Sommersi dalla spazzatura elettronica: facciamo qualcosa
Siete sicuri che regalare il vostro vecchio computer a un paese del Terzo Mondo sia un gesto utile e caritatevole? Sapete che fine fanno realmente, e in che mani vanno, i telefonini mandati al "riciclaggio"? Il CO2 generato dalla fabbricazione e dall'uso dei computer è maggiore o minore di quello generato dall'intera aviazione civile mondiale?
Sono domande alle quali spesso abbiamo preferito non cercare risposta, attratti inesorabilmente dal nuovo modello di computer, telefonino, iPod, telecamera, stampante. Il mercato e il progresso tecnologico ci spingono all'innovazione continua. Ma come gestiremo la catasta di computer resi improvvisamente "obsoleti" dall'arrivo del nuovo sistema operativo ipertrofico? E' davvero necessaria così tanta potenza di calcolo per gli usi quotidiani che facciamo del computer? Avere un PC su ogni scrivania è davvero il modo migliore per fare informatica?
Fare la cosa giusta, giusta per il portafogli ma anche per il pianeta che lasceremo in eredità ai nostri figli, non è facile. Giovanna Sissa ha scritto un libro, Il Computer Sostenibile, che fa molta chiarezza in proposito. Ne abbiamo parlato insieme al recente Linuxday di Cinisello Balsamo, e se ne parla di nuovo a Genova questo 5 novembre, alle 17.45, a Palazzo Ducale, nella Sala del Minor Consiglio.
Saranno presenti, oltre all'autrice, Andrea Ranieri (assessore alla Cultura del Comune di Genova), Maurizio Martelli (professore di Intelligenza Artificiale all'Università di Genova), Joy Marino (presidente di MIX e membro del Comitato per l'Internet Governance Forum presso il Ministero della Funzione Pubblica), Paola Girdinio (preside della Facoltà di Ingegneria e professore di Elettromagnetismo all'Università di Genova) e, in via del tutto eccezionale, il professor Serge Latouche, teorico francese della "decrescita felice".
Io purtroppo non ci potrò essere (sarò a Mestre per un impegno precedente), ma vi consiglio di andare a sentire la presentazione: alcuni dati del libro fanno veramente riflettere sul mito dell'informatica come un'attività "ecologica". La chiacchierata fuori onda che ho avuto in proposito con Giovanna Sissa a Cinisello è stata illuminante, e per questo il tema dell'informatica sostenibile comparirà spesso nel Disinformatico. Del resto, è una derivazione naturale della filosofia di Linux e del software libero: invece di potenziare l'hardware, si migliora il software e si levano tutti i fronzoli. E si riusa, senza per questo mortificarsi.
Per tutti i dettagli, date un'occhiata al sito del libro e al programma (PDF), che contiene l'invito.
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