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1998/10/28

[IxT] Ora legale: il seguito (28 ottobre 1998)

A proposito della funzione automatica di aggiornamento dell'ora legale di Windows 95/98, ecco un breve aggiornamento inviatomi da un lettore.

[I contributi dei lettori vengono "anonimizzati" salvo richiesta contraria in ossequio alla Netiquette. Insomma, se volete essere citati con nome, cognome e/o indirizzo Internet, _ditelo_!]

Se il vostro Windows sbaglia e cambia l'ora legale in una data diversa da quella giusta, un lettore mi segnala che c'e' un programmino della Microsoft chiamato Time Zone Editor che consente di impostare le caratteristiche dei fusi orari, fra cui le date di passaggio tra ora legale e solare.

Si trova presso

http://www.microsoft.com/italy/support/windows95/file&patch/download.htm

Il programmino dovrebbe servire soltanto per Windows 95 prima versione, dato che la seconda versione lo include già. Windows 98 italiano cambia già correttamente l'ora nel giorno giusto. Vale comunque la mia raccomandazione originale, che è quella di disattivare questo automatismo e passare al fuso invariabile di Greenwich.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/10/25

[IxT] Accidenti all'ora legale (25 ottobre 1998)

E ci risiamo. Il solito coro di lamentele a proposito dell'ora legale parte, si smorza e poi si acquieta. Fino alla prossima volta.

Che c'entra con l'informatica? Beh, una delle principali scocciature del cambio d'ora, a parte il fatto che i miei gatti hanno fame un'ora prima e le mie bambine adesso si svegliano all'alba, è dover mettere a posto tutti gli orologi di casa.

Fra questi orologi ci sono, ovviamente, quelli dei computer. Almeno quest'incombenza, però, si può evitare.

Basta regolare l'orologio dei PC una volta per tutte su un'ora standard. Io, ad esempio, uso l'ora di Greenwich (GMT), e non la cambio mai su tutti i miei PC.

A parte evitare la modesta scocciatura dell'ora legale, questo trucchetto ha altri vantaggi: evita che gli automatismi di Windows 95 sbaglino a cambiare l'ora. Non lo sanno in molti, ma Windows 95/98 passa automaticamente dall'ora solare a quella legale e viceversa. Ma può prevedere i cambiamenti della data in cui avviene il passaggio?

Insomma, c'e' il rischio di trovarsi con l'orologio doppiamente sballato (la funzione è disattivabile, come "spiegato" nel manuale di Windows).

Inoltre per chi viaggia da un fuso orario all'altro questo riferimento temporale è preziosissimo. Consente, ad esempio, di prendere appuntamenti con la certezza di non sbagliare l'ora a causa dei fusi orari o dell'avvio dell'ora legale.

Sincronizzare due computer in luoghi diversi del mondo è più semplice se entrambi usano sempre il GMT.

Ciliegina sulla torta: il GMT è identico all'UTC, ossia il tempo universale degli astronomi. Se come me siete appassionati e vi state preparando per la pioggia di meteore delle Leonidi (17 novembre), avrete notato che tutti gli eventi astronomici sono indicati specificando l'ora alla quale avvengono nel formato UTC. Basta mettere il PC sull'ora di Greenwich e i programmi di astronomia come Skyglobe visualizzeranno la situazione esatta del cielo in tempo reale.

 

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[IxT] MP3 fuorilegge (sottotitolo: ecchissenefrega, tanto c'e' MP4) (25 ottobre 1998)

Vi ho già fatto una testa così con i file audio in formato MP3, che consentono di registrare 200 canzoni su un unico CD e di farsi un juke-box personale sul disco rigido del computer. Avevo promesso di non parlarne ancora, ma ci sono novità importanti.

Un lettore mi segnalato che l'algoritmo di compressione alla base del formato MP3 (o Mpeg-3) è tutelato da un brevetto del Fraunhofer Institut tedesco. Una ricerca in Rete mi ha confermato la segnalazione. cosa peggiore, il suddetto Institut ha deciso che vuole farsi pagare le royalty da tutti quelli che hanno scritto programmi che utilizzano il loro brevetto.

Quindi addio ai magnifici programmi shareware a basso costo che permettevano di creare file MP3. Ora sono tutti fuorilegge. Chi ce li ha, ovviamente, credo che se li terrà stretti lo stesso. Comunque non temete: la vostra collezione di musica in formato MP3 non è improvvisamente diventata illegale (a patto che l'abbiate tratta dai _vostri_ CD).

Al Fraunhofer Institut, però, qualcuno dovrà fare un corso accelerato su come si vive in Internet. Infatti la loro rivendicazione di soldi, moralmente fondata o meno che sia, è sostanzialmente inapplicabile. Il loro algoritmo è ormai diffuso in milioni di copie in tutta Internet, nei computer degli utenti e in infiniti altri posti.

Inutile chiudere il recinto dopo che i buoi (digitali) sono scappati.

Qualcuno di voi ricorderà un caso analogo: le immagini in formato GIF. Fu il primo formato compresso, che consentì un'immensa diffusione delle foto via Internet (potete immaginare quale era il soggetto principale di queste prime immagini). Poi si svegliò la società detentrice del brevetto e chiese cifre indecenti a chi usava il loro formato. La reazione dell'allora nascente comunità digitale fu pronta e immediata: cambiarono formato in favore dell'attuale JPEG, che è gratuito. Chi troppo vuole nulla stringe.

