sarà interessante vedere come reagiranno a questa doccia fredda di realtà gli acquirenti più recenti di spazi su Second Life, come Telecom Italia, o coloro che usando Second Life come luogo virtuale per conferenze, come il ministro italiano Di Pietro (ne parla anche Punto Informatico), senza considerare che soltanto chi ha un computer potente, una connessione veloce, si prende la briga di impararsi il funzionamento di Second Life e non ha handicap di vista può partecipare a questi eventi. L'esatto contrario dell'accessibilità e dell'universalità. Ma ancora una volta, sul buon senso sembra aver prevalso la voglia di farsi belli.
E nel frattempo, secondo il LA Times, in quello che sembrava essere il nuovo paradiso del business, uno degli oggetti più commerciati su Second Life è costituito dai genitali (che si devono comperare a parte), e le attività degli utenti sono improntate alla massima serietà, come dimostra questo safari fotografico realizzato da Something Awful (attenzione, alcune immagini potrebbero essere poco adatte agli animi sensibili e ai luoghi di lavoro). Meditiamo, gente, meditiamo.
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