UFO nello spazio fotografati dagli astronauti dello Shuttle?
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
E' il 1984. La missione è la STS-51A: un volo della navetta spaziale statunitense Discovery porta in orbita due satelliti per telecomunicazioni e ne riporta a terra due difettosi. Durante i lavori nello spazio, un video immortala un globo argenteo che si sposta e segue da vicino le attività degli astronauti.
Alcuni siti ufologici, come Nonsoloufo, mostrano le immagini del misterioso oggetto descrivendolo come una "sfera metallizzata che si sposta dall'angolo sinistro a quello destro dell'inquadratura". C'è anche il video su Youtube, che mostra chiaramente le manovre effettuate dall'oggetto misterioso mentre un astronauta lavora su uno dei satelliti. E non poteva mancare l'intervento di Roberto Giacobbo e del suo Voyager, con tanto di video, segnalato da un lettore nei commenti dopo la pubblicazione iniziale di questo mio articolo.
Il video è autentico, proviene realmente dagli archivi della NASA e non è stato manipolato in alcun modo. Come si spiega?
In un modo molto banale: è una goccia d'acqua sul lato interno del finestrino dello Shuttle. La ripresa è infatti effettuata dall'interno della navetta spaziale, e in assenza di peso le gocce d'acqua, che si condensano e che spesso fluttuano in cabina dopo che gli astronauti hanno bevuto, non colano lungo il vetro come fanno sulla Terra e assumono una forma circolare, diventando in poche parole delle piccole lenti deformanti.
Infatti la colorazione argentea non è altro che il riflesso rovesciato della Terra nella goccia d'acqua.
Ma come si spiega la manovra? Anche questo è molto banale: non è la goccia a muoversi, ma la videocamera. Dato che non vengono inquadrati i bordi del finestrino, non si percepisce il movimento.
Un inganno visivo decisamente semplice, una volta spiegato, che però continua a far presa nel mondo ufologico presso chi non si prende la briga d'informarsi e vuole credere a tutti i costi. Al successo di questa storia contribuisce il fatto che siamo sempre più abituati a pensare istintivamente al ritocco digitale, dimenticandoci che esistono da sempre gli effetti visivi in-camera: quelli ottenuti direttamente sul set, durante la ripresa. Che non lasciano tracce sulla pellicola o nella memoria digitale e sono quindi ideali per farli passare per autentici.
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