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2015/03/29

Come scaricare i video di Ustream?

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Conoscete qualche tecnica efficace per catturare e identificare i video dagli archivi di Ustream? Ho provato vari software, compreso iTube Studio di iSkySoft, ma non sono riuscito finora a trovare una soluzione efficiente per gli streaming HD di Ustream, per cui mi appello alla vostra competenza collettiva.

Come ben sapete, visto che ne parlo spessissimo qui, su Ustream vengono trasmessi in diretta e poi archiviati vari flussi di streaming video dalla Stazione Spaziale Internazionale che mostrano vedute meravigliose della Terra in alta definizione (per esempio ISS HD Earth Viewing Experiment qui) e permettono di seguire gli astronauti al lavoro all'interno e all'esterno della Stazione (Live ISS Stream qui). C'è anche il canale TV della NASA (NASA Public) qui.

Dopo la diffusione in diretta, lo streaming viene reso disponibile a blocchi (solitamente di due o tre ore), che sono elencati a destra della finestra di streaming se si clicca sulla scheda Videos, come mostrato qui sopra. Ciascuno di questi blocchi ha un proprio link, per esempio:

http://www.ustream.tv/recorded/58363439

Un metodo che funziona per scaricare un blocco è immettere il suo link in http://savevideo.me/it/, cliccare su Scaricare e attendere un attimo; quando compare l'immagine del video, si fa clic destro su Scaricare video file e si salva il file corrispondente. I file sono piuttosto pesanti (anche 6 gigabyte), ma per me non è un problema, perché il Maniero Digitale ha una connessione piuttosto veloce (90 megabit reali in download).

Il formato di archiviazione è piuttosto caotico: risalire alla data e all'ora di uno specifico video è complicato e a volte i link nell'elenco non corrispondono alla cronologia effettiva. Se conoscete qualche trucco per ricavare questi dati, segnalatemelo nei commenti. Tutto quello che ho trovato fin qui è che la struttura dei nomi dei file è la seguente: un numero univoco, invariabile per tutti i video di uno stream, seguito dall'ultima parte dell'URL del video. Per esempio:

http://www.ustream.tv/recorded/58361660

linka un file di nome 1_9408562_58361660.mp4 e tutti i file dello stream Live_ISS_Stream iniziano con 1_9408562_.

In particolare, se avete qualche tecnica che consenta lo scaricamento batch di questi file, segnalatemela: quello che sto cercando è in sostanza un modo affidabile per mettere in coda i vari file, in modo che quando finisce lo scaricamento di uno inizi automaticamente lo scaricamento del successivo. L'ideale sarebbe un sistema che mi consenta di indicare semplicemente uno stream (per esempio questo) e mi scarichi automaticamente tutti i blocchi di quello stream, uno dopo l'altro.

Mi piacerebbe infatti avere un modo per archiviare e rivedere i momenti salienti delle giornate degli astronauti per poterveli mostrare e per presentarli alle mie conferenze. Quando sono al lavoro al Maniero, tengo quasi sempre un monitor con lo streaming della ISS, e questo mi ha permesso di cogliere dal vivo parecchie chicche, ma so che comunque mi sto perdendo molto nei giorni e nelle ore in cui non sono davanti al monitor che mostra le immagini dallo spazio. Per esempio, ho visto soltanto per caso questa vite che scappa, oppure questa giocosa sequenza di capriole di Samantha a notte fonda il 13 marzo scorso:


I commenti sono a vostra disposizione per ogni suggerimento: le soluzioni che girino su Mac o che siano indipendenti dal sistema operativo sono particolarmente benvenute.


Aggiornamenti


Molti di voi, via mail/tweet/commenti, hanno suggerito l'uso di VLC da riga di comando, come descritto per esempio in questa pagina del manuale di VLC, ma questo non risolve il problema di identificare l'URL dello stream da catturare, che non è esplicito e va catturato con qualche altro sistema (Savevideo, appunto, oppure brutalmente Wireshark), e di mettere in coda i blocchi uno dopo l'altro per lo scaricamento.

Da un amico dell'associazione italiana ISAA (Italian Space and Astronautics Association, quelli degli ottimi siti in italiano Astronauticast e Astronautinews, per intenderci) e dai commenti qui sotto arriva il suggerimento di Livestreamer, uno script Python multipiattaforma che fra le varie opzioni permette anche di salvare su disco uno stream.

Pgc segnala che esiste anche un'altra pagina che riassume i link ai video di Ustream: per esempio, per il Live ISS Stream la pagina è http://www.ustream.tv/channel/live-iss-stream/videos/.

2015/03/28

Podcast del Disinformatico del 2015/03/27

È disponibile per lo scaricamento il podcast della puntata di ieri del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera. Buon ascolto!

2015/03/27

Tre astronauti partono stasera per lo spazio per una missione da record

Padalka, Kelly e Kornienko ai piedi
del razzo Soyuz poco fa.
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Questa sera alle 19:42:57 UTC (le 20:42:57 italiane) Gennady Padalka, Mikhail Kornienko e Scott Kelly partiranno dal Kazakistan a bordo di un razzo Soyuz per raggiungere in sei ore (1:32 UTC, 2:32 italiane) la Stazione Spaziale Internazionale, dove li attendono i colleghi Anton Shkaplerov, Terry Virts (attuale comandante della Stazione) e Samantha Cristoforetti.

Il lancio viene trasmesso in diretta in streaming sia da Tsenki TV, sia dalla NASA. Spaceflight 101 ha creato una pagina apposita che integra entrambi i flussi di streaming video.

La missione porta nello spazio tre veterani: Kelly ha già volato sullo Shuttle due volte, per un totale di 180 giorni; Kornienko ha al suo attivo 176 giorni di volo in tre missioni; Padalka è stato nello spazio ben 710 giorni nel corso di quattro voli, e con questa missione diventerà il titolare del record di permanenza complessiva, battendo il primato di 803 giorni che finora spetta a Sergei Krikalev. Rientrando sulla Terra l'11 settembre, Padalka aggiungerà altri 168 giorni e totalizzerà 878 giorni complessivi nello spazio, ossia quasi due anni e mezzo.

Kelly e Kornienko resteranno sulla Stazione per poco meno di un anno (342 giorni) per una serie lunghissima di esperimenti di fisiologia. La NASA sta promuovendo la loro missione come un evento senza precedenti, ma in realtà ci sono già quattro persone che hanno trascorso più di un anno nello spazio in una singola missione: Titov, Manarov, Polyakov e Avdeyev, tutti russi e tutti sulla stazione russa Mir. Il record che verra stabilito dalla missione che inizia stasera, insomma, è solo nell'ambito degli astronauti statunitensi e delle permanenze sulla Stazione Spaziale Internazionale (in quest'ambito il record per una singola missione è di Michael Lopez-Alegria, con 215 giorni, e il record cumulativo spetta a Michael Fincke, con 382 giorni in tre missioni).

Fatto curioso: secondo i calcoli della NASA, nel corso della propria permanenza Kelly berrà circa 730 litri di sudore e urina riciclati. L'acqua è una risorsa preziosa e limitata nello spazio, per cui a bordo della Stazione viene riciclata il più possibile, urina compresa.

