2015/09/29

Sto facendo un Tesla Challenge: da Lugano a Roma e ritorno in auto elettrica

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale del 29/9/2015. Ultimo aggiornamento: 2017/08/04 16:45. Tutte le foto sono mie o di @divatiz salvo diversa indicazione.

Per chi ha fretta: Abbiamo fatto Lugano-Roma (660 km) fermandoci a caricare 3 volte (30 + 52 + 60 minuti) e all’arrivo, in 11 ore; al ritorno abbiamo fatto 3 cariche (30 + 50 + 20 minuti)


6:45 am, Lugano. Vi ricordate le tesi di complotto sul boicottaggio delle auto elettriche, con quei loro PowerPoint così popolari soltanto cinque anni fa? Quelle tesi erano talmente ben fondate che in questo preciso istante sto viaggiando su un'auto elettrica, una Tesla Model S 85 D, in direzione di Roma. I complottisti hanno sbagliato anche questa volta.

Alla guida della Tesla c'è il proprietario, Tiziano (@divatiz su Twitter), che ha accettato la mia bizzarra sfida: riuscire ad andare dal Maniero Digitale, a Lugano, fino a Roma in auto in giornata usando esclusivamente energia elettrica e raccontando in tempo reale il viaggio per conoscere le vere prestazioni e limitazioni di un’auto elettrica di alto livello oggi.

Nei giorni scorsi Tiziano ha preparato il piano di viaggio (lo vedete mostrato qui accanto), che prevede varie soste per la ricarica delle batterie. Abbiamo una destinazione molto particolare, che però per ora non vi svelo. Seguiteci e lo scoprirete.




(postata qualche minuto dopo lo scatto)

8:45, Melegnano. Viaggio morbidissimo, accelerazione inebriante (usata con prudenza e parsimonia), posti posteriori un pochino stretti (la seduta è bassa). Il bagagliaio è grande e c'è anche il frunk, un piccolo bagagliaio aggiuntivo anteriore... perché il motore non è sotto il cofano. 500 chilometri di autonomia a cento chilometri l’ora di media tolgono gran parte dell'ansia da autonomia (range anxiety), ma non bisogna mai esagerare e quindi ci si ferma a rabboccare spesso.

Ci attacchiamo al Supercharger (stazione di ricarica Tesla) di Melegnano per caricare l'auto e prendere un caffè, proseguire le nostre chiacchiere (ci siamo conosciuti faccia a faccia solo oggi) e il mio interrogatorio su ogni possibile aspetto della Tesla e delle auto elettriche in generale, e postare un po' di foto. Il tempo vola e la pausa per la ricarica non pesa.

È molto bella l’idea di fare le stazioni di ricarica dentro i parcheggi degli alberghi (in questo caso l’Hotel Ibis), così sono tenute bene e c'è sempre la possibilità di fare uno spuntino e di sgranchirsi le gambe al coperto (e magari si crea un indotto per l'albergo). I Supercharger, fra l'altro, sono molto più eleganti e meno odorosi di una stazione di benzina. Ripartiamo alle 9.15.



Ora ve lo possiamo dire: come si vede nel video, stasera a Roma, presso la sede dell'Agenzia Spaziale Italiana, ci sarà l'anteprima di The Martian. E ci sarà Samantha Cristoforetti. E noi siamo stati invitati.

Tesla, The Martian, Astrosamantha. Un bel modo di festeggiare il mio compleanno (che era ieri), direi :-)


10.57, Modena. Altra pausa caffè e intanto l'auto si ricarica al Supercharger di Modena, presso la Baia del Re. Le ricariche consigliate dall'auto sono molto prudenziali: siamo ancora col 49% di carica e 280 km di autonomia. 52 minuti e siamo di nuovo al 90%. Si riparte!

È divertente vedere le facce da Tesla: quelle di chi si accorge che ha accanto una berlina sportiva che non fa rumore ed è interamente elettrica. Vediamo gente che fa addirittura il tifo per noi e saluta dalla propria auto.


13:45, Arezzo. Arrivati con il 42% di carica, più del previsto, al Supercharger del Park Hotel. Ci fermiamo per un buon pranzo e in un'oretta abbondante facciamo una ricarica al 100%: normalmente non si fa il “pieno”, ma forse dobbiamo arrivare a Roma e tornare ad Arezzo senza più ricaricare: sarà la parte più impegnativa del viaggio.






15:30, Arezzo. Ripartiamo con molta calma: la Tesla è già carica da tempo, ma il pranzo è stato troppo buono e comunque abbiamo ampio margine per il nostro appuntamento.

Due ragazzi in gita :-)


16:00. Sulla A1, Chiusi-Chianciano, 173 km all'arrivo. Appunti veloci di viaggio: la modalità “elastico” della Tesla è una goduria: se c'è una coda che parte e si ferma continuamente, l'auto parte e si ferma da sola tallonando la vettura che sta davanti, in modo estremamente morbido (uno dei vantaggi della trazione elettrica). Il Cruise Control fa lo stesso, accelerando e rallentando in base all'andatura dell'auto che ci precede. E se c'è una frenata improvvisa dell'auto davanti a noi, come è successo, il radar della Tesla se ne accorge e frena automaticamente. Tempi di reazione da computer, nettamente migliori di quelli di un essere umano. Il risultato è una guida sorprendentemente rilassata. Io, passeggero, inganno il tempo bloggando e chiacchierando con Tiziano e chiedendogli mille cose sull'auto per rispondere a chi ci sta seguendo in tempo reale via Twitter e su questo blog. Le ore volano.

La cosa che mi sta colpendo di più non è la parata di funzioni di guida assistita: è il fatto che non mi accorgo neanche che stiamo viaggiando su un'auto elettrica. Sembra una normale berlina, a parte il silenzio irreale a bordo (c'è solo il rumore del rotolamento delle gomme, accompagnato dal leggero fruscio del vento, che si fa notare soltanto dai 130 km/h in su).

Abbiamo davanti 350 km di viaggio prima di poter ricaricare: cosa che farebbe schiattare le altre auto elettriche, ma la Tesla dice che ce la può fare serenamente. Dobbiamo però tenere una media abbastanza bassa, circa 100 km/h, per garantirci una carica sufficiente a tornare al Supercharger di Arezzo. Questo, e l'avviso sul cruscotto che ricorda che ci stiamo avvicinando a un punto di non ritorno, risveglia un pochino l'ansia da autonomia. Ma abbiamo un Piano B.

In queste condizioni il disagio di avere un'auto elettrica praticamente non esiste. L'unico problema, per ora, è il costo molto elevato dell'auto. Del resto è una berlina di lusso, concepita per avviare un mercato e creare un'infrastruttura che poi sarà usabile da modelli più economici, e non va dimenticato che per la maggior parte delle Tesla le ricariche presso le stazioni Tesla sono gratuite, per cui tutto questo viaggio non ci sta costando nulla a parte i pedaggi (che secondo ViaMichelin ammonterebbero a circa 90 euro fra andata e ritorno, mentre la benzina ci sarebbe costata circa 150 euro).





18:15, Roma. Dopo un po' di tempo perso nel traffico romano, raggiungiamo una colonnina Enel, in via Orazio Raimondo, che è il nostro Piano B (con un'elettrica bisogna sempre avere un Piano B; l'attuale penuria di stazioni di ricarica lo impone), e ricarichiamo usando la tessera apposita prestataci da un amico della “comunità elettrica”, come la chiama Tiziano: è bello vedere che fra gli utenti delle auto elettriche c'è ancora lo spirito solidale di un'avventura condivisa, per cui ci si aiuta a vicenda.

Alla colonnina troviamo una brutta sorpresa: un maleducato ha parcheggiato la propria auto non elettrica nello spazio per la ricarica.



Niente paura: una persona del posto, che ha una Renault Fluence (elettrica), ci aiuta a manovrare in modo da poter comunque ricaricare stando nella piazzuola di ricarica e intanto fa chiamare la rimozione forzata. Tiziano mi dice che in Italia, purtroppo, è un classico trovare il cafone che parcheggia nell'area riservata alla ricarica delle auto elettriche.



Lasciamo quindi l’auto sotto carica per le prossime quattro ore (togliendoci quindi definitivamente l'ansia di non riuscire a tornare fino ad Arezzo) e ci incamminiamo verso l'Agenzia Spaziale Italiana, che però dista mezz'ora a piedi: un disagio molto significativo in condizioni normali, ma in questo caso sopportabile, anche perché dopo 750 km in effetti abbiamo voglia di muoverci un po'. Del resto, è un'avventura, non una routine quotidiana. E volendo avremmo potuto anche chiamare un taxi.

