Rebus, in onda su Odeon TV alle 21.30, trasmetterà ben due puntate dedicate alle “scie chimiche”, il 23 e 30 novembre, secondo il sito della trasmissione (grazie a giuliano47 per la segnalazione).
Leggo nella presentazione della puntata del 23/11 che “le scie chimiche, potrebbero celare un’attività segreta e indebita con finalità belliche, o comunque militari, per il controllo del clima e delle zone coinvolte in azioni di guerra. Come si riconoscono le scie normali da quelle sospette? Cosa succede nei nostri cieli e chi si occupa di tutelare la nostra incolumità? Se lo chiedono anche parlamentari europei e italiani, Nessuno, fino ad ora, è riuscito ad avere risposte chiare e definitive”.
E per avere “risposte chiare e definitive”, chi viene invitato in studio da Rebus? Un meteorologo o un pilota, direte voi. Qualcuno che s'intenda di fenomeni atmosferici. Ovvio, no? Così in tre secondi diciamo che le “scie chimiche” sono una stupidata inventata da un branco di cialtroni (come raccontato qui e qui) per alimentare il business della paura che vende libri, e che le normalissime scie di condensazione si possono formare eccome anche a bassa quota (come mostrato qui), e andiamo a casa a occuparci dei problemi seri.
Macché: Rebus, il programma che si definisce “mosso solo ed esclusivamente dalla verità”, avrà ospite nientemeno che Rosario Marcianò, detto “Straker” (Ed Bishop si starà rivoltando nella tomba), che i lettori del Disinformatico ben conoscono per le sue teorie altamente creative, per l'assoluta mancanza di competenza in materia aeronautica e per i suoi atteggiamenti tutt'altro che scientifici verso chiunque osi criticarne il Verbo (come potete leggere nei commenti a questo articolo).
L'altro ospite in studio sarà Massimo Santacroce, che viene presentato da Rebus come se fosse un rappresentante dell'Istituto di Fisiologia Generale e Chimica Biologica “G. Esposito” di Milano ma che a quanto risulta è semplicemente un dottorando dell'istituto ed è compagno di teoria sciachimista di Marcianò. Non dubito della sua competenza nel proprio settore, ma in una discussione su un fenomeno atmosferico la fisiologia e la chimica biologica mi sembra c'entrino come i proverbiali cavoli alla proverbiale merenda. Invitereste un dentista a un dibattito sulle dighe idroelettriche? Appunto.
È interessante notare che le trasmissioni dedicate ai fenomeni misteriosi e alle teorie complottiste non invitano mai in studio gli esperti veri, mentre lasciano ampio spazio ai sostenitori delle teorie più fantasiose e inquietanti e ai loro filmati pieni di manipolazioni. Come mai? È semplice: se lo facessero, lo sputtanamento sarebbe istantaneo e non ci sarebbe la possibilità di tirare in lungo e colmare ripetutamente, a basso costo, il vuoto televisivo fra uno spot e l'altro.
Lo sputtanamento, infatti, parte da un concetto molto semplice: due dilettanti privi di preparazione professionale nel settore sarebbero arrivati a scoprire una colossale cospirazione che, pur essendo sotto i loro occhi, è sfuggita per decenni a migliaia di esperti che per mestiere studiano e scrutano il cielo ed è sfuggita anche ai controllori di volo. Sono tutti coinvolti nel complotto?
Ecco un bel grafico Nasa (cliccabile per ingrandirlo) che spiega le condizioni e le ragioni per cui si formano scie di condensazione che si comportano in modi differenti.
Ci saranno anche due interventi telefonici: uno del senatore Ciccanti, che ha presentato un'interrogazione parlamentare sulle “scie chimiche”, a conferma che chiunque può abboccare a una teoria cospirazionista se gliela si confeziona bene, e di Claudio Eminente, responsabile della Direzione Politiche di Sicurezza e Ambientali dell'ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile): l'unica persona invitata che sia seriamente competente nella materia trattata, che però viene relegata al telefono.
Tre contro uno, insomma. Come mai l'esperto non viene ospitato in studio, ad armi pari con gli sciachimisti? Questo sarebbe il modo obiettivo di procedere di una trasmissione che dichiara di voler “capire e conoscere”?