La stessa cosa sta fortunatamente per avvenire con il formato MP3.

Infatti il formato MPEG-4 Audio diverrà formalmente uno standard internazionale questo novembre (1998) e soppianterà presto l'MP3.

Ma per noi utenti, in concreto, cosa cambia? Tutto e ancora di più.

Tenetevi forte.

Immaginate un CD-ROM (non un DVD, un normale CD) in grado di contenere un intero film in alta qualità (Lo standard MPEG4 gestisce anche i video).

Immaginate di poter finalmente fare videoconferenza (direttamente o via Internet) su una _normale_ linea telefonica, con immagini nitide, a tutto schermo e non sgranate e a scatti come quelle attuali.

Immaginate di poter ricevere un film o un programma TV via telefono, senza costosi cablaggi speciali. Immaginate un numero tipo 144 per vedere i film di prima visione a pagamento.

Immaginate di poter vedere Star Trek e Voyager in originale direttamente dalla televisione inglese con una semplice telefonata.

Immaginate di poter mettere _mille_ brani musicali su un solo CD-ROM.

Immaginate di poter telefonare via Internet in modo affidabile anche quando la rete è intasata.

Interessati? Allora sorbitevi queste informazioni, che traggo in forma riassunta da http://www.raum.com/mpeg/.

Ci sono già adesso due implementazioni del "codec", cioe' del programma di compressione e decompressione, in formato MPEG4 per il video. Una, scritta in C, è fornita dal progetto europeo ACTS-MOMUSYS; l'altra è scritta in C++ ed è fornita da Microsoft.

Il codice sorgente è liberamente prelevabile (almeno per i membri del gruppo MPEG) presso il sito FTP del Motion Picture Experts Group (di cui però non ho l'indirizzo). Vale comunque il normale copyright, ma non si parla di royalty (insomma, niente soldi da pagare).

Mpeg4, rispetto all'Mpeg3, offre fondamentalmente una compressione molto più spinta senza alcuna perdita percepibile di qualità.

Un brano musicale in qualità CD, che ora occupa circa 5 mega, ne occupa circa 1 in Mpeg4.

Questa maggiore compressione rende di nuovo interessanti i lettori autonomi di musica MPx, che con l'MP3 erano limitati a un'ora di musica. Ora ne possono memorizzare cinque (a patto di cambiare il chip di decodifica).

Oltre al pregio fondamentale di offrire maggiore compressione (impressionante: 50 mega di CD audio normale diventano 1 mega). il formato Mpeg-4 consente il controllo della velocità di esecuzione (utilissimo per mixare i brani in discoteca...), la regolazione del "pitch" (tonalità) e la correzione degli errori.

La potenza di questo standard è tale da consentire di trasmettere un parlato comprensibile (telefonico) con soltanto 2 kbps (attualmente il minimo è 4,8). Questo consente di usare Internet Phone e soci anche quando il flusso di dati via Internet è molto lento (cioe' quasi sempre).

Se le compagnie telefoniche si danno da fare, l'uso di MP4 consentirà di convogliare un maggior numero di conversazioni lungo lo stesso cavo. Questo, almeno in teoria, farà crollare il prezzo delle comunicazioni telefoniche a voce nazionali e (soprattutto) internazionali.

Fra l'altro, l'Italia è in prima linea in questa nuova tecnologia: molto del lavoro di sviluppo dell'MP4 è stato svolto presso il cSELT di Torino.

Ne volete sapere di più? Ecco qualche indirizzo.

http://www.philips.com/sv/newtech/mpeg/ 

http://www.mpeg-empowered.com 

http://www.iis.fhg.de/audio/ 

ftp://ftp.fhg.de/pub/layer3/

Non mi piace parlare delle cose che non hanno ancora un uso pratico e concreto, ma stavolta faccio un'eccezione (anche perché novembre è vicino e ho comprato una Webcam, prossimamente sui vostri schermi).

Quando i vostri figli daranno per scontato il fatto di videotelefonare allo/a spasimato/a di turno, ricordate chi ve ne ha parlato per primo...

 

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1998/10/21

[IxT] Allarme cessato per ICQ (21 ottobre 1998)

Sulla Gazzetta Sportiva di domenica 20/10 è comparso il mio allarme a proposito della falla nella verifica delle password per l'uso di ICQ.

Un lettore mi segnala tempestivamente che la notizia non è più valida.

Nel tempo trascorso fra quando ho scritto l'articolo e quando la Gazzetta l'ha pubblicato, www.mirabilis.com, che gestisce il servizio ICQ, ha corretto la falla nella sua procedura di verifica delle password.

La falla consentiva a un client ICQ scritto in maniera imperfetta (e facilmente reperibile in Rete) di scavalcare il controllo delle password.

Quindi state tranquilli con ICQ! Rimane comunque valido il consiglio di non usare ICQ per scambiare informazioni _riservate_.

