2009/06/05

Informatica riciclata, grandezza mancata

Avete recuperato un computer? Provate con uno del 1959


L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Il recupero è una delle forme migliori di riciclaggio, e gli informatici spesso recuperano vecchi PC per convertirli in server o firewall o altri aggeggi. Ma c'è un caso nel quale si va ben oltre il semplice recupero e ci si addentra nel mondo affascinante dell'archeologia informatica.

E' il caso del lavoro incredibile dell'Istituto Tecnico "Enrico Fermi" di Bibbiena (Arezzo), che ha recuperato un intero computer Olivetti ELEA 9003: il primo calcolatore elettronico al mondo ad essere interamente transistorizzato, classe 1959. Un bestione capace di gestire 500 megabyte di memoria di massa (non RAM) e senza monitor: tutta la comunicazione avveniva tramite telescrivente.

Non si trattava di una gigantesca curiosità da laboratorio: l'ELEA lavorò commercialmente (alla Marzotto di Valdagno, per esempio) e per gli enti pubblici (un esemplare fu donato al Ministero del Tesoro; un altro lavorò alla Banca Monte dei Paschi di Siena).

Un ricordo forte di un'epoca nella quale la tecnologia italiana era all'avanguardia e un duro termine di paragone rispetto alla situazione attuale. Quale fu il quinto paese al mondo a mettere in orbita un satellite artificiale? Il nome San Marco, classe 1964, vi dice nulla?

Quello dell'Istituto Fermi di Bibbiena è probabilmente l'unico esemplare funzionante di ELEA 9003 esistente (quello al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano è solo parzialmente conservato) e sono disponibili visite guidate. Se volete vedere le immagini di questo colosso elegantissimo (design di Ettore Sottsass) e prenotarvi per una visita, date un'occhiata al sito del progetto. Trovate altre informazioni online presso Ciaomilano.it, in questi appunti di Luigi Logrippo, che spiegano come si programmava una macchina del genere, e in questo articolo a pagamento di Giuditta Parolini.

Una chicca: nel sito dell'Istituto e su Wikipedia in italiano si dice che l'ELEA 9003 fu usato nella progettazione del missile lunare Saturno V (la frase è identica in entrambi i siti: "il 9003 della NASA fu destinato alla progettazione del Saturn V"). Lo stesso dicono altri siti, ma nessuno cita una fonte. Visto che il quarantennale del primo sbarco umano sulla Luna s'avvicina a grandi passi, ho chiesto conferme di quest'aneddoto, ma finora non ne sono arrivate. Anzi, l'istituto Fermi stesso mi ha scritto (nella persona del professor Stefano Del Furia) che non ha fonti dirette di questa notizia ma soltanto notizie "di seconda e terza mano, e per sentito dire", senza conferme ufficiali. Inoltre uno dei principali collaboratori al progetto, Franco Filippazzi, contattato al volo tramite amici comuni, non ne sa nulla.

Logrippo mi ha scritto dicendo che dubita della notizia, perché l'ELEA non aveva istruzioni floating point, la NASA aveva computer made in USA piuttosto potenti, e non c'è menzione di quest'utilizzo spaziale nei libri scritti da Piol, Bellisario e Bolognani.

La notizia sembra dunque poco plausibile, ma se qualcuno ne sa di più, mi contatti: sarebbe una bella storia da raccontare.


Italia quinta ad avere un satellite in orbita?


Nei commenti inviati dopo la pubblicazione iniziale di quest'articolo c'è un po' di discussione sull'esatta posizione dell'Italia nella cronologia satellitare. Secondo le mie ricerche, i paesi che hanno collocato in orbita terrestre un satellite artificiale a proprio nome, usando un vettore proprio o altrui, furono nell'ordine l'Unione Sovietica (Sputnik 1, 4 ottobre 1957), gli Stati Uniti (Explorer 1, 1958), il Canada (Alouette 1, 1962), il Regno Unito (Ariel 1, 1962) e l'Italia (San Marco 1, 1964).

L'Italia sarebbe dunque quinta: ma Ariel 1 fu costruito negli USA per conto del Regno Unito, per cui formalmente non è un satellite britannico. Se si tratta di valutare la competenza tecnologica raggiunta da un paese, farsi costruire un satellite all'estero non vale. Il primo satellite britannico autocostruito fu l'Ariel 3, lanciato nel 1967, tre anni dopo il San Marco 1 italiano. Secondo questo criterio, quindi, l'Italia sarebbe quarta.

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