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2022/04/30

Antibufala: no, la Russia non ha già deciso di lasciare la Stazione Spaziale Internazionale

Pubblicazione iniziale: 2022/04/30 22:43. Ultimo aggiornamento: 2022/05/01 13:10.

Ci risiamo. Ancora una volta, la stampa ha riportato delle dichiarazioni politiche di Dmitri Rogozin, direttore generale dell’agenzia spaziale russa, presentandole come dichiarazioni tecniche e fattuali. Sarebbe anche ora di capire che oggi più che mai qualunque affermazione provenga da fonti russe vada presa con ampio beneficio d’inventario; ma se lo si facesse, addio titoli sensazionali.

“Ucraina, la Russia lascerà la Iss in seguito alle sanzioni” ha titolato ANSA, come se si trattasse di una certezza, e citando parole attribuite a Rogozin: “La decisione è già stata presa [...] informeremo i nostri partner della fine del nostro lavoro sull'Iss con un anno di anticipo”.

La stessa notizia è riportata anche dal Fatto Quotidiano. Anche Open e la testata svizzera La Regione hanno presentato la situazione con toni definitivi, ripetendo il virgolettato secondo il quale “la decisione è già stata presa” [Open ha poi rettificato pubblicamente].

Ma c‘è un problema. ANSA e La Regione citano entrambe esplicitamente come fonte Bloomberg (questo articolo del 30 aprile 2022, quasi sicuramente, a giudicare dai contenuti), che a sua volta cita come fonte TASS e Ria Novosti (senza fornire link; ho chiesto a Bloomberg di fornirlo) e precisa che le dichiarazioni sarebbero state fatte da Rogozin durante un’intervista alla TV di stato russa (“in an interview with state TV on Saturday”).

Si tratta insomma di informazioni almeno di terza mano, attribuite a una persona che ha già fatto sparate sensazionaliste di stampo propagandistico nel recente passato.

La fonte originale, invece, sembra essere questa (la TASS inglese) del 29 aprile scorso, anche stando ad alcuni addetti ai lavori. Se è la fonte corretta, quella alla quale attinge Bloomberg, dice una cosa ben diversa: dice infatti che se la Russia dovesse ritirarsi dalla Stazione Spaziale Internazionale, darebbe un anno di preavviso (le evidenziazioni qui sotto sono opera mia): 

"We should not hustle now declaring our stance and will carry on with our work within the timeframe set by the government, which is until 2024," Rogozin said. "A decision regarding the ISS future will depend to a great extent on the developing situation both in Russia and around it."

He also said that if Russia decided to withdraw from the ISS project, it would notify its foreign partners about this decision a year in advance.

Rogozin reiterated that a package of proposals on Russia’s cooperation with foreign partners on the ISS project after the year of 2024 was sent to Russian President Vladimir Putin and the country’s government.

Un’altra notizia TASS, in russo e datata 29 aprile 2022, descrive un’intervista a Rogozin nella quale il direttore generale ribadisce gli stessi concetti: la Russia non ha ancora deciso cosa fare dopo il 2024 e “al momento esiste una decisione del governo russo di estendere la cooperazione con i partner fino al 2024” (tradotto tramite Google Translate, quindi segnalatemi eventuali errori). Nessun segno di “decisione già presa” di lasciare la Stazione. 

Non ho trovato altre notizie TASS che riportino dichiarazioni più recenti di Rogozin.

Astrospace.it ha dettagli sui trattati, i progetti e gli accordi già ribaditi dai russi per i prossimi anni.

 

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Un po’ di video di Crew-4 e di Samantha Cristoforetti, arrivata alla Stazione Spaziale Internazionale

La diretta NASA della partenza:

Durante il viaggio verso la Stazione, l’equipaggio della Crew-4 ha trasmesso in diretta questa allegra chiacchierata che mostra bene gli interni della capsula Dragon e la tutina aderente nera, un po’ da Mandrake (o Emma Peel), che indossano quando levano la tuta bianca pressurizzata. Si vedono anche gli ormai tradizionali indicatori di assenza di peso (giocattoli dei figli degli astronauti).

Questa invece è una sintesi del viaggio fino alla Stazione:

E qui c’è la registrazione della diretta di Astrospace con l’amico Biagio Cimini, uno dei pochi del nostro gruppo esteso che è riuscito a rimanere fino alla notte della partenza e ha assistito dal vivo al lancio:

Descrizione generale della missione Crew-4 da parte dell‘equipaggio (in inglese):

Da 1:20, descrizione di alcuni degli oltre 200 esperimenti scientifici in programma:

Mini-profilo di presentazione di Samantha Cristoforetti (in inglese):

I profili analoghi degli altri componenti dell’equipaggio: Lindgren, Hines, Watkins.

Da SpaceX un grafico interattivo che spiega le fasi dell’avvicinamento alla Stazione, cita “oltre 200 esperimenti scientifici in settori come la scienza dei materiali, le tecnologie per la salute e la botanica per prepararsi all’esplorazione umana oltre l’orbita bassa terrestre e dare benefici alla vita sulla Terra”, precisando che la missione terminerà “non prima di settembre 2022”:

Segnalo infine la serie di podcast Spaziale della brava collega Silvia Bencivelli con Samantha Cristoforetti: prima puntata, seconda, terza, quarta, quinta.

2022/04/29

La sigla di testa e il trailer di Star Trek: Strange New Worlds

La nuova serie di Star Trek ambientata appena prima dell’epoca del Capitano Kirk della Serie Classica sta per debuttare. Ne parleremo ampiamente alla Starcon Italia, dal 19 al 22 maggio, a Bellaria.

Niente podcast stamattina, sono senza voce

Tutto qui: volevo semplicemente avvisare chi segue il podcast. Sto bene, non è Covid (ho fatto due test, entrambi negativi) e probabilmente è colpa dei continui sbalzi termici fra Florida all’aperto, Florida nei locali (aria condizionata stile cella frigorifera) e Svizzera, ma in ogni caso sono afono e non me la sono sentita di infliggervi una puntata di rantoli ASMR :-)

2022/04/27

La diretta del ritorno di Astrosamantha sulla Stazione Spaziale Internazionale

Dopo circa 16 ore di inseguimento nel corso di una decina di orbite intorno alla Terra, la capsula Crew Dragon dovrebbe attraccare alla Stazione Spaziale Internazionale alle 2:15 italiane di domattina. La diretta streaming di SpaceX inizierà un paio d’ore prima.

DragonChase 2022: Le dirette per seguire il lancio di Crew-4 e le repliche per rivederlo

Il lancio della Crew-4 è al momento previsto per le 9:52 CEST (7:52 GMT) di oggi 27 aprile. Questi sono alcuni degli streaming da seguire per assistervi.

2022/04/27 10:40. Il lancio è avvenuto con successo e gli astronauti sono ora in orbita intorno alla Terra. Fra circa sedici ore arriveranno alla Stazione Spaziale Internazionale.

2022/04/27 13:00. Ecco la registrazione di SpaceX.

2022/04/26

DragonChase 2022: Samantha Cristoforetti su TikTok spiega come si passano questi giorni pre-lancio; l’equipaggio ride e scherza su YouTube

Samantha Cristoforetti pubblica aggiornamenti di missione su TikTok e l’ESA li ripubblica su Twitter. Non c’è bisogno di iscriversi a TikTok: è sufficiente seguire @EsaSpaceflight su Twitter.