La prima parte della missione è compiuta: siamo riusciti ad arrivare a Roma senza consumare una goccia di carburante e in tempo per la serata nonostante le soste di ricarica. Ci abbiamo messo molto tempo: undici ore e mezza, includendo le pause per ricariche e pranzo. Ma è stato un viaggio molto rilassato. Tiziano si dice sorpreso di quanto gli sia pesato poco guidare: è il suo primo viaggio così lungo da quando ha la Tesla.


19:00, Roma. Arrivati alla sede dell'ASI partecipiamo al buffet, intravediamo Samantha presissima dalle interviste, troviamo un po' di amici del settore aerospaziale e ne conosciamo di nuovi, riesco a scambiare due parole con Sam e darle come promesso il Topolino con una storia dedicata a Samantha Paperinetti, pubblicato mentre lei era nello spazio, e poi assistiamo alla presentazione pre-film (ne parla l'ASI qui; e c'è anche il video). Una bella serata, ben organizzata, seguita appunto dalla proiezione di The Martian (del quale prometto una recensione dettagliata a parte: dico solo che è carino e molto godibile, a tratti poetico, ma non è un grande film).

Consegno a Sam il Topolino con l'avventura di
Samantha Paperinetti. Credit: ASI.


Chiacchierata allegra, Sam si diverte.

Il tempo di un ultimo saluto a Sam e poi si riparte, con l'aiuto dell'amico Paolo D'Angelo che ci offre un passaggio fino alla Tesla, risparmiandoci mezz'ora di cammino. Auto stracarica di energia (le colonnine Enel erogano una gran bella dose) e pronta per ripartire per Lugano, dove devo essere l'indomani. E qui cominciano i guai: non della Tesla, ma miei.


23:46, Roma. La partenza va liscia come l'olio: avendo la carica piena, non abbiamo bisogno di essere parsimoniosi e quindi possiamo scatenare i cavalli della Tesla, non tanto per correre ma per districarci nel traffico e mantenere una buona media. Ma ho mangiato qualcosa che non m'è andato giù, per cui sto malissimo e non riesco a fare il livetweet del ritorno che avevo promesso. Me ne scuso e riassumo qui le tappe del ritorno.


1:45 del 30/9, Arezzo. Dopo 195 km a velocità sostenuta (ma legale) su autostrade splendidamente libere, arriviamo al Supercharger del Park Hotel. Mezz'ora di ricarica e di sonno per rigenerarsi, poi si riparte alle 2.25.


5:08, Modena. Da Arezzo abbiamo coperto 190 km. 50 minuti di ricarica e pisolo.


7:19, Melegnano. Ricarica e ripartenza alle 7:35.


9:41, Lugano. Arrivo al Maniero Digitale. Nonostante la guida più veloce consentita dai margini di batteria maggiori rispetto all'andata, ci abbiamo messo quasi tanto tempo quanto all'andata, ma è in gran parte colpa delle mie frequenti richieste di pausa perché stavo male.

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Conclusioni di quest’improvvisato Tesla Challenge: fare un viaggio lungo con un’auto elettrica di alto livello è possibile oggi e subito, e soprattutto è possibile senza farne un'esperienza punitiva. Certamente bisogna cambiare le proprie abitudini e pianificare le pause per la ricarica, integrandole nel piano di viaggio, magari per il pranzo o per una visita a una località mentre si ricarica, ma è fattibile. Ogni tecnologia nuova importante comporta un cambiamento nello stile di vita.

Ad eccezione di pochi scenari piuttosto rari, una Tesla può sostituire completamente un'auto a benzina/diesel; non c'è bisogno di avere due auto, una elettrica per i viaggi brevi e una a carburante fossile per i grandi spostamenti. L'autonomia della Tesla è tale per cui le percorrenze abituali (andare al lavoro, fare commissioni, una gita) si coprono senza ansia con una singola carica, magari fatta a casa di notte, per cui si ha sempre il “pieno”; e quando c'è da fare un viaggio più lungo si ha un buon margine di autonomia e c'è una rete di ricarica embrionale ma già ragionevole, che non farà che migliorare.

Il costo di quest'auto (circa 100.000 CHF/92.000 EUR nella versione che abbiamo usato qui) è per ora al di sopra della portata di moltissimi automobilisti, anche se chi macina tanti chilometri potrebbe trovare una cerca convenienza inattesa (già solo questo viaggio ci ha fatto “risparmiare” circa 150 euro che si possono usare per pagare l'auto invece che per pagare benzina).

Ma quest'esperienza mi ha fatto venire in mente un paragone informatico: Apple Lisa (o meglio ancora il suo genitore, il progetto Alto dello Xerox PARC), anno 1983. Un computer carissimo (10.000 dollari dell'epoca), inavvicinabile per quasi tutti gli utenti, ma ricco di idee e tecnologie che oggi consideriamo normali, come mouse, icone, finestre. Dall'esperienza di Lisa nacque un derivato semplificato, l'abbordabilissimo Macintosh, e il resto è storia. Ecco, la Tesla oggi è nelle stesse condizioni. Una versione di quest'auto elettrica a costi meno stratosferici (circa 35.000 dollari), la Model 3, è già in fase di sviluppo e verrà presentata nel 2016 per entrare in produzione nel 2017.

Insomma, per alcuni il futuro è arrivato, e ci ho viaggiato dentro per 1500 chilometri. Non vedo l'ora che tutte le auto siano così silenziose, automatiche e pulite.

Ringrazio ancora Tiziano per la magnifica esperienza, anche se adesso tutte le altre auto, compresa la mia, mi sembrano dannatamente primitive.


La parola a Tiziano


Ricevo da Tiziano e pubblico con piacere questo suo mini-racconto.

Il Viaggio da Lugano a Roma con Paolo

Paolo Attivissimo. Da anni lo seguo e lo stimo e per il suo stile di divulgazione, le sue competenze,... Ho potuto conoscerlo (in real) grazie ad una conoscenza comune e per una serie di vicissitudini ci siamo ritrovati seduti accanto per un totale di quasi 27 ore (è tanto ehhhh). Paolo è veramente una persona gradevole, il viaggio di andata è letteralmente volato, oltre ad essere molto alla mano e simpatico è un pozzo di conoscenze ed è impossibile annoiarsi. Se me lo chiedesse partirei con lui anche domani per... capo Nord? Che dici Paolo? Andiamo? :-) [Paolo: parliamone :-) ]

Il ritorno purtroppo un po’ più sofferto ma comunque la “missione” è andata a buon fine. È stato bello e sinceramente spero che un giorno ci si possa ancora incontrare anche solo per un caffé :-).


La Tesla. Un centinaio di anni fa il signor Ford concretizzò il sogno di molti rendendo accessibile a tanti (non ancora a tutti purtroppo) un invenzione rivoluzionaria che si chiamava automobile. Rumorosa, fumante, necessitava strade e benzina, altrimenti ne era praticamente impossibile l’utilizzo e sì … era una gran stupidata di invenzione perché inutile, comunque costosa e dipendente da una struttura ancora inesistente.

Il paragone con il cavallo, cammello, asino, elefante non reggeva in alcun senso e la gente commentava ridendo e schernendo in quanto con gli animali era impossibile “restare a piedi”. Ed effettivamente con il senno di poi ora ci si potrebbe porre la domanda se Ford abbia veramente fatto la cosa giusta e se quest’invenzione che ora invece è indispensabile ed appassiona molti visceralmente, sia veramente stato un qualcosa di buono. L’aria d’ora non è più quella d’allora e le necessità di spostamento nemmeno... ma questo è un altro discorso.

Incuriosito dalle sfide tecnologiche ho posseduto due ibride Toyota (una Prius normale ed in seguito una plugin) prima di fare il grande salto e sinceramente dubito che mai tornerò indietro. Vero, non nitrisce, non fuma, non fa la cacchina, non puzza, non fa rumore, non mangia biada/erba/avena, se si scarica la batteria sei fermo, non ci sono possibilità di ricarica ovunque.

Le batterie hanno una durata garantita di 8 anni (chilometraggio illimitato) e con il tempo degradano, ma pochi sanno che una volta scese sotto la capacità del 70% (dato da verificare) Tesla ha previsto una facile ricollocazione delle stesse nei suoi Powerwall, quindi prima di smaltirle ne passa parecchio comunque di tempo.

