Pochi giorni fa Affaritaliani.it ha pubblicato un'intervista al vostro servitore in cui viene virgolettato un sunto di quello che ho detto telefonicamente all'intervistatore, Michele Bisceglia. Prima che ci siano fraintendimenti che suggeriscano un mio delirio megalomane di pretendere di diagnosticare lo stato dell'italica blogosfera, vorrei chiarire che quando dico "la blogosfera compete con l'informazione ufficiale" e simili, non intendo tutta la blogosfera, ma mi riferisco ai suoi punti di eccellenza. Anche se molti blog sono un fiume di autocompiacimento onanistico, lo strumento del blog consente ai talenti di affinarsi e di emergere secondo le regole della deontologia che purtroppo i media "tradizionali" hanno in gran parte perso per strada o venduto all'inserzionista o al partito.
Chiarisco anche cosa intendevo per differenza fra blog professionale e amatoriale: era in realtà una differenza fra blog individuale e blog di gruppo. Quando un blog viene gestito da un singolo, la sua prontezza di reazione batte quella di una redazione professionale proprio perché non c'è una redazione alla quale chiedere approvazioni. Se un blog viene gestito da un gruppo di autori, secondo il modello della redazione tradizionale, ha gli stessi problemi della redazione tradizionale e quindi la sua freschezza e velocità ne possono risentire.
Infine, a proposito del paragone con radio e TV, aggiungo che le leggi che permetterebbero di regolamentare il settore ci sono già e non ne servono altre. Il problema è che chi amministra la legge non è capace di farla rispettare neanche nei settori tradizionali. Inutile caricare ulteriormente l'asino se già non si regge in piedi.
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