Se trovate che il trattamento riservato alla materia da Rebus sia sbilanciato (stavo per scrivere squilibrato, ma il termine si presta a facili equivoci), fatelo sapere a Odeon TV usando le coordinate di telefono, fax e mail pubblicate qui: telefono 02/332131, fax 02/33200514, e-mail: info chiocciola profit-group.com. Io l'ho già fatto, scrivendo direttamente a Maurizio Decollanz, il conduttore di Rebus
Nel frattempo, cari sciachimisti, vi regalo questa foto: come si inquadra nella vostra spiegazione delle scie misteriose?
Aggiornamento (2007/11/22 15:45)
Ho avuto uno scambio di e-mail privato con Maurizio Decollanz, di Rebus, che non riporto qui proprio perché privato: dico solo che ha reagito alla mia richiesta di par condicio fra sciachimisti e tecnici accusandomi di “toni intollerabili”, “intimidazione”, “arroganza”, “violenza” e inviando copia della nostra corrispondenza privata all'Ordine dei Giornalisti e al Garante per le Comunicazioni (e poi sarei io quello che fa intimidazione).
Decollanz mi dice di aver invitato molti esperti, compresi i piloti di MD80.it, ma che nessuno ha accettato; anzi, MD80.it avrebbe risposto con una “mail intimidatoria”. Ho ricevuto da MD80.it copia della mail in questione, che si limita a invitare Decollanz a spiegare che gli esperti di MD80.it sono stati chiamati all'ultimo minuto, per cui non hanno potuto liberarsi dagli impegni di lavoro (perché gli esperti, a differenza dei dilettanti, hanno da fare). Non solo: non è stato dato loro lo stesso anticipo concesso invece agli ospiti sciachimisti.
Nel frattempo, ho dato la mia disponibilità a partecipare alla trasmissione. Staremo a vedere.
Aggiornamento (2007/11/22 17:00)
Alla mia proposta di partecipare alla trasmissione, Decollanz ha risposto chiedendo di pubblicare qui le domande che farei se fossi presente a Rebus e garantendo di leggerle. Ben volentieri.
- Se il fenomeno delle “scie chimiche” è reale, come mai nessuno addetto ai lavori, nessun meteorologo, nessun pilota ne parla? Come mai non esiste nessuna pubblicazione scientifica al riguardo? Tutti gli scienziati, compresi quelli italiani, fanno forse parte di una colossale congiura del silenzio?
- Se le “scie chimiche” sono irrorazioni segrete, perché vengono fatte di giorno, quando si potrebbe benissimo farle invisibilmente di notte?
- Come fanno i sostenitori delle “scie chimiche” a essere sicuri che i risultati delle loro analisi (fatte a terra, a otto e più chilometri di distanza dalla scia) provengono proprio dalle scie degli aerei? Come fanno a escludere l'inquinamento delle acque, dell'aria e del suolo prodotto da riscaldamento, industrie, automobili, eccetera?
- Se davvero i sostenitori delle “scie chimiche” hanno scoperto un piano supersegreto, come mai sono ancora vivi e liberi di raccontarlo?
- Se le “scie chimiche” sono una cospirazione ipersegreta che usa aerei ipersegreti per scopi ipersegreti, come diavolo fanno i sostenitori dell'esistenza del complotto a procurarsi foto così ravvicinate di questi velivoli senza finire impallinati?
- Come mai i suddetti sostenitori sono tutti dilettanti e fra loro non c'è nessun esperto in meteorologia?
- Come mai i sostenitori delle “scie chimiche”, nelle loro pubblicazioni, presentano come “prove” di chimicità delle scie, foto di fenomeni e oggetti che sono invece assolutamente naturali? Se sono così competenti, come mai non sanno che quelle che mostrano sono nubi mammellari o cirrocumuli (hole punch cloud)? Come mai non sanno che le loro foto di “dispositivi misteriosi” in realtà mostrano normali apparati usati in aviazione?
- Questi sostenitori delle “scie chimiche” sono disposti ad accettare una sfida pubblica? Andiamo in un luogo concordato e loro ci indicano quali scie sono “chimiche” e quali no. Poi chiamiamo i controllori di volo e ci facciamo identificare gli aerei che le hanno lasciate e intervistiamo i loro piloti. Ci state?
- Che cosa fa credere ai sostenitori delle “scie chimiche” di saperne di più dell'intera comunità scientifica internazionale?