 

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1998/10/20

[IxT] Lo sciopero anti-TUT (20 ottobre 1998)

E così ieri c'e' stato lo "sciopero anti-TUT". Per chi non fosse stato già informato dal passaparola, è in corso un tentativo di indurre la Telecom ad abolire la Tariffa Urbana a Tempo (TUT, appunto) per consentire a tutti di navigare in rete senza i costi delle telefonate.

Il tentativo consiste in una serie di iniziative che coinvolgono i singoli utenti, come ad esempio l'astensione dal collegamento a Internet nella giornata di ieri. I dettagli sono disponibili presso http://notut.ml.org.

Per motivi che stento non poco a capire, dicono che la mia opinione conta su queste cose e sono in molti ad avermela chiesta. Sicché ve la rifilo. Però lo faccio a sciopero avvenuto, per non essere poi accusato di averne influenzato l'esito (ammesso che io sia così influente, cosa di cui dubito fortemente).

So di farmi un bel pacco-dono di nemici dicendolo, ma la campagna anti-TUT è un tentativo sciocco e futile. Ecco, l'ho detto: mandatemi pure insulti e mailbomb presso topone@pobox.com.

Mi spiego. Chi mi segue dai tempi della mia (ahime' defunta) mailing list sulla telefonia italiana e del libro "Il telefonino", sa benissimo che Telecom non mi stia affatto simpatica. Ciononostante non mi sento di appoggiare una campagna anti-TUT. Perlomeno non una come questa, dove ho anche un sospetto che ci sia di mezzo uno sfruttamento commerciale della buona fede degli utenti.

Internet costa già poco adesso

Un'ora di Internet in rete urbana costa _al massimo_ 2500 lire. Con gli sconti Telecom per Internet e navigando in fascia oraria economica, il costo scende a 700 lire.

OK, chi si collega in interurbana paga molto di più. Ma se si abolisse la TUT, le interurbane non verrebbero toccate. La campagna quindi non aiuta proprio chi ne ha più bisogno.

Dire che bisogna abolire la TUT perché questo favorirebbe lo sviluppo di Internet in Italia è una sciocchezza bella e buona. Chi vuole Internet ha problemi di spesa ben superiori.

Un computer, ad esempio, grazie alle astuzie di Microsoft _continua_ a costare due milioni nonostante i prezzi scendano dell'1% al mese (i prezzi scendono, ma le prestazioni necessarie per Windows aumentano).

Ma non vedo in giro campagne anti-Microsoft. Forse perché tanti praticano l'autoriduzione (tanto cara ai sessantottini) piratando Windows, mentre non lo possono fare cogli scatti telefonici?

[Sapete benissimo che anche Microsoft non mi sta simpatica e che trovo indecenti i prezzi di Windows 98. Ma esistono modi _legali_ per avere Windows a costo zero e quindi lagnarsi è superfluo]

In ogni caso, le tariffe telefoniche all'estero, almeno in Europa, sono più alte di quelle italiane, ma questo non impedisce a chi vuole di usare Internet. Parlo per esperienza personale (ho account in tre paesi europei). Le tariffe urbane di British Telecom, ad esempio, sono ben più salate di quelle agevolate per Internet di Telecom Italia, ma questo non ha impedito che in Inghilterra (con un numero di abitanti grosso modo pari all'Italia) ci siano _sei milioni_ di abbonati a Internet. Contro 1,7 milioni di italiani.

Ma vale la pena fare tanto casino per 2500 lire l'ora? Quanto costa una Marlboro, e quanto dura? Una pizza e una birra quanto costano? Andare in città in macchina quanto costa in benzina e parcheggi?

Ma per favore... Vedo gente che si lamenta piagnucolando che Internet è cara quando va in giro con una GT Turbo a benzina super, scuce cinquantamila senza fiatare per andare in discoteca e usa il telefonino per i motivi più futili.

Niente TUT, niente piccoli provider

Ma ammettiamo che si abolisse la TUT, almeno per le chiamate per collegarsi a Internet. Pensate veramente che questo condurrebbe a un miglioramento del servizio? Ripensateci.

Se non ci fosse la TUT, gli utenti potrebbero collegarsi per tutto il giorno senza spendere. Questo avviene già negli USA in molte zone, e sapete qual è il risultato? Che i modem dei provider sono permanentemente intasati dagli utenti che per non tribolare lasciano il PC costantemente collegato, impegnando la linea telefonica e i modem del provider per niente.

In sostanza, un ambiente senza TUT significa un maggior costo per i provider, che devono dotarsi di un maggior numero di linee e di un _enorme_ numero di modem per fronteggiare il fatto che ce ne vuole quasi uno per ogni utente, mentre adesso la TUT incentiva gli utenti a collegarsi solo quando serve, consentendo di utilizzare lo stesso modem per più utenti e contenere i costi di gestione.

Questo significa mettere in ginocchio i piccoli provider, che già annaspano. Un modem V.90 professionale costa mezzo milione.

Pensate che le vostre 200.000 lire l'anno di abbonamento possano coprire questa spesa?

E sapete a chi devono rivolgersi i piccoli provider per approvvigionarsi di linee telefoniche supplementari? a Telecom, ovviamente.

TIN, invece, non avrebbe questo problemino. Abolire la TUT, quindi favorirebbe la posizione già dominante di Telecom. Altro che favorire "il diritto alla cultura".