Altro fatto: la Stazione Spaziale Internazionale passerà proprio sopra la base di lancio pochi minuti prima del decollo e quindi Sam, Terry e Anton dovrebbero poter assistere allo spettacolo dell'arrampicata dei loro colleghi verso lo spazio nel cielo nero della notte del Kazakistan. Speriamo che riescano anche a fotografarlo.


Aggiornamento (21:50 e 22:15): Le foto del decollo visto dallo spazio sono già arrivate grazie a Sam e Terry via Twitter.




Queste, invece, sono foto scattate da terra. I lanci notturni hanno un fascino speciale.



Nuove regole di Facebook: meno tabù sui topless, ma la Guerra al Capezzolo continua

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Facebook ha pubblicato una versione più dettagliata dei propri Standard della comunità: le norme che regolano cosa è lecito pubblicare sul social network più popolato del pianeta, che dichiara di avere oltre un miliardo e quattrocento milioni di utenti che lo adoperano almeno una volta al mese.

Secondo l'annuncio di Facebook, le norme non sono cambiate, ma semplicemente includono maggiori dettagli e chiarimenti su cosa è consentito e cosa invece verrà rimosso. Molti utenti, infatti, si sono trovati a segnalare contenuti che ritenevano chiaramente inaccettabili ma che Facebook ha deciso di mantenere (come è successo anche a me con un'immagine di violenza su un animale).

Ci sono molti dettagli in più su cosa viene considerato bullismo o terrorismo: in particolare non sono permessi post o commenti che sostengono o elogiano i leader delle organizzazioni terroristiche o criminali o ne giustifichino le attività violente. Resta il problema di chi decide che cosa sia terrorismo: per esempio, usare dei droni per far piovere dal cielo la morte sui civili è terrorismo?

La sezione degli Standard dedicata ai contenuti di nudo è particolarmente dettagliata, con specificazioni particolarmente pedanti per il seno femminile, forse in risposta a incidenti imbarazzanti come il blocco dell'intero profilo Facebook del museo francese Jeu de Paume per via di una singola foto in bianco e nero, raffigurante un nudo d'arte femminile nel quale si vedeva un'area anatomica che Facebook considera assolutamente tabù: il capezzolo.

Ecco le nuove regole sul nudo, riportate testualmente e per intero:

Rimuoviamo le foto dei genitali delle persone o che ritraggono fondoschiena completamente in vista. Rimuoviamo anche le immagini di seni femminili dove è visibile il capezzolo, ma permettiamo sempre la pubblicazione di foto di donne che allattano o che mostrano il seno con cicatrici causate da una mastectomia. È permessa anche la pubblicazione di fotografie di dipinti, sculture o altre forme d'arte che ritraggono figure nude. Le restrizioni relative alla visualizzazione di nudità e alle attività sessuali si applicano ai contenuti creati digitalmente a meno che non vengano pubblicati a fini educativi, umoristici o satirici. Sono vietate le immagini esplicite di rapporti sessuali. Anche le descrizioni di atti sessuali che entrano troppo nel dettaglio potrebbero essere rimosse.

Credit: Gelner Lorand
Quindi, interpretando rigorosamente queste nuove norme, l'immagine qui accanto è pubblicabile su Facebook (dove infatti risiede attualmente) per il solo fatto abbastanza ridicolo di avere una singola piuma piazzata molto strategicamente, anche se tutto il resto del corpo è nudo.

Se volete, potete mettere alla prova le nuove norme di Facebook segnalando come pornografia la foto in questione, come ho fatto io puramente a titolo sperimentale per vedere come reagiscono i sistemi e i criteri di verifica del social network. Va da sé che il link alla foto porta a pagine che contengono immagini che possono non essere adatte a tutti.

Facebook ha risposto come segue alla mia segnalazione: “...Abbiamo controllato la foto che hai segnalato perché contenente immagini di nudo e abbiamo riscontrato che rispetta i nostri Standard della comunità.” Quindi sembra proprio che la differenza fra accettabile e inaccettabile secondo Facebook stia proprio tutta nel capezzolo.

In questo aggiornamento delle regole di Facebook, fra l'altro, manca una funzione che sarebbe molto utile: la possibilità per gli utenti di anteporre ai video potenzialmente scioccanti o inadatti un avviso che non li faccia partire automaticamente. Questa protezione può essere attivata per ora soltanto dagli amministratori di Facebook, come è successo per esempio per i video cruenti dell'attentati a Charlie Hebdo.

In arrivo l’Internet Cleaning Day

Per la giornata tra il 31 marzo e il 2 aprile, dalle ore 23:59 (ora di Greenwich) e per ventiquattro ore, Internet verrà sottoposta alla consueta manutenzione annuale dell'Internet Cleaning Day. Verranno rimossi dalla Rete i link inattivi, le mail non consegnate, gli account inutilizzati, gli indirizzi IP temporanei e i bit scaduti.

Esclusivamente per precauzione, durante questo periodo tutti gli utenti sono invitati a scollegare da Internet tutti i propri dispositivi, compresi quelli mobili e le Smart TV, per evitare che gli scanner automatici di pulizia della Rete possano cancellarne per errore il contenuto.

Sicuramente a molti un'intera giornata senza Internet può sembrare un disagio intollerabile, ma questa sospensione del servizio consentirà a tutti di avere una Rete più veloce ed efficiente.

Con varie formule, il rito scherzoso dell'Internet Cleaning Day si svolge almeno dal 1996, ma è la variante moderna di un invito che risale a prima di Internet, quando circolava sotto forma di un avviso di sospensione del servizio telefonico per poter pulire le linee intasate. All'epoca gli utenti venivano chiamati a lasciare la cornetta sganciata, in modo che potenti getti d'aria potessero togliere dalle linee lo sporco, che sarebbe stato sfiatato attraverso i fori della cornetta stessa.

È importante, come sempre, tenere d'occhio il calendario e leggere attentamente gli avvisi che ne parlano.


Fonti: About.com.

Squadra di basket tedesca retrocessa da un aggiornamento di Windows

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Lo so, lo so: dico sempre che gli aggiornamenti software vanno fatti il più presto possibile, perché i criminali informatici confezionano in fretta attacchi su misura per chi non si aggiorna. Aggiornarsi prontamente è la cosa giusta da fare, ma non durante una partita di basket. Specialmente se l'aggiornamento riguarda il computer che deve segnare il punteggio ufficiale.

Il fattaccio, racconta la Frankfurter Allgemeine, è successo il 13 marzo scorso, un'ora e mezza prima della partita fra Niners Chemnitz e Paderborn Baskets, quando la squadra ospitante (il Paderborn Baskets) ha collegato il proprio computer al tabellone segnapunti. Un'oretta più tardi il computer è andato in crash ed è stato necessario riavviarlo, ma a quel punto ha iniziato a scaricare automaticamente gli aggiornamenti e non c'è stato verso d'interromperlo.

Lo scaricamento e l'installazione degli aggiornamenti sono andati avanti per ben 17 minuti, col risultato che è stato necessario ritardare di 25 minuti l'inizio della partita. L'incontro si è concluso con la vittoria della squadra di Paderborn, ma quella di Chemnitz ha fatto notare che il ritardo (superiore ai 15 minuti consentiti dal regolamento tedesco) comportava una penalità di classifica per la squadra ospitante, per cui il Paderborn Baskets è stato retrocesso dalla Zweite Bundesliga al campionato ProB. Il manager della squadra retrocessa, Patrick Seidel, ha dichiarato che si appellerà contro la decisione della Bundesliga. Tutto per colpa di un aggiornamento di Windows.


