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1998/07/24

[IxT] Brutte traduzioni: di chi è la colpa? (24 luglio 1998)

A proposito di traduzioni. Sapete perché le traduzioni dei programmi fanno così pena? (no, non è perché non me ne sono occupato io fino a oggi). Perché i tempi a disposizione sono (vergognosamente) ristretti e i traduttori sono obbligati a usare la stravagante terminologia Microsoft.

Esempio pratico. Il manuale tecnico che sto seguendo (ne traduco però solo una parte) conta mezzo milione di parole: diciamo mille e passa pagine fitte di terminologia tecnica.

Devono essere pronte per fine agosto e il lavoro è stato affidato nei giorni scorsi, distribuito fra un team di traduttori che devono studiarsi il glossario ufficiale Microsoft (10 MB di testo). 500.000 parole in un mese: roba da far schiattare un toro (se i tori traducessero).

Inoltre molto spesso i traduttori lavorano "alla cieca", vale a dire che non conoscono e non vedono il programma che traducono (non è il mio caso: ho acquistato un PC apposta). In più sono obbligati da Microsoft a usare la forma "si" impersonale ("si è dimenticato di formattare il disco floppy" al posto di un più naturale "hai dimenticato di formattare il dischetto") e altri artifici linguistici che vi risparmio.

Il risultato della fretta e delle norme imposte è un italiano stentato e ampolloso, ambiguo e ostico, che per il lettore italiano è forse più difficile dell'inglese originale. Quindi non prendetevela troppo coi traduttori, la prossima volta: è tutta gente che si fa maratone alla tastiera e cerca di fare del proprio meglio in condizioni impossibili.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

[IxT] Com'e' questo Windows 98, allora (24 luglio 1998)?

In effetti non mi sono fatto vivo per qualche giorno per motivi di lavoro. Per una questione di correttezza verso di voi, devo annunciare che sto seguendo un progetto per.... Microsoft.

Mi sto occupando infatti della traduzione di uno dei manuali tecnici Microsoft per Windows 98. Questo lo dico perché sia chiaro che non trincio giudizi su roba che non conosco: se parlo male di un programma è perché l'ho provato e valutato.

Parimenti, solo perché sono pagato (indirettamente) da Microsoft, non ho intenzione di voltare gabbana o cambiare punto di vista.

Quello che mi piace dei programmi Microsoft continuerà a piacermi e quello che mi fa schifo continuerà a farmi schifo anche se l'ho tradotto io. Fine del pistolotto esplicativo.

Detto questo, vi offro i miei primi commenti su Windows 98, ora che è passata la stagione delle prove e lo uso concretamente.

Mi astengo volutamente da commenti sugli aspetti tecnici, quelli "dietro le quinte", di Windows 98. Su quelle potremmo discutere una vita. Preferisco parlarvi di cose più concrete, in cui si imbatteranno tutti gli utenti.

Explorer per gestire il PC

Brevemente: preferirei nuotare nella melassa. La scelta di Internet Explorer (modificato) al posto dell'Explorer normale per gestire i file è un tormento. Per fortuna è disattivabile: ma allora perché passare a 98, se devo disattivare le funzioni che lo distinguono da 95?

Impallamenti

Per il resto, Windows 98 si comporta dignitosamente, anche perché è installato su una macchina dichiarata compatibile con 98 dal produttore. "Dignitosamente" significa che nonostante appunto giri su una macchina appositamente costruita, mi si è già impallato due volte oggi durante l'installazione di due giochini per mio figlio (giochini peraltro dati in omaggio con il PC, quindi non certo roba stravagante o incompatibile). Ma questo ritmo di impallamenti l'aveva anche Windows 95.

Sorry, niente fax

Anche se Windows 98 ci viene proposto come "ampliamento" di Windows 95, stranamente manca un pezzo non trascurabile: un programma per la gestione dei fax da inviare tramite computer. Il Microsoft Exchange di Windows 95 non c'e' più, sostituito da Outlook Express, che però _non_ consente di inviare fax dal PC. Se vogliamo faxare un documento ci tocca stamparlo su carta e ficcarlo in un comune fax, oppure comperare un programma apposito (come WinFax o altri). Insomma, altri soldi da scucire.

Io uso il PC moltissimo per inviare e ricevere fax. Per chi lavora, il fax è uno strumento indispensabile. Con Windows 98 non lo possiamo usare se non pagando altri soldi. bel progresso.

Di nuovo sorry, ancora niente backup

Un miglioramento di cui si sente invece la mancanza, e per il quale avrei sacrificato volentieri la funzione più reclamizzata di Windows 98, vale a dire la possibilità di gestire fino a _otto_ monitor contemporaneamente (e chi ce li ha? E dove esiste un PC con otto alloggiamenti per otto schede video?), è invece una sana ed efficiente procedura di "disaster recovery".

Insomma, un modo pratico e facile per fare il backup completo di Windows, dati, programmi, configurazioni e quant'altro.

Il Backup incluso in Windows 98, ovviamente, _non_ è in grado di ripristinare Windows da solo: per farlo dovete prima installare un Windows 98 provvisorio, poi ripristinare quello effettivo e trovare la maniera di cancellare quello provvisorio senza che il computer vada in crisi. Datemi un Valium.

C'e' una soluzione elegantissima a questo problema, e devo ringraziare un collega nonché giornalista che me l'ha segnalata.

Guarda caso non la produce la Microsoft, troppo impegnata a decidere come gestire otto monitor in contemporanea, ma un produttore di software indipendente. Ma questo, amici, è l'argomento di un articolo che troverete prossimamente sulla Gazzetta dello Sport della domenica. Lì getterò le basi, poi amplierò il discorso in questa mailing list.

Vi ho stuzzicato?

Collegarsi via parallela, che dolori

Altro problemino: collegare due PC via cavo parallelo. Ok, sono un pezzente e non ho una rete locale in casa: collego il PC portatile e quello fisso tramite un cavo parallelo. A me basta e avanza e non ci tengo a scucire 200.000 lire per una Ethernet su PC card.

Sotto Windows 3.1 e Windows 95, collegarsi via parallela significava semplicemente lanciare due programmi DOS (Interlink e Intersvr).

Dal portatile vedevo il PC fisso, nomi lunghi compresi. Prima che me lo chiediate, sì, funziona anche sotto Windows 95 (ma solo la prima versione, non la OSR2 che ha la FAT incompatibile -- scusate la digressione tecnica).

Sotto Windows 98 la storia è diversa: bisogna usare il programmino apposta, che c'era anche in Windows 95 ma si poteva sostituire con la ben più semplice coppia Interlink-intersvr.

Peccato che il programmino di Win98 sia farraginosissimo da adoperare e che nell'esilissimo manuale e nell'ancor più esile guida online di Windows 98 non si spieghi come usarlo. beh, a dire il vero viene spiegato come cominciare. Poi sul più bello la spiegazione si interrompe.

