Questo articolo era stato pubblicato inizialmente l'11/1/2013 sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
Nella notte fra il 9 e il 10 gennaio, intorno alle 4 del mattino, è stato avviato e successivamente respinto un attacco informatico massiccio contro l'infrastruttura Internet svizzera, secondo quanto riferito dalla fondazione Switch, responsabile dell'amministrazione di tutti i domini .ch e .li. Lo scopo dell'attacco, tuttavia, non era paralizzare l'Internet svizzera: quello sarebbe stato solo un possibile effetto collaterale. Il vero obiettivo era, presume Switch, la paralisi di siti statunitensi.
I dettagli della tecnica dell'attacco, il primo del suo genere sui domini .ch, indicano che la predisposizione di sistemi di filtraggio del traffico di dati sui nameserver da parte di Switch ha contenuto i disagi e reso poco conveniente all'aggressore, per ora ignoto, l'uso dell'infrastruttura Internet svizzera come trampolino per questo genere di attacco.
Ma come funziona un attacco di questo genere, e come si usa l'Internet svizzera per attaccare un sito statunitense? Ne parliamo nella parola di Internet di questa puntata, ma intanto rivolgiamo un pensiero di ringraziamento a chi vigila silenziosamente sulle nostre navigazioni in Rete.
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