La Luna non è arida come si pensava
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Secondo Space.com, il numero della rivista Science di domani conterrà i sorprendenti risultati dei rilievi di tre veicoli spaziali: "prove inequivocabili" che sulla Luna c'è acqua, e probabilmente se ne forma di nuova in continuazione.
Quando le missioni umane Apollo riportarono sulla Terra dei campioni di roccia lunare, le analisi rilevarono esigue tracce d'acqua, ma si pensò che fosse di origine terrestre, perché i contenitori usati per trasportare le rocce avevano subìto delle perdite. Per questo si diffuse l'idea che la Luna fosse totalmente arida, tranne forse per qualche accumulo in alcuni crateri presso il polo sud lunare, nei quali la luce solare non arriva mai.
I dati acquisiti di recente dalla sonda indiana Chandrayaan-1 (nel disegno qui accanto) e negli anni scorsi dai passaggi delle sonde statunitensi Cassini e Deep Impact mettono però in dubbio quest'idea. Tutte e tre hanno infatti rilevato più volte il segnale spettrale dell'acqua o del gruppo ossidrile. E lo hanno rilevato in superficie, dato che i rilevamenti degli strumenti non penetrano nel terreno che per qualche millimetro. Il segnale è inoltre più intenso verso le regioni polari, e secondo Deep Impact la presenza d'acqua varia a seconda dell'ora del giorno lunare. C'è più acqua al mattino che a mezzogiorno.
Ma quanta? Chi sta immaginando poetiche distese di rugiada lunare resterà deluso: si stima che ci sia un litro d'acqua per tonnellata di suolo lunare, ossia meno che in qualunque deserto terrestre.
Visto che la quantità è comunque variabile, ci dev'essere un processo che la sposta o la genera. Secondo le ricerche, ci sono due possibilità: l'acqua arriva dall'esterno, attraverso gli impatti delle comete grandi e piccole, oppure è generata internamente. Le rocce e la regolite della superficie lunare sono costituite per circa la metà da ossigeno legato con altri elementi. Il vento solare è composto da protoni, ossia da atomi d'idrogeno con carica positiva. L'ipotesi è che se gli atomi d'idrogeno colpiscono la superficie con energia sufficiente (arrivano a centomila chilometri al secondo), possono spezzare i legami dell'ossigeno nel suolo e legarsi a quest'ossigeno per formare acqua.
Come bonus, secondo i ricercatori che hanno firmato gli articoli in uscita su Science l'andamento ciclico della presenza di tracce d'acqua potrebbe portare ad accumuli d'acqua nelle zone gelide della Luna dove il Sole non batte mai. Quelle sarebbero le posizioni ideali per una base permanente, la cui costruzione e gestione sarebbe agevolata notevolmente dalla presenza d'acqua. L'importante è avere il fegato di rischiare, di spendere, e di andarci. Bill Gates è seduto su una montagna di soldi e potrebbe permettersi un proprio programma spaziale personale. Cosa sta aspettando?
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