Meno male che i manuali di sessuologia non sono scritti da Microsoft, altrimenti finirebbero al capitolo "Tenersi per mano" :-)

Qualcuno più esperto di me mi può dare uno spiegone _completo_ di come si collegano due PC Win95 e Win98 via parallela? Grazie!

Il pulsante Avvio, questo misterioso

Ma la cosa che trovo in assoluto più sciocca è la faccenda del pulsante Avvio. O meglio, il pulsante Start. Che però è Avvio.

Mi spiego subito.

In Windows 95 italiano, il pulsante in basso a sinistra nella barra delle applicazioni (taskbar) si chiama Avvio. Continuo a pensare che c'e' qualcosa di deviante nel cliccare su un pulsante chiamato avvio anche per _spegnere_ il computer, ma tant'e'. adesso, invece, in Windows 98 il pulsante si chiama "Start". Questo era vero, a quanto mi risulta, anche per Windows 95 se si installava Internet Explorer 4 come interfaccia. Però il menu che si attiva cliccando su Start si chiama ancora "menu Avvio". comunque, se decidete di disattivare Explorer come interfaccia, il pulsante Start torna a chiamarsi Avvio. Chiaro, no?

Ora che ci eravamo finalmente abituati a cliccare su Avvio, ci tocca cliccare su Start, che però può chiamarsi Avvio se decidiamo di disattivare Explorer.

Qual è il valore aggiunto di questo cambiamento?

In che senso passare dall'italiano "Avvio" all'inglese "Start" rende la vita più facile all'utente italiano?

In sostanza

Morale della favola: Windows 98 non ha _nulla_ che migliori la vostra interazione coi computer. Se potete, fatene a meno. Se ve lo danno gratis insieme al vostro prossimo PC, non buttatelo: non è poi così male. Fa quel che deve fare. Esattamente come un elefante è in grado di spostare uno stuzzicadenti.

 

Questo articolo è una ripubblicazione della newsletter Internet per tutti che gestivo via mail all’epoca. L’orario di questa ripubblicazione non corrisponde necessariamente a quello di invio della newsletter originale. Molti link saranno probabilmente obsoleti.

1998/07/23

[IxT] Confesso: ho comperato Windows 98 (23 luglio 1998)

Come, dopo tutto il mio predicare contro la nuova versione del sistema operativo Microsoft? Ebbene sì. Ho Windows 98.

Ma aspettate un momento. I consigli che offro in questi articoli della mailing list non li rifilo a voi per poi fare tutt'altro. Quello che consiglio a voi vale anche per me.

Infatti non ho "comperato" Windows 98. Continuo a sostenere che 240.000 lire per un modesto (e brutto) aggiornamento di un sistema operativo sono troppe.

Invece, come consigliavo in un articolo precedente, ho comperato un PC con Windows 98 preinstallato. Ho speso meno di due milioni per un Pentium II (OK, in realtà è un Celeron, ma mica ci devo fare raytracing!) 266 MHz, 4 GB di disco rigido, 64 MB RAM. Insomma, una macchina più che dignitosa per usi convenzionali (farci girare Office oppure, nel mio caso, provare Windows 98 per il mio lavoro principale di traduttore).

Se avessi comperato l'aggiornamento di Windows 98 avrei speso oltre il 10% della cifra solo per avere il sistema operativo.

Meditate, gente, meditate!

 

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[IxT] Tourbus: il sito della Britannica cambia nome (23 luglio 1998)

La Encyclopedia Britannica Internet Guide (un sito che raccoglie e recensisce i migliori siti Web di tutte le categorie, gestito da quelli dell'Enciclopedia Britannica) è stato riprogettato da cima fondo e ha cambiato nome. Ora non si chiama più EBIG ma "eBLAST" e il suo nuovo indirizzo e'

http://www.eBLAST.com/index.html

 

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1998/07/22

[IxT] Bill Gates se ne va, anzi no (22 luglio 1998)

Bill Gates ha deciso il 22 luglio 1998 di delegare al suo numero due, Steve Ballmer, la gestione quotidiana della Microsoft per potersi concentrare sulle strategie a lungo periodo e sugli aspetti tecnologici dei suoi prodotti.

Ballmer non è certo uno qualunque: conosce Gates dai tempi di Harvard (frequentata insieme; lui si è laureato, Gates no; il che dimostra che la laurea non serve a niente nel mondo del lavoro) e lavora con lui da 18 anni.

Ballmer possiede il 5,1% (4,9% secondo un'altra fonte) della Microsoft e quindi "vale" circa 25.000 miliardi di lire.

Gates, per confronto, detiene il 22%, per un valore di circa 90.000 miliardi che ne fanno l'uomo più ricco del mondo.

[Fonti: Sole 24 Ore e Giornale del 23/7/1998]

Tourbus: il vostro nome nello spazio (23 luglio 1998)

Tramite questa mailing list distribuisco la versione italiana (autorizzata) dell'"Internet Tourbus" di Patrick Douglas Crispen e Bob Rankin, forte di 80.000 lettori in 120 paesi. Le opinioni espresse nel Tourbus sono le loro; troverete fra parentesi quadre i miei commenti personali.

La ML fa da supporto al mio libro "Internet per tutti", edito da Apogeo, la cui terza edizione è ora in libreria. Commenti, insulti e lodi per la traduzione, come sempre, a topone@pobox.com.

Se v'interessa l'originale:

=[ TOURBUS Rider Information ]=

The Internet TOURBUS - U.S. Library of Congress ISSN #1094-2238

Copyright 1995-98, Rankin & Crispen - All rights reserved

Archives on the Web at http://www.TOURBUS.com

=

La NASA ha un nuovo sito Web presso il quale potete aggiungere il vostro nome a un microchip che sarà installato a bordo della sonda Stardust, che visiterà la cometa Wild-2 e raccoglierà dei campioni da riportare a terra (insieme al microchip) nel febbraio del 2006. La sonda viaggerà per miliardi e miliardi di chilometri e il vostro nome, se volete, si farà un viaggio spaziale con lei.

Per aggiungere gratuitamente il vostro nome al microchip basta visitare la pagina Web

http://stardust.jpl.nasa.gov/microchip/signup.html

Il termine di accettazione dei nomi è il 15 agosto.

 

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1998/07/12

[IxT] Quanto vale Bill Gates (12 luglio 1998)

Come mai improvvisamente la mia mailing list è diventata così prolifica (e magari anche prolissa)? Semplice: ho deciso che invece di archiviare e catalogare tutte le informazioni salienti che ricevo su Internet e dintorni e tenerle per me, le giro anche a voi.

Insomma, pubblico i miei appunti, con la presunzione che possano essere utili e interessanti anche per qualcun altro oltre me.

