Brina sul pianeta rosso e lunacomplotti smontati
La sonda automatica Phoenix ci manda questa magnifica immagine della brina sul suolo di Marte, scattata il 14 agosto all'alba marziana. L'immagine, tratta dalla rubrica Image of the Day della NASA, è in falso colore ed è stata elaborata per esaltare le differenze di colore.
Cerchiamo di renderci conto. Abbiamo dei robottini a batterie solari che non solo riescono ad arrivare su un altro mondo, ma da quell'altro mondo, distante duecento milioni di chilometri, riescono a mandarci una foto della brina mattutina. Per non parlare della quantità immensa di dati scientifici che raccolgono.
Questo è il senso del programma spaziale: mostrare quante cose meravigliose possiamo fare se solo la smettiamo di farci la guerra scialacquando miliardi.
Nel frattempo, per i disfattisti che si ostinano a negare che l'umanità abbia la capacità di fare queste cose, il programma statunitense Mythbusters ha affrontato ieri le tesi dei lunacomplottisti, costruendo un modello del LEM decisamente notevole e ricreando il suolo lunare. Qui sotto potete vedere un'anteprima della puntata: ce n'è per tutti. Se qualche angioletto appassionato di Mythbusters riuscisse a farmene piovere legalmente una copia al Maniero Digitale, gliene sarei grato.
2008/08/28 23:55
L'angioletto non si è fatto attendere, e la puntata è al di sopra delle più rosee previsioni. Non solo i Mythbusters hanno smontato le tesi luncomplottiste, ma hanno dimostrato una cosa che non osavo sperare: le riprese delle passeggiate lunari sono, da sole, prova sufficiente degli sbarchi. Non esiste modo di replicare sulla Terra simultaneamente tutte le condizioni e i comportamenti osservabili nei filmati lunari. Al contrario di quello che dicono i lunacomplottisti, non si può usare il rallentatore per ottenere la camminata lunare e non si può neppure adoperare un'imbragatura che riduca il peso dell'astronauta: ci vuole proprio la gravità lunare. La differenza si vede a occhio nudo.
Chiunque abbia un minimo di cervello, di fronte alla dimostrazione, non può che accettare i fatti osservati.
Per cui ecco la sfida ai vari Massimo Mazzucco, Ralph René, Bart Sibrel ed emuli assortiti di Bill Kaysing (la cui dipartita nel 2005 ha elevato il quoziente intellettivo dell'umanità tanto quanto togliere Vista da un PC ne eleva le prestazioni). Se volete dimostrare le vostre tesi, dovete fare una sola cosa: riproducete tutte le caratteristiche della camminata degli astronauti. Il saltello a canguro, i passi lunghi, i salti verticali; il modo lento e inconfondibile in cui il casco e lo zaino cadono e seguono i movimenti dell'astronauta. E la polvere che schizza parabolicamente, senza formare volute. Ah, dimenticavo: per correttezza, fatelo naturalmente usando la tecnologia fotografica degli anni Sessanta. Niente giochetti al computer.
Se non ci riuscite, siete dei poveri venditori di fumo, pateticamente invidiosi delle capacità altrui: siccome non sapete combinare niente al di fuori delle chiacchiere, pensate che tutti gli altri debbano essere omuncoli come voi. E se mi capitate a tiro e Buzz Aldrin non si vuole sporcare le mani, offro le mie. Per un cordiale buffetto, s'intende.
Nessun commento:
Posta un commento
Se vuoi commentare tramite Disqus (consigliato), vai alla versione per schermi grandi. I commenti immessi qui potrebbero non comparire su Disqus.