In questo minivideo spiega come sta passando questi giorni fra attese e rinvii. Il video è in inglese con sottotitoli italiani. Fra “where no TikToker has gone before” e “the final frontier”, le citazioni di Star Trek non mancano!

C’è una citazione di Star Trek anche in questo video di allegre risposte a domande personali. Riuscite a trovarla?

2022/04/25

DragonChase 2022: gli orari aggiornati degli eventi intorno al lancio di Crew-4

Il vettore Falcon 9 e la capsula Dragon della missione Crew-4 oggi alla Rampa 39A del Kennedy Space Center. Photo Credit: NASA/Joel Kowsky.

La NASA ha rilasciato poco fa un comunicato stampa (media advisory) con la scaletta aggiornata degli eventi riguardanti la missione Crew-4.

La partenza è prevista per le 3:52 EDT (le 9:52 italiane) di mercoledì 27 aprile e avverrà dalla Rampa 39a del Kennedy Space Center. La capsula Dragon, denominata Freedom dall’equipaggio, attraccherà alla Stazione Spaziale Internazionale alle 20:15 EDT del giorno stesso (le 2:15 del 28 aprile ora italiana).

26 aprile: 7:00 (13:00 IT) circa, teleconferenza pre-lancio, successiva al launch readiness review (riesame generale della situazione per il lancio); 9:00 (15:00 IT), media briefing su NASA TV.

27 aprile: 00:00 (6:00 IT), inizio della telecronaca su NASA TV; 3:52 (9:52 IT), lancio; 5:30 (11:30 IT), conferenza stampa post-lancio; 20:15 (2:15 del 28/4 IT), attracco; 21:45 (3:45 del 28/4 IT), apertura dei portelli.

28 aprile: 2:40 (8:40 IT), cerimonia di benvenuto a bordo.

A Radio3 Scienza ho parlato di Forever Young, l’autobiografia dell’astronauta John Young

Per il cinquantenario della missione lunare Apollo 16, che cade in questi giorni, ho chiacchierato insieme al conduttore Paolo Conte su Radio 3 Scienza a proposito di Forever Young, l’autobiografia dell’astronauta lunare John Young alla cui traduzione italiana ho collaborato come consulente tecnico e revisore. Potete riascoltare la puntata qui

Ricordo inoltre che insieme a Gianluca Atti sto raccontando la missione Apollo 16 attraverso le immagini dei giornali italiani dell’epoca nel blog Apollo 16 Timeline, e che gli amici di Astronautinews.it stanno facendo altrettanto nelle pagine apposite del loro sito.

2022/04/24

DragonChase 2022: i DragonChaser tornano a casa, dispiaciuti ma contenti

Pubblicazione iniziale: 2022/04/24 23:53. Ultimo aggiornamento: 2022/04/25 20:30 (ora italiana).

Noi DragonChaser siamo tornati a casa oggi (24 aprile) senza poter vedere la partenza di Samantha Cristoforetti verso la Stazione Spaziale Internazionale: i continui rinvii della data di lancio hanno esaurito il margine che ci eravamo presi e quindi lasciamo ai nostri amici e colleghi, rimasti sul posto, il compito di assistere per noi al decollo della missione Crew-4, che seguiremo in streaming. Stavolta è andata così, ma ci saranno altri DragonChase, e magari anche degli StarshipChase.

Anche se non abbiamo potuto assistere di persona all’evento clou, ci siamo divertiti tantissimo a parlare di spazio e fare grandi bevute e mangiate con amici vecchi e nuovi e a vedere la partenza di un Falcon 9 che trasportava satelliti Starlink.

Abbiamo esplorato il Kennedy Space Center, massicciamente trasformato rispetto alle visite precedenti con l’arrivo di SpaceX e Blue Origin e con il nuovo vettore lunare SLS sulla rampa di lancio, e abbiamo visto il Visitor Center del centro spaziale, con il suo classico Saturn V originale in esposizione (che fa sempre venire la pelle d’oca) e con lo Shuttle Atlantis, montato in posa librata, che è semplicemente meraviglioso. Poter partecipare a una festa a tema spaziale sotto le sue ali lo ha reso ancora più memorabile. E abbiamo conosciuto addetti ai lavori che ci hanno raccontato cose interessantissime (che vi spiegheranno loro quando sarà il momento) sui prossimi progetti spaziali.

Nell’attesa del volo di Samantha abbiamo anche esplorato le nuove attrazioni dei parchi Disney e Universal: Galaxy’s Edge (l’ambiente fisico di Star Wars, con un incredibile Millennium Falcon in scala 1:1 al centro; Rise of the Resistance (assolutamente stupefacente per scala, grandiosità ed effetti fisici); Smuggler’s Run (il primo salto nell’iperspazio comandato non si scorda mai); Avatar (meraviglioso, iperrealistico ed emozionante volo virtuale su un banshee del film di James Cameron) e, a sorpresa, Bourne Stuntacular, dove degli stuntmen in carne e ossa fanno cose incredibili in un teatro attrezzato con il fondale dinamico più realistico che io abbia mai visto (se sapete cos’è The Volume nella produzione di The Mandalorian, capite cosa intendo) insieme a scenografie fisiche talmente ben coordinate con il fondale che non si riesce a capire dove finisca il fondale e dove inizino gli oggetti di scena reali, con un effetto disorientante e spettacolare che lascia a bocca aperta. Questo e Avatar sono un’anteprima delle tecnologie che vedremo sempre più spesso nei prossimi anni nel settore dell’intrattenimento basato sulla realtà virtuale. 

Qualche foto assortita:

La Space Force esiste davvero, non è solo una serie TV satirica. Fra l’altro, la base Patrick è quella nella quale risiede il maggiore Nelson nel telefilm Strega per amore / I Dream of Jeannie.
Il calco delle mani (piccolissime) di Neil Armstrong all’American Space Museum di Titusville.
Party sotto Atlantis.
L’Atlantis è enorme.
Il vettore lunare SLS, visto dal Visitor Center del centro spaziale Kennedy.
Un bimbo felice, un asciugamano e una capsula Apollo.
Un Falcon, ma di un altro genere.

Intanto, tornando alle cose spaziali, la capsula Axiom-1 ha finalmente ricevuto l’OK per il rientro, rinviato ripetutamente a causa delle condizioni meteorologiche avverse per l’ammaraggio. Il suo equipaggio commerciale ha trascorso ben 17 giorni nello spazio, cinque più del previsto, quasi tutti a bordo della Stazione (i giorni di permanenza extra sono inclusi nel contratto fra NASA e Axiom).

La chiusura dei portelli di Axiom-1 è pianificata per le 18:30 EDT del 24 aprile (00:30 del 25 aprile ora italiana); lo sgancio dalla Stazione è previsto per le 8:55 EDT del 24 aprile (2:55 del 25 aprile ora italiana); l’ammaraggio dovrebbe avvenire alle 13:06 EDT (19:06 italiane) del 25 aprile. Sgancio e rientro potranno essere seguiti su Axiomspace.com, NASA TV e sul canale YouTube di SpaceX.

Questo è il link/embed di SpaceX per lo sgancio:

E questo è quello di SpaceX per il rientro:

La partenza di Axiom-1 dalla Stazione è essenziale per consentire alla Crew-4 di attraccare al portello di attracco occupato Axiom-1. Kathy Lueders, direttrice dei programmi spaziali operativi con equipaggi presso la NASA, ha spiegato in un tweet che servono circa due giorni fra il ritorno di Axiom-1 e la partenza di Crew-4 per consentire il completamento del riesame dei dati e per posizionare le risorse per il recupero dei veicoli. In questo caso, ha scritto Lueders, 39 ore sono appena sufficienti per completare questo lavoro, ma se necessario il lancio di Crew-4 verrà spostato.