In questo modo l'archivio dei miei articoli (ché è sempre disponibile gratis presso http://come.to/topone) diventa la mia biblioteca di riferimento digitale. E ho meno carta in giro ;-)

Sicché è giusto come appunto e curiosità che vorrei condividere un dato sulla ricchezza di Bill Gates. Alla fine di maggio 1998, la ricchezza _personale_ del quarantaduenne Bill Gates si aggirava intorno ai 48 miliardi di dollari, pari a circa 86.000 miliardi di lire al cambio attuale. [Fonte: Fortune del 20 luglio 1998, p. 41]

Perché molta gente ce l'ha con Mr. Gates

Ecco un esempio delle politiche che hanno creato la dubbia fama di bill Gates. Cito le sue parole da un dibattito pubblico, stampato nella rivista americana Fortune del 20 luglio 1998, p. 44]:

"Anche se ogni anno si vendono in Cina circa tre milioni di computer, la gente là non paga per il software. Un giorno, però, lo faranno. E finché continueranno a rubare software, vogliamo che quel software sia il nostro. Diverranno in un certo senso dipendenti ["addicted", come una droga]. Poi in qualche modo troveremo come farci pagare, nei prossimi dieci anni o giù di li".

Insomma, la prima dose è gratis, tanto per creare dipendenza; le altre si pagano. Al diavolo il diritto d'autore, la giustizia, la lotta alla pirateria e quant'altro. Le altre società di software, che non hanno 10 miliardi di dollari (circa 18.000 miliardi di lire) di _riserve_ [fonte: lo stesso articolo], non possono permettersi queste strategie e soccomberanno.

Complimenti!

Ancora sui temi di maturità "rivelati" via Internet

Ricordate l'articolo di qualche tempo fa a proposito dei titoli dei temi di maturità "anticipati" via Internet?

Beh, un lettore che ha insegnato per diversi anni nelle scuole italiane all'estero mi conferma che:

"Non sono molte le scuole superiori all'estero, ma esistono. Soprattutto nell'America Latina, in Eritrea, in Etiopia, in Europa. Non mi risulta che ci siano in Australia o in Estremo Oriente. Io stesso ho insegnato a Zurigo in un liceo linguistico privato ma legalmente riconosciuto dallo Stato (io infatti sono di ruolo in Italia e pagato dal M.P.I.). La maggior parte di questi istituti sono privati e riconosciuti. Ad Atene, per esempio, il liceo scientifico e la scuola media sono statali. Per avere una lista basta collegarsi col Ministero degli Esteri o tramite i sindacati; per esempio il sito della CGIL ha in rete gli elenchi di tutte le scuole italiane all'estero e quelli del personale in servizio."

"[Comunque] pare che nelle scuole all'estero i temi siano diversi, proprio per evitare simili congetture: basta pensare alle scuole in Sud America, li potrebbero conoscere con parecchie ore di anticipo. al Ministero degli Esteri o alla Pubblica Istruzione dovrebbero saperlo: penso proprio che sia una classica leggenda metropolitana (anch'io ho letto i msg sul newsgroup it. scuola)."

Un altro lettore mi segnala che un suo amico "due ore prima dell'inizio del suo esame in Italia (8.00) si è connesso ed ha trovato i temi di maturità spediti all'ambasciata italiana in australia. Ma siccome chi di dovere se ne era già accorto anni fa, sono stati dati titoli con argomenti diversi."

Insomma, ragazzi, non cercate soluzioni facili via Internet. E siate onesti almeno alla maturità ;-)

Comunicare con i ciechi via Internet: il galateo

Da tempo mi batto (si fa per dire) insieme a molti altri utenti affinché si usi il testo semplice nell'e-mail, senza fronzoli ed effetti speciali, che sono fuori standard. Dicevo che c'e' anche un altro motivo importante, al di là del rispetto degli standard: la compatabilità dei vostri messaggi con i non vedenti.

(C'e molta gente che si stupisce ancora che un cieco possa usare Internet. Anzi, non capisce neppure perché gliene venga la voglia. Ebbene, ci sono tanti ciechi, sordi, muti, disabili sulla sedia a rotelle che non possono comunicare facilmente con le altre persone nel mondo reale. Internet invece glielo consente, mettendoli alla pari con tutti gli altri).

Dunque veniamo alle regole, mandatemi da un lettore esperto in materia, su come inviare posta "universale", cioe' che sia leggibile in tutto il mondo, con qualsiasi programma e anche da persone che hanno bisogno di uno "screen reader" (un programma che legge ad alta voce i caratteri sullo schermo):

-- niente accentate

-- niente caratteri strani o disegnini come "firma" dei propri messaggi

-- soprattutto, _niente_ _HTML

I simboli di quoting (>) danno fastidio ad alcuni programmi; idem per le evidenziazioni fatte con gli asterischi, come *questa*, le ciberfaccine e gli acronimi tipo IMHO, 6UL8R.

Le frasi in inglese posso creare confusione perché vengono pronunciate alla Dan Peterson.

coloro che invece usano una barra braille a 40, 65 o 80 colonne non hanno problemi, ma non tutti i ciechi sanno leggere il Braille.

Ricordate: usare formati non-standard significa escludere molta gente dal vostro giro. Non vi potranno leggere non solo i ciechi, ma anche quelli che usano programmi "normali" come Eudora, pine, elm e altro.

Tenete presente che non tutti usano Windows 95, Microsoft Outlook eccetera. Vogliamo tagliarli fuori? Rischiate invece di essere _voi_ a tagliarvi fuori, quindi occhio!

Chi fa soldi con Internet in Italia

Non è facile diventare ricchi con Internet, come dicevo in uno dei miei articoli recenti. Se pensate che fare il provider sia una fonte di prosperità, considerate queste cifre, citate dal settimanale "Sette" della prima settimana di luglio 1998, pagina 105: TIN, la divisione Internet "domestica" della Telecom, ha investito nel 1997 94 miliardi e ne ha portati a casa 13 (ricavi). La divisione "affari", ossia Interbusiness, ne ha spesi 123 e incassati 77. Le altre società non comunicano i dati di bilancio (alla faccia della trasparenza).

Unica eccezione: It.net, che ha avuto nel 1997 un margine di 100 milioni su ricavi per 3,8 miliardi. Noccioline, insomma.

C'e' chi invece guadagna alla grande: i fornitori di contenuto. Un classico caso è la Seat, che con le Pagine Gialle online, ma soprattutto con la creazione delle pagine Web degli inserzionisti (120.000 pagine per 50.000 clienti), ha raccolto pubblicità per 26 miliardi in 18 mesi.

 

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[IxT] Prime proteste intorno a Windows 98 (12 luglio 1998)

[Fonte: CNN QuickNews, 7 luglio 1998]. Un provider Internet canadese ha inoltrato una formale protesta alla Microsoft perché Windows 98 sembra suggerire ai suoi clienti che farebbero bene a cambiare fornitore d'accesso. Infatti vari messaggi d'errore dei suoi clienti che hanno installato Windows 98 includono questo consiglio: "You might want to try selecting 'other Internet provider' from the list of Internet service providers" [Forse ti conviene provare a scegliere 'altro fornitore d'accesso a Internet' dalla lista dei fornitori d'accesso a Internet"]. La Microsoft dice che i messaggi sono uno sbaglio senza malizia e verranno modificati. Accorgersene prima no, vero?