Una modesta proposta

Avrei due suggerimenti più pratici e concreti.

Primo: rendere gratuiti i primi (diciamo) cinque minuti delle telefonate urbane e poi passare alla TUT. In questo modo vengono premiate le telefonate brevi e scoraggiate quelle lunghe.

Questo consentirebbe di prelevare la posta quante volte si vuole (cinque minuti bastano e avanzano per scaricare e spedire la posta).

L'e-mail diverrebbe una forma di comunicazione praticamente immediata anziché fortemente differita come lo è adesso.

Un altro vantaggio è che i tanti scatti che attualmente vengono pagati inutilmente quando ci si collega e cade subito la linea non graverebbero sulla bolletta.

I furbi, che si collegherebbero per 4:59" per poi sganciare e ricominciare, sarebbero scoraggiati su due livelli. Il primo, molto pratico, è che dopo un po' ci si stufa di fare queste cose. Il secondo è che con l'implementazione del CLI (identificazione del chiamante) è facile impedire a un utente di richiamare un determinato numero in continuazione (questo già avviene in molti paesi).

Secondo: introdurre numeri a tariffa urbana a prescindere dalla distanza. In Inghilterra, ad esempio, molti provider hanno il prefisso 0345, che ha costi urbani indipendentemente dal luogo dal quale lo si chiama. Questo significa che il provider non ha bisogno di avere apparecchiature sparse su tutto il territorio nazionale: le tiene tutte in un unico sito, con risparmi colossali. Così anche i piccoli possono permettersi la copertura nazionale e non esistono zone penalizzate del paese.

Questo, a quanto mi risulta, è già allo studio da parte del Ministero delle Comunicazioni e di Telecom.

Un piccolo sospetto

Per finire, non trovo giusto che la campagna anti-TUT sia sponsorizzata, fra l'altro, da Microsoft. Infatti visitando il sito anti-TUT, alla pagina

http://notut.ml.org/netstrike.htm

mi sono trovato un bel banner di pubblicità a Hotmail, che come saprete è ora di proprietà Microsoft. Ci sono altri banner in tutto il sito.

Ora mi domando: quanti soldi ricevono quelli della campagna anti-TUT per queste pubblicità? Servono solo a coprire le spese, o c'e' qualcuno che ci lucra?

Lo so che è sgradevole dirlo, ma la sponsorizzazione commerciale mi fa sospettare che la campagna anti-TUT venga usata (anche) per attirare traffico sul sito anti-TUT e lucrare sulla buona fede degli utenti. Spero di sbagliarmi.

Sia come sia, fare i ribelli contro il monopolio Telecom per poi farsi sponsorizzare da un altro monopolio come Microsoft mi sembra perlomeno una caduta di stile.

Basta, non vi affliggo più con la storia anti-TUT.

Se ci saranno sviluppi seri, tornerò sull'argomento.

 

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1998/10/18

[IxT] E' morto Jon Postel, dio di Internet (18 ottobre 1998)

Jon Postel, un pioniere dell'informatica che ha influito immensamente sulo sviluppo degli aspetti tecnici di Internet, è morto il 17 ottobre in seguito a complicanze dopo un intervento chirurgico al cuore. Aveva 55 anni.

Poco conosciuto al di fuori dell'ambiente, Postel era direttore dell'Internet Assigned Numbers Authority. Per dire quanto contava Postel, l'IANA è l'agenzia che coordina gli indirizzi numerici di Internet con quelli letterali. Se non fosse per l'IANA, al posto di www.playboy.com digiteremmo 224.321.113.12 (faccio per dire). E lui era il capo dell'IANA.

Nel primo semestre di quest'anno, Postel aveva dimostrato la fragilità e al tempo stesso la flessibilità di Internet, oltre che il proprio potere personale (tanto che l'Economist lo aveva soprannominato "dio" di Internet) dirottando al proprio computer metà del traffico dei dodici computer che gestiscono la corrispondenza fra indirizzi letterali e indirizzi numerici, causando il caos totale nella Rete a livello planetario.

E' come se qualcuno avesse il potere di scambiare fra loro tutti i numeri di telefono di tutti gli abbonati del mondo. Immaginatevi il disastro. Eppure Internet poggia tuttora su fondamenta così fragili.

La Rete funziona lo stesso, in assenza di comitati di controllo, semplicemente perché la gente che la fa funzionare è gente seria ed eticamente irreprensibile. Se non ci fosse quest'autodisciplina, servirebbero comitati di controllo, commissioni di sorveglianza, e un sacco di burocrazia per poi combinare comunque poco o nulla. a quest'ora, se tutto dipendesse dai comitati, staremmo ancora aspettando nelle nostre caverne per sapere se fare le ruote rotonde o quadrate.

I governi di tutto il mondo (Italia in particolare) potrebbero trarre una lezione dal metodo di "governo" della Rete, ma credo siano troppo impegnati a battibeccare e intascare mazzette per farlo. Bah.