Correzione (10:30): La versione iniziale di questo articolo attribuiva a Seidel l'intenzione di sostituire il laptop Windows della squadra con un portatile della Apple, ma si trattava di un errore nella traduzione di Ars Technica, che ho maldestramente omesso di verificare.

Premi da record alla disfida degli smanettoni Pwn2Own 2015

Come ormai consueto da qualche anno, a Vancouver si è tenuta la gara annuale a premi Pwn2Own, dedicata a rivelare e correggere i difetti nei sistemi operativi e nei browser. Il bottino di quest'anno è stato molto abbondante: sotto i colpi degli esperti sono crollati Windows, Adobe Flash e Reader, Internet Explorer, Mozilla Firefox, Google Chrome e Safari, e il concorrente JungHoon Lee ha incassato in tutto 225.000 dollari di premi.

Le regole di Pwn2Own sono pensate per spettacolarizzare la ricerca di falle informatiche: i concorrenti si siedono al computer-bersaglio e hanno trenta minuti per prenderne il controllo semplicemente facendogli visitare un sito con il browser scelto. Ma gli attacchi solitamente durano pochi secondi: i concorrenti, infatti, si sono preparati prima con mesi di studio. L'attacco a Chrome, per esempio, è durato solo due minuti; quello a Firefox è durato mezzo secondo. Una lezione di umiltà per tutti i fan dei vari sistemi browser.

Ma la gara non è soltanto spettacolo: le falle sfruttate dai ricercatori che gareggiano vengono spiegate ai produttori dei browser, che le correggono e le diffondono tramite gli aggiornamenti. Il risultato finale è che noi utenti siamo più protetti.

Fonti aggiuntive: Naked Security.

Malware ricatta i videogiocatori

Il ransomware è una delle invenzioni più redditizie del crimine informatico: è un programma ostile che induce la vittima a pagare del denaro ai criminali. Uno dei metodi di persuasione usati dal ransomware è bloccare l'accesso ai dati della vittima cifrandoli con una password complicatissima e poi chiedere soldi per dare alla vittima la password di sblocco.

Cryptolocker, uno dei primi esempi di questo attacco informatico, è in circolazione dal 2013 e ha fatto danni principalmente tra le aziende, bloccando documenti, fogli di calcolo e fotografie; una nuova variante, invece, prende di mira anche chi gioca ai videogame.

La variante si chiama TeslaCrypt e secondo l'analisi di Bromium Labs va specificamente a caccia di oltre 40 fra giochi per PC, piattaforme di gioco e strumenti di sviluppo di giochi, come per esempio StarCraft II, WarCraft III e World of Warcraft, Bioshock 2, Call of Duty, Fallout 3, Minecraft, Dragon Age: Origins, Resident Evil 4 e l'intera piattaforma Steam. Fra gli strumenti di sviluppo, TeslaCrypt attacca per esempio RPG Maker, Unity3D e Unreal Engine.

La tecnica d'attacco è particolarmente letale: basta che la vittima visiti con Internet Explorer (versioni fino alla 11 inclusa) oppure Opera un sito infettato che contiene un componente Flash ostile che scarica e installa il malware sul computer della vittima. Ancora una volta si conferma la validità del consiglio di disattivare o disinstallare Flash, che è diventato uno dei vettori d'infezione più diffusi.

Chi si fa infettare da TeslaCrypt non ha scelta: se rivuole i propri dati, deve attingere a una copia di backup intatta oppure pagare la cifra chiesta dai criminali, perché al momento non c'è nessun metodo per scavalcare la cifratura usata da questo malware. Prudenza, quindi: anzi, prudenza e backup.

2015/03/24

Parentopoli all’Agenzia Spaziale Italiana. E che c’entra Samantha Cristoforetti?

Come si presentava la notizia oggi ieri mattina (24 marzo)
sul sito web del settimanale L'Espresso. La stessa foto appariva in testa
all'articolo stesso.
di Paolo G. Calisse, 24 marzo 2015. Ultimo aggiornamento: 2015/03/25.

Sta emergendo in questi giorni l'ennesimo scandalo che coinvolge un ente pubblico italiano. Questa volta è il turno dell'ASI, l'Agenzia Spaziale Italiana, apparentemente al centro dell'ennesima parentopoli e di insanabili problemi di bilancio.

Ebbene, cosa associereste fotograficamente ad una notizia che riguarda l'inchiesta in corso? Una foto dell'attuale Presidente dell'agenzia Roberto Battiston? Una veduta della nuova sede dell'ASI, o quella di uno dei tanti consulenti pagati secondo la Corte dei Conti in maniera "anomala e illegittima"?

Troppo banale: così l'Espresso ha deciso, almeno inizialmente, di farlo con una delle foto ufficiali di Samantha Cristoforetti, sostituita oggi (ieri 24 marzo) – presumibilmente dopo avere ricevuto diverse proteste da parte dei lettori (compresa quella dell'autore di questo articolo) – con una foto di Samantha Cristoforetti mentre stringe la mano all'ex Amministratore dell'ASI, Enrico Saggese, già inquisito per ulteriori scandali, e sostituito già nel maggio 2014 dal fisico Roberto Battiston dopo un periodo di commissariamento dell'Ente proprio a causa di quegli scandali finanziari.

Peccato che parlare di parentopoli e associarla alla Samantha nazionale significa suggerire un legame che non solo non esiste, ma non può neanche esistere. Mentre infatti le quote nazionali di astronauti europei dipendono, almeno in parte, dal contributo finanziario fornito dai vari Paesi aderenti all'Agenzia Spaziale Europea (ESA), la selezione di un astronauta per una missione a bordo dell'ISS (Stazione Spaziale Internazionale), per la delicatezza del ruolo e per i requisiti richiesti, non può assolutamente essere soggetta a pressioni da parte delle agenzie spaziali nazionali.

E allora, al di là della giusta iniziativa di documentare l'ennesimo caso di corruzione e nepotismo emerso in questo periodo nel nostro Paese, perché suggerire con una foto un collegamento assolutamente infondato con la prima astronauta ESA di nazionalità italiana?

Se ritenete ingiusto infangare la reputazione di Samantha, domandatelo anche voi con una bella e-mail al Direttore de l'Espresso, Luigi Vicinanza: letterealdirettore@espressoedit.it.

Se siamo in tanti magari ci ascolterà.

Aggiornamento 2015/03/25 07:20 - Ma guarda un po'... la foto con Samantha è stata sostituita con una vista "neutrale" della Stazione Spaziale Internazionale. Con tanto di scuse da parte del Caporedattore Marco Pratellesi nei commenti, ed articolo riparatorio.

Attenzione a Whatsappchiamate e agli altri siti che promettono di attivare chiamate vocali in WhatsApp

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WhatsApp sta attivando davvero l'opzione di effettuare chiamate vocali, ma fate attenzione ai siti che promettono di attivarla per voi se solo invitate un certo numero di amici, come fa per esempio Whatsappchiamate.com: sono inganni che vi fanno sorbire pagine su pagine di pubblicità e alla fine non vi attivano un bel niente ma guadagnano sulle visualizzazioni degli spot.

