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2003/02/22

[IxT] #2003-013 (22/2/2003). “Asereje“, canzone del diavolo (o del cavolo)

Sta circolando ormai da ottobre del 2002 la diceria secondo la quale Asereje, la canzone delle Las Ketchup, sarebbe un inno a Satana. L'appello che circola più frequentemente presenta la vicenda in questi termini:

“E così viene fuori che la canzone dell'anno, Asereje, è in realtà un inno a Satana. In pratica le Ketchup (la salsa rossa che sembra sangue) hanno fatto sì che tutti cantassimo questa canzone senza sapere esattamente cosa cantavamo, e facendoci credere che le parole erano senza senso.

E così tutti a cantare inni a Satana, cosa che al principe delle tenebre avrà fatto sicuramente piacere. Sembra addirittura che nella repubblica Domenicana, a Porto Rico e in Honduras questa canzone sia stata proibita.

Asereje vuol dire "essere eretico", o in spagnolo "un ser hereje", dove A sta per "uno" o "un".

Il coro: "Asere je ja de je de jebe tu jebere seibunouva Majabi an de buguni an de buididipi". Ecco la traduzione: "Sii eretico (asereje) Jehovah (Ja - il nome di Dio) ti permette di esistere (je de jebe tu jebere). Inchinati (Majabi) e noi ti guideremo" (la combinazione delle ultime parole in spagnolo).

Sembra quindi molto grave che un sacco di persone ripetano più e più volte questa canzone senza sapere cosa stanno dicendo. Secondo questi rituali le parole hanno un potere, e per questo vanno ripetute.

Anche il nome Ketchup può essere diviso in "Shit Up", inteso come attacco ai Cieli.

Il vero significato dell'intera canzone è in effetti molto simile ad alcuni rituali satanici. Per esempio si parla di brujeria, che vuol dire stregoneria... Eccolo nella traduzione inglese:

friday night it's party time

feeling ready looking fine,

viene diego rumbeando,

with the magic in his eyes

checking every girl in sight,

grooving like he does the mambo

he's the man alli en la disco,

playing sexy felling hotter,

he's the king bailando et ritmo ragatanga,

and the dj that he knows well,

on the spot always around twelve,

plays the mix that diego mezcla con la salsa,

y la baila and he dances y la canta



Chorus:

aserejè ja de jè de jebe tu de jebere seibiunouva,

majavi an de bugui an de buididipi,

aserejè ja de jè de jebe tu de jebere seibiunouva,

majavi an de bugui an de buididipi

many think its brujeria,

how he comes and disappears,

every move will hypnotize you,

some will call it chuleria,

others say that its the real,

rastafari afrogitano

he's the man alli en la disco,

playing sexy felling hotter,

he's the king bailando et ritmo ragatanga,

and the dj that he knows well,

on the spot always around twelve,

plays the mix that diego mezcla con la salsa,

y la baila and he dances y la canta



Infine avete notato che nel video, nelle nuvole dietro il tetto sulla spiaggia c'è la faccia del Diavolo?”

Trovo particolarmente difficile spiegare come mai il testo di Asereje non è un inno a Satana, perché è assolutamente ovvio che non lo è. O almeno dovrebbe essere ovvio a qualsiasi persona di buon senso. E' un po' come tentare di spiegare perché l'acqua è bagnata. Ma ci provo lo stesso: la versione più dettagliata di questa indagine è nell'archivio del Servizio Antibufala, presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/asereje.htm

Vediamo quali sono gli indizi che “proverebbero” la natura demoniaca del testo. Si comincia con quell'accenno al fatto che il ketchup, il prodotto che dà il nome al gruppo musicale, “sembra sangue”. Perché il sangue debba essere un riferimento al demonio non è chiaro, ma sono sicuro che quelli dell'AVIS saranno entusiasti di essere involontari satanisti. E tutte le volte che abbiamo messo il ketchup sulle patatine, forse abbiamo fatto un'invocazione a Satana? Siamo seri.

