Avete presente quelle micro-animazioni cicliche,
composte da pochi fotogrammi, che si ripetono all’infinito e che
sono onnipresenti su Internet? Sono realizzate usando uno degli
standard grafici più antichi dell’informatica: il cosiddetto
Graphics Interchange Format, ossia “formato per
l’interscambio di grafica”.
È un formato che risale al 1987 (ben 26 anni fa),
quando i dati venivano trasmessi lentamente usando le normali linee
telefoniche e quindi occorreva ridurre il più possibile le
dimensioni dei file, specialmente per le immagini. Riducendo il
numero di colori disponibili e usando la compressione, il formato GIF
permetteva risultati notevoli (almeno per gli standard dell’epoca)
e, a partire dalla versione rilasciata nel 1989, addirittura le
trasparenze e delle piccole animazioni cicliche, utilissime per
esempio per includere in un programma o un documento elettronico un
mappamondo che gira, una foto in cui il soggetto sbatte le palpebre,
l’omino stilizzato che lavora negli avvisi “sito in costruzione”,
una serie di immagini delle previsioni meteo o altri piccoli elementi
di richiamo in movimento ripetitivo. Il formato risolveva inoltre le
incompatibilità fra computer di marche differenti.
Pochi giorni fa l’inventore di questo formato,
Stephen Wilhite, ha ricevuto il premio
Webby alla carriera per questo suo contributo grafico, che sta
avendo una seconda giovinezza come forma di commento molto trendy (la
sigla è stata scelta come parola dell’anno per il 2012 dai
prestigiosi Oxford
Dictionaries).
Ma Wilhite ha sollevato un polverone che ha
gettato nel panico moltissimi informatici: ha dichiarato
che contrariamente all’abitudine diffusa e a quanto riportato dai
dizionari più autorevoli, la sigla GIF si pronuncia
esclusivamente con la G di “gioco”, non con la G di
“ghianda”. Si pronuncia, insomma, “gif”,
mentre la maggior parte degli utenti usa la pronuncia “ghif”.
Come padre dello standard, in teoria è lui a
decidere qual è la pronuncia corretta, e oltretutto la pronuncia
“jif” era già specificata
nel manuale di CompuShow, uno dei primissimi programmi
per visualizzare le immagini GIF, e nelle FAQ
di grafica. Ma alcuni linguisti sono dell’avviso che è l’uso
comune, e non la regola astratta, a decidere la pronuncia dei
vocaboli e degli acronimi, per cui il papà delle GIF non avrebbe
l’ultima parola, per così dire.
Una cosa è certa: potrete tormentare i vostri
amici informatici sottoponendo loro la domanda “Ma si pronuncia
“gif” o “ghif”?”. Il pandemonio è garantito.
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