2016/11/11

Come spegnere le luci “intelligenti” usando un drone

Se avete acquistato le lampadine “smart” Hue della Philips, quelle che si possono comandare tramite computer e telefonino, ho una brutta notizia per voi: sono attaccabili a distanza e possono essere usate per disseminare un attacco che si diffonde con una reazione a catena.

Dei ricercatori del Weizmann Institute of Science in Israele e della Dalhousie University in Canada hanno dimostrato, con un articolo tecnico e un test pratico, che il protocollo di comunicazione ZigBee usato da queste lampadine è sfruttabile da un aggressore per inviare alle lampadine un aggiornamento firmware falso e alterato, che poi si diffonde spontaneamente alle lampadine adiacenti, permettendo di controllarle a distanza, per esempio per spegnerle di colpo, lasciando al buio un edificio o un quartiere.

L’attacco è effettuabile senza entrare nell’edificio preso di mira: in una dimostrazione, i ricercatori hanno attivato il reset delle Philips Hue da oltre 150 metri usando apparecchiature comunemente disponibili e sfruttando un drone. In un test il drone ha preso il controllo delle lampadine da 350 metri di distanza, inducendo a lampeggiare secondo il codice Morse con il messaggio “SOS”.


Secondo i ricercatori, un drone che sorvolasse una città muovendosi a zigzag “potrebbe disabilitare tutte le lampadine smart Philips Hue nei centri cittadini nel giro di pochi minuti”.

L’attacco è possibile perché tutte le lampadine Hue usano per gli aggiornamenti firmware la stessa chiave crittografica di sicurezza, che i ricercatori sono stati in grado di scoprire “nel giro di pochi giorni usando [...] solo apparecchiature economiche e facilmente reperibili che costano qualche centinaio di dollari”.

Questo consente a un aggressore di creare “un attacco veramente devastante a basso costo [...] una singola lampadina infettata con firmware modificato [...] può innescare una reazione a catena esplosiva nella quale ciascuna lampadina infetta e sostituisce il firmware di tutte quelle vicine nel raggio di alcune centinaia di metri”. I ricercatori sottolineano che un aggressore potrebbe disabilitare gli ulteriori aggiornamenti, per cui le lampadine “non possono essere recuperate e devono essere buttate via.”

La ZigBee Alliance ha dichiarato che questo difetto è stato risolto e distribuito a tutti i clienti. Non è chiaro come facciano a sapere che tutte le lampadine del mondo sono state aggiornate e non sono più vulnerabili.

Come dice Mikko Hypponen di F-Secure, ogni volta che sentite “smart”, sostituite mentalmente questa parola di marketing con “vulnerabile”. Eviterete di restare letteralmente al buio.


Fonti aggiuntive: Computerworld, PCMag.

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