 

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[IxT] "Internettiamo" chiude (18 ottobre 1998)

Nel mio libro "Internet per tutti" ho accennato all'ottimo servizio "Internettiamo" di Gianfranco Gallotti, offerto gratuitamente via e-mail, che presentava settimanalmente un elenco di siti Internet interessanti per un tema specifico. L'elenco era collegato ai suoi articoli sul Giornale, ma la sua mailing list era utilizzabile anche autonomamente (l'e-mail settimanale spediva agli iscritti tutti gli indirizzi Internet citati nell'articolo, evitando di doverli digitare e scavalcando i frequenti refusi che affliggono anche i miei articoli sulla Gazzetta).

Purtroppo il Giornale ha deciso di sospendere il servizio. Se volete segnalare al Giornale che vi piacerebbe se il servizio proseguisse, scrivete a Gianfranco Gallotti presso gigal@pobox.com.

Non so se servirà a qualcosa, ma male non fa, e di certo Gianfranco sarà consolato dai vostri messaggi!

 

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[IxT] L'handicap ha creato la Rete (18 ottobre 1998)

Non sono uno che si stupisce facilmente, ma sono rimasto sorpreso dalla partecipazione veramente numerosa dei non vedenti alla vita di Internet. Ce ne sono molti iscritti a questa mailing list e la loro attività in Rete è tutt'altro che trascurabile.

In Italia non siamo abituati a vedere molti portatori di handicap in giro; fa parte delle abitudini sociali locali che chi ha un handicap venga escluso da tutto automaticamente, anche perché non c'e' _niente_ che consenta loro di vivere almeno in parte come gli altri. Le macchine parcheggiate sui marciapiedi, gli automobilisti che non rispettano le strisce pedonali, le scalinate in stile littorio negli uffici pubblici (giusto per dirne qualcuna) testimoniano del disinteresse generale -- anzi, chiamiamolo con il suo nome: menefreghismo.

[Sono particolarmente sensibile alle cosiddette "barriere architettoniche" perché in questo periodo ne incontro tante anch'io. Provate a portare in giro un passeggino gemellare e vi farete una pallida idea di quello che deve subire una persona su una sedia a rotelle o un cieco (che non vede la vostra moto messa di traverso sul marciapiede)]

Sicché, per quelli che considerano ciechi, sordi, paraplegici e portatori di handicap in genere un peso per la società, racconto una noticina che (magari) li farà riflettere.

Devo questa segnalazione a un lettore della ML.

Vinton Cerf è uno dei veri padri di Internet, e questo lo sanno in molti. Quello che è poco noto è che è praticamente sordo, con 55-60 dB di attenuazione in entrambe le orecchie. Ha iniziato a portare apparecchi acustici a 13 anni, quando aveva circa 25 dB di attenuazione.

Anche sua moglie Sigrid è sorda e quindi Vinton Cerf ha da sempre il problema di non poterle telefonare. Negli anni Sessanta, quando i tecnici gettavano le fondamenta di Internet, a chi ci sentiva bene l'idea di perdere tempo a scrivere un messaggio sembrava una stupidata: è molto più spiccio prendere il telefono e parlare. Ma Vinton sapeva bene che non tutti hanno questa fortuna.

Sicché decise di includere una funzione di scambio messaggi negli standard dell'allora nascente Internet (all'epoca Arpanet), nonostante non facesse parte dei piani originali. Da questo handicap nacque quello che ora chiamiamo e-mail.

Dunque leggete queste righe, e scambiate messaggi per poche lire con tutto il mondo, grazie a una coppia di sordi.

Fra l'altro Vinton Cerf racconta in Rete che sua moglie si è fatta mettere due impianti cocleari della Clarion ed è entusiasta. Ora usa il telefono e ci sente bene anche nelle stanze affollate. Spero che l'informazione possa essere utile.

 

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[IxT] Bertinotti nella mia mailbox? (18 ottobre 1998)

"Carissimo Fausto, mi dispiace che un uomo come te, sia finito a dirigire un partito che si è costituito per conservare gli aspetti culturali e la validità del comunismo nella nostra società post-moderna....."

Così iniziava un e-mail che mi sono trovato nella casella postale

Internet alcuni giorni fa. Dopo essermi ripreso dalla sorpresa, ho rispedito il messaggio al mittente avvisandolo che non era evidentemente arrivato al destinatario previsto.

Eppure il campo "To:" del messaggio era corretto:

To: <fausto.bertinotti@rifondazione.it>

Come possono succedere disguidi macroscopici di questo tipo?

Le cause possono essere infinite (un errore di configurazione di uno dei tanti nodi attraverso i quali transita un messaggio, ad esempio) ed è sostanzialmente inutile tentare di indagare.

Succede e basta.

Cosa più importante, questo esempio di "glasnost" involontaria deve servire a ricordarci la regola d'oro: l'e-mail non è ne' riservata, ne' garantita, e non bisogna quindi comportarsi come se lo fosse.

La riservatezza di una e-mail è sostanzialmente _zero_. E' come una cartolina postale: chiunque la maneggi durante il transito la può leggere. Se poi viene recapitata all'indirizzo sbagliato, come in questo caso, può finire persino nelle mani di un utente a caso.

Inoltre il recapito non è garantito. Quando inviate un messaggio, non dovete presumere automaticamente che arriverà di certo a destinazione. Internet è una rete basata sul concetto di "faccio del mio meglio, ma non garantisco".

