No, no, no, no, e ancora no: Samantha Cristoforetti non ha visto un UFO. Ha semplicemente visto inaspettatamente, attraverso il piccolo finestrino della sua capsula Soyuz, lo spettacolo della grande Stazione Spaziale Internazionale illuminata dal sole radente, e la sorpresa causata da tanta bellezza improvvisa l'ha fatta esclamare. Lo ha spiegato subito, e con gioia palpabile, appena salita a bordo, in diretta TV, e poi nel suo primo diario di bordo dallo spazio. Fine della storia.
L'avevo già scritto due settimane fa, sperando di fare prevenzione, ma è servito a poco. La bufala imperversa in Rete e, peggio ancora, sui giornali: quelli dove lavora, in teoria, gente pagata per scrivere notizie, non cazzate. Riprovo a fare chiarezza.
Questo è un brano della diretta, trasmessa la notte fra il 23 e 24 novembre scorsi, dell'arrivo di Sam e dei suoi compagni di viaggio Terry Virts e Anton Shkaplerov alla Stazione Spaziale Internazionale, in orbita a 400 chilometri dalla Terra. L'inquadratura, ripresa da una delle telecamere esterne della Stazione, mostra il veicolo spaziale Soyuz nel quale si trovano i tre astronauti. In questo brano si sente Samantha fare l'esclamazione che ha fatto galoppare le fantasie dei fufologi.
Notate che la Soyuz, nel video, assume rapidamente un colore dorato? È perché il sole sta calando, per via del movimento della Soyuz e della Stazione intorno alla Terra. Lo stesso sta succedendo alla Stazione, grande quanto un campo di calcio, con pannelli solari dorati ampi quanto le ali di un Jumbo Jet. Samantha ha visto questo spettacolo a sorpresa (normalmente l'equipaggio non vede la Stazione dai finestrini durante l'avvicinamento) attraverso uno dei piccoli finestrini del proprio veicolo. La sua esclamazione forse è un po' fuori dai canoni dell'aplomb professionale, ma è sicuramente molto umana, perché Sam ha visto qualcosa di simile a questo:
Ditemi se anche a voi non sarebbe scappato da dire qualcosa.
Quindi piantatela, ufologi e giornalisti da quattro soldi, di scrivere che forse Sam ha visto un veicolo extraterrestre o un oggetto non identificato. Non l'ha visto. Ha visto di meglio: s'è trovata davanti agli occhi una testimonianza spettacolare dell'ingegno umano. Ha visto una casa che sta nello spazio.
E soprattutto vergognatevi di insinuare che Samantha stia mentendo per coprire una congiura che esiste soltanto nella vostra mente troppo piccola. Siete così stupidi che pur di adattare la realtà alle vostre piccole fantasie popolate di omini verdi che svolazzano segretamente siete disposti a scrivere che un'astronauta italiana è una bugiarda. Siete così ottusi che non riuscite a concepire che una persona possa meravigliarsi perché finalmente, dopo anni di faticoso addestramento, dopo aver rischiato la vita cavalcando un missile con trecento tonnellate di propellente infiammabile lanciato a ventottomila chilometri l'ora, vede di botto la magnifica destinazione che ha sognato di raggiungere per una vita, e la vede oltretutto nella luce più bella che le poteva capitare. Forse non ci riuscite perché la massima destinazione che riuscite a concepire è la porta dell'ufficio stipendi.
Sto parlando a te, Flavio Vanetti, e alla redazione del Corriere della Sera che è responsabile di ospitare queste tue parole: “a me suona tanto di bugia confezionata ad hoc”. Sto parlando a voi, Angelo Carannante ed Ennio Piccaluga, che esternate i vostri “dubbi sulla frettolosa spiegazione che ha dato del suo avvistamento ufo”. Che menti minuscole che avete: così ristrette che dovete sminuire tutti, compresa Samantha Cristoforetti, e misurarli col vostro metro. È colpa vostra, e soltanto vostra, se un argomento così bello e profondo come la vita extraterrestre è diventato una barzelletta.
Intanto Samantha Cristoforetti è troppo indaffarata a lavorare (come si vede nell'immagine qui accanto, ripresa ieri dalle webcam di bordo) e a fare scienza per sprecarsi a rispondere a queste cialtronate. Si è limitata a fare un tweet ironico in risposta a Fabio Fazio (Raitre):
#chetempochefa@fabfazio Ufo? Moltissimi e di ogni tipo! Tutti poi prontamente identificati con codice a barre nell’inventario di bordo.
— Sam Cristoforetti (@AstroSamantha) 6 Dicembre 2014
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