Per ora il lancio di Samantha Cristoforetti, che darà inizio a una permanenza di quattro mesi e mezzo sulla Stazione, è previsto per le 9:52 italiane del 27 aprile.

2022/04/25 8:40 (ora italiana). È rientrata a Port Canaveral pochi minuti fa la nave appoggio di SpaceX che trasporta il primo stadio del Falcon 9 che abbiamo visto partire.

Intanto Megan, la nave di recupero capsule che abbiamo visto da vicino, è partita per prepararsi a recuperare la capsula Axiom-1.

2022/04/25 19:10. La capsula è ammarata regolarmente.

2022/04/23

DragonChase 2022: lancio Crew-4 rinviato ancora a non prima del 27 aprile

Ultimo aggiornamento: 2022/04/23 8:10 FL (14:10 IT).

La NASA ha annunciato ufficialmente un nuovo slittamento del lancio della missione Crew-4. La nuova data prevista è “non prima delle 3:52 EDT” (le 9:52 italiane) “di mercoledì 27 aprile”. Una ulteriore occasione di lancio è prevista per il 28 aprile. Lo slittamento è causato dalle condizioni meteo marine, che rendono necessario rinviare il rientro con ammaraggio della capsula Axiom-1 che occupa il punto di attracco alla Stazione Spaziale Internazionale che dovrebbe essere usato dalla Crew-4.

L’agenzia spaziale statunitense terrà una teleconferenza stampa pre-lancio il 27 aprile alle 21.30 circa (ora della Florida, le 3:30 del 28 aprile in Italia). La teleconferenza verrà diffusa su Nasa.gov/live.

Gli astronauti di Crew-4 (da sinistra, Jessica Watson, Bob Hines, Kjell Lindgren, e Samantha Cristoforetti) davanti al Neil Armstrong Operations and Checkout Building al Kennedy Space Center durante una prova generale il 20 aprile 2022. Photo credit: NASA/Kim Shiflett.

Intanto noi DragonChaser abbiamo visitato Port Canaveral, dove abbiamo trovato Megan, una delle imbarcazioni di SpaceX usate per il recupero delle capsule con equipaggi, ormeggiata dietro una semplice rete metallica. La nave prende nome dall’astronauta Megan McArthur, che ha volato su uno dei primi lanci di SpaceX. È più piccola di quello che sembra nei video. L’arcata che si vede a poppa è la gru che solleva la capsula e la porta a bordo, ancora chiusa, per poi far uscire gli astronauti. Shannon, la gemella di Megan, è nel Golfo del Messico per recuperare la capsula e gli astronauti della missione Axiom-1 in caso di ammaraggio a ovest della Florida. Shannon si chiama così in onore dell’astronauta Shannon Walker, che come Megan McArthur ha volato con SpaceX.

Il resto della flotta di SpaceX (le navi appoggio sulle quali atterrano i primi stadi del Falcon al rientro) non è in porto: Of Course I Still Love You/Marmac 301, Just Read the Instructions/Marmac 303 e A Shortfall of Gravitas/Marmac 302 sono tracciabili tramite siti come MyShipTracking o MarineTraffic. JRTI, in particolare, sta rientrando con il primo stadio del Falcon 9 usato per lanciare il lotto di satelliti Starlink il 21 aprile.

2022/04/22

Podcast RSI - Come “hackerare” un satellite

logo del Disinformatico

È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto) e qui sotto.

I podcast del Disinformatico sono ascoltabili anche tramite feed RSS, iTunes, Google Podcasts e Spotify.

Buon ascolto, e se vi interessano i testi e i link alle fonti di questa puntata, sono qui sotto.

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Prologo

[CLIP AUDIO: Rimontaggio da Una cascata di diamanti]

È un’idea classica di tanti film di spionaggio: il cattivo di turno prende il controllo di un satellite e combina disastri. E in questi giorni si parla di hackeraggi satellitari legati alla guerra. Ma è realmente possibile un attacco del genere? La risposta è sì, ed è già accaduto. Ma non ci sono di mezzo i supercattivi di James Bond.

Questa è la storia di come un piccolo imprenditore statunitense riuscì a prendere il controllo di un satellite per telecomunicazioni per compiere un’azione di protesta e di come un gruppo di hacker ha recentemente ripetuto quest’impresa, dimostrando una vulnerabilità poco conosciuta al pubblico di questi sistemi di comunicazione così importanti.

Benvenuti a questa puntata del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo.

[SIGLA DI APERTURA]

Siamo nel 1986, a Ocala, in Florida. Qui vive e lavora John MacDougall, un installatore di impianti per TV satellitare. Gli affari della sua piccola impresa, la MacDougall Electronics, stanno andando maluccio. Per alcuni anni ha sfruttato, come tanti altri colleghi, una falla tecnologica e legislativa delle TV a pagamento statunitensi distribuite via cavo: i loro programmi vengono trasmessi dalla sede centrale ai vari operatori locali delle TV via cavo usando satelliti per telecomunicazioni, e questa trasmissione non è criptata.

Di conseguenza, chiunque abbia un’antenna sufficientemente sensibile e sappia come puntarla e sintonizzarla può ricevere gratis tutti i canali TV che normalmente sarebbero a pagamento. Ed è tutto legale. John McDougall è uno dei tecnici che sa come fare queste cose e offre ai clienti privati e agli alberghi i propri servizi e impianti.

Installare un’apparecchiatura del genere, però, richiede parecchio spazio, perché le antenne paraboliche necessarie hanno un diametro di qualche metro, e le apparecchiature che servono sono costose, per cui non sono tantissimi gli scrocconi satellitari. Però sono un numero sufficiente per dare lavoro a John MacDougall, ed è questo che conta.

I dirigenti delle emittenti TV a pagamento, invece, non la vedono allo stesso modo, e quindi nel 1984 hanno chiesto al governo statunitense di approvare una legge che consenta lo scrambling, ossia la criptatura dei segnali satellitari. A partire da gennaio del 1985, una dopo l’altra le emittenti a pagamento attivano questa funzione, e così chi vuole decodificare i loro segnali via satellite deve dotarsi di un costoso decoder e deve pagare un canone maggiorato rispetto a chi riceve gli stessi canali tramite la normale TV via cavo.

La festa è finita, insomma: il mercato dei nuovi impianti satellitari pensati per vedere le TV gratis praticamente scompare e gli impianti esistenti non funzionano più, e così MacDougall è costretto a trovarsi un secondo lavoro, anche per sfuggire ai clienti delusi e inferociti.

Trova questo secondo lavoro alla Central Florida Teleport, dove gestisce i cosiddetti uplink, ossia i collegamenti satellitari degli operatori via cavo da e verso le sedi centrali delle emittenti TV. Il suo lavoro consiste nel puntare una grossa antenna parabolica da dieci metri di diametro verso uno specifico satellite e poi inviare a quel satellite il programma televisivo che un’emittente a pagamento, per esempio la HBO, deve diffondere a tutta la costa est degli Stati Uniti.

Poco dopo la mezzanotte del 27 aprile 1986, John MacDougall punta l’antenna verso Galaxy 1. È un satellite diverso da quello che gli è stato assegnato, e ne prende il controllo.