Secondo indizio: “Sembra addirittura che nella repubblica Domenicana, a Porto Rico e in Honduras questa canzone sia stata proibita.”. Sarebbe interessante avere qualche riscontro a quest'affermazione, ma in realtà tutto quello che si trova in Rete è un sito, Laparoladellafede.it (http://www.laparoladellafede.it/News/News4/Asereje.htm), che sembra riportare integralmente un articolo tratto dalla “Sezione Spettacoli, pag. 21” di un giornale, forse La Stampa. Secondo questo articolo, "la clamorosa denuncia viene dall´Honduras dove alcuni religiosi hanno proibito ai ragazzi di ascoltare la canzone... Il testo, decifrato, nasconderebbe nientemeno che un'ode al Diavolo. La strabiliante rivelazione è arrivata lunedí scorso in un reportage di «Tiempo», il principale giornale della capitale honduregna Tegugicalpa. Le accuse sulle presunte intenzioni demoniache delle Las Ketchup... sono arrivate in Honduras via e-mail dal Messico. La band ha già replicato, assicurando che la sua Aserejé non significa assolutamente niente."

L'articolo ripete le argomentazioni presenti nell'appello e ne aggiunge qualcuna ancora più strampalata, commentando che "dopo tante panzane, l'unico effetto che ci si aspetterebbe sarebbe una bella risata alla faccia del buontempone che si è spremuto il cervello per partorire tali stramberie. E invece i religiosi dell'Honduras hanno «abboccato». «Se la canzone non ha significato apparente, è perché nasconde qualcosa. É meglio non ascoltare canzoni di dubbio contenuto», dice Rolando Sánchez, assistente di Vita Spirituale dell'Istituto Dipartimentale Evangelico. E padre Saturnino Senis, parroco della Cattedrale San Pedro Apóstol, sottolinea sempre su «Tiempo»: «Chiedo a tutta la società e ai giovani in particolare di avere un senso critico, di essere intelligenti e di non lasciarsi influenzare dai messaggi subliminali che nascondono le canzoni».”

L'articolo insomma parla sì di Honduras, ma accenna soltanto a un'esortazione di un religioso a “non ascoltare canzoni di dubbio contenuto” (si vede che da quelle parti non hanno certi cantanti nostrani) e di certo non parla di divieti ufficiali.

Sulla teoria che certe canzoni contengano “messaggi subliminali” c'è un'amplissima letteratura, sulla quale non mi dilungo: sono decenni che le menti più sconsiderate, ossessionate dal ricercare il demonio nella musica rock quando invece ci sarebbero ben altri problemi cui dedicare le proprie energie e ben altre fonti alle quali attribuire i mali del mondo, ascoltano i dischi al contrario (all'epoca del vinile era più facile far girare un disco all'indietro) e si lanciano nelle più sfrenate interpretazioni e storpiature pur di far corrispondere ciò che sentono con ciò che vogliono sentire a tutti i costi.

E' gente che sentirebbe messaggi demoniaci anche in “Fratelli d'Italia”, che a proposito parla proprio di “sangue”, e contiene la parola “demonio”. Non ci credete? Rileggetevi il testo (http://www.liberliber.it/biblioteca/m/mameli/fratelli_d_italia/html/fratelli.htm): “Il sangue d'Italia e il sangue Polacco bevé col Cosacco”. Ribrezzo a parte, se il richiamo al ketchup delle cantanti di Asereje è satanico, che dire di un inno che parla di bere sangue? E se prendete il verso “Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma”, noterete che basta prendere una lettera ogni quattro per trovare la parola D-E-V-I-L.

Sto scherzando, ovviamente: mi sono appena inventato questo esempio di sana pianta, giusto per dimostrare che volendo si può trovare qualsiasi cosa in qualsiasi testo: basta usare delle regole arbitrarie, magari tentandone un po' a casaccio finché se ne trova una che calza, e scatenare un po' la fantasia, che galoppa bene specialmente se è malata.

Per calare un velo pietoso sull'illazione che “Asereje” voglia dire "essere eretico", o in spagnolo "un ser hereje", basta una semplice considerazione: tutto dipende da quanto siete disposti a considerare accettabile storpiare i suoni pur di “dimostrare” la tesi. C'è una bella differenza fra il suono “asereje” e “un ser hereje”: se non ci credete, chiedetelo a un amico spagnolo e ve lo chiarirà, sempre che riesca a star serio di fronte a una “tonteria” simile. Con questo criterio, allora “cavolo” e “diavolo” sono la stessa parola, e si può dimostrare tutto e il contrario di tutto. Quando mamma vi diceva che siete nati sotto un cavolo, intendeva forse dire che eravate il frutto di un rapporto con Lucifero?