Vero che smaltire un cavallo è ecologicamente molto più valido ed il confronto non regge... interessante comunque sapere che essendo la macchina quasi tutta in alluminio il riciclo dei materiali è un po’ meno dispendioso.

Il veicolo non è economico, essendo comunque una berlina di lusso, e come tale in termine di paragoni va confrontato con una macchina di pari prestazioni e non con una Panda diesel. Essendo comunque ancora un veicolo di non grande serie (con tutti i rischi che uno si prende nel lanciarsi in tale impresa...) è chiaramente il precursore di tecnologie che saranno prossimamente disponibili a prezzi più popolari (basti pensare ai primi computer, ai primi cellulari o alle prime automobili).


Il viaggio. Viaggiare con un veicolo elettrico, a differenza di un veicolo "puzzoso", necessita un minimo di pianificazione (specialmente per un viaggio lungo). Problemi in generale non ce ne sono stati, complice anche il tempo a disposizione. Purtroppo per noi svizzeri il lusso di accedere alle colonnine di ricarica Enel non ci vien concesso e quindi, visto che Arezzo è l'ultimo Supercharger Tesla, il rischio era di non poter tornare. Ecco perché si è optato prima di tutto per una costante ricarica in modo da arrivare a Roma con il massimo disponibile.

Ora ci sono un paio di cose da puntualizzare, in quanto viene raccomandata una costante ricarica al massimo al 90% della capacità e non oltre. Quindi noi a Melegnano e Modena abbiamo fatto "rabbocco" al 90% mentre ad Arezzo invece al 100%. Siamo ogni volta arrivati alla tappa con circa il 50% della carica disponibile e per non rischiare si è preferito fare un rabbocchino comunque.

Fortuna vuole che il mio caro amico SELIDORI di Milano mi ha gentilmente prestato la sua tessera ENELdrive e a Tor Vergata, a circa 1 km dall'ASI, c'era una colonnina disponibile. Chiaramente abbiamo trovato un'auto normale che stava sfacciatamente occupando uno dei due posteggi destinati alla ricarica. Chiaramente (vedi posteggi per invalidi) l'educazione ed il rispetto non fanno proprio parte della cultura di alcuni italiani (ho detto alcuni e NON tutti).

Vorrei ancora una volta ringraziare Paolo per avermi dato questa opportunità!

Saluti
@divatiz

2015/09/28

La NASA oggi annuncerà la soluzione di un “mistero marziano”. Tranquilli, niente ET neanche stavolta

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle gentili donazioni di “diego.bell*” e “daniele.pa*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento, come ha fatto “cera18*”).

La NASA ha annunciato per oggi una “importante scoperta scientifica derivante dall'esplorazione continua di Marte”. La scoperta verrà resa nota durante una conferenza stampa alle 11:30 EDT di oggi (17:30 ora dell'Europa centrale).

Visto il precedente dell'annuncio in pompa magna della NASA rivelatosi poi abbastanza deludente rispetto all'attesa creata, non è il caso di scaldarsi immaginando, come stanno facendo alcuni (hashtag #askNASA e Mars su Twitter, per esempio), che la NASA abbia intenzione di annunciare la scoperta della vita o altre cose altrettanto clamorose.

I dettagli della notizia sono già stati diffusi nei giorni scorsi a vari giornalisti specializzati in tutto il mondo, come è consuetudine della rivista Nature Geoscience che ha chiesto l'embargo: se fosse qualcosa di davvero clamoroso, qualcuno avrebbe violato l'embargo. Inoltre la notizia circola già negli ambienti delle prepubblicazioni. Tra poco, comunque, lo sapremo direttamente dalla conferenza stampa, che riassumerò qui in tempo reale.


17:15 CET


C'è acqua liquida corrente oggi su Marte. La notizia è uscita su varie fonti qualche minuto prima dell'inizio della conferenza stampa (Le Scienze, Focus, La Stampa, BBC).

Le striature scure viste lungo i pendii nelle immagini di Marte dalle sonde in orbita sono associate a depositi di sali che possono alterare il punto di congelamento e di evaporazione dell'acqua nella tenue atmosfera marziana e quindi consentirle di restare fluida in superficie abbastanza a lungo da permetterle di scorrere. Si tratta di acqua salmastra e quindi poco ospitale per la vita come la conosciamo.

L'articolo scientifico su Nature Geoscience è stato pubblicato qui e poi (temporaneamente) rimosso.


Sintesi della conferenza stampa


La scoperta di oggi, dicono in conferenza stampa, suggerisce che possa esserci vita su Marte oggi (il problema sarà che le regole di protezione della possibile vita extraterrestre vietano di far atterrare sonde nelle zone dove c'è acqua per evitare il rischio di contaminazione).

Le striature sono note da vari anni (dal 2010 circa) e sono un po' ovunque su Marte: ce ne sono anche nella zone di Mouth Sharp, dove si trova attualmente Curiosity. Oggi abbiamo identificato la natura chimica di queste striature: l'acqua è un loro componente fondamentale. Va notato che gli strumenti non hanno avvistato direttamente acqua corrente su Marte ma hanno rilevato la presenza dei sali che si depositano normalmente nel terreno quando vi scorre sopra dell'acqua salmastra. Le striature sono stagionali: si formano a fine primavera, si ingrandiscono in estate e svaniscono in autunno.



La tracce spettroscopiche sono compatibili con i perclorati, che sono stati trovati su Marte anche vicino ai luoghi di atterraggio di Phoenix e Curiosity. I perclorati sono in grado di assorbire l'acqua dall'atmosfera e quindi offrono un modo per mantenere una presenza d'acqua in superficie.

La presenza d'acqua è un potenziale bonus per l'esplorazione umana di Marte, perché significa che gli astronauti potranno sfruttare l'acqua presente invece di doverla portare dalla Terra. Ma bisognerà decidere se davvero vogliamo mandare su Marte delle collezioni ambulanti di batteri e microbi vari che potrebbero contaminare il pianeta e sopraffare eventuali forme di vita esistenti.

Non solo: questa scoperta pone anche domande importanti sulle missioni robotiche. Non è un caso che il rover previsto per il 2020 abbia un divieto specifico di avvicinarsi a zone con acqua o ghiaccio d'acqua a causa della presenza a bordo del generatore nucleare, che emana calore (fonte).

Jon Grunsfeld dice una frase che verrà sicuramente fraintesa da tutti i fufologi: “Sappiamo che c'è vita su Marte”. Poi aggiunge subito: “...perché ce l'abbiamo mandata noi” (tramite le sonde, che hanno comunque un residuo di contaminazione microbica).

Una cosa è certa: la scienza sta progredendo talmente in fretta che The Martian è obsoleto ancora prima di uscire al cinema.

È disponibile ora il comunicato stampa ufficiale della NASA.

2015/09/27

Podcast del Disinformatico del 2015/09/25

È disponibile per lo scaricamento il podcast della puntata di venerdì del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera. Buon ascolto!

2015/09/26

Due giorni con i massimi esperti di sicurezza informatica privati e governativi a Lugano

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/10/09 22:30.

Non capita spesso di avere a disposizione contemporaneamente un ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, un esperto dell'Interpol, un ex segretario di stato per la difesa britannico, un consulente del GCHQ (l'equivalente britannico dell'NSA), i CEO delle grandi aziende e molti altri esperti per discutere di sicurezza informatica delle sfide concrete che oggi queste aziende si trovano ad affrontare. Ma è quello che succederà a Lugano il 30 settembre e il primo ottobre 2015.

Al Campus della Franklin University di Lugano-Sorengo si terrà infatti il simposio Cybersecurity and Managerial Challenges (CMC) – International Issues and Approaches, promosso dalla KNC Consulting Switzerland insieme alla Franklin University. Io sarò lì, al Nielsen Auditorium, a riferirne giornalisticamente e a partecipare a una delle tavole rotonde.

Se vi interessa, trovate tutti i dettagli sul sito della KNC. Vi ingolosisco con una sintesi della scaletta dei lavori, che saranno in inglese.


30 settembre, mattina


Opening and welcome by Gregory Warden, President of Franklin University Switzerland; On. Marco Borradori – Mayor of the city of Lugano; Jack Caravelli, Co-Chairman of the CMC Organizing Committee.

Introduction by Morris Mottale (Franklin University Switzerland), Chair of the Department of Political Science and International Relations, Professor of Comparative Politics and International Relations: “Implications for International Relations Theory and Asymmetric Warfare”.