Lo usa per trasmettere, al posto del film previsto, delle barre di colore e un messaggio scritto con una macchina titolatrice: “Buonasera HBO da Capitan Mezzanotte. Dodici dollari e 95 al mese? Non esiste. ShowTime/Movie Channel, state in guardia!”

I tecnici dell’emittente HBO a New York si accorgono subito dell’intrusione e aumentano la potenza del proprio segnale di trasmissione; lo stesso fa MacDougall. La gara a chi trasmette più forte prosegue per qualche minuto, con potenze sempre maggiori, ma poi MacDougall rinuncia per evitare di danneggiare il satellite.

Il giorno dopo i giornali e le TV americane parlano con toni drammatici dell’HBO Hacker e del pericolo dei videopirati. Uno dei vicepresidenti dell’emittente HBO dichiara alla stampa che “Si tratta di un’interferenza intenzionale e criminale in una trasmissione satellitare effettuata con licenza governativa”. E si temono sabotaggi.

Quello che non viene detto pubblicamente è che il sistema satellitare è sorprendentemente fragile. I satelliti per telecomunicazioni, infatti, sono costruiti in modo da ritrasmettere verso la Terra qualunque segnale ricevano. Non c’è una codifica, non c’è una password per accedere ai loro trasmettitori (o transponder) del satellite: chiunque trasmetta verso un satellite alla frequenza giusta verrà ritrasmesso a mezzo continente. Prendere il controllo di un canale TV nazionale, insomma, è solo questione di trasmettere con una potenza maggiore di quella del segnale legittimo.

Il pericolo, insomma, è serio. MacDougall avrebbe potuto prendere il controllo di altri tre satelliti: quello dell’emittente TV nazionale CBS, quello dell’emittente governativa Voice of America, e anche un satellite della Marina Militare degli Stati Uniti. Usando informazioni pubblicamente disponibili, qualunque hobbista avrebbe potuto interferire con i satelliti militari che informano gli Stati Uniti delle azioni militari sovietiche, con il rischio di creare confusione nei governi e scatenare un conflitto internazionale.

L’FBI avvia un’inchiesta. Oltre 200 persone contattano l’ente federale, dichiarando di essere loro Captain Midnight (Capitan Mezzanotte). Alla HBO arrivano addirittura minacce di spostare l’orbita del satellite Galaxy 1, ma si tratta di mitomani.

Le indagini dell’FBI sono rapide: viene stilato un elenco dei circa 580 siti dotati di antenne sufficienti a interferire con un satellite, e con una scelta molto astuta viene identificato il modello di titolatrice usato per comporre il messaggio di protesta. I siti dotati di queste antenne e di quella titolatrice sono solo dodici. E così il cerchio si stringe in fretta.

MacDougall decide di cooperare con gli investigatori. Ammette la propria colpa e se la cava con una sanzione di 5000 dollari e con un anno di libertà vigilata. La sua protesta spinge il Congresso degli Stati Uniti ad approvare una legge che rende formalmente reato l’interferenza con un satellite e tutte le stazioni di terra vengono dotate di un sistema, denominato ATIS, che permette di identificare rapidamente la fonte di un segnale.

Problema risolto, giusto? E invece no.

Sono passati quasi quarant’anni dall’incidente di Captain Midnight, ma in realtà la falla tecnica è rimasta immutata. I satelliti per telecomunicazioni sono ancora costruiti come allora, ossia trasmettono qualunque segnale ricevano, senza controlli di alcun genere.

Lo hanno dimostrato a fine marzo del 2022 i ricercatori di sicurezza di un gruppo che si fa chiamare Shadytel e il cui slogan è “noi non siamo contenti finché voi non siete scontenti”. Hanno presentato i risultati della loro verifica sul campo a un convegno di sicurezza informatica, lo Shmoocon, tenutosi a Washington. La loro relazione, intitolata “Hackerare un emisfero, o come abbiamo trasmesso legalmente contenuti hacker a tutto il Nord America (e oltre) usando un satellite geosincrono a fine vita”, ha spiegato la tecnica che hanno utilizzato [ulteriori dettagli sono stati pubblicati qui ad agosto 2022].

Per prima cosa questi hacker hanno dovuto comportarsi in modo eticamente corretto, e quindi non hanno preso il controllo di un satellite qualsiasi: si sono concentrati su un satellite non più in uso ma ancora funzionante. Il satellite in questione, chiamato Anik F1R, era stato lanciato nel 2005 per diffondere segnali oltre il confine meridionale degli Stati Uniti, verso le isole Hawaii e fino alla parte più orientale della Russia. Era arrivato alla fine della sua vita operativa prevista e quindi veniva traslocato dai suoi gestori verso un’orbita di parcheggio, senza però spegnerlo.

In altre parole, questo satellite era ancora perfettamente in grado di ricevere segnali da terra e ritrasmetterli, anche se non era più in uso. I ricercatori hanno potuto così prenderne il controllo, confermando che la stessa vulnerabilità di quarant’anni fa esiste ancora in molti satelliti commerciali: tuttora non c’è alcun controllo anti-intrusione. È sufficiente costruire una piccola stazione trasmittente a terra e puntarla nella direzione giusta e con la frequenza giusta.

I ricercatori, per non essere incriminati, hanno fatto regolare richiesta di licenza come operatori di stazione a terra per satelliti. Ma ovviamente un malintenzionato non si farebbe di questi scrupoli. Uno dei ricercatori, Karl Koscher, ha spiegato il problema in termini molto semplici.

“Dal punto di vista tecnico non ci sono controlli su questo satellite o sulla maggior parte dei satelliti. Se sei in grado di generare un segnale sufficientemente potente da raggiungere un satellite, quel satellite lo ritrasmetterà verso terra. Servono una parabola grande e un amplificatore potente, e se il satellite fosse in uso, sarebbe necessario trasmettere con una potenza maggiore di chiunque altro stia usando quello specifico satellite o quella specifica frequenza.” Tutto qui. L’uso di un satellite non più operativo ha semplificato il lavoro dei ricercatori e ovviamente semplificherebbe il compito di eventuali malfattori.

Koscher nota che la mancanza di autenticazione e di controlli sui satelliti potrebbe consentire, per esempio, a un paese di prendere il controllo dei satelliti di un altro paese, specialmente se si trattasse di satelliti arrivati alla fine della loro vita operativa prevista ma ancora tecnicamente funzionanti.

Una cosa del genere potrebbe essere già successa, e non con dei satelliti a fine vita, ma con dei satelliti operativi. Nel 2009, la polizia federale brasiliana arrestò 39 persone sospettate di aver preso il controllo di satelliti della Marina Militare statunitense, usando antenne molto potenti e altri apparati, per diffondere le proprie comunicazioni radio attraverso questi trasmettitori orbitanti.

Morale della storia: anche se non siete operatori di satelliti o hacker satellitari, queste vicende separate da quasi quarant’anni dimostrano che gli anni passano ma certe cose non cambiano. La tecnologia dalla quale dipendiamo continua a essere molto più fragile di quello che si immagina comunemente, e i legislatori a qualunque latitudine continuano a essere convinti che basti emanare una legge per far sparire i problemi invece di risolverli alla radice.

