Qualcuno, probabilmente un autore di fantascienza, una volta ha detto che nelle case “smart” del futuro sarà impossibile distinguere un attacco informatico da una possessione demoniaca.
Ma non c’è bisogno di aspettare il futuro, secondo quanto riferisce la catena di emittenti radiofoniche pubbliche statunitensi NPR. Chi ha comprato l’assistente di domotica Echo di Amazon ha già questo bizzarro problema.
Echo è un dispositivo che riceve comandi vocali dal padrone di casa e manda comandi digitali ai vari dispositivi interconnessi dell’abitazione: antifurto, luci, cucina elettrica, riscaldamento. Basta dire “Alexa, spegni l’antifurto”, eccetera (“Alexa” è la parola chiave e anche il nome della assistente virtuale integrata in Echo).
Tutto molto bello, molto cool, molto futuribile. Fino al momento in cui nella casa “smart” c’è la radio accesa su un programma come quello presentato un paio di settimane fa dalla NPR, che parlava proprio di Amazon Echo citando fra l’altro alcuni esempi di comandi. Avete indovinato: i microfoni sensibili di Echo hanno captato i comandi annunciati alla radio e li hanno eseguiti. Gli ascoltatori si sono trovati con il riscaldamento reimpostato, l’impianto audio impazzito, e altro ancora.
Un altro esempio di come l’Internet delle Cose ci viene proposta senza alcuna riflessione sulle conseguenze e senza includere una minima sicurezza predefinita, come per esempio una parola chiave di autorizzazione personalizzata o un riconoscimento della voce delle persone abilitate a dare comandi.
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