Sulla “traduzione” del coro posso proporvi la stessa verifica: chiedete a uno spagnolo di leggere “Asere je ja de je de jebe tu jebere seibunouva Majabi an de buguni an de buididipi" e poi di tradurvelo (se ci riesce). A parte il fatto che comunque la “traduzione” proposta dall'appello è semmai un inno alla tolleranza religiosa (“sii eretico, Dio ti permette di esistere”) e di Satana non parla proprio.

Lo stesso vale per l'altra affermazione secondo la quale “il nome Ketchup può essere diviso in 'Shit Up', inteso come attacco ai Cieli.”. Che ci vuole? Basta cambiare una K in “sh”, una E in I, un “tch” in T, ossia fare qualche “trascurabilissima” modifica, e il gioco è fatto. Sempre ammesso che crediate che “shit up” (letteralmente “(fai / manda) la cacca all'insù”) si possa considerare come un “attacco ai Cieli”. Che pena.

Infine, sull'accenno alla “brujeria” (stregoneria), è interessante notare che secondo le versioni spagnole del testo disponibili online, ad esempio presso http://www.lyricsmania.com/l/lasketchup/001.html, la frase incriminata è “No es cosa de brujeria”, ossia “non è stregoneria” . Non mi sembra una frase a sostegno delle arti demoniache.

Un'ultima cosa: se qualcuno vuole cimentarsi nel trovare la “faccia del diavolo” che sarebbe nascosta nel video della canzone, presso Clarence.com c'è il filmato (http://www.clarence.com/contents/musica/speciali/020903lasketchup); lo trovate anche nel sito apposito del ketchup Heinz (http://www.terra.com.ve/especiales/lasketchup). Naturalmente, se trovate il faccione di Belzebù, mandatemi il fotogramma!

Cerco Max di febbraio

Qualcuno ha a portata di mano il numero di febbraio della rivista Max? Ho appena finito un'intervista con la loro redazione (dovrebbe uscire il mese prossimo), ma pare si sia parlato del Servizio Antibufala a proposito della celebre foto di Bush coi tappi sul binocolo:

http://www.attivissimo.net/antibufala/bush_binocolo.htm

Se qualcuno me ne potesse mandare una scansione per i miei archivi, gliene sarei grato!

Due o tre commenti sul Tablet PC

Avete visto tutta la pubblicità per i Tablet PC? Vi siete chiesti anche voi come mai zio Bill si è ridotto a fare il piazzista presso i capi di stato per questo strano oggetto? Trovate un mio commento in proposito in un articolo che ho scritto per Apogeonline. Si intitola "Prof, il cane mi ha mangiato il Tablet PC" e lo trovate qui:

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/02/18/01/200302180101

Linux e Opera sul telefonino

Novità interessanti per il mondo dei cellulari. Motorola ha annunciato un cellulare, l'A760, il cui sistema operativo è basato su Linux e Java:

http://www.telefonino.net/cgi-bin/news.asp?n=7795

Nel frattempo esce la versione del browser Opera per cellulari, in particolare per il Sony Ericsson P800:

http://www.telefonino.net/cgi-bin/news.asp?n=7788

Questo è quello che intendevo quando dicevo che non è detto che Internet Explorer resti a lungo il browser più diffuso. Il numero dei cellulari in circolazione è dieci volte superiore a quello dei computer, per cui basta che il dieci per cento degli utenti cellulari abbia un telefonino dotato di Opera, e Internet Explorer passa in minoranza. Meditate, webmaster ottimizzati per Internet Explorer, meditate.

In Inghilterra più Jedi che buddisti

Nel 2001 si è tenuto qui in Inghilterra il censimento, e fra le domande c'era anche quella sulla religione. Un po' per scherzo, un po' per protesta contro una domanda considerata da molti piuttosto invadente, si è scatenata via Internet una campagna per rispondere "Jedi" (come i cavalieri Jedi di Guerre Stellari).

La campagna ha avuto un bel successo: secondo i dati ufficiali recentemente pubblicati, oltre 390.000 persone hanno dichiarato di essere di fede Jedi nel modulo: un numero maggiore di quello degli ebrei, dei buddisti e dei sikh. Questo è quanto riferisce Yahoo il 13/2/2003:

http://story.news.yahoo.com/news?tmpl=story&ncid=573&e=1&cid=573&u=/nm/20030213/od_nm/jedi_dc

Al successo della campagna ha contribuito la diceria (infondata) che bastassero diecimila aderenti per far riconoscere "Jedi" come una religione ufficiale.

