USA, gli ex militari non presentano i documenti ufologici promessi. La conferenza stampa è un Uflop
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La settimana scorsa ho segnalato la notizia degli ex militari statunitensi che avevano annunciato per il 27 settembre la divulgazione di "documenti governativi americani desegretati" che "forniscono prove della realtà dell'attività di UFO presso siti di armi nucleari fin dal 1948" nel corso di una conferenza stampa.
La conferenza stampa c'è stata ed è durata oltre un'ora, ma i documenti scottanti promessi non si sono visti. I sette ex militari (Robert Jamison, Charles Halt, Dwynne Arneson, Bruce Fenstermacher, Patrick McDonough, Jerome Nelson e Robert Salas) hanno semplicemente raccontato quello che dicono di aver visto. Di conferme indipendenti o di prove tangibili non ce ne sono.
Se vi state chiedendo se è possibile che dei militari di alto livello dell'esercito statunitense possano mentire o delirare per andare in giro a raccontare una storia del genere, vorrei ricordare il caso del generale Albert Stubblebine: quello che era convinto di poter attraversare i muri con la forza del pensiero e di poter uccidere le capre soltanto fissandole. È una storia vera, immortalata con molta licenza artistica nel film L'uomo che fissa le capre con George Clooney. Stubblebine è anche convinto che levitazione e telepatia siano fatti indiscussi e che ci siano macchine aliene su Marte. Essere ex militari, insomma, non è automaticamente una garanzia di affidabilità in ufologia.
La registrazione della conferenza stampa è disponibile su Youtube in cinque parti: una, due, tre, quattro, cinque. Se a differenza di me non ve la sentite di vederla tutta, potete consultare i resoconti di Daily Mail, Washington Post e Xenophilia. La sessione di domande e risposte (dal terzo video in poi) è, per dirla educatamente, molto significativa. Specialmente quando si parla di alieni conservati sotto ghiaccio e di persone rapite e restituite dagli extraterrestri. Di prove, come al solito, neanche l'ombra.
C'è un aspetto di questa vicenda che non è stato raccontato dalla stampa: ci sono altri testimoni di uno degli episodi raccontati dagli ex militari (la disattivazione di alcuni missili nucleari avvenuta il 16 marzo 1967 alla base di Malmstrom in Montana). Il comandante della base di Malmstrom, Eric D. Carlson, ha scritto una relazione dettagliata, scaricabile gratuitamente, in cui spiega come andarono realmente le cose: fu un guasto tecnico, uno dei tanti che avvenivano. Lo stesso dice il vicecomandante, Walter Figel. Fine della storia. Invece le versioni di questo gruppo di ex militari che dicono di aver assistito ad eventi ufologici si contraddicono a vicenda, sono cambiate drasticamente più volte nel corso degli anni e sono ricche di asserzioni tecnicamente fasulle. Il bello di Internet è che possiamo avere accesso a queste informazioni complementari importanti, senza dover dipendere da sunti che potrebbero essere di parte.
Ed è qui che la faccenda diventa realmente interessante: dato che non ci sono prove tangibili, abbiamo soltanto la parola di un gruppo di ex militari contro la parola di altri ex militari. Perché decidiamo di credere a uno dei due e non all'altro? O per dirla in un altro modo: perché gli ufologi credono sulla parola ai militari quando raccontano di aver visto degli UFO ma li considerano bugiardi quando dicono che gli extraterrestri non c'entrano?
Fonti aggiuntive: Boing Boing, Gizmodo.
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