 

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[IxT] Vendite di Windows 98 a gonfie vele (12 luglio 1998)

E così adesso Win98 è in vendita anche in Italia. Negli Usa, durante i primi quattro giorni di disponibilità sono state vendute 500.000 copie del programma, alla pari con Windows 95 quando fu lanciato.

[Fonte: CNN Quick News]

beh, io sono responsabile di almeno una copia venduta in meno....Alcuni lettori di questa mailing list hanno deciso di soprassedere all'acquisto dopo aver letto i miei articoli sull'argomento. I legali della Microsoft possono contattarmi via e-mail.

Non voglio passare per anti-Microsoft, anti-Bill Gates e anti-quellochevipare. Quando una cosa fa schifo, fa schifo e va detto, non importa chi l'ha fatta. Equation Editor della Microsoft e', a mio parere, un programma bellissimo. Siamo tutti grati a Microsoft per aver standardizzato l'interfaccia dei programmi (tutti i menu a tendina disposti nello stesso modo in tutti i programmi, le icone e i pulsanti tutti uguali, eccetera), cosa cui ormai non fa caso nessuno. Ma Windows 98, mi spiace, non è un prodotto di cui sento il bisogno.

Dicevo, non voglio passare per uno che dice le cose per partito preso.

Faccio solo un commento conclusivo e poi la smetto con questa storia di Windows 98.

Il mio consiglio è di _non_ comperare Windows 98. I motivi li ho già discussi negli articoli precedenti. Aspettate di comprare un computer nuovo, cosa che comunque vi toccherà fare entro qualche mese se volete stare al passo coi tempi. Così troverete Windows 98 preinstallato _gratis_ e risparmierete 240.000 lire; cosa più importante, eviterete pienamente i problemi di compatibilità, perché la macchina nuova sarà sicuramente compatibile con Win98. Basta.

Se proprio volete installare Windows 98 sopra un Windows 95 esistente, FATE UNA COPIA COMPLETA DEI VOSTRI DATI. Utente avvisato, mezzo salvato.

cito e traduco le parole di Stewart Alsop, articolista della rivista economica statunitense Fortune e abbastanza imparziale da essere chiamato dal governo USA come consulente tecnico e testimone esperto in materia nella causa antitrust contro Microsoft. La sua spiegazione riassume il mio punto di vista molto meglio di quanto potrei fare io.

[Fonte: Fortune del 20/7/98, pagine 85-86]:

"Non intendo passare a Windows 98. [..] L'industria del software per PC ha alimentato una forma di "dipendenza" da software negli utenti, creando programmi tosti, offrendoceli come stuzzichini e poi aggiornandoli forsennatamente per alimentare la nostra dipendenza e generare profitti. [...] Credo che uno dei motivi per cui la Microsoft è così dominante è che è quasi l'unica, fra i produttori di software, ad aver capito le dinamiche della dipendenza da software. Ha capito che questa vera e propria dipendenza psicologica non è razionale: noi chiediamo sempre nuove funzioni piuttosto che pretendere qualità ed esecuzione a regola d'arte. Per cui la Microsoft ha risposto alle esigenze dei clienti creando programmi ipertrofici che non funzionano perfettamente, ma grosso modo fanno quel che devono fare."

E, aggiungo io, lanciando campagne pubblicitarie immense per creare interesse in una cosa che normalmente non ne ha. Qualcuno si ricorda la campagna pubblicitaria per l'uscita del DOS 6.22? Quella del DOS 5.0? Di Linux? Appunto.

Sicché la gente fa la fila da mezzanotte alle due davanti ai negozi di Milano e Roma per comprare in anteprima un barbosissimo sistema operativo come se fosse l'ultimo CD di Ligabue. Meraviglie del marketing. Fa niente se il prodotto è mediocre: l'importante è che la gente sia contenta di comperarlo e si senta gratificata dal farlo prima ancora di averlo installato. In gergo pubblicitario, Mr. Gates ha trasformato un freddo programma in un "bene di consumo emozionale": roba che compri non perché ti serve, ma perché senza ti senti inferiore agli altri.

Beh, io sono ben contento di essere inferiore. Il mio PC (con Win95) funziona. Quello di molti acquirenti di Windows 98 no. ;-)

 

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1998/07/09

[IxT] Risposte ai lettori (9 luglio 1998)

Scusate la prolissità di questo msg, ma c'era una certa coda di domande da smaltire....

Ricordo agli amici che mi seguono che non sempre posso rispondere privatamente a tutti. Per chiari motivi di organizzazione e di tempo, rispondo di solito con un messaggio pubblico di questa mailing list, anche perché molte domande sono di interesse per tutti.

Per cui se volete le vostre risposte, iscrivetevi!

Aggiornamento per "Internet per tutti", terza edizione

Innanzi tutto _grazie_ a tutti quelli che mi scrivono dicendo che hanno comprato il mio libro. Ricordo che non è assolutamente necessario comprarlo per iscriversi a questa mailing list. Certo che se lo fate, non vi sgriderò.

Un lettore del libro ha risolto uno dei dubbi che avevo lasciato in sospeso nel libro. Non è una di quelle risposte che cambia la visione personale del cosmo, ma magari a qualcuno piace sapere queste cose (o piace vedere quanto sono ignorante io :-)).

A pagina 192 raccontavo che nella gerarchia "it.fan..." dei newsgroup si radunano i fan italiani di vari personaggi (a proposito, il newsgroup "it.fan.culo" NON è dedicato agli appassionati del posteriore, ma serve per sfogarsi mandando pubblicamente qualcuno affanc***... Capito il gioco di parole?).

In particolare, mi domandavo chi fosse il soggetto di "it.fan.r-takahashi". Il lettore mi ha mandato la risposta: e' Polimar, che per una singolarissima coincidenza è il personaggio dei cartoni animati giapponesi raffigurato a pagina 188 (che ho pescato da un altro newsgroup).

Virus dei Mondiali: una bufala

O meglio, una mezza bufala. Come segnalato da un lettore, il Corriere della Sera del 4 luglio 1998 dice "A detta di un gruppo di ingegneri spagnoli, il prossimo 12 luglio, giorno della finalissima, un virus potrebbe colpire un numero imprecisato di computer. Il virus, che dovrebbe essere «molto complesso e distruttivo», si presenterà con la scritta «Vive la coupe du monde!».

Di avvertimenti come questi ce ne sono stati già tanti e seguono lo stesso schema. Si prende un evento un po' insolito (il venerdì tredici, una ricorrenza importante) e si dice che un virus colpirà quel giorno. Così la gente si spaventa ma la tiratura del giornale aumenta (scrivo articoli per un giornale del gruppo Corsera, ma questo non mi impedisce di dire che una notizia così, diffusa senza precisazioni, è un ottimo esempio di giornalismo-spazzatura).