Il rapporto ufficiale, con "Jedi" in bella mostra nelle categorie di analisi, è disponibile qui (guardate a pagina 18):

http://www.statistics.gov.uk/census2001/pdfs/section5part3.pdf

Chi usa Linux? Nessuno...

Per la serie "tanto Linux non lo usa nessuno", inaugurata qui:

http://www.zeusnews.com/news.php?cod=1348

ai nomi già citati di Amazon.com, British Petroleum e la DreamWorks (quelli di Shrek) ho il piacere di aggiungere quello della Pixar (Toy Story, per intenderci), come descritto in un articolo di Cnet:

http://news.com.com/2100-1001-983898.html

Non gioiscano coloro che detestano Microsoft: l'adozione di Linux da parte della Pixar infatti non avviene a danno di Windows, ma a danno di software e hardware Sun. Per generare tutta quella grafica ci vuole una bella potenza di calcolo, che finora è stata fornita (a caro prezzo) appunto da Sun: ora Pixar genererà i propri film digitali usando un sistema Linux costituito da 1024 processori Xeon di Intel.

Quindi quando andate a vedere il prossimo film della Pixar, state guardando Linux al lavoro.

Le crepe dello Shuttle

Ho radunato le analisi e le indagini fatte in questi giorni a proposito della foto delle presunte "crepe" nello Shuttle Columbia. Se vi interessa, le trovate in forma riordinata e condita di moltissime foto nella pagina antibufala che ho preparato sul tema:

http://www.attivissimo.net/antibufala/shuttle_columbia_foto_crepe.htm

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/02/06

[IxT] #2003-012 (6/2/2003). Bufale Shuttle, ne parliamo stasera a Caterpillar

Se vi interessa, stasera a Caterpillar (Rai Radiodue, dalle 18 alle 19) si parla delle bufale dello Shuttle: la profezia di Nostradamus e la foto fasulla delle crepe. Se tutto va bene, dovrei fare capolino in trasmissione, con gli ultimi aggiornamenti.

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/02/05

[IxT] #2003-011 (5/2/2003). Foto Shuttle, spiegato il mistero

Grazie alle segnalazioni di Alex, un lettore di ZeusNews.it, il mistero della foto delle presunte "crepe" del Columbia è risolto. Presso questo sito

http://www.strangecosmos.com/view.adp?picture_id=8206

trovate una foto panoramica del vano di carico (la seconda, appena sotto la foto delle "crepe") che mostra inconfondibilmente, sulla destra, l'oggetto nero che nella foto misteriosa sembrava avere la forma di una freccia.

L'immagine è panoramica, e quindi all'estrema destra e sinistra mostra il retro della cabina dello Shuttle, visto _da fuori_. Nel vano di carico c'è infatti una telecamera, comandabile dall'interno della navetta. E' presumibile che sia stata questa telecamera a riprendere l'immagine delle "crepe".

Sul sito della Nasa c'è un'immagine panoramica in Quicktime VR:

liftoff.msfc.nasa.gov/shuttle/lms/vr/bay_vr4.mov

Scaricatela e ruotatela verso destra: compare indiscutibilmente l'oggetto nero, che è uno dei perni di accoppiamento sui quali si innestano i portelloni del vano di carico.

La superficie triangolare più scura che si nota in alto nella foto delle presunte crepe non è dunque un'ala, ma una porzione della superficie terrestre. Lo si vede bene osservando il filmato intero, nella sua versione trasmessa in televisione (a proposito, se qualcuno ne ha una copia digitale, me la può mandare?): la presunta "ala" si sposta rispetto al resto della struttura della navetta.

Non sono ancora riuscito a trovare un'altra immagine dell'oggetto che forma la "crepa" che nell'immagine misteriosa compare in basso a sinistra (quella che a detta di alcuni sarebbe tenuta insieme dal nastro adesivo), ma credo sia solo una questione di tempo (che non ho) da dedicare alla ricerca negli archivi foto e video della Nasa.

Una cosa è certa: l'immagine mostrata con tanto clamore da giornali e telegiornali è un'inquadratura del vano di carico e non c'entra niente con le ali.

