Tutti abbiamo
una storia preferita di inettitudine di qualcuno nell’uso dei
computer, ma questa è davvero difficile da battere: a dicembre del
2011 il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale statunitense avvisa
due enti governativi, l’Economic Development Administration e la
National Oceanic and Atmospheric Administration, che i loro computer
sono probabilmente infetti.
La NOAA isola
il problema e ripulisce i computer nel giro di poche settimane.
L’altro ente, l’EDA, usa un approccio un po’ più radicale. Per
prima cosa si scollega completamente dal resto del mondo: niente
mail, niente accesso ai database centrali, nulla. Una società di
sicurezza, chiamata per risolvere il problema, disinfesta sei
computer e tutto sembra a posto.
Ma al capo
dei servizi informatici dell’ente serve una garanzia assoluta di
disinfezione che la società di sicurezza non può dare. Così decide
di distruggere fisicamente tutto:
non solo i computer (compresi quelli non infettati), ma anche le
stampanti, le fotocamere, le tastiere e persino i mouse. La foga
devastatrice si ferma soltanto quando l’ente esaurisce i fondi per
il lavoro di distruzione.
In tutto
vengono fatti a pezzi ben 170.000 dollari di attrezzature, ma
l’intero incidente viene a costare quasi tre milioni di dollari e
quasi un anno per tornare all'operatività. Tutta la vicenda è
narrata con clinicità inesorabile nel rapporto
del Dipartimento del Commercio. A quanto pare nessuno, all’EDA,
aveva mai sentito parlare di antivirus e del fatto che se un computer
è infetto non c’è bisogno di distruggerlo materialmente.
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