Pertanto se dovete spedire informazioni riservate, o se volete essere sicuri che il destinatario le riceva, proteggete la vostra posta con uno dei tanti sistemi di crittografia liberamente disponibili e verificate che arrivi a destinazione facendo una cara, semplice, tradizionale telefonata.

 

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[IxT] Altri telefonini con porta seriale (18 ottobre 1998)

Si allunga la lista dei telefonini collegabili al PC con un cavo seriale: dopo i vari modelli Ericsson e Nokia, un lettore mi segnala che anche il Mitsubishi MT-35 si collega al computer con il suo bravo cavetto seriale.

 

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1998/10/16

[IxT] Uova di Pasqua: le foto (16 ottobre 1998)

Alcuni lettori mi hanno scritto a proposito del mio articolo sulla Gazzetta dello Sport a proposito delle "uova di Pasqua" (i programmi o le sorprese nascoste nel software). Visto che molti non sono riusciti a duplicare le mie istruzioni, soprattutto per trovare il giochino nascosto in Excel, ho preparato una paginetta Web con un paio di immagini del gioco e le istruzioni più dettagliate.

L'indirizzo e'

http://www.geocities.com/capecanaveral/1173/eastereggs.html

Così gli increduli si ricredono ;-)

 

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[IxT] Ancora DVD: apparecchi senza protezione regionale (16 ottobre 1998)

A proposito di lettori di DVD che scavalcano gli stupidi codici regionali presenti nei film registrati su DVD, per cui un utente italiano non può vedere un DVD comprato in America,

Giuseppe Sardo, un giornalista del Tirreno che ha la pazienza di leggersi questi miei articoli, mi segnala tre siti che vi giro volentieri:

www.codefreedvd.com 

www.e-town.com/dvd 

www.stonedesign.dk/dvd

Il primo, in particolare, offre gratuitamente il software per disattivare la protezione regionale sul DVD per computer della Creative. Tutti vendono lettori per DVD modificati per ignorare il codice regionale. Se questo renda nulla la garanzia del fabbricante, beh, non lo so ma direi di sì.

Felice shopping!

 

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1998/10/13

[IxT] Apparecchi per musica MP3 (13 ottobre 1998)

Sto invecchiando. Ero convinto di aver scritto e pubblicato un magnifico pezzo a proposito dell'hardware per suonare gli MP3 senza computer, ma non ne ho traccia. Sarà finito in Tumbolia (il posto dove finiscono le chiavi della macchina quando non le trovate e i palloncini sfuggiti ai bambini).

Per cui perdonatemi se mi ripeto. Dicevo, gli MP3 sono magnifici: file audio in qualità quasi da CD, compressi al punto che ci stanno duecento canzoni su un CD-ROM.

Il guaio è che richiedono un computer per essere suonati. Non tutti hanno la fortuna (o la voglia) di portarsi in giro un Pentium portatile per suonare musica.

L'ideale sarebbe un apparecchio, magari un lettore di CD tipo walkman, che fosse in grado di leggere i CD-ROM contenenti musica compressa in formato MP3. Così con un solo CD ci si porta in giro otto-dieci ore di musica. Splendido.

Non mi risulta che ci siano in giro apparecchi del genere. Però potrei sbagliarmi; la Rete è grande. So invece di apparecchi autonomi ancora più sofisticati.

Il difetto di un lettore di CD, come ben sanno quelli che l'hanno in macchina o lo usano quando fanno jogging, è che il CD "salta". Nonostante i moderni lettori abbiano memorie tampone per "nascondere" la perdita della traccia, capita spesso che la musica venga interrotta a causa di uno scossone anche modesto (una buca nella strada, ad esempio). Ma con l'informatica si può fare di meglio.

Infatti sono in vendita apparecchi per suonare musica compressa in formato MP3 totalmente privi di parti in movimento e quindi immuni agli scossoni e alle vibrazioni. Contengono una quantità notevole di memoria (di solito flashRAM) che usano per immagazzinare i brani.

Si collegano al PC tramite porta parallela. Dal PC si scaricano i brani MP3 sull'aggeggio e poi lo si può portare in giro. Non avendo motorini o altro da far girare, le batterie durano moltissimo.

Bellissimo. Unico difetto: il prezzo, ancora stratosferico (più di un lettore di MiniDisc), intorno al milione di lire. C'e' anche da dire che trasferire tanti brani dal PC all'aggeggio tramite parallela richiede parecchio tempo e può diventare una scocciatura.

La Diamond Multimedia (http://www.diamondmm.com/rio/) offre un lettore di questo tipo. C'e' anche MPMan, presso http://www.emmpeethree.co.uk/hardware/mpman, che offre un modello da 16 mega a 600.000 lire (64 mega costano il doppio).

Certo che anche in 64 mega non ci sta molto: un'oretta di musica in qualità CD, aumentabile sacrificando la qualità audio (riducendola a quella FM non ci si rimette molto e la durata aumenta parecchio). Attendiamo versioni con 600 mega di RAM. Al ritmo al quale stanno crollando i prezzi, non ci dovrebbe volere molto.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/10/07

[IxT] Riconoscimento vocale: finalmente funziona (7 ottobre 1998)

Le notizie su Internet sono tante ogni giorno e faccio del mio meglio per darvi quelle davvero utili. Il mio concetto e' "se una novità non ti cambia la vita, non vale la pena di scaldarsi troppo".