Mistero risolto, dunque. Ora resta da vedere quanto tempo ci metteranno i media "ufficiali" a rimangiarsi lo scoop maldestramente sbattuto in prima pagina. Se sono riuscito a risolverlo io con l'aiuto dei lettori, come mai non ci sono riusciti loro pur avendo mezzi ben più potenti? Se vi vien voglia di mormorare "voglia di scoop", non siete soli.

Ciao da Paolo.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

2003/02/04

[IxT] #2003-010 (4/2/2003). Shuttle: si incrina la teoria delle crepe

Ho la triste impressione che questa storia delle crepe della navetta si stia trasformando in una bufala: non per malizia, ma seguendo il classico copione che seguono tante analisi fatte a caldo dopo le tragedie.

La cosa che più mi dispiace è che si stanno accavallando dichiarazioni anche apparentemente autorevoli che però si contraddicono, per cui vorrei fare il punto di quello che si sa veramente.

Cominciamo con ordine: anche ammettendo che quelle che si vedono siano crepe, sono sicuramente sulla parte superiore della navetta, non in quella inferiore dove si sospetta sia avvenuto l'impatto al decollo e si sia scatenato il danno che ha poi causato il disastro. Lo si capisce da due considerazioni molto semplici: la prima è che l'intera parte inferiore della navetta è nera (grigio molto scuro, per essere pignoli), mentre la zona mostrata nel filmato è bianca. La seconda è che sullo Shuttle non ci sono finestrini che guardano sotto. Nulla a che vedere, dunque, con i danni sotto l'ala sinistra di cui si parla tanto.

C'è poi una terza considerazione: siccome i finestrini della navetta sono soltanto nella cabina (guardano davanti, di lato, sopra e dietro), il punto di vista dell'immagine deve per forza essere dalla parte anteriore verso la coda. Pertanto quello inquadrato è il lato destro della navetta, sul quale però non c'è alcun sospetto di impatti che potrebbero aver causato danni. Insomma, le "crepe" sono sicuramente situate sopra (non sotto) e sul lato destro (anziché sul sinistro).

E veniamo alle dichiarazioni degli esperti. Con tutto il rispetto per le persone coinvolte, che non sono certo i primi arrivati, ci sono delle contraddizioni piuttosto evidenti.

Ricevo infatti da un lettore (luigi.f***o) questa nota: “Le "fessure" dello shuttle Columbia che si vedono oggi nelle foto delle prime pagine dei giornali di tutto il mondo non sono sull'ala. Ciò per il semplice motivo che da nessun finestrino della navetta è possibile vedere l'ala del veicolo. Lo ha reso noto l'ing. Andrea Lorenzoni, responsabile dell'Agenzia Spaziale Italiana per la International Space Station (ed ex candidato astronauta italiano) dopo che questa circostanza è stata appena confermata dagli esperti delle altre sei agenzie che partecipano alla realizzazione della Iss (la stazione spaziale internazionale): oltre a Nasa e Esa, le agenzie di Canada, Russia, Giappone, brasiliana.”

Una dichiarazione analoga è riportata qui, come segnalatomi da "glucrezi":

http://www.repubblica.it/online/esteri/navettatre/nasa/nasa.html

Lorenzoni ha probabilmente ragione sul fatto che le "crepe" non sono sulle ali, ma attenzione: lui e gli altri esperti citati si sbagliano nel dichiarare che "da nessun finestrino della navetta è possibile vedere l'ala del veicolo". Per verificarlo è sufficiente consultare questa foto dell'archivio NASA, relativa proprio all'ultima missione del Columbia e ripresa dai finestrini posteriori, guardando verso il vano di carico:

http://spaceflight.nasa.gov/gallery/images/shuttle/sts-107/html/s107e05354.html

shuttle ali visibili

Attenzione, dunque, nell'accettare ciecamente anche quello che dicono gli esperti.

Ma allora cosa si vede nella foto? E' questo il problema fondamentale: nessuno ha preso in mano un modello dello Shuttle, con il suo carico (lo Spacehab), e ha cercato di ottenere la stessa inquadratura. Per ora ci sono solo ipotesi, ma basterebbe questo semplice esperimento per risolvere il problema una volta per tutte.

