Skype, uno
dei più diffusi programmi per telefonare via Internet, viene spesso
utilizzato dai suoi oltre 600 milioni di iscritti per telefonate
riservate o anonime perché è credenza diffusa che sia poco
tracciabile, ma in realtà può essere sfruttato per localizzare chi
lo usa.
Questo
software, infatti, consente di scoprire l’indirizzo IP dell’utente
chiamato e quindi di determinare dove si trova in un dato momento. La
tecnica è relativamente semplice: si fanno delle particolari
micro-chiamate invisibili all’utente da localizzare e Skype
risponde mandando al chiamante dei dati dai quali può estrarre
l’indirizzo IP del chiamato.
Ripetendo
questo procedimento ogni ora, per esempio, è possibile pedinare
virtualmente una persona, magari un dipendente della propria azienda
o di un’azienda concorrente oppure un partner sentimentale. Se
effettuato su vasta scala, un tracciamento di questo genere
permetterebbe di monitorare i movimenti dell’intera forza lavoro di
un’azienda rivale e dedurne le strategie commerciali. L’indirizzo
IP è anche utile per violare o attaccare un computer appartenente a
una persona specifica.
Non ci sono
contromisure per questo genere di sorveglianza, se non smettere di
usare Skype (compreso l’uso in standby; l'applicazione va proprio
chiusa), e le impostazioni di privacy non hanno effetto su questa
tracciabilità.
Microsoft,
attuale proprietaria di Skype dal 2011, è al corrente del problema,
noto almeno da un anno, ma non sembra aver molta intenzione di
correggerlo, come segnala
l’esperto di sicurezza Brian Krebs, che cita una ricerca
accademica franco-americana, pubblicata a fine 2011 ma comunicata
a Microsoft un anno prima, che dimostrava come era possibile
tracciare diecimila utenti Skype per due settimane per sapere in
quale città si trovavano.
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