Intorno all'attivazione delle chiamate vocali in WhatsApp c'è molto interesse, sin da quando fu annunciata ufficialmente per il secondo trimestre del 2014 al Mobile World Congress, ed esistono realmente vari modi per attivarla sperimentalmente (a rischio e pericolo di chi ci prova) prima del lancio ufficiale: sono descritti per esempio da Cnet, AndroidpitIBTimes. Ma questi modi non c'entrano nulla con il reclutamento di amici ai quali mandare inviti.

I siti che vi chiedono di fare inviti sono soltanto truffe messe in atto da chi vuole guadagnare sulla popolarità di WhatsApp e sull'ansia di novità degli utenti che non sanno aspettare. Non fa nessuna differenza se la segnalazione di cliccare su uno di questi siti vi arriva da una persona fidata: vuol dire semplicemente che quella persona ha abboccato all'inganno e crede di farvi un favore condividendo con voi quello che crede essere un trucchetto vantaggioso. È più prudente lasciar perdere e aspettare che WhatsApp attivi ufficialmente la funzione di chiamata vocale.

Fonti aggiuntive: Androidorigin, AndroidpitDeccanchronicle.

2015/03/22

Vent’anni di deliri digitali pubblici

Racconto spesso che la mia carriera pubblica è frutto principalmente del caso, ma spesso non vengo creduto. Il 22 marzo 1995 un mio amico, Gabriele Gianini, autore del primo libro in italiano dedicato a Internet, intitolato Nel Ciberspazio con Internet (Apogeo), doveva tenere una conferenza a San Donato Milanese, presso la Casa della Cultura, per raccontare al pubblico cos'era questa misteriosa Inter-net di cui si cominciava a parlare. Avrebbe scalzato le BBS? Quali innovazioni avrebbe reso possibili? Era pericolosa?

Gabriele mi chiese di sostituirlo all'ultimo momento, e quella serata divenne la mia prima conferenza pubblica, dando il via a tutte le altre.

In realtà io volevo diventare ricco, non famoso, dannazione: ma si vede che il genio della lampada aveva l'iPod il Walkman a manetta quando ho espresso i miei desideri. Di certo non mi lamento di come sono andate le cose, e ringrazio tutti quelli che scelleratamente mi hanno incoraggiato a proseguire dopo quella conferenza di debutto.

2015/03/21

Il Corriere e il presunto aereo supersonico di Putin

La versione originale dell'articolo
(credit: pgc)

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Pretendono di essere considerati giornalisti e non sanno nemmeno fare i conticini. Elmar Burchia, dalle pagine del Corriere della Sera, partorisce una nuova bestialità che pone di nuovo la domanda: ma perché la redazione del Corriere butta nello sciacquone la reputazione di un giornale pubblicando panzane come queste?

Nell'articolo, intitolato Ecco l'aereo supersonico di Putin (O è solo propaganda?), Burchia scrive che l'aereo “potrà trasportare un carico di 200 tonnellate, ossia fino a 400 carri armati da combattimento (quelli di ultima generazione del progetto russo Armata)”. Domanda da scuola elementare: quanto pesa dunque un carro armato secondo Elmar Burchia?

I commenti all'articolo fanno notare la fesseria, e allora viene inserita una correzione: “potrà trasportare un carico di 200 tonnellate, ossia (con un’intera flotta) fino a 400 carri armati da combattimento”. Bella forza: se costruisco una flotta sufficientemente numerosa, riuscirò a trasportare anche mille o diecimila carri armati.

L'errore fondamentale dell'articolo è che è copiato pari pari da questo articolo di Russia Today, organo di propaganda del governo russo, ed è pura fantasia, come segnala giustamente Business Insider ridicolizzando il progetto. Le sue specifiche sono infatti fantascientifiche: un aereo da trasporto supersonico con capacità di carico di 200 tonnellate non s'è mai visto nemmeno lontanamente.

Oltretutto questo colosso supersonico senza precedenti dovrebbe essere spinto da un sistema di propulsione ibrido elettrico totalmente sperimentale. In servizio entro il 2024? Passare dal progetto al metallo in assetto di volo in nove anni? Buona fortuna. Basta guardare il disastro di corruzione e ritardi della nuova base russa per i lanci spaziali di Vostochny, dove non c'è nemmeno da inventare nuove tecnologie, per capire quanto sia irrealizzabile un obiettivo come quello annunciato acriticamente dal Corriere.

Non è un caso che questo “aereo di Putin” sia documentato esclusivamente da un po' di grafica al computer: è un mero esercizio di “vorrei, ma non posso”, soprattutto in un’economia con le pezze al sedere come quella russa. Propinare al lettore questa fuffa spacciandola per una notizia significa prendere in giro il lettore e sprecare il suo tempo.

2015/03/20

Podcast del Disinformatico del 2015/03/20

È disponibile per lo scaricamento il podcast per la puntata di oggi del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera. Buon ascolto!

Anche Barbie farà la spia via Wi-Fi

La nuova proposta di bambola della Mattel, denominata Hello Barbie, si collega a Internet via Wi-Fi ed è dotata di riconoscimento vocale. L'idea è che bambini e bambine parlino alla Barbie e ne ricevano delle risposte vocali interattive, creando un'esperienza coinvolgente.

Ma questo virtuosismo robotico-tecnologico implica degli effetti che vanno valutati bene prima di dare in mano ai minori una Barbie interattiva: le loro voci, infatti, vengono registrate e trasmesse a un server esterno. E la demo della Mattel mostra che Barbie fa ai bambini delle domande che li incoraggiano a condividere informazioni sui loro interessi e sulle loro famiglie. L'intento sembra proprio quello di usare la Barbie come strumento di raccolta di dati per il marketing. C'è anche il rischio che le conversazioni dei bambini contengano confidenze potenzialmente imbarazzanti.

Mattel ha dichiarato di essere “votata alla sicurezza” e che “Hello Barbie è conforme agli standard governativi”, ma abbiamo già visto con i social network, con le Smart TV e con altri dispositivi che come molte aziende antepongono i guadagni e la raccolta di dati alla privacy e alla sicurezza degli utenti. E se i vostri figli hanno bisogno di parlare con una bambola perché non hanno nessun altro con cui parlare, il problema non è più tecnologico.


Windows 10 sarà gratis anche per i pirati

Non è una bufala: Microsoft offrirà davvero Windows 10 gratuitamente a tutti, compresi i pirati. Ma chi è abituato a scroccare non pensi di avere vita facile.

Pochi giorni fa Microsoft ha annunciato ufficialmente che Windows 10, la nuova versione del suo popolarissimo sistema operativo, sarà disponibile da quest'estate in 190 paesi e in 111 lingue. Si sapeva già sin da gennaio che l'aggiornamento a Windows 10 sarebbe stato gratuito per un anno per tutti gli utenti di Windows 7, 8.1 e Windows Phone 8.1, ma a Shenzen, in Cina, Microsoft ha dichiarato a sorpresa che l'aggiornamento sarà disponibile per “tutti i PC qualificati, autentici e non autentici”. In altre parole, anche chi ha una copia pirata di Windows potrà ricevere gratis il nuovo prodotto della Microsoft e installarlo su un dispositivo compatibile.

