È uno dei miti di Internet e della cultura del cospirazionismo: l'Area 51, la base segreta nel Nevada dove, secondo alcuni ufologi, gli Stati Uniti custodirebbero addirittura veicoli extraterrestri. Ieri è stata rilasciata una collezione di documenti ufficiali della CIA, intitolata The Secret History of the U-2 (Storia segreta degli U-2), nella quale viene citata formalmente l'Area 51. Secondo alcune fonti si tratta del primo documento ufficiale che riconosce l'esistenza della base facendone apertamente il nome e spiegando inoltre l'origine di questa designazione così enigmatica (il nome, da solo, era già comparso in un altro documento ufficiale desegretato).
L'esistenza della base è in realtà un segreto di Pulcinella: si sa esattamente dov'è ubicata e sono da tempo disponibili pubblicamente foto satellitari della zona. Si tratta di un vecchio aeroporto militare ampliato negli anni Cinquanta del secolo scorso per ospitare lontano da occhi indiscreti un aereo ricognitore segreto, capace di sorvolare l'Unione Sovietica e altri paesi ad altissima quota e fotografarne il territorio in dettaglio. L'aereo si chiamava U-2 (foto qui sopra): Bono e la sua band non c'entrano nulla.
Il nome “Area 51” è molto evocativo, ma deriva semplicemente dal fatto che la zona, nella cartografia del Nevada, era etichettata in questo modo, e in realtà fu ribattezzata formalmente Paradise Ranch perché ci si rese conto che andare a lavorare in un posto desertico lontano da tutto e chiamato Area 51 non avrebbe ispirato nessuno.
In quanto all'esistenza di veicoli alieni, i documenti ufficiali non rivelano nulla a parte il fatto che molti degli avvistamenti di UFO statunitensi coincisero con i voli segreti degli aerei sperimentali sviluppati presso l'Area 51. A quanto pare, i militari trovarono molto utile sfruttare la spiegazione ufologica come copertura per questi voli: meglio lasciar credere a visitatori alieni che far sapere ai paesi nemici le caratteristiche tecnologiche dei velivoli più avanzati.
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