Va be', le precisazioni le faccio io. Allora: può benissimo darsi che qualcuno abbia scritto un virus congegnato in modo da funzionare come descritto nella notizia. Di kit per costruire virus ce n'e' a bizzeffe

(no, non chiedetemi dove si trovano -- se non sapete dove si trovano, non è il caso che giochiate coi virus. Ricordate cos'e' successo all'apprendista stregone in Fantasia?) e il problema tecnico è trascurabile. Per questo dico che è una bufala solo a metà: è possibilissimo che il virus esista. Ma non per questo dobbiamo preoccuparci.

Infatti la questione più difficile è riuscire a infettare i computer altrui. Se creo un virus supermicidiale ma non riesco a farlo circolare (ad esempio via Internet o su dischetti che scambio con le vittime), il virus è inefficace. Allora che si fa? Lo si distribuisce via Internet sotto forma di "cavallo di Troia", ad esempio: si annuncia che sul sito XXY c'e' la versione senza veli di Tomb Raider e tutti corrono a prelevarla ed eseguirla sui propri PC.

Dentro la versione pirata, naturalmente, c'e' il virus. Una volta _eseguito_ il programma, il vostro PC è infetto.

Insomma, anche in questo caso valgono le regole antivirus di sempre:

-- MAI eseguire un programma allegato a un messaggio di e-mail

-- usare SEMPRE un antivirus _aggiornato

-- controllare con l'antivirus TUTTO quello che ricevete dall'esterno, non importa quanto sia affidabile la fonte

-- controllate anche i documenti di Word, Excel e Access: possono contenere i cosiddetti "macrovirus"

Ma soprattutto ricordate la regola principe:

_Non_e'_possibile_ essere infettati da un messaggio di e-mail di testo normale. Solo gli allegati ai messaggi possono infettare, e anche così lo possono fare solo se li eseguite.

E buona finale dei mondiali a voi (io sarò occupato altrove ;-).

Cosa studiare per lavorare in Internet

Ecco il domandone del lettore:

>DOMANDA: cosa mi conviene studiare per diventare professionista di

>internet? (ho letto che negli USA mancano 300.000 programmatori internet...)

>Javascript è davvero il linguaggio del futuro?

Potrei cavarmela con una risposta abbastanza ovvia: studiare informatica. Purtroppo le scuole italiane sono indietro di almeno centosessant'anni rispetto alle realtà informatiche che abbiamo sulla scrivania, per cui ho un consiglio meno ortodosso.

conviene farsi le ossa in informatica _sul campo_, ad esempio lavorando in un negozio di computer o in un centro d'assistenza e assimilando tutto quel che si riesce dai tecnici software e hardware.

La scuola serve per avere gli altri strumenti che vi serviranno per lavorare: ad esempio l'inglese (indispensabile soprattutto in informatica) e -- sorpresa -- la matematica e la fisica. Programmare, o saper gestire un sito Web, non è soltanto una questione di sapere i comandi HTML. Significa avere un bagaglio di competenze anche al di fuori del mondo dei computer. I computer servono per fare cose utili al mondo reale, quindi vi servono delle conoscenze specifiche in qualche campo della vita reale. Altrimenti sarete solo "accatiemmellisti", cioe' galoppini. Matematica e fisica, invece, danno una preparazione logica utilissima nel mondo logico (logica contorta, ma sempre logica e') dei computer.

A dire il vero, conosco poche persone che hanno fatto i soldi con Internet. Un vecchio detto dice "se vuoi diventare milionario, prendi un miliardo e investilo in Internet" o qualcosa del genere. Fanno soldi i consulenti, quelli che fanno funzionare le reti informatiche aziendali o sanno gestire le transazioni telematiche a pagamento, ad esempio: roba che si impara sul campo, non all'università.

Scrivere libri su Internet, prima che me lo chiediate, _non_ è la strada per diventare ricchi.

A proposito di USA: scordatevi di trovare lavoro là, l'immigrazione in questo periodo è a numero chiuso, anzi chiusissimo. Cercate nel resto d'Europa, ora che le frontiere sono aperte.

Javascript il linguaggio del futuro? Bah. L'ho già sentito dire di troppi altri linguaggi. Chi si ricorda il Forth? E il Cobol?

Smalltalk? Se poi la Microsoft riesce a renderlo nonstandard, come sta già facendo, farà una fine molto rapida. Insomma: dubito. Ma questo non vuol dire che non valga la pena di essere studiato.

L'informatica è fatta così: è piena di argomenti che diventano obsoleti in pochi mesi. Se è questo il campo in cui volete lavorare, preparatevi a studiare tutta la vita e a buttare via periodicamente quello che avete appena imparato.

Perché uso Pobox e pago

Un lettore ha visto dal mio indirizzo che uso il servizio di e-mail "virtualizzata" di Pobox (http://www.pobox.com). Si è sorpreso che io usassi un servizio di questo tipo a pagamento, quando ce ne sono molti analoghi gratuiti, come http://usa.net e http://hotmail.com e in Italia http://www.freemail.it e http://www.tuttocitta.it.

Risposta semplice: ho attivato il servizio prima che uscissero i concorrenti gratuiti, e adesso non posso cambiare facilmente indirizzo virtualizzato. Non mi scoccia spendere quindici dollari (ventimila lire) l'anno per un servizio che funziona in modo eccellente. Inoltre, se cambiassi fornitore di indirizzi virtuali, sarei costretto a cambiare indirizzo e quindi l'intero scopo degli indirizzi virtuali (restare raggiungibili al medesimo indirizzo anche quando si cambia provider) sarebbe vanificato. Insomma, so che ci sono soluzioni più economiche, ma Pobox mi va bene e dovrei avvisare migliaia di amici, lettori e parenti se cambiassi indirizzo.

A proposito: giusto per chiarire come stanno le cose, solo perché io uso un determinato servizio o ne parlo negli articoli sulla Gazzetta o nella mailing list, non vuol dire che io vi incoraggio a fare altrettanto. Le vostre esigenze possono essere diverse dalle mie. Siete voi a dover valutare se una funzione di Internet fa al caso vostro o no.

Ricordo inoltre che nessuna delle organizzazioni citate qui paga per essere menzionata. Mi piacerebbe avere uno sponsor, ma per ora questa ML esiste solo per dare sfogo alla mia necessità di scrivere e di certo non è una fonte di reddito per me.

Se qualcuno volesse sponsorizzare, mi mandi un e-mail. In ogni caso questa ML è e resterà sempre _gratuita_.

200 canzoni su un CD con MP3: come si fa?

Un lettore mi chiede qual è il procedimento per ottenere un CD con oltre 200 canzoni.

Beh, ce ne sono tanti; vi descrivo quello che uso io.