[SIGLA DI CHIUSURA]

Grazie a tutti per aver seguito questa puntata del Disinformatico, una produzione della RSI Radiotelevisione svizzera. Questo podcast viene pubblicato ogni venerdì presso www.rsi.ch/ildisinformatico; allo stesso indirizzo trovate anche le puntate precedenti. Questa serie di podcast è disponibile anche su iTunes, Google Podcasts e Spotify. Come consueto, i testi integrali con i link e le fonti di riferimento sono pubblicati presso Disinformatico.info, e se avete commenti, correzioni o segnalazioni, potete scrivermi una mail all’indirizzo paolo.attivissimo@rsi.ch. A presto. 

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Addenda: Dai commenti segnalo anche i casi del presunto hacking di un satellite militare britannico Skynet nel 2002 e dell’altrettanto presunto hacking del satellite scientifico ROSAT nel 1998 e il progetto cinese OntoCSA4Sat.

Fonti aggiuntive: Ars Technica, New York Times (1986), Mental Floss.

2022/04/21

DragonChase 2022: Andiamo a vedere il lancio Starlink!

Ultimo aggiornamento: 2022/04/21 17:00 locali (23:00 italiane).

2022/04/21 8:38 locali (14:38 IT). È previsto che alle 11.15 locali (le 17:15 italiane) SpaceX lanci un vettore Falcon 9 che trasporterà in orbita una serie di 53 satelliti Starlink, e noi DragonChaser saremo lì a vederlo partire. Qui sotto trovate la diretta streaming di SpaceX, che inizierà circa 15 minuti prima dell’orario di lancio.

Il punto di lancio è lo Space Launch Complex 40 (SLC-40) presso la Cape Canaveral Space Force Station, qui in Florida. Il primo stadio del vettore ha già volato undici volte (lanciando GPS III-3, Turksat-5A, Transporter 2 e otto lotti di Starlink) e atterrerà sulla nave appoggio Just Read the Instructions nell’Oceano Atlantico. 

Non credo che farò una diretta: andiamo in una zona dove la connettività cellulare è molto scarsa e sinceramente vogliamo tutti goderci il momento. Pubblicherò comunque foto e video appena possibile. Buona visione.

2022/04/21 17:00 locali (23:00 IT). Dopo un rinvio causato dal vento eccessivo, alle 13.51 locali (19.51 italiane) siamo riusciti a vedere la partenza del Falcon 9! La fiammata dei suoi motori vista dal vivo è completamente differente da come la si vede nei video: le telecamere e fotocamere non riescono a renderla come appare realmente. Molto gialla, ben più che nelle foto, e luminosissima anche in pieno giorno. Se riuscite a immaginare una lama di spada laser giallo sole, avete un’idea di cosa intendo.

La copertura nuvolosa ci ha impedito di seguire tutta l’ascesa, ma è stata comunque una bella esperienza. Il boato sordo, simile a un tuono, dei motori del Falcon è stato più fioco di quello che mi aspettavo, ma è stato comunque apprezzabile anche dalla distanza alla quale ci trovavamo (circa 21 km in linea d’aria). 

Ma vedere questo spettacolo non è stato facile.

Un addetto ai lavori ci ha consigliato tre punti di osservazione pubblici esterni al Kennedy Space Center (che è accessibile solo agli addetti o agli autorizzati e il cui Visitor Center è accessibile al pubblico ma solo a pagamento): la NASA Causeway (a circa 20 km dalla rampa SLC-40), Playalinda Beach (11 km) e il KARS Park (a 18 km).

La mattina presto siamo partiti in ricognizione e abbiamo scoperto che l’unica area di sosta sulla NASA Causeway era occupata da un cantiere e nelle poche zone nelle quali era possibile accostare c’era la vegetazione che intralciava la visuale.

Abbiamo saputo da NASASpaceflight del rinvio alle 13.51 locali a causa del vento eccessivo, così siamo andati a Titusville, dove abbiamo visitato il piccolo ma notevole American Space Museum, e abbiamo pranzato al sacco.

Siamo poi tornati al KARS Park, che è un’area riservata ai dipendenti NASA, con tanto di cartelli di divieto d’ingresso ma in realtà è accessibile in occasione dei lanci (l’accesso costa cinque dollari). Ma un simpatico custode ci ha bloccato l'ingresso, dicendo che il lancio era stato annullato. A noi non risultava, ma il custode è stato irremovibile, per cui abbiamo lasciato perdere e abbiamo fatto una corsa in auto verso Titusville, alla ricerca di uno dei vari posti adatti che avevamo notato durante la ricognizione. Nonostante tutta la nostra pianificazione, siamo così arrivati al Port St John Boat Ramp, a 21 km dalla rampa SLC-40) con soli quattro minuti di margine prima del decollo.

Siccome siamo arrivati trafelati, non abbiamo avuto il tempo di orientarci e sapere in che direzione esatta guardare, e quindi la sola ripresa che ho avuto il tempo di fare è inquadrata malissimo all’inizio. Non contate mai su di me per le telecronache :-)

Ora apprezzo ancora di più il lavoro di chi fa questi streaming, come appunto NASASpaceflight, la cui diretta ci ha aiutato tantissimo. 

Nel video non si sente il boato dei motori del Falcon 9 perché è coperto dal rumore del vento ed è comunque arrivato parecchio (circa un minuto) dopo la fine della ripresa a causa della nostra distanza dal punto di lancio.

In ogni caso, ce la siamo goduta in prima persona, con l’aiuto di un buon binocolo che mi ha permesso di vedere in dettaglio il vettore; di foto da vicino del lancio ce ne sono in abbondanza, fatte da chi ha ben più talento ed esperienza di me:

A differenza di me, Trevor Mahlmann (che ho incontrato alla Yuri’s Night tenutasi sotto l’Atlantis al Kennedy Space Center) sa fare foto e ha ottenuto questo scatto che mostra il Falcon 9 di Crew-4 sulla rampa e il Falcon 9 di Starlink che decolla, con un allineamento geniale. Arte e scienza insieme.

Pochi minuti più tardi, il primo stadio del Falcon 9, giunto alla sua dodicesima missione, è atterrato sulla nave appoggio a circa 600 km di distanza. Trovate tutti i dettagli tecnici qui su NasaSpaceflight.

Stasera parteciperemo a un ritrovo tra amici spaziali e poi sabato ripartiremo per l’Europa.

DragonChase 2022: Crew4 non partirà prima del 26 aprile. Non riusciremo a vedere la partenza dal vivo

Dopo un paio di giorni di voci di corridoio e di ipotesi, è arrivata la conferma ufficiale: la missione Crew-4 non partirà prima del 26 aprile, ampiamente fuori tempo massimo per noi DragonChaser, che dobbiamo rientrare in Europa il 23.

In sintesi, l’annuncio NASA dice che le condizioni meteo hanno reso necessario lo slittamento del rientro della missione Axiom-1 (che ha portato quattro astronauti commerciali a bordo della Stazione grazie a una capsula Dragon). Il rientro inizierà alle 8:35 EDT del 23 aprile con lo sgancio dalla Stazione e terminerà con un ammaraggio al largo della Florida alle 13:46 locali del 24 aprile.

Questo rientro è essenziale per la missione Crew-4 perché la capsula di Axiom-1 attualmente occupa il punto di attracco (docking port) che verrà usato dalla Crew-4. 

Lo slittamento del rientro di Axiom-1 comporta quindi il fatto che Crew-4 non possa partire prima delle 4:15 del 26 aprile, con altre possibilità il 27 e 28. NASA, SpaceX e Axiom vogliono infatti “fornire un intervallo di due giorni dopo il ritorno di Axiom-1 per riesaminare i dati del suo ammaraggio e per prepararsi per il lancio”, dice l’annuncio.