La decisione è stata presa principalmente per gestire la piaga della pirateria software in Cina, dove si stima che i tre quarti dei PC siano senza licenza. Centinaia di milioni di copie pirata di Windows che non ricevono aggiornamenti di sicurezza sono un rischio planetario e contribuiscono alla frammentazione del mercato, rendendo complicata l'assistenza tecnica. Microsoft, in pratica, vuole eliminare la domanda classica “Che versione di Windows stai usando?” per portare tutti alla stessa, unica versione e vuole rendere difficile la diffusione del malware dovuta al mancato aggiornamento di sicurezza delle copie pirata. Per ottenere questa drastica pulizia del proprio ecosistema è disposta a distribuire gratuitamente Windows 10 a tutti gli utenti di Windows, compresi quelli illegali.

Festa grande per i pirati, dunque? Non proprio. Microsoft ha chiarito che l'aggiornamento non cambierà lo stato della licenza: se un utente aggiorna il proprio Windows 8 pirata a Windows 10, la sua copia di Windows continuerà a non avere una licenza regolare. Il problema sarà quindi legale più che tecnico: un'azienda che venga ispezionata e trovata senza regolari licenze di Windows potrà subire sanzioni esattamente come avviene ora, ma sarà comunque protetta quanto gli utenti regolari dagli attacchi informatici che danneggiano la reputazione di Windows.

Fonti aggiuntive: VentureBeat.

Come riutilizzare uno smartphone

Avete un vecchio smartphone che giace inutilizzato e volete riciclarlo? Ecco alcune soluzioni che permettono di dargli nuova vita senza ricorrere alla demolizione per estrarne le materie prime e senza dover mantenere un abbonamento in più.


Telefono dedicato per Skype


Invece di usare un computer e una scomoda cuffia con microfono, potreste installare Skype su uno smartphone e collegarlo alla rete Wi-Fi locale per usarlo come telefono a bassissimo costo. Skype è disponibile per tutti i principali tipi di smartphone.


Lettore audio portatile


Perché comperare un lettore audio dedicato? Potete togliere foto, giochi e video dal vostro vecchio smartphone e avere spazio in abbondanza per la vostra collezione di musica, specialmente nei modelli che hanno memorie rimovibili. Se la vostra auto ha un ingresso audio o un ricevitore Bluetooth, potete collegarvi uno smartphone messo in modalità aereo (per ridurre emissioni radio e allungare la durata della batteria) e installare un'app come Car Music Player (Android, gratuita), che ha comandi grandi e intuitivi e tiene sempre attivo lo schermo.


Telecomando per computer e media center


Installate Gmote (Android) oppure VLC Remote Free (iPhone) o Remote (iPhone) e collegate lo smartphone alla vostra rete Wi-Fi per comandare a distanza il vostro computer e per gestire film e video archiviati nel vostro media center.


Memoria mobile con visualizzatore, Wi-Fi e Bluetooth integrati


Adesso vanno di moda i dischi rigidi portatili con Wi-Fi incorporato, per facilitare la condivisione di file, ma in molti casi va bene anche uno smartphone con una scheda di memoria capiente: diventa una sorta di chiavetta USB senza fili, pratica per visualizzare foto, documenti e video per selezionarli e poi condividerli, per esempio via Bluetooth. Per i trasferimenti veloci potete anche usare un semplice cavo USB. Queste funzioni sono già incluse nello smartphone e non occorre installare nulla.


Webcam per streaming o sorveglianza


Collegando il vecchio smartphone alla rete Wi-Fi e installando Qik oppure IP Webcam (Android) potete trasmettere in streaming dal vostro telefonino, sia per fare videoconferenze, sia per sorvegliare un'abitazione o un ufficio.


Dashcam


Invece di acquistare una telecamera apposita per l'auto, per videoregistrare automaticamente i vostri spostamenti e documentarli per esempio in caso d'incidente, potete convertire uno smartphone in una dashcam, usando un supporto per auto e un'app come CamOnRoad (Android) oppure AutoGuard (Android). Molte di queste app avviano la registrazione automaticamente quando rilevano il movimento dell'auto o quando lo smartphone viene collegato a una periferica Bluetooth e includono i dati GPS; i video possono essere poi caricati automaticamente su Youtube o salvati su Internet, al riparo da furti e danneggiamenti dello smartphone.


Fonti aggiuntive: MakeUseOf, Dashcam Talk.


Il meme della settimana: il Wilhelm Scream

L'avete sentito tutti mille volte, ma magari non ve ne siete accorti e non sapete come si chiama: è il Wilhelm Scream, uno degli effetti sonori più usati e abusati della storia, tanto da diventare un meme di Internet. Questo:


Il Wilhelm Scream è stato usato in oltre trecento film, telefilm e videogiochi; c'è in Avatar, in Star Wars, in Toy Story, ne Il Signore degli Anelli, in Assassin's Creed: Rogue, in Resident Evil 6, in GTA IV. Quando ne saprete la storia, non riuscirete più a non notarlo.

Questo grido drammatico e disperato, decisamente sopra le righe, fu registrato negli anni Cinquanta del secolo scorso. Nel film Distant Drums (Tamburi lontani), un western con il mitico Gary Cooper datato 1951, c'era una scena nella quale un soldato veniva attaccato da un alligatore mentre guadava una palude (immagine qui accanto).

Il grido di disperazione del soldato fu aggiunto in postproduzione chiamando un attore specializzato, la cui identità non è nota con certezza: gli indizi suggeriscono il nome del musicista, Sheb Wooley, che spesso registrava grida per il mondo del cinema. Il suo grido (in realtà una serie di grida con varie sfumature) fu archiviato nelle biblioteche di effetti sonori con un titolo poco creativo: Uomo viene mangiato da alligatore. E lì rimase quasi completamente dimenticato per circa vent'anni.

Ma a metà degli anni Settanta arrivò un giovane tecnico del suono che era a caccia di effetti sonori per una piccola produzione cinematografica di nessuna importanza: una cosa chiamata Star Wars. Il tecnico era Ben Burtt, e frugando negli archivi della Warner Brothers trovò questo grido e lo trovò troppo bello per non usarlo (in Star Wars lo potete sentire quando un membro delle truppe d'assalto imperiali precipita nel vuoto a bordo della Morte Nera). Scartabellando, scoprì che l'effetto sonoro era stato usato in un altro western (Charge at Feather River, in italiano L'Indiana Bianca, 1953) in una scena nella quale un personaggio di nome Wilhelm veniva colpito alla gamba da una freccia, e lo battezzò quindi Wilhelm Scream (il grido di Wilhelm).

Burtt cominciò a usarlo ovunque, facendolo diventare una citazione umoristica per addetti ai lavori: lo incluse in L'Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi, in tutti e tre i film della trilogia di Indiana Jones, in Willow e anche nella nuova trilogia di Star Wars. Fu presto imitato da altri tecnici del suono, che lo infilarono in La Bella e la Bestia, Aladdin, Poltergeist, Il Pianeta delle Scimmie. Quentin Tarantino lo ha inserito in Le Iene e in Kill Bill Volume I; lo trovate anche in TitanicUp e in Monsters, Inc. Anche il mondo dei videogiochi colse la battuta sin dai tempi di Twisted Metal 2 (1996).

C'è chi lo odia, perché distrae troppo dall'esperienza fantastica del cinema e fa ricordare improvvisamente che si sta guardando un film, e chi lo adora perché lo vede come un tributo ai tanti attori dimenticati della storia del cinema, ma una cosa è certa: il Wilhelm Scream sarà sempre con noi e fa parte del nostro immaginario collettivo.

