Ricevo da una lettrice, e pubblico con il suo permesso, una domanda molto interessante che tocca un aspetto poco considerato: la sicurezza dell'uso di Internet non per i minori, ma per gli adulti che soffrono di acquisto compulsivo e disturbi analoghi. Il problema, per queste persone e soprattutto per chi si occupa di loro, non è bloccare la pornografia o la violenza (sono adulti, difficile che ne vengano turbati più di tanto), come di solito si chiede ai filtri per i minori, ma bloccare l'accesso a siti che vendono oggetti e anche alle offerte via mail. Voi come risolvereste il problema?
Sottolineo che si tratta di un caso serio di una persona affetta da problemi psichici che le impediscono di gestire le proprie finanze e che ha già qualcuno che le gestisce in sua vece. Alla persona sono già state ritirate le carte di credito, che avevano portato a un vero e proprio fiume di prodotti d'ogni sorta che arrivavano per posta. La persona oggi chiede di navigare in Internet per alleviare la propria grande solitudine: la sfida è darle questo sollievo bloccando però qualsiasi possibilità di acquisto, sia con carte di credito sia con pagamento alla consegna o tramite fattura.
Sarebbe necessario bloccare/filtrare qualunque sito che offra acquisti o almeno disabilitarne le funzioni di transazione online, e ho visto che i filtri per minori hanno a volte la funzione selettiva di bloccare i siti di shopping senza bloccare i siti erotici. Ma questi filtri funzionano?
Inoltre bisognerebbe realizzare un blocco o filtraggio anche per la mail, perché le offerte commerciali possono arrivare o essere completate via mail (la persona sta in Svizzera, dove questo genere di transazione sulla fiducia è ancora piuttosto diffuso). Forse una whitelist di indirizzi potrebbe essere accettabile.
Un blocco sull'HTTPS non farebbe altro che esporre ai siti che offrono transazioni commerciali non protette. Una whitelist Web che blocchi l'accesso a tutti i siti Internet tranne a quelli espressamente autorizzati sarebbe semplice e poco costosa, ma anche molto frustrante per l'utente.
Forse sarebbe praticabile fare sorveglianza remota in tempo reale della navigazione della persona, per esempio da un altro computer situato altrove (anche in un'altra abitazione), intervenendo solo se necessario. I costi sarebbero ovviamente alti e sarebbe probabilmente necessario concordare degli orari d'uso di Internet, ma sarebbe certamente un filtro intelligente senza falsi positivi.
Naturalmente esiste l'opzione di non dare accesso a Internet, ma questa sarebbe una resa molto triste.
Avete qualche idea? Parliamone nei commenti.
Aggiornamento ore 15:40
La lettrice, che si occupa di casi come questo per lavoro, ha letto con molto interesse i vostri suggerimenti e conferma che la persona ha seri problemi di salute, è da anni in cura da uno psichiatra, ed è seguita da un'assistente sociale e da una persona (la lettrice) per gestire le sue ormai scarne finanze. Sottolinea che in Svizzera "è ancora possibile ordinare l'inverosimile per posta e riceverlo a casa senza sborsare un franco. I problemi cominciano quando la consegna viene accettata. E giustamente sono coinvolti anche coloro che la merce la inviano e si aspettano di poter concludere una seria transazione commerciale."
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