E' per questo che faccio un'eccezione e parlo di un programma che non ha niente a che vedere con Internet. E' un programma che mi sta cambiando la vita (lavorativa e non solo) e penso lo possa fare anche per voi.

Sto parlando, come avrete inevitabilmente dedotto dal titolo, del software per riconoscimento voce. Come me, molti di voi si saranno scottati comperando le prime, farraginose versioni di questi programmi e avranno deciso "mai più".

E' venuto il momento di ricredersi. Ho acquistato ViaVoice 98, dell'IBM (ma giuro che non è un programma nel solito, tossicissimo "stile IBM" cui ci avevano abituati bufale come il mitico EasyWriter), versione per il riconoscimento voce in inglese (esiste anche la versione italiana a circa 120.000 lire, cuffia e microfono compresi).

E funziona. Accidenti, come funziona. E' un po' noiosa la fase di addestramento per consentirgli di adattarsi al modo tutto personale che ognuno di noi ha di pronunciare le parole, ma una volta superata questa fase inizia il divertimento.

ViaVoice riconosce il parlato continuo. Basta parlare in modo chiaro, senza pause fra le parole. Anzi, più veloce andate, stranamente, e meglio e'. Se dovete battere un testo, vi basta leggerlo alla velocità alla quale leggete normalmente.

Errori? Pochi, e in rapida diminuzione. Al di là della qualità del riconoscimento audio, quello che rende validi questi programmi è l'"intelligenza" nel capire il contesto per risolvere le ambiguità, che è poi quello che facciamo noi per distinguere fra "l'ontano" e "lontano".

Cosa ancora più carina, ViaVoice impara dai suoi errori. Ad esempio, i testi che mi capita di tradurre sono pieni di numeri ("inserire la vite 8 nel foro 10..."). Dapprima ViaVoice li scriveva come parole.

Poi gli ho detto di correggersi. Ho indicato quattro o cinque volte, durante la rilettura (comunque necessaria), di sostituire "quattro" con "4". Da quel momento in poi ha "capito" che tutti i numeri che dico vanno scritti come cifre. Splendido.

Produttività? Beh, io batto a macchina a circa 60-70 parole al minuto, secondo i programmi di conteggio che uso. Fra pause per pensare, girare le pagine, riprendere il segno, sgranchirmi le dita e quant'altro, mi ci vuole un paio d'ore per tradurre in bozza una ventina di pagine.

Con ViaVoice ci metto un'ora e dieci. Cinquanta minuti netti risparmiati (e soprattutto niente indolenzimento alle dita!), un paio di volte al giorno, cambiano la vita lavorativa e migliorano quella privata (più tempo per me e per la mia famiglia e per la mia mailing list...).

Con l'arrivo di Internet è tornato di moda scrivere. Siamo diventati tutti scribacchini a furia di rispondere agli e-mail e scrivere nei newsgroup. Solo che scrivere porta via tempo e, per chi non ha dimestichezza con la tastiera, stanca molto e fa perdere il filo dei pensieri.

Rispondere a tutta la posta, ad esempio, porta via tempo e fatica in dosi industriali. Dettare le risposte invece di scriverle è un immenso passo avanti: con ViaVoice è possibile sul serio.

Intendiamoci: io ho scelto ViaVoice perché era il programma più adatto alle mie esigenze (dettare enormi quantità di testo, vocabolario enormemente espandibile).

Però non consente di comandare il computer a voce (scrive solo in Word 97) e ha esigenze notevoli: almeno un Pentium 200 con 64 MB di RAM. Questo non vuol dire che sia l'unico programma valido del suo genere: Dragon Dictate, ad esempio, pare sia un ottimo contendente. Ma io ho provato ViaVoice e lo posso consigliare caldamente: gli altri non li conosco.

 

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1998/10/06

[IxT] Rialzi tariffari Telecom? Certamente (6 ottobre 1998)

I giornali facciano pure le polemiche che vogliono, come al solito; i movimenti di consumatori si perdano pure in crociate insensate per l'abolizione del canone Telecom, efficaci quanto quella contro la TUT; tanto alla fine la Telecom avrà gli aumenti che vuole. Chiederà cento per ottenere cinquanta, che è in realtà quello che voleva ottenere in partenza.

Questa, amici, è la triste sostanza di come andranno le cose nei prossimi mesi. Le telefonate urbane aumenteranno e con loro il canone mensile. Collegarsi a Internet costerà quindi di più.

Le chiamate interurbane scenderanno di costo e chi si collega a Internet in interurbana ne sarà lieto. Ma gli altri (la maggioranza) che si collegano in rete urbana avranno penalizzazioni significative.

Inutile per ora perdersi nei dettagli e nelle ipotesi: non appena saranno pubblicate le nuove tariffe Telecom aggiornerò la mia pagina Web dedicata ai costi di accesso a Internet in Italia.

Una sola cosa è certa: conviene navigare adesso, finché costa poco; prelevate ora quei megabyte di programmi e giochini che rimandate sempre a domani!