Jack Caravelli, former US National Security Advisor on nuclear security in the Clinton and Bush Jr. Administration. “The Costs and Challenges of Cyber Warfare”.

Paolo Sartori, Interpol East Europe: “The Contrast of Cybercrime within Europe”.


30 settembre, pomeriggio


Honorable Dr. Liam Fox (former Secretary of State for Defense – U.K.): “The Political Perspective”.

“The Impact on Business and Diplomatic Organizations” (Round Table discussion moderated by Morris Mottale & Davide Gai) Paolo Attivissimo – Technology Journalist - Lugano; Riccardo Braglia – CEO Helsinn Holding SA – Lugano; Johan Andsjo – CEO Salt Mobile SA Switzerland - Vaud; Franco Polloni – Managing Director Banca di Ceresio - Lugano; Mark J. Carter – Partner Deloitte – Zurich; Luca Jelmoni – Director Ospedale Regionale Lugano; Richard Ridout - Deputy Head of Mission - British Embassy Bern; William Long – Partner Sidley Austin LPP - London.

Florian Schutz, RUAG - Switzerland: A Case Study - “Fighting Back: Cybersecurity Approaches and Solutions”.

Bill Gertz - Washington Times national security correspondent: “Cyber from the US Perspective”.


1 ottobre, mattina


Guido Travaini (University of Milan, Italy) Professor and Chair of the Department of Criminology: “Cyber Crime from an alternative point of view; Crime Profiling”.

Rod Harrington, GCHQ Consultant (United Kingdom): “Cybersecurity Lessons from the Snowden Case and the Use of Simulations”.

Andrea Di Nicola (University of Trento, Italy), Professor of Criminology - Faculty of Law and E-Crime: “A new old problem; the identity theft”.

Fulvio Elia – Head of Product :Development AXA Winterthur – Zurich. “The Insurance point of view and the offer of Cyber Policies”.

Carlo del Bo – Bizempowerment – Lugano.


1 ottobre, pomeriggio


Antoine Neuenschwander - (Compass Security Group - Switzerland): “Live Cyber-Attack Simulation and case study and examples”.

Clayton Stewart – former US Government: “Building a resilient approach to countering Cyber Warfare”.

Giuseppe Sartori – Professor of the University of Padova, Italy: “Application of Neuroscience”.

Closing remarks by Jack Caravelli and Morris Mottale: “Conclusions: the way ahead”.



Aggiornamento


Purtroppo guai di salute mi hanno impedito di partecipare e commentare, ma dovrei ricevere gli atti prossimamente; ne scriverò qui quando ci saranno sviluppi.

Astrosamantha e compagni di viaggio in Italia: date e info aggiornate

Sono state rese pubbliche un po' di informazioni sulla visita ufficiale in Italia di Samantha Cristoforetti insieme ai suoi compagni di volo spaziale Anton Shkaplerov e Terry Virts. Trovate il mio punto della situazione qui.

2015/09/25

L’App Store subisce la prima infezione importante di malware

L'App Store di Apple è stato infettato, ma niente panico: la disinfezione è già stata completata.

L'infezione risale ad aprile e ha riguardato quasi 500 applicazioni. Per fortuna le app infettate hanno lo scopo di propinare pubblicità e non di rubare dati, ma la notizia è interessante perché si tratta della prima violazione importante di uno dei servizi commerciali di Internet che molti utenti reputano (o reputavano) inviolabile.

La tecnica usata è molto elegante: invece di attaccare frontalmente l'App Store, gli aggressori hanno disseminato in Rete copie infette del software Xcode usato dagli sviluppatori di app. Gli sviluppatori le hanno scaricate incautamente (invece di usare le versioni genuine offerte da Apple) e le hanno usate per generare le app, infettandole inconsapevolmente. Le app infettate sono state poi approvate da Apple e messe in vendita, superando i controlli di sicurezza di Apple. Il nome più celebre, fra le app infettate, è probabilmente WeChat.

Apple ha rimosso dall'App Store le app colpite dall'attacco; per evitare problemi, gli utenti devono semplicemente aggiornare le proprie app installate. Sarà invece difficile risolvere il danno alla reputazione di Apple.


Fonti: Fortune, Ars Technica.

“Tanti auguri a te”, negato il copyright preteso per decenni dalla Warner

Sapevate che Tanti Auguri a Te non è una canzone tradizionale libera, ma è soggetta al diritto d'autore della Warner/Chappell Music? Lo è, o perlomeno lo è stata per decenni fino a pochi giorni fa, quando una sentenza di un giudice federale statunitense ha stabilito che la Warner non detiene i diritti sulla canzone e che quindi i pagamenti richiesti per il suo uso (circa 2 milioni di dollari l'anno) non sono legittimi.

Specificamente la Warner affermava di avere i diritti sul testo di Tanti Auguri a Te fino al 2030, ma la sentenza stabilisce che il diritto riguarda soltanto specifici arrangiamenti della melodia, composta dalle sorelle Patty e Mildred Hill nel 1893 (o perlomeno attribuita a loro; ci sono dubbi sull'origine del brano). Secondo alcune stime, è il brano che vanta i maggiori incassi nella storia della musica: circa 50 milioni di dollari.

La vicenda è emersa grazie alla documentarista Jennifer Nelson, che ha fatto un film dedicato alla storia di questa canzone popolarissima: ha indagato sulle vere origini del brano e ha fatto causa sulla base di quello che ha scoperto. Dopo due anni di azione legale è arrivata questa sentenza. È probabile che la Warner ricorrerà in appello.


Fonti: Ars Technica, BoingBoing.

AVG venderà i dati di navigazione degli utenti

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/10/09 22:30.

Usate AVG, il popolarissimo antivirus gratuito? Allora valutate se volete continuare a usarlo, perché dal 15 ottobre prossimo AVG cambierà le proprie condizioni di licenza in modo da consentire alla società che lo produce di raccogliere la vostra cronologia di navigazione e di ricerca e vendere queste informazioni a terzi.

L'annuncio del cambiamento è stato pubblicato qui da AVG: le nuove norme dicono, in particolare, che AVG raccoglierà “dati non personali per guadagnare sulle [sue] offerte gratuite in modo da mantenerle gratuite”. Questi dati comprenderanno un identificativo pubblicitario associato al dispositivo, la cronologia di navigazione e di ricerca, compresi i metadati, il provider o la rete mobile usata, e “informazioni riguardanti altre applicazioni che potreste avere sul vostro dispositivo”; inoltre “AVG raccoglierà e tratterà informazioni sulle applicazioni che trova sul computer o dispositivo di un utente”.

AVG dichiara che non verranno venduti dati personali come nomi, indirizzi di mail o carte di pagamento e che cercherà di anonimizzare e custodire i dati raccolti in modo da non consentire l'identificazione degli individui, e che alcuni dei suoi prodotti gratuiti includeranno “la possibilità di scegliere se partecipare o meno al [...] programma di raccolta di dati anonimizzati.” Dice inoltre AVG: “Nessuna condivisione di dati avrà luogo prima che i nostri clienti possano fare questa scelta”. Ma se questo genere di raccolta di dati non vi piace, vi conviene cambiare marca di antivirus oppure passare alla versione a pagamento di AVG.


Fonti aggiuntive: The Register, SiamoGeek.

Le guide a Internet della Prevenzione Svizzera della Criminalità

L'articolo è stato aggiornato estesamente dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/10/06 11:30.

Molti internauti (giovani e meno giovani) si sentono disorientati e senza una guida nel mare dei servizi offerti da Internet. In realtà le guide ci sono: basta sapere dove trovarle.

Oggi segnalo quelle preparate dalla Prevenzione Svizzera della Criminalità: agili, snelle, disponibili naturalmente anche in italiano, adatte a tutte le età e confezionate in formati accattivanti per far arrivare a tutti i messaggi di base su sicurezza e prevenzione anche su Internet, senza obbligare gli utenti a diventare esperti informatici. Sono tante: qui ne cito giusto alcune.

C'è, per esempio, C’era una volta… Internet: cinque fiabe classiche reinterpretate in chiave digitale per spiegare altrettanti temi informatici molto importanti e pensate per i genitori di bambini sotto i 12 anni, che sono sempre più spesso lasciati a navigare in Rete da soli senza alcuna idea di quello che possono incontrare.