Intanto l’equipaggio di Crew-4 ha trascorso la giornata al Kennedy Space Center, qui in Florida, effettuando una prova generale del conto alla rovescia del proprio lancio. Nel corso della notte, il comandante Kjell Lindgren, il pilota Robert Hines e le specialiste di missione Jessica Watkins e Samantha Cristoforetti hanno indossato le tute pressurizzate e sono entrati nel veicolo, completando la prova generale con successo. Il loro razzo Falcon 9, in cima al quale è montata la capsula Dragon, è sulla rampa di lancio 39A.

Noi ci consoleremo tra poche ore assistendo al lancio di un altro vettore Falcon, che porterà in orbita dei satelliti Starlink. Sapevamo sin dall’inizio dell’avventuretta che c’era il rischio di non poter vedere la partenza di Samantha Cristoforetti e abbiamo accettato questo rischio, sfruttando la nostra trasferta negli Stati Uniti per visitare alcune attrazioni locali. Ma questa è un’altra storia.

2022/04/20

DragonChase 2022: Lancio di satelliti di SpaceX giovedì, prova generale per vedere la partenza di @Astrosamantha

Il 21 aprile alle 11:15 locali (17:15 italiane) SpaceX prevede di lanciare un vettore Falcon 9, molto simile a quello che verrà usato per la missione Crew-4. Questo vettore trasporterà un lotto di satelliti per telecomunicazioni Starlink e partirà dalla rampa SLC-40 (link a Google Maps) della Cape Canaveral Space Force Station, in Florida, a 25 km in linea d’aria da dove ci troviamo ora noi DragonChaser.

Anche se la rampa non è la stessa che verrà usata per lanciare l’equipaggio della Crew-4 (che partirà dalla rampa 39A del Kennedy Space Center), questo lancio ci permette di fare una prova generale dei punti di osservazione e delle modalità del lancio per il quale siamo venuti. Oggi abbiamo iniziato la ricognizione dei vari punti dai quali osservare le partenze dei veicoli spaziali, tenendo conto degli orari e delle traiettorie.

Il primo stadio del vettore, anche in questo caso, atterrerà su una nave appoggio nell’Oceano Atlantico.

SpaceX offrirà, come consueto, una diretta streaming. La connettività qui è un po’ a macchia di leopardo, per cui non garantisco niente ma potrei provare a fare qualcosina anch’io.


2022/04/18

DragonChase 2022: Arrivo della capsula e dell’equipaggio al Kennedy Space Center; orari e link per la diretta del lancio

Ultimo aggiornamento: 2022/04/20 00:40 (ora italiana).

2022/04/15. Si è tenuta una teleconferenza stampa per illustrare i risultati della Flight Readiness Review, il riesame generale della situazione di approntamento al volo. La teleconferenza inizia a 42:10.

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2022/04/16. La nuova capsula Dragon, denominata Freedom, che porterà l’equipaggio della missione Crew-4 alla Stazione Spaziale Internazionale è arrivata al complesso di lancio 39A. Prima si trovava nell’edificio di preparazione di SpaceX, situato presso la vicina base militare di Cape Canaveral (la Cape Canaveral Space Force Station).

L’annuncio NASA spiega che la capsula verrà accoppiata al vettore Falcon 9 e poi il veicolo completo verrà portato alla rampa di lancio e sollevato in posizione verticale:

SpaceX’s brand-new Dragon spacecraft – named “Freedom” by the Crew-4 astronauts – arrived at Kennedy Space Center’s Launch Complex 39A today, April 16, after making the journey from SpaceX’s processing facility at nearby Cape Canaveral Space Force Station in Florida. After Dragon is mated to the SpaceX Falcon 9 rocket, the launch vehicle will roll out to the pad and be raised to the vertical launch position.

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2022/04/18. Video delle fasi finali di addestramento dell’equipaggio, datato 18 aprile (33 minuti): simulazione di gestione perdite sulla ISS, prove di evacuazione post-ammaraggio al Neutral Buoyancy Lab a Houston (in quella che sembra una capsula Starliner), test di diagnosi di incendio a bordo della ISS, preparazione a EVA con tute statunitensi per Lindgren e Hines, addestramento di Samantha all’assistenza alle tute e all’uso degli apparati scientifici di bordo, all’uso delle fotocamere e delle videocamere RED, addestramento a EVA di Watkins, volo su T-38 di Lindgren e Hines.

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2022/04/18 intorno alle 12:30 FL (18:30 IT). È arrivato al Kennedy Space Center l’equipaggio della missione Crew-4.

La NASA ha fornito una diretta streaming sul suo sito e canale YouTube e l’ESA ha pubblicato alcune foto dell’evento:

Altre foto dell’arrivo sono sull’apposito post sul blog della NASA e nel tweet seguente, che linka la serie completa di foto su Flickr:

L’equipaggio alloggia ora negli Astronaut Crew Quarters al Kennedy Space Center, nel Neil Armstrong Operations and Checkout Building; sono gli stessi alloggi usati ai tempi delle missioni Apollo e Shuttle. Si tratta di 23 camere, ciascuna con il proprio bagno, più la sala di vestizione, dove gli astronauti vengono aiutati ad indossare la tuta di volo per poi essere trasportati fino alla rampa di lancio.

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2022/04/19 6:30 FL (12:30 IT). La NASA ha effettuato una Virtual Crew-4 media engagement news conference su NASA TV. A questo evento hanno partecipato i quattro astronauti dai loro alloggi, rispondendo (in inglese anche nel caso di Samantha) a domande poste per telefono e tramite social.

Screenshot dalla diretta.

@AstroSamantha ha confermato che esiste la possibilità di una sua EVA, ma ia tabella di marcia delle EVA russe per il braccio robotico europeo non è ancora completamente definita. Ieri sera gli astronauti sono andati a farsi un giretto per vedere da vicino l'SLS, che si trova sulla rampa di lancio per il wet dress rehearsal (una prova generale pre-lancio), ha detto Bob Hines, aggiungendo che spera di vederne il lancio mentre sono in orbita. Jessica Watkins, al suo primo volo, ha risposto a una domanda su cosa si aspetta con più entusiasmo dal suo volo. "TUTTO!!" Su richiesta hanno descritto il loro ultimo pasto sulla Terra primo di partire: Samantha mangerà risotto salsiccia e funghi (detto in italiano), involtini di vitello, scamorza e Key lime pie. Nonostante la quarantena e l’assenza di interazione con chi pone le domande, la conferenza ha mostrato ancora una volta l’affiatamento e l’allegria di questo gruppo di astronauti. 

2022/04/19. L’ESA ha pubblicato un video (in inglese) che descrive la missione di Samantha:

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La NASA fornirà una diretta video continua del complesso di lancio 39A a partire da circa 48 ore prima della partenza; sarà disponibile presso http://youtube.com/kscnewsroom.

