2014/04/25

Opere digitali di Andy Warhol perdute e ritrovate

Credit: Andy Warhol Museum.
Grazie a un'operazione di vera e propria archeologia informatica sono stati recuperati i primi esperimenti artistici digitali di Andy Warhol, realizzati nel 1985 su un computer Amiga 1000.

Pensate un attimo a com'era l'informatica nel 1985: Microsoft iniziava la distribuzione di una cosa chiamata Windows e del DOS 3.2. Il Macintosh aveva un anno. In tutti gli Stati Uniti ci sono soltanto 15 milioni di utenti di personal computer. Pensare di fare arte grafica digitale era un sogno di molti ma in pratica le schede grafiche costavano un patrimonio.

L'Amiga 1000 fu uno dei primi personal computer a mettere la grafica al centro dell'interazione con l'utente, offrendo fino a 4096 colori a 640x256 pixel di risoluzione: oggi fa di meglio un telefonino di fascia bassa. La Commodore, proprietaria di Amiga, fornì a Warhol in anteprima un esemplare del modello 1000 per vedere cosa ne avrebbe tirato fuori.

Credit: Andy Warhol Museum.
Si sapeva, da un video della presentazione dell'Amiga datato 1985, che Warhol aveva creato qualcosa (compreso un ritratto digitale di Debbie Harry dei Blondie, ma non c'era alcuna traccia di dove fossero i file grafici originali di queste creazioni.

L'artista di New York Cory Arcangel, insieme ai tecnici del Carnegie Mellon University Computer Club e ad altri esperti, si sono cimentati nella sfida di recuperare i dati dai floppy dell'Amiga di Warhol, conservati all'Andy Warhol Museum. Erano infragiliti dall'età, per cui è stato necessario usare tecniche di lettura speciali per acquisirne il contenuto. Soprattutto non c'erano floppy contenenti disegni, per cui sembrava improbabile che si potesse trovare qualcosa. Ma la lettura dei floppy delle applicazioni ha rivelato che Warhol aveva salvato le immagini direttamente sui dischetti originali del programma di grafica utilizzato: cosa impensabile oggi, ma prassi comune all'epoca, quando molti computer avevano una sola unità di lettura di dischetti. I nomi dei file erano inequivocabili: campbells.pic, marilyn1.pic e altro ancora.

Ma i file erano scritti in un formato ormai praticamente dimenticato, usando un programma oggi obsoleto, GraphiCraft: è stato necessario decifrarne la struttura e scrivere del software in grado di visualizzarli correttamente sui computer odierni. Le opere inedite di Warhol, recuperate dopo tre anni di lavoro, verranno presentate il 10 maggio prossimo a Pittsburgh. Il rapporto tecnico sul restauro digitale è scaricabile qui in inglese e mette in luce il problema dell'obsolescenza rapida dei supporti digitali e dei formati, specialmente se non sono documentati.

Fonti aggiuntive: BBC.

Nessun commento:

Posta un commento

Se vuoi commentare tramite Disqus (consigliato), vai alla versione per schermi grandi. I commenti immessi qui potrebbero non comparire su Disqus.

Pagine per dispositivi mobili