I diritti sulle immagini sono sempre un tema difficile, sul quale girano molti pregiudizi sbagliati: per chiarirli c'è la guida La propria immagine: tutto ciò che prevede la legge e c'è un'animazione, Diritto alla propria immagine.

Il bullismo digitale o cyberbullismo è affrontato in un video, mentre il bullismo su un altro livello, il cosiddetto cybermobbing, è trattato da Cybermobbing: tutto ciò che prevede la legge Cybermobbing: Molto imbarazzante, ma non per noi!

Per i social network ci sono le guide Sicurezza sui social networkCartolina PostaleCheck List e Safer Surfing.

Si parla anche di truffe, come quella classica dei finti dipendenti Microsoft, spiegata nel video La truffa del servizio assistenza Microsoft e in una miniguida. La Truffa della lotteria via SMS viene invece illustrata da un video e da un foglio informativo.

Va segnalata in particolare la versione aggiornata della guida Pornografia: tutto ciò che prevede la legge, che chiarisce la nuova tutela dei minori di età superiore ai 16 anni che fanno sexting (lo scambio di immagini intime). Il tema viene toccato anche da due altre guide, intitolate My Little Safebook, in versioni per adolescenti e per genitori, con molti consigli per divertirsi in Rete senza correre pericoli e per conoscere i luoghi e i modi in cui scattano le trappole terribili di cui spesso si sente parlare, come gli abusi sessuali (guida per adolescenti e per genitori).

Questo è solo un assaggio: il resto è sul sito della Prevenzione Svizzera della Criminalità. Buona lettura, insomma.

Antibufala: l’immagine di Gesù in una “risonanza magnetica” del cervello!

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/10/06 10:40. 

Sta girando in Rete la notizia dell'apparizione di un volto in un'immagine (mostrata qui accanto) di una “risonanza magnetica” (così la chiama Il Gazzettino) o “radiografia” (come la definisce Stuff.co.nz) di una persona sopravvissuta a un ictus, Tamaha MacDonald.

Lui e la moglie, Jennifer Lougee Mingramm, che vivono a Città del Messico, considerano l'immagine “un miracolo”. Ma il medico, forse più abituato di loro a studiare immagini come questa (che secondo i commenti qui sotto è una TAC, non una risonanza o una radiografia), non aveva visto il volto. La spiegazione scientifica del fenomeno, infatti, si chiama pareidolia: la tendenza innata a riconoscere forme molto familiari, specialmente i volti umani (grazie all'area fusiforme del cervello, dedicata proprio al riconoscimento dei volti), nelle immagini confuse.

In realtà, guardando in dettaglio l'immagine, si nota che il “volto” è molto indistinto. Inoltre il “volto” compare in una fra le tantissime sezioni del cervello fatte durante un esame di questo tipo: in altre parole, i coniugi hanno selezionato inconsapevolmente soltanto la specifica immagine che ha stimolato il loro riconoscimento dei volti. Niente di male, comunque, visto che questa vicenda sta aiutando i coniugi a raccogliere fondi per le proprie cure e non per perpetrare truffe.


Fonti aggiuntive: BoingBoing.

2015/09/24

Ci vediamo oggi a Udine? Parliamo dei nostri dati che sono sempre meno nostri

Oggi alle 16:30 sarò ospite di Fill in the Blanks e di Friuli Innovazione a Udine, presso il Parco Scientifico e Tecnologico L. Danieli (via Linussio 51), per una “riflessione (non tecnica e quasi seria) sui processi di digitalizzazione che stiamo vivendo, anche senza rendercene conto” insieme a Guido Nassimbeni (Friuli Innovazione) e Andrea Bertoni (CEO di Fill in the Blanks).

Se volete esserci, confermate la vostra partecipazione inviando una mail a evento24sett2015@gmail.com indicando nome, azienda e un recapito telefonico. Per ulteriori informazioni telefonate al +39 0432 1840517.

Vuoi scaricare “Mission: Impossible” pirata? Il Comune di Campofiorito ospita le istruzioni

In sintesi, come ormai consueto, segnalo qui alcune violazioni dei siti di scuole e comuni italiani.

Liceo Avogadro di Biella (violato presso http://www.liceoavogadrobiella.gov.it/joomla/images/jdownloads/screenshots/albanian.gif)

Comune di Paola (violato presso http://www.comune.paola.cs.it/images/jdownloads/screenshots/pz.gif)

Il Comune di Campofiorito ospita addirittura le istruzioni per scaricare l'ultimo film della serie Mission: Impossible, come potete vedere qui accanto (presso http://www.comune.campofiorito.pa.it/index.php?option=com_k2&view=itemlist&task=user&id=5819). Complimenti.

Fonti: Zone-h.org (1; 2) e un lettore che mantengo anonimo.

Alcuni di questi siti sono in questo stato da vari giorni. È andata bene che gli intrusi non ci hanno messo immagini pedopornografiche per poi segnalarli alla polizia. Li avvisate voi?

2015/09/23

Volkswagen: milioni di auto con malware iper-inquinante. Messo da Volkswagen. E da quanti altri?

Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle gentili donazioni di “patriziadal*” e “letizia.2*”. Se vi piace, potete incoraggiarmi a scrivere ancora (anche con un microabbonamento, come ha fatto “biemmic*”). Ultimo aggiornamento: 2019/09/05 10:05 (per correggere link EPA diventato obsoleto).

Lo scandalo della Volkswagen che ha truccato il software di circa undici milioni delle proprie auto diesel in tutto il mondo per barare durante i test sulle emissioni inquinanti è su tutti i giornali. È un disastro per l'azienda, con miliardi di euro persi in borsa e altri da accantonare per risarcimenti e riparazioni, ma è soprattutto un disastro ambientale per tutti noi.

Secondo le stime del Guardian, l'inganno mondiale perpetrato dalla casa automobilistica rischia di aver prodotto ogni anno quasi un milione di tonnellate di emissioni di ossidi di azoto (NOx), grosso modo quanto ne producono tutte le centrali elettriche, le auto, le industrie e l'agricoltura del Regno Unito.

Il trucco è banalissimo, stando a Consumer Reports: quando l'elettronica di bordo (prodotta dalla Bosch) rileva che le ruote di trazione (anteriori, nelle auto VW) si muovono ma quelle posteriori sono ferme, ossia quando l'auto è presumibilmente su un banco di prova, le prestazioni del motore vengono degradate in modo da produrre emissioni nei limiti di legge.

Fra l'altro, questa scelta inequivocabilmente intenzionale di Volkswagen ridefinisce drasticamente il concetto di malware. Siamo abituati a malware che ruba password, inietta pubblicità o altera il funzionamento dei computer o dei telefonini; non era ancora capitato che del malware inserito intenzionalmente dal costruttore consentisse di nascondere un inquinamento atmosferico su vasta scala.

Il problema è che probabilmente questo trucco è stato adottato anche in Europa, e non solo da Volkswagen ma anche da altre case automobilistiche: lo indicano anche le analisi dell'atmosfera, che continuano a rilevare livelli di NOx più alti di quelli attesi. E di certo cose di questo genere vanno avanti da oltre vent'anni, grazie anche alle leggi idiote sul copyright. Non sto scherzando.

Infatti Volkswagen non ha inventato nulla di nuovo. Ricordo che una persona esperta del settore mi confidava in dettaglio, già a fine anni Novanta, che un trucco sostanzialmente identico (una routine nel software delle centraline di controllo dei motori, che riconosce quando è in corso un test sulle emissioni inquinanti e degrada appositamente le prestazioni e quindi le emissioni) veniva utilizzato da una nota marca europea di auto ad alte prestazioni (di cui conosco il nome) per superare i test americani sulle emissioni nocive.

Questo suggerisce una domanda: oltre a Volkswagen (e quindi Audi, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, SEAT, Škoda), quante altre case automobilistiche stanno barando e inquinando ben oltre i limiti di legge?

Ce ne sarebbe anche un'altra: come mai nessuna delle case automobilistiche concorrenti, che comprano regolarmente le auto dei rivali per analizzarle e studiarle in ogni minimo dettaglio e che avrebbero molto da guadagnare nel denunciare una violazione gravissima come questa da parte di un concorrente, ha denunciato questo trucco?

La scoperta dell'inganno si deve infatti a dei ricercatori della West Virginia University che stavano cercando tutt'altro: avevano l'incarico, per conto di una società senza scopo di lucro europea, di raccogliere dati per convincere i normatori europei a emulare i severi standard americani sulle emissioni di NOx. La loro sperimentazione sul campo ha rilevato valori di NOx assolutamente fuori misura e incomprensibili, e l'ente per l'ambiente americano lo ha saputo quasi per caso, come spiegano gli stessi ricercatori qui su IEEE Spectrum.

