L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
La stella Betelgeuse potrebbe esplodere nel 2012 e la Terra potrebbe trovarsi “illuminata e riscaldata” da “due soli nel cielo”. Lo dice il Corriere della Sera, citando senza pudore il Daily Telegraph, che a sua volta cita un fisico australiano, Brad Carter dell'Università del Queensland. Poi il Corriere fa dietrofront e cita un professore di astrofisica dell'Università di Padova che dice che non è vero: “sapere quando accadrà è una sciocchezza”. Ma allora perché pubblicare un articolo con un incipit-esca che poi viene smentito?
La stessa storiella sensazionalista compare nell'articolo australiano di News.com.au che ha dato il via alla notizia (con l'inevitabile citazione dei due soli di Tatooine in Guerre Stellari) e che precisa, tuttavia, che l'esplosione “potrebbe anche accadere tra un milione di anni”. Idem con patate sul Huffington Post e in tanti altri siti che giocano bassamente sulla citazione del 2012 per fare notizia e attirare clic.
Per fortuna ci sono anche astronomi che scrivono direttamente come stanno i fatti, come Phil Plait su Bad Astronomy, e spiegano che sì, Betelgeuse prima o poi esploderà, ma potrebbe anche andare avanti per millenni e non c'è nulla, salvo la malizia del giornalista, che possa mettere il suo destino in relazione con il 2012. Plait chiarisce che non è impossibile che la stella esploda nel 2012 (o meglio, che la luce della sua esplosione arrivi sulla Terra nel 2012 dopo 640 anni di viaggio), ma è “semplicemente molto molto molto molto molto molto molto improbabile”.
Fra l'altro, nell'articolo originale il fisico Brad Carter non ha affatto menzionato il 2012: la menzione è in realtà un'invenzione del giornalista del Huffington Post ("The Star Wars-esque scenario could happen by 2012, Carter says... or it could take longer").
Inoltre, quand'anche Betelgeuse dovesse esplodere dopodomani o nel 2012, sarà uno scoppio innocuo per noi e non produrrà affatto un effetto in stile Guerre Stellari: sarà, secondo le stime degli astronomi, solo un puntino molto più luminoso di Venere, tanto da produrre un'ombra ma di certo non paragonabile al Sole.
Ne avevo già scritto a giugno dell'anno scorso, quando era saltata fuori questa storia con il solito codazzo di articoli catastrofisti, e lo stesso avevano fatto anche gli astronomi. Ma evidentemente quando c'è da vendere qualche copia o qualche clic in più non ci si ferma a fare neanche il minimo sindacale di ricerca.
Morale della favola: non usate i giornali generalisti per informarvi sull'astronomia. È uno spreco di tempo.
Nessun commento:
Posta un commento
Se vuoi commentare tramite Disqus (consigliato), vai alla versione per schermi grandi. I commenti immessi qui potrebbero non comparire su Disqus.