Perché è vietato il viola a Che Tempo Che Fa?
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
"Non è permesso l’ingresso in studio con alcun capo di colore viola". Ma come: la superstizione, in un programma come Che Tempo Che Fa che più di una volta ha dileggiato le pseudoscienze (con memorabili interventi della Littizzetto), esce dalla porta ma rientra dalla finestra?
L'avvertenza è infatti scritta a chiare lettere nelle prenotazioni su Ticinonline per assistere alla trasmissione e anche in questo articolo dello stesso sito, datato 6 maggio 2010). E stando sempre al succitato Ticinonline la norma viene fatta rispettare, spiegando, secondo un "addetto ai lavori" non meglio identificato, che si tratta di superstizione (o di imprecisate esigenze di "uniformità dei colori in studio", secondo una costumista del programma).
Nessun divieto del genere viene riportato nelle istruzioni per partecipare alla trasmissione come pubblico presenti sul sito di Endemol Italia, ma dopo la pubblicazione iniziale di questo articolo ho ricevuto da Ruggio81 copia delle mail, datate 2006, 2007 e 2008, con le istruzioni inviate al fan club di Laura Pausini per la selezione del pubblico: "Portare carta di identità (indispensabile) e, requisito IMPRESCINDIBILE, non indossare NULLA di colore VIOLA" (2006), "Documento di Identità personale + divieto ASSOLUTO di indossare indumenti di colore VIOLA" (2007), "divieto ASSOLUTO di indossare indumenti di colore VIOLA" (2008). Sempre Ruggio81 ha trovato questo commento nel newsgroup it.fan.musica.battiato, datato 2009, che ribadisce il divieto del viola indossato.
Non sembrano esserci motivi tecnici plausibili per questa norma, e pare improbabile che Ticinonline s'inventi una storia del genere, ma comunque ho scritto ai responsabili della gestione del pubblico di Che Tempo Che Fa per avere conferme o smentite di quanto pubblicato dalla testata ticinese. Non ho ancora avuto risposta.
Sta di fatto che il divieto scaramantico indossare il viola è un'antica tradizione teatrale e di tutto il mondo dello spettacolo e quindi è forte il sospetto che la motivazione sia decisamente poco razionale. Chi si fa portavoce della cultura intelligente e vuole presentarsi come compassato dispensatore di motti arguti dovrebbe lasciarsi alle spalle certi scivoloni.
Se in televisione lavora e comanda gente che è convinta che un colore possa portare iella, non c'è troppo da stupirsi se poi viene dato spazio a oroscopi, cartomanti, sensitivi e cialtroni assortiti, con licenza di rimbambire il pubblico perpetuando il business delle scemenze.
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