Questo disastro è andato avanti per così tanto tempo anche grazie al fatto che il software di gestione dei motori degli autoveicoli non è liberamente ispezionabile dai ricercatori indipendenti: anzi, è considerato illegale farlo, secondo l'interpretazione dominante delle norme sul copyright previste dal Digital Millennium Copyright Act (DMCA) specificamente per il software automobilistico. Spiega la Electronic Frontier Foundation:

I fabbricanti di automobili dicono che è illegale che i ricercatori indipendenti esaminino il codice che controlla i veicoli senza il permesso dei costruttori. Abbiamo già spiegato che questo consente ai fabbricanti di impedire la concorrenza nei mercati delle tecnologie per accessori e riparazioni. Rende anche più difficile la ricerca di problemi di sicurezza da parte degli enti di tutela [...]. L'incertezza legale creata dal Digital Millennium Copyright Act rende anche più facile per i costruttori nascondere illeciti intenzionali. Abbiamo chiesto [...] un'esenzione al DMCA che renda chiaro che la ricerca indipendente sul software degli autoveicoli non viola le leggi sul copyright. Nell'opporsi a questa richiesta, i costruttori hanno affermato che se le persone avessero avuto acceso al codice, avrebbero violato le norme antinquinamento. Ma ora abbiamo appreso che secondo la Environmental Protection Agency [PDF; link aggiornato ad Archive.org] la Volkswagen aveva già programmato un'intera flotta di veicoli in modo da nascondere quanto inquinamento generavano, producendo un impatto reale e quantificabile sull'ambiente e sulla salute umana.

Se il software fosse stato liberamente ispezionabile, anche se non modificabile (per evitare manipolazioni pericolose), Volkswagen probabilmente non ci avrebbe nemmeno provato. Se c'è una dimostrazione potente dei pregi dell'approccio open source, è questa.

Come al solito, quando non c'è vigilanza si commettono abusi, e quando si invoca la segretezza in nome della sicurezza, spesso la vera ragione è che si vuole carta bianca per commettere questi abusi o per nasconderli. La trasparenza serve proprio per evitarli. Anche nel software, che non è una cosa astratta, ma ha conseguenze dannatamente reali: il malware intenzionale di Volkswagen le ha permesso di inquinare impunemente l'aria che respiriamo. È ora di togliere a questi criminali la loro burocratica foglia di fico.


Forza, giornalisti: invece di fare il copiaincolla dei comunicati stampa e le recensioncine all'acqua di rose, andate a chiedere alle altre case produttrici di dichiarare, nero su bianco, che non usano e non hanno mai usato trucchi software per barare sui test sulle emissioni. Vediamo un po' cosa rispondono.

E se qualcuno nel settore dell'assistenza automobilistica riceve richieste confidenziali di aggiornare con discrezione il software delle centraline per far sparire le tracce del malware, me lo dica. Sapete come contattarmi in modo riservato, se conoscete le basi della crittografia.

2015/09/22

Le miniconferenze degli astronauti all’ASE di Stoccolma

Gli astronauti radunati a Stoccolma stanno facendo una serie di incontri pubblici estremamente schietti e interessanti, trasmessi in diretta streaming in inglese. Segnalerò man mano qui i link che trovo: se ne trovate altri, segnalatemeli. Buona visione.

Anna Fisher, Luca Parmitano, Anousheh Ansari e Don Pettit:

Samantha Cristoforetti si racconta agli astronauti a Stoccolma

“Ho litigato con la mia camera d'albergo e per ora ha vinto la camera”, dice Sam all'inizio del proprio intervento, spiegando così il fatto che zoppica prima che qualcuno pensi che è un effetto dei suoi duecento giorni da record nello spazio.

Non so quanto a lungo resterà disponibile, ma qui trovate lo streaming integrale della sessione di ieri del raduno degli astronauti di tutto il mondo, l'ASE, che si tiene in questi giorni a Stoccolma. Ci sono talmente tanti nomi storici e celebri che non li posso elencare tutti: li trovate nel programma dell'evento.

Nello streaming video (in inglese) ci sono Chris Hadfield (da 1:20:30), Elena Serova (da 1:40:41) e Sam (da 1:57:20). Buona visione.

Ci vediamo a Cesena al convegno del CICAP?

Dal 25 al 27 settembre a Cesena c'è il Convegno Nazionale del CICAP: tre giorni di “avventure ai confini della scienza”, come titola la locandina. Io ci sarò, con una relazione inedita sulla pseudoscienza al potere e con i miei libri e le chiavette USB del mio documentario Moonscape.

Se vi interessa partecipare, il programma è presso convegno.cicap.org e la scheda di iscrizione è qui.

Lascio la parola al comunicato stampa del CICAP, che riassume meglio di me tutti i dettagli. Vi aspetto, fosse anche per una birra in compagnia: lo scopo del Convegno non è presentare relazioni dal pulpito, ma incontrarsi e fare scienza divertendosi insieme.


Parte tra una settimana, presso il teatro Bonci di Cesena (25-27 settembre), il XIII Convegno nazionale del CICAP: “L’arte del disinganno. 25 anni di avventure ai confini della scienza”. Venticinque anni di indagini tra i fenomeni più incredibili e più improbabili: dai medium e le case stregate fino alle teorie del complotto e le pseudo-medicine.

Sin dalla sua nascita il CICAP porta avanti un’opera di informazione e di indagine critica sui temi ai confini della scienza, teorie in cerca di conferma o vere e proprie bufale. E il Convegno che celebra il primo quarto di secolo di attività del CICAP sarà una full-immersion di tre giorni in questi argomenti.

Ci sarà Piero Angela, che il CICAP lo ha fondato, e parteciperanno oltre 40 relatori, tra cui scienziati illustri come il farmacologo Silvio Garattini, il genetista Edoardo Boncinelli, il nefrologo Giuseppe Remuzzi e il neurologo Sergio Della Sala, che è anche presidente del CICAP.

«Per questa specialissima occasione» dice Massimo Polidoro, segretario del CICAP, «abbiamo pensato di invitare alcuni dei nomi più brillanti del panorama scientifico, ma anche della divulgazione e della cultura in Italia: dal geologo Mario Tozzi, protagonista di tanti programmi televisivi di successo, allo scrittore Marco Malvaldi, autore della serie di gialli bestseller “I delitti del Bar Lume”; dall’anatomopatologa più famosa d’italia, Cristina Cattaneo, al chimico Dario Bressanini, celebre per le sue indagini sulle bufale legate al cibo.

«Si parlerà di indagini storiche tra fatti e fantasie con alcuni dei più rinomati storici del nostro Paese, come lo storico della scienza Marco Ciardi, o lo storico dell’arte Tomaso Montanari, che racconterà come spesso i giornali caschino nella bufala del “ritrovamento” di un Caravaggio o di un Leonardo perduto. E poi due studiosi di storia medievale, come Alessandra Veronese, che smonterà bugie e leggende nella rappresentazione del popolo ebraico, e Tommaso di Carpegna Falconieri, che invece racconterà un episodio legato alla Prima Guerra Mondiale, quello degli Angeli di Mons.

«Le sessioni in programma durante i tre ricchissimi giorni di convegno spaziano su numerosi argomenti, dalle indagini forensi alle medicine alternative, dal modo in cui si parla di scienza oggi fino agli animali del mistero. Interverrà dagli Stati Uniti James Randi, il più famoso indagatore di misteri del mondo. la Iena Nadia Toffa racconterà l’indagine che l’ha portata a sbugiardare le pseudo-cure di una sedicente “dottoressa miracolosa”. Paolo Attivissimo, l’antibufala per eccellenza, illustrerà come le pseudoscienze possano finire per influenzare in maniera nefasta le decisioni di chi ci governa.

«Federico Taddia, autore e ideatore di numerosi programmi che hanno portato la scienza ai ragazzi, condurrà una serata speciale dedicata a Piero Angela e al piacere della scoperta.

«Uno degli appuntamenti che non manca mai, a un convegno del CICAP, è quello della magia… ma quella vera, quella che realizzano (con il trucco) i più capaci illusionisti. Ci sarà Silvan, il re dei maghi, per raccontare i segreti della sua mirabolante carriera. E poi l’imprevedibile Raul Cremona, che condurrà una serata magica con la partecipazione di alcuni tra i più bei nomi della magia italiana: Marco Aimone, Francesco Busani, Gianfranco Preverino, Pino Rolle, Alex Rusconi, Max Vellucci e la partecipazione dell’antropologo forense e ora anche mentalista Matteo Borrini.