Eccovi dodici minuti di compilation di Wilhelm Scream: provate a vedere quanti film riconoscete. Buona visione, ma soprattutto buon ascolto.



Fonti aggiuntive: Priceonomics (con lista e grafico delle apparizioni dell'effetto sonoro), Giantbomb.

2015/03/19

Per Huffington Post e Repubblica, il Sole è un pianeta


Stando all'Huffington Post, ripreso senza batter ciglio da Repubblica come vedete qui accanto, il Sole è un pianeta.

No, Huffington e Repubblica, il Sole non si sta spegnendo e soprattutto non è un pianeta. È una stella. Una differenza che s'impara alle scuole elementari. Quelle che chi scrive queste scemenze acchiappaclic dovrebbe tornare a frequentare.

L'articolo conferma una delle regole del giornalismo-trash: se un titolo contiene un punto interrogativo, la risposta è quasi sempre No. Quindi il Sole non si sta spegnendo. In compenso si stanno spegnendo i neuroni del giornalisti.

Il resto dell'articolo, il cui titolo è stato ora corretto dopo gli sberleffi dei lettori, è una costellazione di cretinate partorite da un incompetente, evidentemente bisognoso di creare catastrofi dove non ce ne sono. Vergogna.

2015/03/18

Ci vediamo stasera e domattina a Spotorno?

Stasera alle 20.30 sarò a Spotorno, alla sala conferenze Siccardi di via Verdi 33, per un incontro pubblico sull'uso sicuro dei social network e delle tecnologie informatiche da parte dei minori. L'ingresso è libero, ma è riservato agli adulti per via del linguaggio adottato (schietto e divulgativo anche per chi non è “nativo digitale”) e per via dei temi trattati: sexting, bullismo, trucchi e comportamenti adottati dai minori, videogiochi violenti e adescamenti.

Per gli studenti delle scuole secondarie e di primo grado ci sarà un incontro separato sugli stessi temi, ma con taglio adatto ai “nativi digitali”, l'indomani mattina alle 9:30 alla sala consiliare Palace.

Per entrambi gli incontri non sono previste riprese che verranno pubblicate.

Cinquant’anni fa, la prima passeggiata spaziale non fu una passeggiata

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alla gentile donazione di “ebaysto*”, “solomare*” e “ennegl*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora. Ultimo aggiornamento: 2020/05/03 4:40.

Alexei Leonov galleggia nel vuoto dello spazio, protetto dalla morte pressoché istantanea soltanto dalla sua sottile, fragile tuta. È il 18 marzo 1965, e Leonov è il primo essere umano a uscire dal proprio veicolo spaziale ed effettuare quella che viene chiamata molto impropriamente passeggiata spaziale.

Impropriamente perché quell'atto di folle coraggio, motivato dalla fame di propaganda di un regime totalitario (l'Unione Sovietica), fu tutt'altro che una passeggiata. A cinquant'anni di distanza, una attività extraveicolare (questo è il termine tecnico corretto) continua a essere una delle operazioni più difficili e rischiose per astronauti e cosmonauti. Ma è anche una delle più inebrianti: galleggi nell'Universo. Non lo guardi più attraverso uno stretto oblò: ci sei immerso dentro.

Nessuno aveva mai osato tanto. L'escursione di Leonov fu un trionfo per la propaganda sovietica e un'umiliazione per gli americani, ma la realtà fu ben diversa dalla fantasia perfetta raccontata enfaticamente dalle fonti ufficiali dell'URSS. Leonov rischiò di morire abbandonato nello spazio; il rientro a terra terminò quasi in un disastro. All'epoca, però, il regime sovietico controllava ossessivamente ogni informazione e costruì una finzione molto sofisticata: guardate come fu rappresentata la missione nei francobolli celebrativi e confrontate la tuta e il veicolo di quel francobollo con la realtà tecnica mostrata qui sotto.


Oggi, con russi e americani che convivono nella Stazione Spaziale Internazionale, con i lanci dalla Russia e le passeggiate spaziali in diretta streaming su Internet, è incredibile pensare che l'intero programma spaziale sovietico era top secret e che le missioni venivano annunciate soltanto a cose fatte, se e quando avevano successo, mentre i fallimenti erano nascosti e dimenticati. La morte orribile di Valentin Bondarenko durante l'addestramento, per esempio, fu insabbiata completamente. Per anni nessuno, al di fuori di poche persone nell'Unione Sovietica, seppe come andò realmente quella prima “passeggiata” di Alexei Leonov.


Intrappolato fuori


Alexei Leonov e Pavel Belyayev
Il veicolo spaziale Voskhod (Alba) usato da Leonov era una versione modificata della Vostok usata da Yuri Gagarin. Con un miracolo d'ingegneria, i russi erano riusciti a far stare due persone al posto di una. Accanto a lui, nello stretto abitacolo, c'era l'amico Pavel Belyayev.

Per uscire nello spazio, Leonov dovette infilarsi in una camera di decompressione esterna: un tubo gonfiabile applicato lateralmente al veicolo, altro capolavoro dell'improvvisazione tecnica russa. Una volta entrato nella camera, dietro di lui fu chiuso il portello stagno dell'abitacolo e poi fu lentamente sfiatata l'aria dentro la camera.

Leonov aprì il portello esterno della camera di decompressione e si trovò a galleggiare nel vuoto. Là fuori, tutto il suo campo visivo era occupato dall'intera Africa, immersa nei colori incredibili dell'alba. Leonov, ripreso da una cinepresa e vincolato soltanto da un cordone lungo cinque metri che lo riforniva di ossigeno, fu travolto dalla bellezza della visione che lo circondava.

Rimase fuori una decina di minuti, provando vari movimenti per dimostrare che la tuta spaziale russa funzionava. Ma si accorse ben presto che non funzionava granché bene: si era gonfiata come un pallone. “Si stava deformando, le mani erano scivolate fuori dai guanti, i piedi non erano più negli scarponi”, racconta. Era talmente gonfia che Leonov non poteva rientrare nella camera di decompressione. Era intrappolato all'esterno della sua capsula e non c'era nulla che il suo compagno Belyayev potesse fare per aiutarlo.

Senza dire nulla ai controllori a terra, Leonov decise un gesto disperato ma pragmatico: sfiatare metà dell'aria della tuta per farla sgonfiare. Rischiava di andare in carenza d'ossigeno, ma non aveva scelta. Cominciò a sentire i primi effetti della rapida decompressione: il formicolio alle gambe e alle mani che sapeva essere un sintomo potenzialmente fatale.

Leonov si tirò lungo il cordone per riavvicinarsi alla camera di decompressione e vi s'infilò di testa. Lo sforzo fisico aveva fatto salire la sua temperatura corporea e sudava così tanto che le gocce di sudore gli galleggiavano dentro il casco, bloccandogli la visuale. Quel giorno perse sei chili.

Ma arrivò subito un altro problema: la procedura prevedeva che lui rientrasse a piedi in avanti. Con un altro sforzo, lottando contro la rigidità della tuta, riuscì a girarsi nello strettissimo spazio della camera e dopo la ripressurizzazione rientrò nell'abitacolo, togliendosi di corsa il casco per togliersi il sudore incollato agli occhi.

