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2014/02/24

Antibufala: “Talking Angela” NON è un’app di pedofili

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2014/03/01.

Isteria in Rete per un'app presente nell'App Store di Apple e in Google Play e denominata Talking Angela: è accusata di essere gestita da un pedofilo. Secondo l'allarme che sta circolando, l'app sarebbe stata “rubata” da un pedofilo che la usa per ottenere informazioni dai bambini facendo loro delle domande.

Un'altra accusa è che il pedofilo entrerebbe nello smartphone attraverso quest'app e manderebbe dei virus. Ciliegina sulla torta, circola la diceria che se si ingrandiscono gli occhi della gattina si vede la casa e si scorge a volte anche il pedofilo in questione.

Si tratta di panzane assolute (specialmente l'ultima, che la dice lunga sulla diffusione del pensiero magico fra gli utenti e sulla loro profonda ignoranza di come funziona l'industria delle app): l'allarme è totalmente fasullo, secondo Sophos e Snopes.com, e risale ad almeno un anno fa. Se davvero ci fosse qualche pericolo, l'app sarebbe stata rimossa da tempo dall'App Store e da Google Play.

Il Guardian ha intervistato i creatori di Talking Angela a febbraio 2014: l'azienda, Outfit7, ha smentito ogni accusa, chiarendo che le conversazioni sono prodotte con un sistema automatico (chatbot), non da una persona. Considerato che l'app è stata scaricata oltre 50 milioni di volte, per avere una persona dietro ogni conversazione occorrerebbe un esercito intero di operatori. L'azienda ha comunque chiarito che dalle conversazioni vengono estratte e trasmesse ai suoi computer alcune informazioni, come l'età dichiarata dall'utente, a fini statistici, come dichiarato nelle FAQ.

Nonostante tutto, continua il passaparola isterico di accuse completamente infondate. Sophos segnala anche graficamente il livello di diffusione del delirio intorno alle parole “talking angela”.

Ho installato Talking Angela sul mio iPad per studiarla direttamente e risulta che è semplicemente un'app come tante che usa la fotocamera per riconoscere le espressioni facciali dell'utente, usa il microfono per dialogare e guadagna esponendo pubblicità (statiche e video) e convincendo gli utenti a fare acquisti in-app e installare altri giochi della stessa casa produttrice. Nella modalità adulto, e solo in quella, consente anche delle chat con un sistema automatico che simula un interlocutore (il chatbot citato prima). Se c'è una cosa che si può criticare, è la facilità con la quale anche un bambino può attivare la modalità adulto.

C'è un modo molto semplice per sapere se Talking Angela mette in contatto con una persona reale (il presunto pedofilo, secondo alcuni) o dialoga in modo automatico usando frasi preconfezionate memorizzate nell'app: mettere il telefonino o il tablet in modalità aereo. Se lo fate, il dialogo continua sconclusionato come prima (immettendo parole a caso si ottengono risposte completamente slegate) e senza che nessun dato venga trasmesso.

Ecco un breve esempio del dialogo senza senso di Angela (con un iPad connesso a Internet):




Io: Mi piacciono gli unicorni.
Angela: Ottimo. Alla maggior parte della gente servono vestiti per lavoro o per scuola, qualcosa che dia loro un aspetto professionale e un po' più elegante.
Io: Io vivo a Lugano.
Angela: Io vivo con i miei coinquilini in un appartamento a Parigi.
Io: Io vivo in una scatola di cartone.
Angela: Grazie di avermelo detto. Ti piacciono gli animali?

Quella che viene interpretata come la “casa del pedofilo” (che sarebbe, fra l'altro, un idiota assoluto a rivelarsi così banalmente) è semplicemente l'immagine usata durante il rendering della gattina digitale, effettuato per generare un riflesso realistico nei suoi occhi. L'immagine è molto sgranata e la fantasia di chi guarda aggiunge dettagli inesistenti: potrebbe in effetti trattarsi di una strada con alcune case, cosa che peraltro avrebbe senso vista l'ambientazione del gioco (la gattina sta all'aperto in una via e quindi sarebbe sensato generare il riflesso negli occhi usando l'immagine di una strada). Ecco due screenshot che ho acquisito dalla mia installazione:

Screenshot reale acquisito da me.

Screenshot reale acquisito da me.


Intorno a quest'app è nata e prospera una sorprendente collezione di immagini e notizie false, come questa presunta immagine del pedofilo, che alimentano una paura ingiustificata. Per esempio, la notizia della scomparsa di un bambino, tale Eli Moreno, in seguito all'uso di Talking Angela è una frottola inventata da un sito satirico (altri dettagli). Anche l'immagine qui sotto è un falso utilizzato in vari video per attirare traffico e generare guadagni.

IMMAGINE FALSIFICATA.


Il vero pericolo di Talking Angela e di tutte le app di questo genere, pensate per i bambini, è che invitano insistentemente a fare acquisti in-app di oggetti virtuali a prezzi assolutamente indecenti, che si pagano tramite la carta di credito (o carta iTunes) memorizzata nell'account legato all'iPhone o iPad. Soldi veri in cambio di oggetti immaginari: un affare d'oro che ha fruttato ricavi per circa 4 miliardi di dollari nel 2013 ad Apple e Google.

Notate il “petto di monete d'oro”
(in originale immagino fosse “chest”) a 10 franchi
L'app invita insistentemente a sbloccare gli acquisti in-app.
Questo è il vero pericolo.


Se siete preoccupati per queste cose, imparate a usare le Restrizioni per non permettere l'installazione di app o gli acquisti in-app e per bloccare l'accesso a fotocamera e microfono per tutte le app, invece di lanciarvi in una caccia alle streghe digitale. Tutto qui.


AVVERTENZA: Visto il clima di paranoia che si è creato intorno a questa vicenda e visto che il diffondersi di dicerie incontrollate sta causando angosce inutili a genitori e bambini, cestinerò qualunque commento che accusi Talking Angela senza presentare prove precise. Non farò da cassa di risonanza alla vostra irresponsabilità.

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