Per prima cosa acquisisco le tracce del CD musicale originale usando WinDAC, uno splendido programma che converte l'audio del CD in grossi file formato Wav (da 50 Mega in su). Il programma è shareware: costa circa 30 dollari. Lo trovate presso molti biblioteche di software su Internet e potete contattare l'autore in Germania all'indirizzo christoph@kali.rhein-ruhr.de.

Fatto questo, attivo un programma chiamato Mp3 Compressor, reperibile nelle suddette biblioteche o presso l'autore a mp3hc@chez.com oppure mp3hc@hotmail.com. E' freeware, in altre parole gratuito. Questo programma converte i file Wav prelevati dal CD in formato Mp3.

Per suonarli, uso il famosissimo WinAmp, reperibile ovunque in rete e anche lui freeware.

Ci sono anche versioni DOS di questi programmi, molto utili se avete un vecchio PC con lettore di CDROM che potete dedicare alla conversione (che richiede tempo o potenza di calcolo; più tempo avete, meno potenza ci vuole, e viceversa).

Ancora Mp3: aspetti legali e illegali della registrazione audio MP3

Domanda del lettore:

>com'e` la questione legale in merito agli mp3? E illegale registrare dal sorgente al pc (ma non lo sarebbe se uno ha i cd originali) o diffonderli? Equivalgono alle cassette copiate? (ormai diffusissime)?

Dove si puo` trovare materiale, eventualmente?

Non sono un esperto di leggi e quindi le mie sono opinioni non professionali. Ma detto questo, ragioniamo con il buon senso. Se io registro per mio uso personale un CD che ho legittimamente acquistato, non causo danno a nessuno. Se invece faccio una copia (digitale, su cassetta, in MP3 o altro poco importa) e la do a un amico, causo un danno all'artista che ha faticato per creare e incidere quel CD.

Pertanto mi pare logico concludere che non è illegale copiare in MP3 i propri CD, mentre è illegale (ma soprattutto scorretto) copiare in MP3 i CD altrui. In questo senso equivalgono alle cassette copiate.

Devo dire che vendere CD musicali a quarantacinquemila lire, francamente, è un invito alla pirateria. Se vi capita di leggere i dati ufficiali sui margini di profitto sulle vendite di CD (a chi vanno insomma quelle 45000 lire), vi renderete conto che sarebbe possibilissimo ridurne il prezzo a livelli più civili. Questo invoglierebbe più gente a comprarsi gli originali invece che farsi copie pirata. Ma vallo a spiegare ai discografici (o ai governi che piazzano sui CD un'IVA da capogiro).

A proposito: il supporto fisico, voglio dire la plastica che compone il CD, costa un dollaro: meno di quello che costava il vinile. confezione e copertina compresa, naturalmente. Questi sono i prezzi offerti al pubblico dalle fabbriche di CD. Il resto, insomma, è profitto e IVA.

Fonti di Mp3? Molti siti Internet offrono tracce "succhiate" da CD commerciali. Siccome non sta a me aiutarvi a compiere atti illegali, cercateveli da soli :-). Non è difficile, se usate bene un motore di ricerca o i newsgroup. Non dico altro.

ICQ senza usare ICQ?

Un lettore mi chiede quanto segue:

>Mi piacerebbe sapere se è possibile conoscendo l'IP di un pc

*avvisare* l'utente che vorrei dialogare con lui attraveso, per esempio, netmeeting o IPhone senza dovermi appoggiare ad un server dedicato che richiede in ogni caso un programma in memoria su entrambi i computer.

Domanda interessante, ma rivolta alla persona sbagliata. Non sono un supertecnico di Internet e non ho mai detto di esserlo, quindi in queste destrezze tecnologiche oso dare giusto un'opinione. Ci vorrebbe un buon hacker per rispondere a questa domanda con competenza. Beh, ci provo lo stesso.

In linea di principio, non si può. Il problema, a mio avviso, è come notificare la richiesta al destinatario se il destinatario non ha in funzione un programma predisposto per ricevere la richiesta. Non c'e' un canale di ricezione aperto e quindi anche conoscendo l'indirizzo IP non si può far arrivare a destinazione il messaggio.

certo che tutto dipende cosa s'intende per "avviso". Se mando a un utente una "bomba" IP (un pacchetto IP contenente dati impossibili o troppo lungo, ad esempio), gli impallo la macchina. E' senz'altro una forma di avviso, ma dubito che il destinatario sarebbe poi dell'umore giusto per una conversazione ;-)

PS Non chiedetemi come si fa a mandare una bomba IP. Non l'ho mai fatto e spero di non doverlo mai fare, e cosa più importante, è un comportamento scorrettissimo. Ma so per certo che è possibile (ho qui un codice sorgente in C che impalla Real Audio, ad esempio).

 

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1998/07/08

[IxT] Un'altra ottima ragione per non usare l'HTML nell'e-mail (8 luglio 1998)

Vi ho parlato di recente di quanto sia consigliabile evitare di usare formati "ricchi" di effetti speciali (grassetti, corsivi e quant'altro), come l'HTML, nell'e-mail e nei newsgroup. Tutti i programmi sono in grado di disattivare il testo "ricco" e usare il testo semplice, conosciuto tecnicamente come "codice ASCII a 7 bit".

Il motivo fondamentale per non usare HTML e soci è la compatibilità: non tutti i programmi, infatti, sono in grado di leggere correttamente messaggi creati in questo formato.

Il secondo motivo, più "ecologico", è che i messaggi in formato HTML occupano molto più spazio e quindi costa di più spedirli e riceverli.

Inoltre contribuiscono a intasare Internet.

Ma c'e' anche un altro motivo importante, come mi ha fatto notare giustamente un iscritto. Non tutti quelli che viaggiano in Internet sono fortunati e ci vedono bene. Chi ha problemi di vista usa uno

"screen reader", cioe' un programma che legge i caratteri dello schermo e tramite la scheda audio del PC ne pronuncia il contenuto.

Questi programmi, però, vanno in crisi con le lettere accentate e i messaggi formattati in HTML.

Regola generale, quindi, per chi vuole essere sicuro di comunicare con tutti:

-- niente accentate

-- niente caratteri strani o disegnini come "firma" dei propri messaggi

-- soprattutto, _niente_ _HTML

Tanto, se quello che avete da dire è interessante, può benissimo fare a meno di effetti speciali e colori ultravivaci.

 

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[IxT] Microsoft paga il nome Internet Explorer (8 luglio 1998)

Zittire con i soldi la concorrenza o chi cerca di interferire non è un problema per Microsoft. Sentite questa.

Il nome "Internet Explorer" era stato inventato e depositato, con tanto di brevetto, nel 1994 da Dhiren Rana, un imprenditore di Chicago. Pertanto, quando Microsoft ha pubblicato il suo browser chiamandolo Internet Explorer, il signor Rana (niente a che fare con quello dei tortellini) le ha fatto causa.

E ha vinto. Adesso la Microsoft ha infatti accettato di pagare 5 milioni di dollari, circa 9 miliardi di lire, per acquistare da Mr. Rana i diritti del nome Internet Explorer e chiudere la causa.

