
Il veicolo originale è esaminabile dal vivo al museo, ma è comprensibilmente impossibile visitarne l’interno entrando attraverso il portello d’accesso. Così i tecnici hanno fotografato e scansionato in 3D, centimetro per centimetro, tutto interno e hanno applicato le immagini alla scansione: il risultato consente di effettuare un’approfonditissima visita guidata virtuale, sia dell’esterno sia dell’interno, guardando in ogni anfratto e ruotando la capsula in posizioni impraticabili dal vero. Basta usare un computer oppure un telefonino (meglio se con gli adattatori per la realtà virtuale) per accedere a 3d.si.edu/apollo11cm. Le immagini sono ricche di didascalie (per ora solo in inglese) che spiegano la funzione delle tantissime parti che compongono un veicolo che ha fatto la storia.
La scansione digitale è inoltre scaricabile per stamparla con le stampanti 3D.
Chicca: durante la realizzazione della scansione sono stati scoperti dei “graffiti” degli astronauti che erano rimasti sconosciuti per quasi mezzo secolo: appunti scritti a matita sui pannelli o sulle pareti della cabina, un calendario dei giorni della missione in cui sono barrate tutte le date della missione (tranne quella del giorno di ritorno) e una dedica scritta dal pilota del modulo di comando, Michael Collins: Spacecraft 107 - alias Apollo 11 alias “Columbia” – The Best Ship to Come Down the Line – God Bless Her – Michael Collins CMP (“Astronave 107, alias Apollo 11, alias Columbia – La nave migliore uscita dal cantiere - Dio la benedica – Michael Collins, Pilota del Modulo di Comando”).

Fonti: Si.edu, Infodocket.