Facebook ha annunciato che introdurrà progressivamente un sistema per la segnalazione delle notizie fasulle che spesso appestano i social network.
Storie bufaline come l'imminente chiusura di Facebook o la richiesta di pagamento per restare iscritti, oppure l'allarme per l'app Talking Angela che sarebbe legata alla pedofilia, circolano esageratamente e senza controllo, inoltrate senza esitazione dagli utenti perché le hanno ricevute da una fonte per loro autorevole: gli amici.
C'è anche un business delle notizie false, da disseminare su Facebook per indurre gli utenti a cliccarvi sopra e portarli così a siti pubblicitari.
Il nuovo servizio antibufala di Facebook non farà censura, ma si limiterà a etichettare come inattendibili i link, le foto e i video che vengono segnalati maggiormente come falsi dagli utenti; inoltre la circolazione e visibilità di questi post verrà ridotta. Il sistema è simile ai filtri antispam sui post, che oggi permettono di segnalare contenuti offensivi o abusivi.
Non ci sarà, da parte di Facebook, nessuna operazione di verifica della veridicità delle notizie: tutto dipenderà dalle scelte degli utenti. Questo è il limite e anche il potenziale problema di questo filtro antibufala: se una notizia è vera ma molti utenti, per ideologia, pregiudizio o ignoranza, la considerano falsa e la etichettano come bufala, quella notizia verrà filtrata. C'è anche il rischio che gli utenti commerciali abusino del sistema per sminuire i contenuti altrui che sono in competizione con i loro.
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