Ricordo che Windows 98 costa 240.000 lire IVA inclusa. Siete proprio sicuri che siano soldi ben spesi e meritati?

[Fonte: Sole 24 Ore, 3 luglio 1998, pagina 30]

 

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1998/07/07

[IxT] Guadagnare soldi con Internet? (7 luglio 1998)

Dev'esserci un lato fondamentalmente disonesto nel mio carattere. O forse è solo che detesto la pubblicità rompiscatole. Beh, giudicate voi.

Mi spiego. In un articolo recente di questa mailing list ho parlato di NetFraternity, un'organizzazione che promette di rimborsarvi le spese di navigazione in Internet se vi sorbite un tot di spot durante i vostri viaggi in Rete.

L'indirizzo è http://www.netfraternity.net/ita/index.html.

Fin qui l'idea è sana e genuina (anche se non dovete considerare questa mia segnalazione come garanzia della serietà di NetFraternity; io ne segnalo l'esistenza e basta).

Ma seguitemi un attimo. Presso http://www.topbanner.net c'e' un altro servizio di questo tipo. Installare il loro software gratuito e poi durante i collegamenti a Internet ricevete un "banner" (un'immagine pubblicitaria, insomma) ogni 30/60 secondi. Vi spetta come "compenso" per esservi sorbiti lo spot l'importo strepitoso di 6 lire per ogni banner ricevuto e ben 10 per ogni banner sul quale cliccate. Se raggiungete almeno 50.000 lire, riceverete un bonifico o un assegno. Il Sole 24 Ore del 3 luglio 1998, dal quale traggo la notizia, mette in guardia gli aspiranti pubblivori dicendo che ci vogliono circa 83 ore di navigazione per accumulare 50.000 lire. Il gioco, insomma, non varrebbe la candela.

Già, ma che succede se si usano i due servizi _contemporaneamente_?

Navighiamo gratis (ci rimborsa NetFraternity) e in più incassiamo soldi da TopBanner. Per chi ha Internet in ufficio, o ha una seconda linea telefonica dedicata a Internet, come me, non è un problema stare collegati otto ore al giorno, quindi le 83 ore si raggiungono in due settimane lavorative e si possono quindi incassare almeno 300.000 lire al mese, solo con il rimborso di TopBanner.

Qualcuno vuole fare l'esperimento?

 

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[IxT] L'indirizzo piu' lungo del mondo (7 luglio 1998)

Come promesso, eccovi l'indirizzo del paesino gallese che detiene, a quanto pare, il record come indirizzo Internet piu' lungo del mondo.

Se avete un buon programma per l'e-mail, come Eudora Light (non c'e' niente di meglio di una cosa ben fatta che oltretutto e' anche gratis), potrete cliccare direttamente sull'indirizzo qui sotto per essere teletrasportati in Galles. Virtualmente, s'intende!

http://llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch.co.uk.

Saluti!

 

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1998/07/06

[IxT] Windows 98 e la privacy

Ci risiamo: come era successo ai tempi con Windows 95, la Microsoft vuole ancora una volta ficcare il naso nel contenuto dei vostri computer.

Non è paranoia. E' una funzione prevista a chiare lettere da Windows 98.

Mi spiego subito. Una delle non troppo entusiasmanti nuove funzioni presentate da Windows 98 è l'aggiornamento automatico del sistema operativo. Il concetto è carino: quando lo installate, Windows 98 esamina periodicamente il vostro computer e va automaticamente su Internet a cercare eventuali aggiornamenti per farlo funzionare meglio, prelevando e sostituendo driver, librerie e quant'altro man mano che vengono pubblicate nuove versioni.

Abbiamo tutti avuto esperienze difficili quando installiamo un nuovo pezzo nel computer. Il classico caso è quando compriamo una stampante nuova o uno scanner: Windows non riesce a riconoscerli correttamente anche dopo che abbiamo installato l'apposito programma di gestione (chiamato "driver", appunto) fornito insieme all'apparecchio. Ci tocca andare al sito Internet del fabbricante e vedere se c'e' una versione più aggiornata del driver che sopperisca alle carenze di quella inclusa nella confezione, prelevarla e installarla manualmente, pregando che funzioni.

Windows 98, invece, dovrebbe fare tutto questo da solo, eliminando questa fatica. Dovrebbe. Ma a che prezzo?

Primo problema: possiamo fidarci di una procedura automatica per queste cose? Una funzione analoga era già stata inclusa in Windows 95, ma i suoi risultati furono talmente disastrosi da imporne la disattivazione universale (e il governo australiano fece una causa memorabile alla Microsoft per intrusione non autorizzata nei computer dell'amministrazione statale).

Non sto qui a elencarvi quante volte mi è capitato di installare un driver nuovo per poi scoprire che un componente che (almeno in apparenza) non c'entrava niente era improvvisamente andato in tilt. Installo il driver per la porta a infrarossi e improvvisamente non funziona più la stampante (dico sul serio).

Se questi aggiornamenti verranno fatti in automatico, quanto tempo passeremo a cercare di ripararne gli errori?

Secondo problema: Windows 98, per installare gli aggiornamenti, esamina il contenuto del vostro computer: che marca e', che programmi contiene, e quant'altro. Se non siete utenti legittimi di Windows 98 o se c'e' anche un solo programma non regolarmente acquistato sul vostro PC, Microsoft con questo stratagemma può accorgersene.

Fin qui niente di male: se usate software pirata sono cavolacci vostri. Ma se ad esempio uso Netscape e l'aggiornamento automatico "decide" che per il mio bene devo usare driver nuovi della Microsoft, "guarda caso" incompatibili con Netscape, la cosa comincia a puzzare di concorrenza sleale.

E poi, sinceramente, credo che quello che ho sul mio computer siano fatti miei e non desidero essere _obbligato_ a raccontarlo a nessuno. D'altronde si chiama "_personal_ computer", no?

Non che abbia granché da nascondere (i miei conti cifrati in Svizzera sono al sicuro altrove ;-)), ma avere un Grande Fratello che mi sbircia nel computer e mi dice continuamente "Ah! Vedo che hai una DLL fuori moda, perché non installi quella nuova? Dai, lo faccio io per te..." a me non va giù.

Credo inoltre che un programma automatico non sia in grado di gestire tutte le combinazioni possibili di programmi e accessori su tutti i computer in commercio. Faccio un esempio. Io uso spesso due o più versioni di programmi Microsoft in lingue diverse (di mestiere faccio il traduttore). Altrettanto spesso, sopperisco alle manchevolezze dei programmi "truccandoli" in modo che possano coesistere lingue diverse sullo stesso PC. Se concedo carta bianca a questi auto-aggiornamenti, sicuramente il mio lavoro di "ritocco" verrà distrutto. Sarà anche giusto che sia così, dal punto di vista della Microsoft, ma non dal mio.

Ma fin qui, paranoie a parte, è una questione di fiducia nel software Microsoft (di cui confesso di essere a corto; l'esperienza insegna). Il problema peggiore è un altro.

