Questo
articolo era stato pubblicato inizialmente il [25/01/2013] sul
sito della Rete Tre Radiotelevisione Svizzera, dove attualmente non è
più disponibile. Viene ripubblicato qui per mantenerlo a
disposizione per la consultazione.
Facebook Graph Search, il motore di ricerca
interno di Facebook, fa discutere: un po' perché per ora è
disponibile soltanto a una ristretta cerchia di eletti, ma
soprattutto perché chi lo sta provando in anteprima sta pubblicando
risultati che potrebbero togliere il sonno a molti utenti.
Una di queste anteprime è Actual
Facebook Graph Searches, che propone alcune ricerche fra il
surreale e il voyeuristico: cercando “attuali datori di lavoro
di persone alle quali piace il razzismo” emergono l'aviazione
militare degli Stati Uniti, McDonald's e la catena di grandi
magazzini statunitense Target.
La religione e la politica offrono spunti
particolarmente controversi: Facebook trova i profili di “madri
di cattolici italiani ai quali piace la Durex”, di “familiari
di persone che abitano in Cina alle quali piace Falun Gong”
(vietatissimo movimento politico locale) e di “uomini islamici
interessati ad altri uomini che abitano a Teheran, Iran” (con
tanto di affinamento “Luoghi nei quali hanno lavorato”).
Meno drammatica, ma comunque illuminante per
quanto riguarda le potenzialità di stalking di Facebook
Graph Search, è la ricerca di “donne single che vivono nelle
vicinanze, sono interessate agli uomini e amano ubriacarsi”.
L'autore della compilation di ricerche, Tom Scott,
spiega che non vuole umiliare nessuno (infatti i suoi risultati sono
censurati per non rivelare le identità degli utenti coinvolti) ma
semmai sensibilizzare al fatto che cliccare su "Mi piace”
in certe categorie, sia pure per scherzo, può creare agli
occhi di Facebook un'immagine di noi ben diversa da quella che
vorremmo proiettare.
Gli utenti che fanno queste cose, aggiunge Scott,
non sono stupidi: semplicemente non hanno le competenze tecniche
necessarie per mettersi al sicuro. E il pericolo principale, a suo
avviso, non deriva dagli sconosciuti che fanno ricerche con Facebook
Graph Search, ma dai conoscenti, tanto che propone un test: se quello
che avete pubblicato su Facebook potrebbe essere usato da un ex
partner amareggiato e vendicativo per rovinarvi la vita, è il caso
di cancellarlo. E in fretta.
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