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La conferenza stampa pre-lancio è prevista per le 21:30 locali del 21 aprile (le 3:30 del 22 aprile in Italia). L’orario potrebbe variare leggermente ma sarà comunque almeno un’ora dopo il termine della Launch Readiness Review, che è un riesame generale della situazione pre-lancio. Saranno presenti:

  • Steve Stich, direttore del Commercial Crew Program per NASA Kennedy
  • Joel Montalbano, direttore dell’International Space Station Program per NASA
  • Zeb Scoville, direttore di volo del Flight Operations Directorate dellla NASA
  • Jessica Jensen, vice president, customer operations and integration di SpaceX
  • Frank de Winne, direttore, International Space Station Program per l’ESA
  • Arlena Moses, launch weather officer, U.S. Space Force 45th Weather Squadron

Ci sarà uno streaming audio su Nasa.gov/live

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Venerdì 22 aprile alle 10 locali (16 italiane) NASA TV trasmetterà una diretta con i seguenti partecipanti:

  • Bill Nelson, Administrator (direttore generale) della NASA
  • Bob Cabana, Associate Administrator (direttore generale associato) della NASA
  • Kathryn Lueders, associate administrator dello Space Operations Mission Directorate presso NASA Headquarters
  • Kirt Costello, chief scientist, International Space Station Program presso NASA
  • Frank de Winne, direttore dell’International Space Station Program presso ESA
  • Un astronauta NASA (non ancora specificato)

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La data e l’orario del lancio sono ora fissati (non si tratta più di un “non prima di”) per l’alba locale del 23 aprile alle 5:26 (le 11:26 italiane). Si tratta di un orario istantaneo, nel senso che il veicolo deve essere lanciato esattamente a quell’ora per centrare il proprio appuntamento con la Stazione Spaziale Internazionale. Noi DragonChaser ci dovremo alzare nel cuore della notte (le due del mattino) per seguire le fasi pre-lancio e la partenza, ma è un sacrificio che ovviamente faremo volentieri. Strategicamente, la spiaggia dalla quale potremo vedere la partenza è raggiungibile a piedi dal nostro albergo.

Il lancio verrà bloggato dalla NASA presso https://blogs.nasa.gov/commercialcrew.

Questi sono gli orari previsti delle principali fasi del lancio, espressi in ora locale (FL) e italiana (IT):

1:45 FL (7:45 IT) – Inizio della diretta su NASA TV. La diretta streaming del lancio verrà trasmessa qui ed è embeddata qui sotto.

5:26 FL (11:26 IT) – Lancio.

7:00 FL (13:00 IT) circa – Conferenza stampa post-lancio su NASA TV. Parteciperanno:

  • Bill Nelson, Administrator (direttore generale) della NASA
  • Kathryn Lueders, associate administrator dello Space Operations Mission Directorate della NASA
  • Steve Stich, direttore del Commercial Crew Program per la NASA
  • Joel Montalbano, direttore dell’International Space Station Program della NASA
  • Jessica Jensen, vicepresidente del customer operations and integration di SpaceX
  • Frank de Winne, direttore dell’International Space Station Program di ESA

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Il primo stadio del vettore atterrerà su una apposita nave appoggio a 546 km di distanza dal punto di lancio, mentre il secondo stadio si disintegrerà al rientro in atmosfera e i suoi resti si inabisseranno nell’Oceano Indiano.

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Il 24 aprile alle 6:00 FL (le 12:00 italiane) è previsto l’attracco alla Stazione Spaziale Internazionale. Alle 7:50 FL (13:50 IT) si apriranno i portelli di accesso per far salire a bordo l’equipaggio della Crew-4 e alle 8:15 FL (14:15 IT) ci sarà una cerimonia di benvenuto, trasmessa dalla Stazione, alla quale parteciperanno anche la già citata Kathryn Lueders e Josef Aschbacher, direttore generale dell’ESA.

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Seguitemi su Twitter per ulteriori aggiornamenti.

2022/04/15

Podcast RSI - Il primo video virale di Internet: Star Wars Kid

logo del Disinformatico

È disponibile subito il podcast di oggi de Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto: lo trovate presso www.rsi.ch/ildisinformatico (link diretto) e qui sotto.

I podcast del Disinformatico sono ascoltabili anche tramite feed RSS, iTunes, Google Podcasts e Spotify.

Buon ascolto, e se vi interessano i testi e i link alle fonti di questa puntata, sono qui sotto.

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Prologo

[CLIP: Video Star Wars Kid originale]

Siamo in Quebec, a Trois-Rivières, alla scuola Séminaire Saint Joseph. È il 4 novembre del 2002. Un ragazzo quindicenne impugna un guadino, una lunga asta usata dai giocatori di golf per recuperare le palline finite in acqua, e lo usa per mimare, un po’ maldestramente ma con grande impegno, le movenze dei cavalieri Jedi e dei Sith di Star Wars con le loro spade laser.

È un gesto che ha fatto ogni appassionato di Star Wars. Ma questo ragazzo lo fa davanti a una telecamera, e si registra. Non lo sa ancora, ma quel video gli trasformerà la vita, porterà a un’azione legale, diventerà uno dei primi video virali della storia di Internet, in un’epoca nella quale YouTube e Facebook non esistono ancora, e verrà visto da oltre 900 milioni di persone.

Questa è la storia di Ghyslain Raza, diventato famoso in tutto il mondo come lo Star Wars Kid, ma è anche la storia di uno dei primissimi episodi di bullismo digitale e di come è cambiata, da quel 2002 che sembra così lontano, la nostra consapevolezza dei danni che possono derivare dalla diffusione online di immagini senza consenso.

Benvenuti a questa puntata del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle storie strane dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo.

[SIGLA DI APERTURA]

Ghyslain Raza oggi ha 35 anni ed è tornato a riesaminare la vicenda che lo rese involontariamente una celebrità di Internet vent’anni fa. Ne parla in un documentario, Star Wars Kid: The Rise of the Digital Shadows, realizzato dal National Film Board canadese.

Tutto iniziò, appunto, quel fatidico 4 novembre 2002. Raza, nel laboratorio video della sua scuola, stava aiutando un compagno a realizzare una videoparodia di alcuni film famosi, fra i quali c’era anche Star Wars. Gli studenti-attori del progetto scolastico avevano impugnato degli attrezzi da golf per simulare le spade laser a due lame contrapposte rese celebri dal quarto film della saga, La Minaccia Fantasma, uscito pochi anni prima, nel 1999.

Raza stava cercando di aggiungere alle riprese l’effetto speciale della lama fatta di luce, tipica delle spade laser, ma non gli stava venendo bene, per cui si mise davanti alla telecamera per fare qualche esperimento. Alla fine si lanciò in una frenetica sequenza di movimenti, semplicemente per sfogarsi un po’, e non ci pensò più.

[CLIP: Star Wars Kid originale]

Un compagno di scuola scoprì la registrazione, lasciata accidentalmente su una videocassetta in uno scantinato, e qualcun altro la convertì in un file digitale. Il video fu distribuito fra gli studenti della scuola e ad aprile 2003, quattro mesi dopo quel fatidico momento di sfogo, uno di questi studenti lo diffuse su Internet senza il consenso di Ghyslain Raza.

Nel 2003 non esistevano ancora i canali di diffusione di massa di video che conosciamo oggi: mancava ancora un anno al debutto di Facebook, e YouTube sarebbe arrivato soltanto due anni dopo. E così il video fu distribuito tramite i circuiti peer-to-peer, comparendo per la prima volta su Kazaa (ve lo ricordate?) il 14 aprile 2003, e tramite scaricamento diretto da alcuni blog, uno dei quali raggiunse oltre un milione di download nel giro di un mese.