Un lettore, dipendente di una società aerospaziale che desidera restare anonimo, mi ha segnalato questa foto:

http://www.esa.int/export/esaHS/SEMQKR39ZAD_research_1.html

spacehab

che mostra appunto il vano di carico di un'altra missione Shuttle, contenente lo Spacehab esattamente come il Columbia. Guardate la zona appena a sinistra della deriva (per chi guarda), intorno all'emblema "Nasa". Ci sono due strutture nere filiformi, molto simili alla "crepa" ritratta nel filmato, come si può notare in questo dettaglio:

dettaglio shuttle

Inoltre c'è lo Spacehab, che ha una guaina termica bianca flessibile composta di tanti pannelli quadrati, a mo' di trapunta, che si spiegazza non poco proprio perché è flessibile. La si vede bene in questa foto NASA:

http://spaceflight.nasa.gov/gallery/images/shuttle/sts-107/html/s107e05353.html

guaina Shuttle

Quella guaina è assai probabilmente la zona "ammaccata" visibile a destra nel filmato delle crepe.

Anche gli astronauti italiani Cheli e Guidoni hanno offerto delle spiegazioni: entrambi dubitano che si tratti di un'immagine di un'ala, ma la spiegazione data per la "crepa" inferiore a mio parere non regge (sarebbe un pezzo di filo tenuto attaccato alla superficie dello Shuttle da due pezzi di nastro adesivo). Suvvia, difficilmente si attaccano i pezzi di filo con lo Scotch all'esterno della navetta. Le due bande bianche hanno più l'aria di essere riflessi di fonti luminose nel finestrino.

Resta anche il mistero intorno all'oggetto a forma di freccia nera in alto nell'inquadratura. Nessuna delle fonti anche ufficiali che ho sentito l'ha saputa giustificare. Può anche darsi che sia davvero una freccia aggiunta graficamente per indicare un dettaglio, e sfuocata a furia di copiare e ritoccare l'immagine.

Grazie a tutti per il materiale che mi avete mandato. Appena si sono calmate le acque, preparo una pagina antibufala, nella speranza di scoraggiare i complottisti che ricameranno su quella foto per anni, proprio come per gli sbarchi lunari.

La radio a colori: truffe telefoniche con SMS e 899

Domani (5/2) dovrei essere in diretta a Radio Rai, nel programma "La Radio a Colori", intorno alle 12.30: si parlerà di quei pestiferi SMS che ti invitano a chiamare un numero dal prefisso 899 e ti spillano cinque euro. Farò nomi e cifre. Si spera intervenga anche Telecom.

Diritti digitali, dietrofront?

Nel frattempo, l'informatica va avanti, e ci sono delle novità interessanti sul fronte dei diritti digitali. Battono improvvisamente in ritirata le principali iniziative di legge per castrare la pirateria video e musicale e con essa i diritti dei consumatori onesti. Intanto si scopre che i peggiori pirati si annidano proprio a Hollywood. Qualcuno si sta svegliando?

Tutti i dettagli qui:

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/02/04/01/200302040101

Ciao da Paolo.

 

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[IxT] #2003-009 (4/2/2003). Shuttle, ci mancava solo Nostradamus; le crepe

Nella missione della prima stella azzurra,
un figlio della terra santa tra i sette perirà,
mentre la nave discende cielo volta celeste,
stella solitaria sparsa di relitti.

Non poteva mancare, nella tragedia dello Shuttle Columbia, la profezia di Nostradamus, e non poteva fare a meno di circolare una catena di sant'Antonio che dice "guarda, Nostradamus aveva previsto tutto".

La "profezia" è invece inventata di sana pianta. Infatti nelle opere di Nostradamus, facilmente consultabili online per esempio presso

http://esoterism.com/nostradamus/bien2.htm

non vi è traccia di una quartina del genere.

La versione inglese in cui circola questa bufala di pessimo gusto è questa:

In the mission of the first blue star,
a child of the holy land among the seven shall perish,
as the ship descends heavens sky,
the lone star bescattered with wreckage.

La traduzione italiana è opera mia, per cui potrebbero circolarne altre varianti.

La "stella azzurra" sarebbe la stella di Davide, simbolo dell'israeliano Ilan Ramon, uno dei sette astronauti periti nel Columbia, e la "stella solitaria" sarebbe il simbolo del Texas (noto come "Lone Star State" per via della sua bandiera).