Ce l'aveva fatta: era diventato il primo uomo a galleggiare libero nello spazio e la sua impresa era stata documentata da una cinepresa e trasmessa in diretta televisiva a un numero selezionatissimo di tecnici e politici dell'Unione Sovietica. Le riprese sono mostrate in questo montaggio:


Altre immagini, incluse le riprese delle prove a terra e del veicolo Voskhod, sono in questo documentario eccezionale insieme alla testimonianza di Leonov e dei tecnici (in russo).



Rientro tra i lupi


I problemi non erano finiti. La camera di decompressione fu sganciata, ma l'espulsione fece ruotare su se stessa la capsula, disorientando i cosmonauti. Non c'era nulla che si potesse fare per fermare la rotazione, per cui la dovettero sopportare. Poi i livelli d'ossigeno nella cabina salirono eccessivamente, rischiando di trasformare l'atmosfera di bordo in un inferno alla minima scintilla elettrostatica. Leonov e Belyayev lavorarono freneticamente per abbassare la temperatura e l'umidità e ridurre il contenuto di ossigeno.

Parecchie ore dopo, quando giunse il momento di tornare a terra, i retrorazzi automatici non si attivarono. I cosmonauti furono costretti ad attivarli manualmente: un compito delicatissimo, perché un errore anche lieve nella durata e nel momento d'innesco poteva farli rientrare troppo verticalmente, disintegrandoli, oppure tenerli per sempre in orbita. Inoltre il modulo di servizio, contenente i motori e il propellente, non si staccò correttamente, esponendo i cosmonauti a una decelerazione violentissima fino a quando il calore del rientro fuse gli agganci del modulo ribelle, liberando la capsula.

Finirono per scendere sotto un grande paracadute principale nel cuore della Siberia, cadendo in una foresta popolata da orsi e lupi. Rimasero nella capsula e attesero varie ore prima di sentire il rumore rassicurante degli elicotteri di soccorso, che però non potevano atterrare in mezzo agli alberi. Leonov e Belyayev uscirono dalla capsula, raggiunsero uno spiazzo e si accorsero che il rumore era quello di un elicottero civile, non di uno di quelli militari di soccorso. Il pilota lanciò giù una scala di corda, non potendo atterrare, ma la scala era troppo fragile per salirvi con le loro pesanti tute, per cui i due rifiutarono l'invito.

Arrivarono presto altri elicotteri, che lanciarono provviste: una bottiglia di cognac, che prevedibilmente si ruppe all'impatto sulla neve, un'ascia e degli indumenti caldi, che s'impigliarono in gran parte negli alberi.

Al tramonto la temperatura scese a -25°C e i cosmonauti furono costretti a restare nella capsula, senza poterne chiudere il portello, con gli indumenti di Leonov fradici di sudore, da strizzare per non trovarseli ghiacciati addosso. Si svegliarono l'indomani al rumore dell'arrivo dei soccorsi, giunti finalmente usando gli sci. I soccorritori costruirono una casetta di legno e un focolare e portarono una tinozza nella quale i due cosmonauti si poterono finalmente lavare e asciugare, passando un'altra notte nella foresta. L'indomani Leonov e Belyayev presero gli sci e si fecero nove chilometri per raggiungere la radura dove li aspettava l'elicottero. Intorno alla cabina del veicolo spaziale videro che c'erano le impronte dei lupi affamati, curiosi di vedere cosa era piovuto dal cielo.

E questa è la vera* storia dei primi passi dell'umanità nel cosmo.

Alexei Leonov (foto di oggi).
Credit: Jan Zelinski.

* 2020/05/03 4:40. È emerso che la storia “vera” ha qualche dettaglio da correggere, come racconto qui.


Fonti: BBC, Sen.com, Federalspace.ru.

2015/03/17

Tempesta geomagnetica di grado G4 (Kp=8) in corso: niente panico, ma molto spettacolo

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È in corso una tempesta geomagnetica di notevole intensità, indotta dalla recente attività del Sole, che potrebbe generare aurore spettacolari (grafico predittivo qui accanto) e qualche disagio non catastrofico: siamo ben protetti dal campo magnetico terrestre e dall'atmosfera. Diffidate dei titoli da panico che inevitabilmente verranno rigurgitati dai giornalisti a caccia di clic a poco prezzo.

Lo Space Weather Prediction Center del NOAA statunitense classifica l'attuale tempesta come una G4 (intensa) con indice Kp pari a 8 (il massimo è 9). Tutti i dati attuali sono raccolti in questa sua pagina riassuntiva.

La scala Kp è l'equivalente geomagnetico della scala Richter per i terremoti: una misura logaritmica dell'energia della tempesta a livello planetario.

Una tempesta geomagnetica come quella attuale può causare qualche disturbo nelle comunicazioni radio, cali di precisione nei sistemi di localizzazione che usano i segnali dei satelliti GPS e delle emittenti radiotelevisive via satellite, e può indurre le compagnie aeree a usare rotte non polari per i voli intercontinentali, per non esporsi al rischio di perdere contatto radio e di perdersi per mancanza dei segnali dei sistemi di localizzazione.

Nessun problema per gli occupanti della Stazione Spaziale Internazionale: sono ben schermati all'interno della Stazione. Se dovessero fare passeggiate spaziali, invece, la tempesta sarebbe un problema, perché una passeggiata di 6 ore durante una tempesta geomagnetica intensa esporrebbe un astronauta a una dose di radiazioni variabile dal 10 al 100 per cento del limiti a breve termine per pelle e occhi. Ma non ci sono passeggiate in programma.

Paradossalmente, una tempesta geomagnetica è in parte benefica per gli abitanti della Stazione, perché riduce un altro tipo di radiazione, quella dei raggi cosmici provenienti dallo spazio profondo. I raggi cosmici sono molto più difficili da schermare, ma le tempeste geomagnetiche tendono a bloccarli, causando un fenomeno chiamato diminuzione di Forbush.

Se volete vedere che aspetto ha un'aurora vista dalla Stazione, guardate questo video:



22:50. Arrivano segnalazioni e immagini di aurore visibili verso nord dalle Alpi austriache, addirittura con una normale webcam. Davvero fantastico.



Fonti aggiuntive: NASA e Radiation and the International Space Station: Recommendations to Reduce Risk, National Academies Press, pagg. 29-30.

2015/03/16

Spazio: gli avvicendamenti dei prossimi equipaggi sulla Stazione Spaziale Internazionale

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Il 2015 sarà un anno di traffico intenso per la Stazione Spaziale Internazionale. In questo momento la Stazione è abitata da Samantha Cristoforetti, Terry Virts e Anton Shkaplerov, ma tra undici giorni, il 27 marzo, arriveranno Scott Kelly, Mikhail Kornienko e Gennady Padalka (missione Soyuz TMA-16M), per cui la Stazione raggiungerà il proprio numero abituale di occupanti.

Kelly e Kornienko.
Ma mentre Kelly e Kornienko si fermeranno a bordo della Stazione per un anno, Padalka tornerà prima: dato che di certo ogni Soyuz deve riempire tutti e tre i posti a bordo sia all'andata sia al ritorno, come verrà gestito questo sfasamento? Provo a fare un po' di chiarezza per iscritto, perché mi ci perdo anch'io.

Sam, Terry e Anton torneranno sulla Terra il 10 maggio (giorno più, giorno meno), lasciando a bordo Kelly, Kornienko e Padalka.