 

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[IxT] Non solo Ericsson (6 ottobre 1998)

Negli articoli scorsi ho raccontato delle mie personali esperienze con Internet via cellulare usando un telefonino Ericsson.

Giusto per non dare l'impressione che solo Ericsson fa telefonini adatti per Internet, devo segnalare che anche Nokia produce telefonini che rispecchiano i miei consigli pratici su come dovrebbe essere un cellulare per trasmissione dati (cioe', fondamentalmente, essere collegabile al PC tramite una normale porta seriale).

Allora perché uso Ericsson? Perché quando ho fatto l'abbonamento alla rete cellulare, in Inghilterra, mi davano soltanto il telefonino Ericsson. Altrimenti avrei senz'altro considerato i modelli Nokia. Tutto qui.

 

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[IxT] Carte prepagate anche per Internet? (6 ottobre 1998)

Come per i telefonini, anche per gli abbonamenti arrivano le soluzioni prepagate. Secondo il Sole 24 Ore del 2/10/98, TIN sta per distribuire una sorta di carta Internet ricaricabile, al prezzo di 99.000 lire, che include 50 ore di accesso alla Rete. Le ricariche, disponibili a blocchi di 50 ore, costeranno 80.000 lire l'una.

Conviene? Tutto dipende da una sola cosa: da quanto usate Internet. ad esempio, un utente molto occasionale (o un turista che viene in Italia) può trovarla più conveniente di un abbonamento normale (240.000 lire all'anno o più). Ma 80.000 lire per 50 ore significano 1.600 lire l'ora, cui si sommano, se ho ben capito, i normali costi telefonici. Occhio a fare bene i conti.

Certo che se fosse incluso il costo telefonico perché si accede tramite numero verde, beh... gli utenti situati nelle zone in cui si arriva a Internet solo tramite chiamata interurbana farebbero i salti di gioia. Ma non ci contate.

Così come non vi conviene contare sulla possibilità dell'anonimato.

Solo perché non avete un abbonamento e un account fissi non significa che non sia possibile rintracciarvi. Quindi non fate cose riprovevoli pensando di essere protetti dall'anonimato! Infatti TIN chiederà sicuramente i vostri dati personali e quindi saprà come pescarvi se non fate i bravi.

E di questi tempi è facile finire nei guai, con tutta questa faccenda della pedofilia. La pedofilia non è un problema da sottovalutare, per l'amor del cielo: ma i "media" l'hanno sfruttata per creare nella gente l'associazione "Internet uguale pedofili". Se pubblico le foto delle mie bimbe, Linda e Lisa, nel mio sito Web, istigo alla pedofilia? Secondo molta gente sì. Povera Italia.

 

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1998/10/05

[IxT] Aggiornamento sui DVD (5 ottobre 1998)

In un articolo del primo semestre di quest'anno ho accennato ai problemi che affliggono i DVD, cioe' i nuovi dischetti, simili a CD, che consentono di contenere un intero film e che soppianteranno le videocassette preregistrate.

Il problema primario, come dicevo, è che i DVD hanno una protezione regionale. Grazie ad appositi chip, un disco DVD comperato in un paese può essere suonato soltanto con lettori DVD dello stesso paese. Sto semplificando, perché in realtà i codici di zona comprendono vari paesi, ma il concetto è fondamentalmente lo stesso.

Sembrebbe dunque che non sarà possibile fare con i DVD quello che facciamo con i normali CD musicali, cioe' comperarli dove ci pare (ad esempio negli USA, dove costano molto meno) e comperare dischi locali quando andiamo in vacanza. Sembrerebbe.

Nel mio articolo auspicavo che si trovasse una soluzione software a questa stupida imposizione (dettata, pare, da "esigenze di protezione antipirateria". Ma fatemi il piacere). Infatti è arrivata, ed è arrivata (ecco il nesso) via Internet.

Non sono chiaroveggente; semplicemente conosco come funziona il mondo di Internet e so per esperienza che ogni volta che qualche cervellotico dirigente del marketing impone una protezione stupida su un prodotto che interessa a tanti avere, la comunità di Internet trova la maniera di scavalcare quella protezione. La resistenza è inutile, come dicono i Borg.

E così ecco il rimedio: i lettori di DVD per computer, come sospettavo, sono effettivamente "zone-free", cioe' esenti dal controllo di zona, o sono riprogrammabili con appositi software offerti in Rete in modo da disattivare il controllo di zona. In altre parole, un lettore di DVD per computer suonerà qualsiasi DVD di qualsiasi regione del mondo. Chiedete ragguagli al rivenditore prima di comperare, comunque!

Meglio ancora: esistono anche i lettori di DVD separati dai computer, cioe' da integrare nell'impianto audio/TV di casa, privi del controllo di zona. Costano una cifra (quasi due milioni, contro le 3-400.000 di un lettore per PC), ma esistono. Il trucco è comperarli in un paese che, secondo gli accordi internazionali, è esentato dal controllo di zona sui DVD. La Svezia, ad esempio, gode di questa esenzione.

Naturalmente in teoria i lettori di DVD "sprotetti" sono da vendere soltanto ai residenti, ma sappiamo tutti come aggirare questo inconveniente del tutto secondario...

 

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