Per essere più precisi, oggi è il giorno di Ritorno al Futuro II, seguito futuribile del riuscitissimo film Ritorno al Futuro (1985). La seconda puntata della trilogia cinematografica diretta da Bob Zemeckis è datata 1989, è ambientata nel 2015 e cita precisamente le 16 e 29 del 21 ottobre di quest'anno come tappa chiave del viaggio nel tempo della celeberrima Delorean che viene usata dai protagonisti come macchina del tempo. Oggi, insomma, siamo nel futuro di Ritorno al Futuro (i veri nerd fanno notare che in realtà la ricorrenza andrebbe celebrata domani per chi sta in Europa, a causa del fuso orario, ma fa niente).
Ci sono molti eventi in tutto il mondo per celebrare l'arrivo di una data che allora, 26 anni fa, sembrava così lontana. Anche se lo scopo di Ritorno al Futuro era soltanto divertire e fare anche un po' di satira dell'America degli anni Ottanta senza alcuna pretesa scientifica di prevedere il futuro, è interessante fare il confronto fra il 2015 concepito dal film e quello reale.
Previsioni azzeccate
Film in 3D. Non siamo ancora agli ologrammi che escono dallo schermo in luce diurna come fa la pubblicità de Lo Squalo 19 nel film, ma le tecnologie di proiezione tridimensionale sono ovunque e ci sono “ologrammi” come l'apparizione di Tupac a Coachella nel 2012.
Videogiochi comandati dal cervello e senza fili. Nel bar del 2015 c'è un vecchio videogioco e i bambini (uno dei quali è Elijah Wood del Signore degli Anelli) inorridiscono all'idea di un gioco nel quale bisogna toccare i comandi: roba da neonati. Oggi abbiamo Kinect, Leap Motion e altri sensori di movimento e cominciamo ad avere sistemi che consentono di comandare computer con gli impulsi del cervello.
Pagamenti tramite impronta digitale. Biff paga il taxi appoggiando un dito sul sensore d'impronte, e nella realtà ci siamo arrivati proprio quest'anno, con l'introduzione di sistemi come Apple Pay.
Videoconferenze. Marty chiacchiera con il collega Needles in videochiamata. Abbiamo già Skype, FaceTime e simili da parecchi anni.
Tecnologia indossabile o wearable. Marty Junior riceve una telefonata sugli occhiali? Google Glass e Hololens sono già tra noi da un po’. Cominciano a circolare i primi indumenti smart, anche se non siamo ancora ai livelli della giacca parlante e autoasciugante o delle scarpe autoallaccianti di Ritorno al Futuro (anche se Michael J. Fox ne ha appena ricevuto un paio sperimentale, dimostrato qui).
Volopattino (hoverboard). Il bellissimo neologismo italiano coniato dai traduttori di RaF II è diventato realtà proprio nel 2015 con i dispositivi creati da Lexus e Hendo, anche se entrambi richiedono una superficie metallica sottostante e “volano” soltanto a pochi centimetri da terra. E a proposito di traduzioni, se vi siete mai chiesti chi è Scott nell'espressione “Great Scott!” usata da Doc in originale (in italiano “Grande Giove!”), Slate ha la risposta.
Droni. Si vedono poco nel film ma ci sono: la telecamera robotica volante che riprende l'arresto di Biff è attualissimo; lo è un po' meno il drone che porta a passeggio il cane.
Schermi giganti ovunque. Questa è facile: abbiamo davvero megatelevisori e display colossali dappertutto. Ritorno al Futuro ipotizzava anche schermi arrotolabili, e ci stiamo arrivando.
Televisori comandati a voce. Oggigiorno i comandi vocali sono non solo nei televisori (con implicazioni di privacy e sorveglianza), ma sono in effetti dappertutto, anche se non sempre con risultati soddisfacenti.
Fotocamere digitali tascabili. Non era una previsione difficile, dato che RaF II fu già ripreso usando tecniche parzialmente digitali, ma è senz'altro giusta, vista l'onnipresenza delle fotocamere digitali oggi.
Identificazione biometrica automatizzata. Quando la ragazza di Marty viene trovata dalla polizia, viene riconosciuta biometricamente e scambiata per la signora McFly del 2015. Oggi abbiamo Facebook che fa la stessa cosa negli USA (riconoscimento facciale applicato alle foto, che in Europa è vietato) e abbiamo fotocamere che riconoscono espressioni e sorrisi e telefonini che si sbloccano se riconoscono il volto o l'impronta del proprietario.
Previsioni clamorosamente mancate
Pazienza se non abbiamo la pizza reidratabile in quattro secondi, non vestiamo con le tasche rovesciate in fuori indossando due cravatte e non sono stati aboliti gli avvocati: il futuro di Ritorno al Futuro II ha delle carenze enormemente più significative, che dimostrano quanto è difficile fare previsioni anche a breve termine perché non è possibile prendere in considerazione gli effetti di invenzioni o scoperte rivoluzionarie e dirompenti.
Internet. Nel 1989 il Web era ancora un'idea appena formata nella mente di Tim Berners-Lee e Internet era un privilegio di pochi. In Ritorno al Futuro 2 le telecomunicazioni sono ancora di tipo telefonico gestite da un operatore centrale: voce, fax, videochiamate. Ma di reti telematiche pervasive non c'è traccia.
Telefonini. Nel 1989 la telefonia mobile aveva già mosso i primi passi in Europa e li stava iniziando a muovere negli Stati Uniti, ma nel film non ce n'è traccia. Anzi, Marty a un certo punto usa addirittura una cabina telefonica.
Stampa 3D. Non sembrano esserci dispositivi di creazione istantanea di oggetti nel 2015 di RaF II, ed è una delle innovazioni tecnologiche più salienti della realtà che il film non ha considerato.
Fax. Se c'è una tecnologia che sembra fuori luogo (o fuori tempo) in RaF II, è decisamente il fax, che è già obsolescente da anni eppure è onnipresente in casa di Marty nel 2015.
Automobili volanti. Il problema sembra essere più normativo che tecnico: nessuno vuole automobilisti della domenica che cadono dal cielo. Ci sono dei prototipi, ma l'auto volante di massa è ancora oggi un miraggio, e probabilmente è bene che resti tale.
Controllo della meteorologia. Non siamo ancora in grado di far piovere a comando in luoghi precisi con precisione cronometrica come in RaF II, anche se gli sciachimisti sono convinti di sì.
Fusione nucleare o generatori ultracompatti. Il Mr.Fusion che alimenta la Delorean del 2015 con i rifiuti è ancora un sogno.
E naturalmente non abbiamo ancora una macchina del tempo. O questo è quello che vogliono farci credere.
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