Questo articolo era stato pubblicato inizialmente il [11/01/2013] sul sito della Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a disposizione per la consultazione.
DDOS,
Distributed Denial of Service. Forma
di attacco informatico realizzato sovraccaricando il sito-bersaglio
con una quantità insostenibile di richieste di dati che lo portano a
cessare il servizio all'utenza normale (denial of
service). Questa quantità
anomala viene generata utilizzando un grande numero di computer
infettati, sui quali è quindi distribuito l'attacco (da qui il
termine “distributed”).
Il caso che
sta interessando l'Internet svizzera in queste ore usa un DDOS
particolare, denominato DDOS amplificato:
in questa tecnica, l'aggressore usa una botnet
(un numero molto grande di computer infettati, di cui ha il
controllo) per mandare migliaia di richieste di dati a dei server DNS
(i “centralini” di Internet, che convertono i nomi dei siti negli
indirizzi numerici usati per gestire la Rete). Le richieste
contengono un mittente falso (che è il sito che si vuole colpire) e
sono formulate in modo da obbligare il server DNS a rispondere a
questo mittente con un numero molto elevato di dati. In questo modo
il flusso di dati generato dall'aggressore viene amplificato (fino a
40
volte) dai server DNS di un'organizzazione che non c'entra
niente.
Questa
tecnica, in altre parole, consente all'aggressore di moltiplicare la
potenza del proprio attacco utilizzando i sistemi informatici altrui.
Esistono delle contromisure reattive e anche preventive: la prima
spetta ai comuni utenti, che devono evitare di farsi infettare per
non diventare parte della botnet,
mentre la seconda è compito dei provider e delle aziende che hanno
allacciamenti a Internet, che devono attivare filtri di
autenticazione delle richieste di dati DNS. Switch.ch fornisce ampia
documentazione
in proposito.
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