Sto parlando dei backup di sistema. Quelli che non fa nessuno, salvo poi piangere in cinese quando il computer non funziona più.

Se devo indicare il difetto principe di Windows 95/98, è l'impossibilità di eseguire una copia integrale del sistema operativo, da usare per le emergenze. In un mondo perfetto, le cose dovrebbero andare così: dovrebbe essere possibile creare un dischetto (o un CD o un nastro di streamer) contenente tutto Windows, con tutti i vostri programmi e le loro configurazioni già bell'e pronte, così come le avete cesellate con certosina pazienza. In questo modo, se Windows 95/98 va in crisi completa, vi rubano il PC o si scassa il disco rigido, basta azzerare tutto, comperare un PC identico (in caso di furto) o un disco rigido nuovo e ripristinare dalla copia di sicurezza. Facile, pratico e sensato, vi pare?

Invece no. Se anche fate un backup di Windows 95/98, per ripristinarlo dovete prima installare un Windows 95/98 "temporaneo". Tempo minimo richiesto, ammesso che tutto vada bene: due ore. Poi dovete ripristinare dal backup. Usando Microsoft Backup o simili, sono altre due o tre ore. Una volta ripristinato il tutto, dovete poi trovare la maniera di cancellare il Windows temporaneo senza segare le gambe a quello ripristinato. Un caos indecente, insomma.

(Ricordo con nostalgia i vecchi tempi in cui si usava Windows 3.1. Lì sì che si poteva fare la copia di sicurezza come si deve. Ho ancora un floppy e un CDROM contenente _tutto_ il mio ambiente di lavoro dell'epoca. In venti minuti posso reinstallarlo da DOS. Con Windows 95/98 mi ci vuole una settimana e un manuale di appunti contenente tutte le istruzioni per installare e configurare tutti i programmi _a mano_)

L'alternativa è _non_ fare una copia di backup, ma reinstallare tutto da capo. E' roba da maniaci (infatti è quello che faccio io), perché bisogna documentare _tutte_ le configurazioni di _tutti_ i programmi.

Ma funziona. Tempo medio: due giorni interi. Confesso che non lo faccio spesso.

Ma torniamo alla questione degli auto-aggiornamenti. Se già ora il backup è difficile con Windows 95, le cose sono ancora più complicate con questa storia degli aggiornamenti automatici. Infatti se non vi accorgete che viene eseguito un aggiornamento, non sapete che il vostro sistema operativo è cambiato e non potete quindi sapere che dovete farne una nuova copia di sicurezza.

Rischiate quindi di ripristinare un Windows che in realtà non funziona, insomma.

Vi ho avvisato!

 

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1998/07/04

[IxT] Windows 98 ha problemi con alcuni PC (4 luglio 1998)

In un recente articolo sulla Gazzetta dello Sport (l'archivio è presso http://www.gazzetta.it/gazzetta/attivissimo/attiv_hp.htm) sconsigliavo di installare Windows 98 su computer non nuovi o sui quali non è preinstallato al momento dell'acquisto, a causa del rischio di incompatibilità.

Non che ci volesse la sfera di cristallo, ma ci ho azzeccato.

Infatti il 2 luglio 1998 il sito della CNN ha pubblicato un articolo in cui segnala che numerosi fabbricanti di computer, fra cui Dell, compaq e Toshiba, hanno diramato avvertenze ai loro utenti affinché non usino Windows 98, almeno finché non sono pronti gli aggiornamenti specifici per quei computer.

Nel caso della Dell, le nuove funzioni di Windows 98 richiedono una nuova serie di driver di sistema. Alcune macchine possono aver bisogno di un nuovo BIOS di sistema (un chip presente sulla scheda madre del computer). I modelli di PC Dell sospetti sono i seguenti: cP/CPi, XPiCD, XPi, e LM Latitude. Gli aggiornamenti saranno pronti sul sito Dell intorno al 5 di luglio.

Analogamente la Toshiba avvisa che gli utenti dei suoi portatili dotati di ACPI farebbero bene ad aspettare ad usare Windows 98 finché sarà disponibile un nuovo BIOS con compatibilità ACPI migliorata. Avvisano inoltre che è difficilissimo, se non impossibile, aggiornare il BIOS ACPI e le voci del Registry dei loro computer dopo aver installato Windows 98.

La Compaq ha pubblicato un elenco di conflitti di sistema e di pezze per Windows 98 sul suo sito Web. Fra i difetti più spettacolari, l'impossibilità di gestire i CDROM nelle finestre DOS sui modelli Presario.

Mancano per ora commenti da parte della Microsoft.

Morale della favola: Windows 98 è un prodotto complicato. Checché ne dica la Microsoft, non funziona su _tutti_ i computer che soddisfano i requisiti di sistema indicati sulla confezione del prodotto.

Se avete già un computer che gira bene con Windows 95, _non_ passate a Windows 98. Non ci sono motivi pressanti per farlo: Windows 98 non ha alcuna funzione tanto eclatante e innovativa da cambiare il vostro modo di usare il PC.

Se volete (o dovete) passare a Windows 98, comperate un computer nuovo sul quale sia preinstallato. Meglio ancora, aspettate qualche mese e lasciate che i fabbricanti di computer risolvano le incompatibilità.

 

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1998/07/01

[IxT] Il Fisco USA inaugura i rimborsi pagati via Internet (1 luglio 1998)

(Fonte: Sole 24 Ore, pag. 30)

Mentre in Italia i rimborsi IRPEF si attendono per sette anni (come nel mio caso personale), negli Stati Uniti si inaugurano i rimborsi istantanei via Internet.

Il 30 giugno è infatti stato inaugurato il nuovo sistema di pagamenti elettronici, inviando un rimborso alla compagnia telefonica GTE di 32.000 dollari. L'assegno virtuale è stato creato al computer e firmato con un codice generato da una smart-card (tipo quelle del bancomat, per intenderci). Venti secondi dopo essere partito da Washington, passando per Africa ed Europa in uno dei soliti percorsi tortuosi ai quali Internet ci ha abituato, è arrivato a destinazione in Texas.

Dopo questa prova, il Tesoro USA intende emettere giornalmente circa 1000 assegni virtuali, per un totale di un milione di dollari. L'anno prossimo verrà usato anche per pagare le pensioni.

Queste novità non sono dettate da sciocca foga tecnologica. Non è un'americanata (come lo è invece la "firma digitale" pomposamente inaugurata a Bologna in questi giorni), ma una soluzione a un problema economico. Infatti il governo USA ha fatto quattro conticini. Visto che emette milioni di assegni l'anno, e che ogni assegno costa (in termini globali di transazione) circa 42 cent, usare l'assegno virtuale produce un bel risparmio, dato che la stessa transazione via Internet costa circa 2 centesimi.

E noi? In Italia tiriamo avanti con le nostre gloriose marche da bollo.

 

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