Il 26 maggio arriverà la Soyuz TMA-17M, con a bordo Kjell Lindgren (NASA), Oleg Kononenko (Roscosmos) e Kimiya Yui (JAXA), riportando l'equipaggio della Stazione a sei membri (Kelly, Kornienko, Padalka, Lindgren, Kononenko, Yui).

Il primo settembre arriveranno anche Sergei Volkov (Roscosmos), Andreas Mogensen (ESA) e Sarah Brightman (sì, la cantante, in un volo privato) a bordo della Soyuz TMA-18M, per cui sulla Stazione ci saranno ben nove persone: Kelly, Kornienko, Padalka, Lindgren, Kononenko, Yui, Volkov, Mogensen, Brightman.

La Brightman e Mogensen resteranno a bordo solo dieci giorni e torneranno a Terra con Padalka l'11 settembre, usando la Soyuz TMA-16M. Volkov invece resterà a bordo, per cui l'equipaggio della Stazione sarà composto a quel punto da sei persone: Kelly, Kornienko, Yui, Lindgren, Kononenko e Volkov.

Il 5 novembre Kononenko, Lindgren e Yui torneranno a Terra dopo sei mesi di permanenza, lasciando a bordo Kelly, Kornienko e Volkov.

Il 20 novembre la Soyuz TMA-19M porterà a bordo tre nuovi membri: Yuri Malechenko (Roscosmos), Tim Kopra (NASA) e Timothy Peake (ESA). L'equipaggio sarà quindi composto da sei persone: Kelly, Kornienko, Volkov, Malechenko, Kopra, Peake.

Il 3 marzo 2016 Kelly, Kornienko e Volkov torneranno sulla Terra. Kelly e Kornienko avranno trascorso 341 giorni nello spazio. Resteranno quindi a bordo Malechenko, Kopra e Peake, che si fermeranno fino al 16 maggio 2016.


2015/03/17: Marco Alici ha creato un grafico che chiarisce visivamente gli avvicendamenti:



Fonti: NASASpaceflightnow, NASA.

E poi dicono che le stampanti 3D sono un giocattolo inutile: fabbricano un braccio bionico per un bambino

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È vero: molte delle stampanti 3D che vengono vendute finiscono per generare oggetti di plastica inutili. Ma non è sempre così. In questo video, Alex, un bambino di sette anni, riceve una protesi robotica fatta con una stampante 3D. Questo metodo di produzione non solo riduce il costo da 40.000 dollari a circa 350 (per i materiali), ma permette di realizzare un braccio robotico come quello di Iron Man.

Guardate chi si è offerto per dare questo regalo al bambino: Tony Stark in persona, ossia l'attore Robert Downey, Jr. La reazione di Alex non ha prezzo. Penso che si ricorderà per sempre del giorno in cui Iron Man gli ha regalato un braccio bionico.


Il braccio è realizzato dal Collective Project con la sponsorizzazione di Microsoft, nell'ambito del gruppo di volontari Limbitless Solutions. Normalmente le protesi per i bambini sono particolarmente difficili e costose per via delle dimensioni e della loro breve durata, dovuta al fatto che il bambino cresce in fretta, ma con la stampa 3D è possibile creare prototipi rapidamente e poi produrre il modello finale su misura.

2015/03/15

Avvistata meteora luminosissima nel cielo dell’Europa stasera alle 20:45

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Stasera alle 20:45 (ora dell'Europa centrale) ci sono stati numerosi avvistamenti di una palla di fuoco (fireball) nel cielo dell'Europa centro-settentrionale. Sono stati già diffusi almeno due video, uno ripreso da una dashcam in Tirolo e uno da una telecamera di sorveglianza astronomica a Blaustein, in Germania, e ci sono segnalazioni da Svizzera, Austria, Irlanda e Regno Unito.

Del fenomeno parla 20 Minuten (in tedesco, con foto e video), citando segnalazioni da varie località svizzere (Eschenbach, Unterkulm, Horgen, Schwerzenbach) e avvistamenti anche a Monaco. C'è anche la registrazione di un boato attribuito alla meteora.

Secondo la nomenclatura dell'AMS (American Meteor Society), una fireball è una meteora che nell'impatto con l'atmosfera terrestre diventa più luminosa di Venere. Dai video direi che non c'è alcun dubbio in questo senso.




Questo articolo verrà aggiornato man mano che si renderanno disponibili altri dettagli. Gli ufologi, intanto, stiano tranquilli: non è in corso un'invasione aliena. Semmai c'è da cogliere l'occasione per riflettere che se davvero ci fossero flotte di veicoli alieni nei nostri cieli, gli astrofili li registrerebbero e li metterebbero subito su Youtube. Non c'è congiura del silenzio che tenga.


23:50: Molte foto e segnalazioni sono su Watson.ch (in tedesco). Astrotreff.de sta ricostruendo la traiettoria e ne discute anche qui (in tedesco). C'è una foto non confermata ma molto bella qui.

Credit: Astrotreff.de.

23:57: Secondo i calcoli di Astronomia Pratica, gli astronauti e le telecamere esterne sulla Stazione Spaziale non erano in una posizione tale da poter vedere il fenomeno (erano poco oltre l'Argentina).

2015/03/16 1:42: Se ne parla in italiano su InMeteo.net.

2015/03/16 7:20: Su 20 Minuten una persona afferma di aver trovato dei frammenti della meteora (foto qui accanto) a Schöftland, nel canton Argovia. Ci vorrà una perizia per verificare che non ci siano di mezzo autoinganni o mitomanie, come accade spesso in questi eventi.

2015/03/16 10:00: Si parla dell'evento sul Corriere del Ticino (in italiano), dicendo che “testimoni vicini allo schianto hanno sentito un boato al momento in cui la stella cadente ha impattato al suolo”, ma il boato potrebbe essere stato causato dall'impatto con l'atmosfera, che spesso genera un'onda d'urto che ha effetti acustici, mentre l'impatto al suolo, avvenendo a velocità ridotta (a causa dell'effetto frenante dell'aria) difficilmente produce un boato. C'è anche un articolo su Ticinonews.

2015/03/16 10:45: L'ESA ha pubblicato un tweet nel quale chiede a chiunque abbia osservato la meteora di segnalarne i dettagli presso questa pagina, che dice che la traiettoria stimata, calcolata sulla base dei resoconti dei testimoni, indica che la fireball stava viaggiando da nord verso sud, partendo a circa 25 km a sud di Stoccarda e finendo a circa 30 km a est di Zurigo.

esaoperations
Did you see the fireball last night over DE, CH & F? Please fill in the form http://t.co/0I8wSpRZxv #meteor #imo http://t.co/eoqtYpTPIe
16/03/15 10:19

Intanto la BBC segnala un'altra meteora avvistata ieri sera intorno alle 21 locali e fotografata dalle rive del Loch Ness.

2015/03/16 14:50: L'ESA ha tweetato delle immagini che vengono descritte come prese dalla cabina di pilotaggio del volo AF1910 vicino a Reims, ma si tratta di fotomontaggi che ricostruiscono quello che avrebbe visto la persona in cabina.

Credit: Robert Mikaelyan
2015/03/16 18:15: Come consueto, sta girando nei social network l'immagine mostrata qui accanto, ma non si tratta di una foto della meteora di ieri: è datata ottobre 2009 e si riferisce a un altro evento meteorico avvenuto in Olanda, come racconta National Geographic.