- Perché dovrei credere a due dilettanti che sono già stati colti a prendere cantonate scientifiche, che non hanno il supporto di un solo esperto vero di settore, e che hanno un libro da vendere?
Aggiornamento (2007/11/22 20:15)
Uno dei filmati che verrà presentato nel corso della trasmissione è già disponibile nel blog non ufficiale di Rebus in questo post. Contiene, tanto per cambiare, le “nubi col buco” (hole punch cloud), che vengono spacciate come “prova” dell'esistenza delle “scie chimiche” ma che sono in realtà un fenomeno normalissimo, e tante immagini di aerei che lasciano scie di condensazione (una viene da Airliners.net e si sa esattamente che aereo l'ha prodotta: un aereo di linea della Virgin Atlantic).
Nulla è dato di sapere su come gli autori del filmato abbiano determinato la quota di volo degli aerei che riprendono, e già questo la dice lunga sulla serietà delle teorie presentate. Ma la perla migliore è l'affermazione che inchioda alla loro incompetenza gli sciachimisti e definisce il loro “criterio” per distinguere “scie chimiche” da scie di condensazione:
le scie di condensa si formano a quote superiori ai 9000 metri, valori di umidità superiori al 72% e temperature inferiori a -41°C. Qualsiasi velivolo che rilasci copiose scie a quote inferiori e a condizioni di umidità o temperature non idonee è un aereo chimico
Vediamo un po': l'aereo mostrato all'inizio di quest'articolo è a bassa quota e fa copiose scie. Dunque secondo gli sciachimisti è un aereo chimico. Giusto?
Sbagliato. È un Boeing 757 della First Choice Airways, marche G-OOBJ, fotografato all'aeroporto inglese di Gatwick da Steeve Morris il 30 maggio 2005 (fonte: Airliners.net). L'ultima volta che ci sono andato, l'aeroporto di Gatwick non si trovava a 9000 metri d'altitudine, e gli inverni inglesi sono freddini, ma non scendono sotto i -41°C. Come la spiegate, cari sciachimisti?
Posso aggiungere un bel po' di altri esempi che sbufalano l'affermazione-cardine degli sciachimisti. Eccone qualcuno dalla mia collezione:
Persino lo Space Shuttle è un aereo chimico:
La realtà, come si può leggere nella documentazione della gente che fa queste cose di mestiere e le studia per anni invece di improvvisarsi supergenio sventacomplotti, e come si vede nelle foto qui sopra, è che gli aerei possono benissimo formare scie normali (non chimiche) al di fuori delle condizioni indicate dagli sciachimisti.
Solo che le scie formate in questi casi non sono scie di condensazione prodotte dagli scarichi dei motori che rilasciano particelle di carburante combusto, intorno alle quali si condensa l'acqua dell'atmosfera. Sono scie causate soltanto dalla differenza di pressione atmosferica generata dal passaggio del velivolo, in particolare della sua ala, attraverso l'aria. Questa differenza, in condizioni di umidità adeguata, produce la condensazione del vapore acqueo presente nell'aria. A qualsiasi quota.
Dato che le cause sono differenti, queste scie a bassa quota non si chiamano specificamente contrail, ma hanno altri nomi, come wake vortex, wake turbulence, wingtip vortex, Prandtl-Glauert cloud. Ci sono anche le scie prodotte dallo scarico d'emergenza del carburante (fuel dump), ma sono fenomeni rarissimi che avvengono appunto soltanto durante le emergenze.
Gli sciachimisti hanno preso i parametri di formazione di uno solo dei tanti tipi di scia, la contrail generata dai motori e, non contenti di averli travisati, li hanno pure interpretati come se indicassero l'unico modo possibile di formare una scia naturale. Qualsiasi scia a bassa quota è, secondo loro, una scia chimica, ma è una balla. E questo è il loro primo errore di base.
Il loro secondo errore è la determinazione delle quote. Come fanno a sapere a che quota sta volando un aereo? Non hanno strumentazione che consenta loro di farlo, per cui tirano a indovinare. Le loro “quote basse” sono il delirio della spannometria.
Questi due errori minano alla base tutto il resto del loro ragionamento. Una volta smascherati questi due, l'intero castello degli errori della teoria sciachimista crolla inesorabilmente nel fragore del ridicolo.
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