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2014/02/15

Test: quanto a lungo rimane visibile una foto cancellata su Facebook?

Stanotte verso l'una del mattino ho postato su un mio account Facebook di test la foto che vedete qui accanto e poi l'ho eliminata subito. Prima di eliminarla, però, ho preso nota del suo indirizzo alternativo sulle CDN (Content Delivery Network) usate da Facebook.

Prendere nota di questo indirizzo è semplice: basta visualizzare la foto a tutto schermo e fare clic destro per far comparire un menu a tendina dal quale si sceglie la voce che consente di memorizzare il link dell'immagine.

Diciotto ore dopo essere stata formalmente rimossa da Facebook, la foto era invece ancora pubblicamente accessibile a chiunque. Provateci anche voi: cliccando qui, la vedete ancora?

Questa caratteristica di funzionamento di Facebook ha diverse implicazioni di privacy. Prima di tutto, significa che chi visualizza una foto (magari una foto pensata per essere condivisa solo con gli amici o il partner) può poi condividerne il link con chiunque, non solo con gli utenti di Facebook ma con qualunque persona abbia accesso a Internet. L'indirizzo CDN, infatti, è visibile a tutti.

Certo, se una persona vuole disseminare una foto presente su Facebook ci sono molti altri modi (per esempio, basta salvarla e poi ripubblicarla, oppure fare uno screenshot e condividerlo), ma questo sistema ha il vantaggio di attestare che la foto è stata realmente pubblicata su Facebook.

Posso immaginare facilmente situazioni nelle quali questa persistenza delle foto cancellate può causare guai. Lei manda una propria foto sexy a lui via Facebook, impostandola visibile solo a lui (e fidandosi delle false promesse di privacy di Facebook); poi lei si pente del gesto e cancella la foto. Lui la vede e ne salva una copia e ne registra l'indirizzo CDN. Violando la promessa di privacy verso di lei, lui mostra la foto agli amici (un vero gentiluomo) e ne dimostra l'autenticità usando l'indirizzo CDN, oppure manda direttamente agli amici l'indirizzo CDN.

Un altro scenario: due rimbambite (il bullismo esiste anche al femminile) pubblicano su Facebook, impostandola come “privata”, la foto dei loro maltrattamenti a una compagna di scuola. L'episodio di bullismo viene a galla e un compagno trova la foto e la fa circolare. Le rimbambite la cancellano e si difendono affermando che è falsa, ma vengono inchiodate dalla sua persistenza sulla CDN perché il compagno ha salvato anche l'indirizzo CDN dell'immagine.

È inutile menare il can per l'aia: Facebook, come tutti i social network, è una gigantesca macchina per fare soldi fabbricando illusioni di privacy e spingendo gli utenti a pubblicare e condividere qualunque cosa, facendo loro credere di essere garantiti quando in realtà sono soltanto mucche da mungere. Sarebbe ora di smettere di farsi fregare.

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