Alieni si portano via la mente di Voyager, poi la restituiscono. Non è grave come pensate
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La sonda spaziale Voyager 2, in viaggio da 33 anni e ora a circa 14 miliardi di chilometri dalla Terra, oltre il pianeta più lontano del nostro sistema solare, dal 22 aprile scorso ha iniziato a trasmettere segnali alterati perché è stata sabotata dagli alieni, che stanno cercando di rispondere ai messaggi di benvenuto registrati a bordo del veicolo. Così dice un "esperto", Hartwig Hausdorf.
Esperto di cosa? Di progettazione di sonde interplanetarie, penserete. Perché se uno ha un problema di denti chiede consulto a un dentista, se l'automobile non va ci si rivolge a un meccanico e quindi se c'è un problema con una sonda spaziale si chiede il parere di uno che mastica pane e telemetria siderale. Ovvio.
Tuttavia il Bild, La Stampa e Tiscali, oltre a vari media in altre lingue (per esempio il Telegraph inglese) e l'immancabile trasmissione televisiva Voyager della Rai (video qui), la pensano diversamente e propongono infatti il suddetto Hartwig Hausdorf. Che è un esperto, sì, ma di UFO: un dettaglio che per esempio Corrispondenti.net dimentica di precisare. E gli regalano un bel po' di pubblicità, citando dettagliatamente il titolo del suo ultimo libro.
I fatti sono ben diversi, e per capirli sarebbe stato sufficiente informarsi presso le persone realmente competenti. Il sito della NASA dedicato alle sonde Voyager spiega esattamente come sono andate le cose. Il sistema di bordo che si occupa della formattazione dei dati scientifici ha avuto un problema: un singolo bit nella memoria del computer di bordo ha cambiato valore per errore e ha scombinato i dati scientifici. Cose che càpitano, considerato che il computer risale a 33 anni fa e non è mai stato portato in assistenza.
Il 20 maggio il bit è stato riportato al suo valore originale grazie a una serie di comandi inviati via radio da Terra. Tenete presente che il segnale radio ci mette, alla velocità della luce, tredici ore per arrivare a destinazione; eventuali reazioni a bordo ci mettono altre tredici ore per essere ritrasmesse a Terra. Immaginate di dover fare manutenzione remota a un computer che ci mette ventisei ore a rispondere, sapendo che se sbagliate qualcosa non potete andare sul posto a sistemarlo: queste sono le condizioni in cui lavorano i tecnici del Jet Propulsion Laboratory della NASA, che da oltre trent'anni segue l'odissea della sonda Voyager 2 e della sua gemella Voyager 1. Quindi non lamentatevi della latenza della vostra linea ADSL.
Tre giorni dopo, il 23 maggio, si è avuta la conferma che l'intervento aveva avuto successo e la sonda ha ripreso a inviarci dati scientifici correttamente formattati.
Niente alieni calvi dalle gambe mozzafiato, dunque, ma soltanto un normale problema tecnico risolto dall'intelletto umano. Quello che storie pseudoufologiche come questa vogliono sempre sminuire, attribuendo ogni evento agli extraterrestri, come se noi fossimo tutti mentecatti.
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