Allarme per il numero succhiasoldi garantito dalla Procura della Repubblica di Napoli
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L'immagine di un foglio che reca l'autorevole timbro del Procuratore della Repubblica italiano Giovandomenico Lepore sta circolando freneticamente in questi giorni nella Rete italofona: mette in guardia contro un numero telefonico, lo 0141-455414, che sarebbe capace di addebitare ben "50 euro, più 2,5 euro per secondo di conversazione... il telefono sarà muto ma continueranno a spendere i vostri soldi". Addirittura chi ha una SIM ricaricabile se la troverebbe interamente prosciugata.
Stando al foglio, apparentemente protocollato il 4 marzo scorso dalla segreteria di Lepore, presso la Procura della Repubblica a Napoli, la trappola scatterebbe ai danni di chiunque riceva sul proprio cellulare un messaggio che chiede di richiamare il numero malandrino o una chiamata che fa visualizzare questo numero sul telefonino del destinatario.
Niente paura: si tratta di una bufala, checché ne dica il Procuratore della Repubblica (ammesso che l'immagine sia autentica e che l'ordine "si dirami ai magistrati e ai dirigenti" scritto a mano sul foglio sia opera sua). Anche la carta intestata della Federconsumatori sulla quale è redatto l'allarme non deve trarre in inganno.
Per capire che si tratta di una bufala basta ragionare un attimo: l'appello cita infatti il nome di un operatore telefonico cellulare italiano che non esiste più (Omnitel, che oggi si chiama Vodafone), per cui non è certo recente. Infatti basta digitare in un motore di ricerca il testo dell'appello, oppure il numero 0141/455414, per scoprire che l'appello risale addirittura al 2000, è partito dalla Francia ed è presente in Germania, Spagna, Portogallo, Brasile e Polonia. Ne ho parlato in questo articolo. La Federconsumatori era stata coinvolta a giugno del 2006 e aveva pubblicato una smentita già quasi tre anni fa. La smentita è stata reiterata ieri con la precisazione che il logo mostrato nell'immagine che circola non corrisponde a quello ufficiale della Federconsumatori.
L'ipotesi più probabile è che l'appello sia uno dei tanti ricevuti quotidianamente dalla Procura e che il procuratore l'abbia preso per buono: non sarebbe certo la prima autorità a cascarci. Prima di lui, infatti, hanno abboccato Edouard Ballaman, all'epoca (2003) Questore della Camera italiana, l'Associazione Poliziotti Italiani, la Polizia Postale di Torino, l'Ufficio Prevenzione Generale Compartimento Polizia Postale di Roma e molti altri. Chi sarà il prossimo che finirà vittima della propria incapacità di usare Google per cercare informazioni prima di inoltrare qualunque sciocchezza?
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