La falsa profezia ha iniziato a circolare subito dopo la notizia, l'1-2 febbraio 2003 (a seconda del fuso orario). Ulteriori conferme della falsità dei versi sono disponibili presso Snopes.com:

http://www.snopes.com/inboxer/hoaxes/shuttle.asp

Foto della crepa, prendere con le pinze

Repubblica.it, Rai.it, Corriere.it e sicuramente altri giornali stanno pubblicando sui propri siti una foto che circola in Israele e che sarebbe tratta da un filmato eseguito durante la missione del Columbia e mostrerebbe delle "crepe" o dei danni alla superficie della navetta.

La versione del Corriere è qui:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/02_Febbraio/03/crepe.shtml

crepe shuttle

Consiglio di prendere con estrema cautela queste immagini, perché mi sembrano presentate in modo estremamente affrettato e superficiale, alla ricerca dello scoop. Innanzi tutto non è assolutamente chiaro quale parte della navetta sia inquadrata: tenendo presente che i finestrini sullo Shuttle guardano davanti, verso il muso, in alto e verso il vano di carico (aperto durante la missione), non si capisce come sia possibile un'inquadratura come quella mostrata.

Secondo Corriere.it, "lo scatto è stato ricavato a partire dalle riprese di una telecamera che si trovava a bordo della navicella, e che è stata utilizzata in occasione di una telefonata tra il primo ministro israeliano Ariel Sharon e il colonnello Ilan Ramon... durante la conversazione, Ramon ha voluto condividere con Sharon lo spettacolo della Terra vista dallo spazio. La telecamera allora ha inquadrato il Pianeta e parte dello Shuttle, compresa l'ala sinistra e quelle che oggi sembrano essere due lunghe fessure."

Può darsi che sia invece un'inquadratura dello Spacehab, il modulo-laboratorio situato nel vano di carico; sto raccogliendo foto e dettagli sullo Spacehab (ho già visitato il relativo sito), e ci sono strutture simili a quella mostrata nella foto, comprese delle coperture termiche che sono intenzionalmente flessibili e quindi fatte per ripiegarsi accartocciandosi. La crepa è comunque un'anomalia.

Non si capisce, inoltre, cosa sia quell'oggetto nero che sembra sporgere dalla superficie: non è un normale componente della superficie esterna dello Shuttle, dato che la navetta non può avere sporgenze non aerodinamiche sulla superficie esterna per ovvi motivi.

So che fra voi ci sono persone molto esperte in materia. Se avete modo di chiarire la faccenda, ve ne sarò grato.

Ciao da Paolo.

 

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2003/02/01

[IxT] #2003-008 (1/2/2003). Shuttle

Come probabilmente già sapete, la navetta Columbia si è disintegrata al rientro nell'atmosfera. Le possibilità di sopravvivenza delle sette persone dell'equipaggio sono minime.

I miei pensieri sono con i familiari dell'equipaggio e con tutti coloro che verranno coinvolti da questa tragedia. Volare nello spazio è rischioso, non è un mistero, e gli astronauti e i loro familiari affrontano questo rischio con serena consapevolezza. Ma quando succedono gli incidenti, fa male lo stesso.

Nei prossimi giorni si leveranno molte teste parlanti a blaterare delle possibili cause e inevitabilmente si faranno le ipotesi più assurde da parte dei soliti incompetenti. Si parlerà della presenza di un astronauta israeliano a bordo e di attentati, assolutamente impossibili alla quota e alla velocità a cui stava rientrando. Si farà notare ossessivamente che l'incidente è avvenuto proprio nella stessa settimana dell'incidente del Challenger del 1986 (il 28 gennaio) e sicuramente sentirete un sacco di altre stupidaggini, comprese le profezie di Nostradamus.

Proprio per questo, rileggo nauseato quello che ho scritto ieri in questa newsletter a proposito della sperimentazione dei protocolli Internet a bordo della navetta: "non fatevi venire il panico pensando che qualche aggressore possa prendere il controllo dello Shuttle e farvelo cadere in testa."

Vorrei tanto non aver scritto queste parole ora diventate così infelici.

A nessuno venga il dubbio, neppure per un momento, che questa sperimentazione possa aver avuto un ruolo nel disastro e che un "hacker", nel senso deteriore ormai consolidato di questo termine, possa aver influito sui sistemi di bordo durante il rientro. Spero solo di non aver suggerito un'altra ipotesi di complotto a qualche mentecatto.

Ciao da Paolo.

 

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