«E poi ci saranno giornalisti scientifici, come Silvia Bencivelli, Armando De Vincentiis, Salvo di Grazia, Marco Ferrari, Alice Pace, Lorenzo Rossi, Lisa Signorile e tanti altri studiosi e amici del CICAP.

«Per la prima volta al Convegno del CICAP sarà presentato l’Illusionarium, uno straordinario museo di illusioni ottiche interattive che il suo creatore, il poliedrico Carlo Faggi, metterà a disposizione dei partecipanti e illustrerà in prima persona».

Si potrebbe continuare ancora a lungo nell’elenco delle sorprese e delle iniziative che aspettano i partecipanti al XIII Convegno del CICAP, dalla sessione aperta agli “indagatori di misteri in erba” fino al workshop in cui i grandi nomi della magia insegnano come imparare alcuni strabilianti giochi di prestigio, ma ci fermiamo qui.

«Saranno tre giorni d’incanto, sospesi tra scienza e meraviglia» conclude Polidoro, «a cui chiunque nutra qualche curiosità per il mondo che lo circonda non può rinunciare».

Chi volesse saperne di più sull’evento, realizzato in collaborazione con il Comune di Cesena, non deve fare altro che visitare il sito http://convegno.cicap.org, iscriversi e venirci a trovare a Cesena dal 25 al 27 settembre.

Noi vi aspettiamo!

2015/09/21

Podcast del Disinformatico del 2015/09/18

È disponibile per lo scaricamento il podcast della puntata di venerdì 18 settembre del Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera. Buon ascolto!

2015/09/18

A che serve andare nello spazio? Lo spiegano gli esperti insieme a Samantha Cristoforetti e Terry Virts

Samantha Cristoforetti e Terry Virts hanno partecipato a un evento gestito da USAID, l'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale, insieme al direttore della NASA Charlie Bolden, per parlare di come lo spazio aiuta i paesi in via di sviluppo offrendo loro, tramite progetti come SERVIR, quello discusso nel video, un accesso immediato a dati cartografici e rilievi satellitari che permettono di monitorare l'ambiente in modi altrimenti impossibili o economicamente insostenibili e gestirne lo sviluppo, le emergenze e le calamità naturali sulla base dei dati concreti e di una visione d'insieme del territorio.

Gli esperti convocati presentano casi molto reali: per esempio, la prevenzione di incendi e di alluvioni grazie ai dati provenienti dall'osservazione della Terra dallo spazio in zone altrimenti inaccessibili. Se le sorgenti dei fiumi che attraversano il tuo territorio sono in un altro paese, e con questo paese ci sono rapporti ostili, non puoi mandare i tuoi tecnici a monitorare i livelli dei fiumi a monte in casa d'altri; i dati da satellite sono gli unici che ti possono dare un preavviso sufficiente a salvare tante vite.

Se c'è una buona ragione per andare nello spazio, è proprio questa: sì, si va via dalla Terra, ma per poter aiutare la Terra.



Sam e Terry arrivano a circa 24 minuti dall'inizio e parlano fino a 32:30, quando c'è un video che spiega in concreto cosa si fa nello spazio per chi sta sulla Terra, narrato da Mae Jaemison, un'astronauta che fra l'altro ha partecipato a Star Trek. Il resto del video è un dibattito con vari esperti di assistenza ai paesi in difficoltà, al quale Terry e Sam intervengono solo brevemente a 58:00. Grazie a @rainmaker1973 per la segnalazione.

Eclisse di Luna per Disinformatici nei pressi di Milano il 27-28 settembre

Ricevo da Martinobri, inimitabile organizzatore delle Cene dei Disinformatici, questo bell'invito a vedere in modo speciale l'eclisse di Luna del 27-28 settembre. Io purtroppo non ci potrò essere per impegni di famiglia (il 28 è il mio compleanno secondo il calendario rettiliano terrestre), ma è una buona occasione per trovarsi fra Disinformatici o per conoscere i Disinformatici.

Ecco l'invito:

Nella notte tra il 27 e il 28 settembre si verificherà una eclisse totale di Luna, la terza del decennio visibile dall'Italia.

È una eclisse di ottima visibilità, essendo possibile osservarne lo svolgimento in quasi tutte le sue fasi (tranne l'uscita dalla penombra, comunque di poco interesse): per poter osservare così bene un'eclisse di Luna dall'Italia bisognerà attendere altri quattordici anni. In tempi brevi, solo le eclissi del 20 dicembre 2029 e dell'11 febbraio 2036 avranno una visibilità così completa dall'inizio alla fine. In realtà non è malaccio anche quella del 18 novembre 2040; ma perché aspettare?

Col mio piccolo gruppo di astrofili abbiamo ottenuto la disponibilità di una tenuta privata in uno dei pochi luoghi ancora bui nei pressi di Milano. È un luogo assai suggestivo: boschi, rupi, radure, laghetti. Sarà l’occasione per rivivere lo sgomento dell’uomo preistorico che vedeva morire misteriosamente il luminare che gli rendeva meno ostile la notte.

Il posto è comodo da raggiungere: essendo vicino Erba, si raggiunge dalla città in una quarantina di minuti. Ho deciso di aprire la partecipazione, con un piccolo contributo, a chi dei lettori volesse unirsi. Maggiori informazioni scrivendo a martibell –chiocciola- tin punto it.

Chi invece volesse osservare in proprio, prenda nota degli orari:

– entrata nella penombra, 2.11

– entrata nell’ombra (inizio fase parziale), 3.07

– inizio totalità, 4.11

– fine totalità, 5.24

– uscita dall’ombra (fine fase parziale), 6.27

– uscita penombra,7.23







Scuole e comuni italiani violati, nuova infornata

Come ormai consueto, vado al sodo:

Comune di Santa Sofia violato presso http://www.comune.santa-sofia.fc.it/images/jdownloads/screenshots/albanian.gif

Istituto Comprensivo Enzo Drago di Messina violato presso http://www.icn7enzodragomessina.gov.it/it/images/jdownloads/screenshots/albanian.gif

ITIS Mario Delpozzo di Cuneo violato presso http://www.itiscuneo.gov.it/images/jdownloads/screenshots/albanian.gif

Istituto Bosso Monti di Torino violato presso http://www.bossomonti.gov.it/images/jdownloads/screenshots/albanian.gif

Istituto Comprensivo Statale Ignazio Buttitta di Bagheria violato presso http://www.icsbuttitta.gov.it//images/jdownloads/screenshots/iks.gif


Se qualcuno se la sente di avvisarli, si ricordi di dire che la fonte originale delle segnalazioni è Zone-h.org. Io mi limito a riportarla.

No, Facebook non ha annunciato il pulsante “Non mi piace”

Moltissime testate giornalistiche italofone e in altre lingue hanno annunciato con titoli cubitali l'arrivo del pulsante Dislike in Facebook, interpretandolo o traducendolo come un “Non mi piace”. Non è vero.

Mark Zuckerberg ha infatti annunciato che è allo studio l'inclusione in Facebook di una funzione che permetta di esprimere solidarietà o altri stati d'animo oltre al “Mi piace”, che spesso è fuori luogo, per esempio quando c'è una notizia grave come un lutto o un dramma. Ma questa funzione non sarà un pulsante sul quale ci sarà scritto “Non mi piace”.

Basta andare alla fonte, ossia lo stesso Zuckerberg qui, per capire che i titoli di Sole 24 Ore, CNN, Ansa, Repubblica, La Stampa e tanti altri sono sbagliati e ingannevoli. Dice infatti il boss di Facebook in traduzione:

Credo che siano anni che ci chiedono del pulsante “Dislike”... Oggi è un giorno speciale perché oggi vi posso dire che ci stiamo lavorando e siamo vicini al rilascio... Non volevamo semplicemente creare un pulsante “Dislike” perché non volevamo trasformare Facebook in un forum in cui la gente vota pro o contro i post della gente. Non ci sembra il tipo di comunità che vogliamo creare. Non è bello condividere un momento che per te è importante nella tua giornata e trovare che qualcuno gli assegna un voto negativo... Ma sono anni che ce lo chiedono e abbiamo capito che la gente non sta cercando un modo per dare voti negativi. Quello che la gente vuole realmente è poter esprimere empatia.