[CLIP: Spezzone di TV USA dell’epoca che parla del video diventato virale, da 00m50s]

La diffusione esplosiva del video, con quasi un miliardo di visualizzazioni accumulate negli anni successivi, scatenò i commentatori online, che reagirono insultando il quindicenne con parole estremamente violente e offensive, e i compagni di scuola tormentarono Ghyslain Raza al punto che il ragazzo dovette lasciare la scuola. Raza ne parla oggi così:

[CLIP: Raza che dice “There was the harassment at school and then some more harassment online...” da intervista CBC]

Il New York Times parlò del video il 19 maggio 2003, facendo il nome del ragazzo e notando che il suo cognome e il suo indirizzo non venivano indicati nell’articolo su richiesta della madre, ma al tempo stesso indicando il sito, Waxy.org, nel quale c’erano altri indizi per rintracciare il protagonista involontario del video ormai diventato virale e remixato infinite volte aggiungendovi musica ed effetti sonori e visivi.

[CLIP: Star Wars Kid rimontato]

I giornalisti di varie testate assillarono Raza a scuola e a casa.

[CLIP: Raza che racconta]

“I media locali cercarono di rintracciarmi, andarono alla scuola, pubblicarono il mio nome, la mia foto a qualunque costo, vennero a casa dei miei genitori, cercarono di fotografarmi attraverso le finestre, fu un vero circo mediatico”, racconta oggi Raza in un’intervista alla rete televisiva canadese CBC, sottolineando l’assurdità del fatto che se fosse stato un minorenne criminale, la legge lo avrebbe protetto di più, vietando ai giornali di rivelare la sua identità.

A luglio 2003 la famiglia del ragazzo fece causa agli studenti che avevano diffuso il video e alle loro famiglie, chiedendo un risarcimento di 250.000 dollari canadesi (circa 185.000 franchi o euro di oggi), perché Raza (cito dagli atti legali) “aveva dovuto sopportare, e tuttora sopporta, molestie e derisione da parte dei suoi compagni di scuola e da parte del pubblico in genere” e sarebbe rimasto “sotto cura psichiatrica per un periodo di tempo indefinito”. I funzionari della scuola gli chiesero di non ripresentarsi per l’anno scolastico successivo, perché ritenevano che il video fosse cattiva pubblicità. Raza abbandonò la scuola, proseguendo gli studi altrove, e gli fu diagnosticata una condizione di depressione.

Non tutte le reazioni furono negative o assillanti. Molti internauti si riconobbero con affetto nelle movenze di Ghyslain Raza: lui era “goffo ed erratico” (per fare una citazione starwarsiana) come tanti altri fan della saga, e nel video mostrava una foga e un entusiasmo sinceri e invidiabili che generarono tanti commenti positivi.

Andy Baio, il gestore di Waxy.org, ossia la persona che aveva rintracciato Raza, coordinò una raccolta di fondi che permise di regalare al ragazzo un iPod e oltre 4300 dollari. Oltre 148.000 persone sottoscrissero una petizione online [oggi non più esistente, ma archiviata qui su Archive,org] per chiedere a George Lucas di includere Raza in un successivo episodio della serie di Star Wars, ma l’idea non andò in porto.

Nonostante questi segnali positivi, Raza sentì soprattutto il peso di quelli che oggi chiamiamo hater. “La gente rideva di me” scrisse rispondendo all’epoca al New York Times “e non era affatto divertente.”

E le risate non arrivavano solo dagli anonimi utenti della rete. Anche i media, che già avevano contribuito a rendere difficile la vita di Raza, rincararono la dose.

[CLIP: Spezzone da Arrested development]

Negli anni successivi lo Star Wars Kid, come ormai lo chiamavano tutti, fu citato e parodiato in varie serie televisive comiche, come American Dad! (nella puntata Tutto su Steve, 2005), Arrested Development - Ti presento i miei (nella puntata Una cameriera speciale e in altre, 2005), South Park (nella puntata Canadesi alla riscossa, 2008), The Office (nella puntata Finale, 2013) e in numerose altre, oltre che nel video White and Nerdy di “Weird Al” Yankovic (2006).

Il popolarissimo comico statunitense Stephen Colbert, ad agosto del 2006, si fece videoregistrare mentre brandiva una spada laser giocattolo di fronte a un fondale verde, come parodia dello Star Wars Kid, e invitò tutti a modificare e migliorare con effetti speciali la sua esibizione. Partecipò a questa competizione persino George Lucas, il regista di Star Wars, il cui video però non vinse (ne fu scelto un altro).

La causa intentata dalla famiglia si chiuse con un accordo extragiudiziale nel 2006, pochi giorni prima della prima udienza, e Raza cercò di sparire dalla ribalta sulla quale era stato scagliato involontariamente. Rifiutò numerosi inviti ad apparire in programmi televisivi di tutto il mondo, rompendo il proprio silenzio solo nel 2013, dieci anni dopo la diffusione del video, per rilasciare un’intervista pubblicata sulla rivista canadese L’actualité.

A quel punto venticinquenne e laureato in legge, Ghyslain Raza raccontò in dettaglio nell’intervista tutti i tormenti che aveva subìto, dai suoi compagni di scuola che lo prendevano in giro e lo insultavano per il suo aspetto fisico ogni volta che entrava in uno degli spazi comuni dell’istituto ai commenti online che gli dicevano di suicidarsi. A distanza di dieci anni, ci teneva a far sapere ai giovani che era riuscito a superare quella persecuzione.

E oggi, a trentacinque anni, è pronto a tornare alla scuola dove era stato bullizzato, per raccontare la propria esperienza agli studenti che la frequentano adesso, nell’era di TikTok. Se la sente di incontrare le persone che vent’anni fa scatenarono questo primo, storico caso di video virale, e che oggi gli chiedono profondamente scusa, come fa Andy Baio, il blogger che aveva rivelato l’identità dello Star Wars Kid.

[CLIP: Andy Baio che dice “I'm just profoundly sorry”; video, a 1:40]

Oggi la cultura geek non è più di nicchia o vissuta con imbarazzo, e grazie anche a vicende come quella di Ghyslain Raza siamo un po’ più consapevoli dei pericoli e dei danni causati dal bullismo digitale e dalla crescente tendenza a pubblicare o registrare momenti potenzialmente imbarazzanti della propria vita o di quella altrui. 

Stiamo cominciando, lentamente, a renderci conto dell’importanza di chiedere il consenso prima di pubblicare foto o video di qualcun altro e di avere leggi che tutelino questa regola del consenso, anche se le piattaforme digitali che usiamo fanno di tutto per indurci a condividere senza chiedere, e stiamo prendendo coscienza del fatto che ognuno di noi, come dice il documentario, vive accompagnato dalla propria ombra digitale.

[SIGLA DI CHIUSURA]

Grazie per aver seguito questa puntata del Disinformatico, una produzione della RSI Radiotelevisione svizzera. Questo podcast viene pubblicato ogni venerdì presso www.rsi.ch/ildisinformatico, dove trovate anche le puntate precedenti. Questa serie di podcast è disponibile anche su iTunes, Google Podcasts e Spotify. I testi integrali con i link e le fonti di riferimento sono pubblicati presso Disinformatico.info. Se avete commenti, correzioni o segnalazioni, potete scrivermi una mail all’indirizzo paolo.attivissimo@rsi.ch. A presto.


Fonti aggiuntive: Waxy.org, Vimeo, The Globe and Mail, Motherboard, NBC News, CBC, ScreenRant; cartella stampa del documentario, con video e foto.