Quindi semmai un pulsante “Mi dispiace”, non certo un “Non mi piace”. È difficile essere più chiari di così, ma evidentemente molti non hanno saputo resistere al titolo accattivante e sensazionalista ma completamente sbagliato. Per fortuna siti antibufala come Snopes.com e Bufale un tanto al chilo e siti meno inclini al sensazionalismo, come Siamogeek e Il Post, hanno chiarito come stanno realmente le cose.

Windows 10, scaricamento imposto e nascosto anche a chi non lo vuole

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/09/18 17:20.

Avete notato che ultimamente il vostro PC Windows è particolarmente pieno di dati e lo è anche la vostra connessione a Internet? La colpa potrebbe essere di Windows 10. Anche se non state usando Windows 10.

Infatti Microsoft, nell'intento di offrire a tutti gratuitamente la nuova versione del proprio sistema operativo, ha usato Windows Update per scaricare Windows 10 sui computer di tutti gli utenti delle versioni precedenti aggiornabili. Lo scaricamento, con conseguente occupazione di spazio su disco (fino a 6 gigabyte) e rallentamento della connessione, avviene che l'utente lo voglia o no. Tutti gli utenti che hanno attivato gli aggiornamenti automatici di sicurezza della propria versione di Windows, ossia la norma, si ritrovano così un “aggiornamento” che in realtà è un'intera versione nuova del sistema operativo. Una versione che magari non vogliono o non possono usare.

Con le capienze e le velocità di connessione medie di oggi qualche giga da scaricare solitamente non è un problema, ma immaginate la gioia che prova invece chi ha un PC portatile con disco a stato solido da poche decine di gigabyte (per esempio un Surface o altro tablet Windows), una connessione a Internet non veloce (per esempio cellulare, alberghiera o peggio ancora a consumo) oppure ha molti computer che tentano contemporaneamente e ripetutamente di scaricare gigabyte di dati. E se lo scaricamento non va a buon fine a causa dell'eccessivo volume di dati, viene ritentato all'infinito, creando un circolo vizioso.

A molti utenti quest'imposizione sta dando fastidio per il modo in cui viene fatta: Windows 10 viene scaricato in una cartella nascosta, per cui l'utente normalmente non può vedere cosa gli sta occupando spazio, e non c'è un'opzione facile che consenta di dire “No, grazie, non voglio installare o scaricare Windows 10”. Siamogeek ha pubblicato le istruzioni in italiano per bloccare questo scaricamento massiccio: non sono una passeggiata. Nei commenti qui sotto trovate altre varianti delle istruzioni. Buona fortuna.

Smascherati sette anni di attacchi informatici dalla Russia

Si sente spesso parlare degli attacchi di spionaggio informatico governativo o filogovernativo provenienti dalla Cina o dagli Stati Uniti, ma di quelli che partono dalla Russia si dice poco o nulla. Una recentissima ricerca pubblicata in inglese dalla società di sicurezza informatica F-Secure svela finalmente una parte significativa di questo mondo poco conosciuto.

La ricerca, intitolata The Dukes (i duchi) dal nome assegnato dai ricercatori ai malware coinvolti, ripercorre ben sette anni delle attività di un gruppo di spie informatiche che secondo F-Secure sono al servizio della Federazione Russa e raccolgono “dati di intelligence a supporto delle decisioni politiche estere e di sicurezza”.

I Dukes attaccano principalmente governi, ministeri, agenzie e aziende di paesi esteri in Asia, Africa, Medio Oriente, Europa e America, organizzazioni legate al terrorismo ceceno e gruppi russofoni dediti al commercio illegale di stupefacenti.

Colpisce molto la relativa semplicità delle tecniche usate: gli attacchi sfruttano per lo più lo spear phishing, ossia mail confezionate con cura su misura per lo specifico bersaglio allo scopo di indurlo a cliccare sui link o sugli allegati presenti nei messaggi e infettarlo, ma in almeno un caso è stato sfruttato anche un nodo russo della rete di anonimizzazione Tor iniettando malware nei file scaricati dagli utenti.

Fra gli strumenti sviluppati dall'organizzazione di guerra informatica c'è per esempio PinchDuke, che ruba password e identità su Yahoo, Google Talk e Mail.ru e attacca Outlook, Thunderbird e Firefox tramite un documento Word o Acrobat; c'è GeminiDuke, un malware di ricognizione che esplora le reti Windows per preparare successivi attacchi; c'è CosmicDuke, che registra le digitazioni e cattura schermate degli utenti infettati; e c'è CloudDuke, che accede ai dati delle vittime tramite il cloud, specificamente quello di Microsoft OneDrive.

Come fa F-Secure a sapere che questi malware sono di origine russa e legati almeno per intenti al governo russo? Lo indica il tipo di bersaglio preso di mira, che coincide con quelli di interesse per questo governo, la lingua russa usata per i messaggi d'errore presenti nei campioni di malware catturati, e l'uso di marcatori temporali riferiti all'ora standard di Mosca.

Anche la cronologia degli attacchi è molto illuminante: per esempio, prima dell'inizio della crisi in Ucraina i Dukes iniziarono a compiere attacchi di spear phishing usando finte mail di enti governativi dell'Ucraina per raccogliere informazioni. Inoltre la lunga durata nel tempo, il modo di agire con impunità e il coordinamento preciso, senza conflitti con altri malware, sembrano indicare un'organizzazione ben finanziata e strutturata che difficilmente potrebbe operare in Russia senza avere perlomeno l'approvazione del governo locale.

In mezzo a questa guerra di spie ci siamo inevitabilmente noi tutti, come vittime collaterali ma anche spesso come bersagli, perché vengono prese di mira non solo le grandi organizzazioni ma anche i loro dipendenti e affiliati alla ricerca dell'elemento debole che porti il malware dentro il cuore informatico del bersaglio. Conoscere le tecniche sorprendentemente banali usate spesso dalle spie informatiche ci permette di difenderci meglio dai loro attacchi. Per esempio, non aprire gli allegati senza adeguate protezioni e gestire le password con criterio invece di avere un atteggiamento facilone sarebbe già un ottimo passo avanti.


Fonti aggiuntive: Ars Technica.

Arriva iOS 9, meglio aggiornarsi presto, ma non troppo

L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale. Ultimo aggiornamento: 2015/09/24 3:05.

Apple ha rilasciato la versione 9 di iOS: è gratuita e risolve parecchie magagne di sicurezza della versione precedente.

Le differenze più vistose sono il cambio di font (un San Francisco, come sull'Apple Watch, invece del solito Helvetica) e l'introduzione del minuscolo sulla tastiera: ora le lettere disegnate sui tasti virtuali diventano minuscole quando si scrive in minuscolo e maiuscole quando si scrive in maiuscolo, mentre prima erano sempre maiuscole, creando una certa confusione (la novità è disabilitabile andando in Impostazioni - Generali - Accessibilità - Tastiera - Mostra tasti in minuscolo).

Un po' più dietro le quinte, migliorano Siri, il multitasking, le Note e arriva una modalità a basso consumo di batteria che consente ancora un paio d'ore di attività (sia pure ridotta) quando l'indicatore della batteria segna rosso.

Sul versante sicurezza, arrivano i PIN a sei cifre (facoltativi), che portano da 10.000 a un milione le combinazioni possibili, e una migliore autenticazione a due fattori, ma soprattutto viene corretto un numero notevole di falle di sicurezza piuttosto pesanti. Interessante ma controversa l'opzione di blocco delle pubblicità (adblocker) in Safari, che ostacola gli attacchi veicolati a volte dagli spot delle principali reti pubblicitarie ma lascia indisturbate le pubblicità sulle quali Apple guadagna. E naturalmente c'è chi ha già craccato iOS 9 per fare jailbreak.

Se avete un dispositivo iOS compatibile, aggiornatelo presto; non per le nuove funzioni, ma per le correzioni di sicurezza. Lasciate passare un paio di giorni per vedere se per caso ci sono problemi diffusi di aggiornamento. E già che ci siete, cogliete l'occasione per controllare che le vostre impostazioni principali non siano state modificate dall'aggiornamento, con attenzione particolare per la geolocalizzazione e il salvataggio automatico dei dati e delle foto in iCloud.


2015/09/24



È uscita oggi la versione 9.0.1 di iOS, che risolve alcun problemi della versione precedente. Nulla di grave, ma vale la pena installarla subito.

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