State pensando di regalare per Natale qualche giocattolo elettronico “smart” e interconnesso? Pensateci bene e soprattutto informatevi, per non trovarvi con sorprese spiacevolmente ficcanaso. Molti di questi oggetti, infatti, permettono a sconosciuti di spiarvi in casa, raccolgono dati personali e sono privi delle misure di sicurezza informatica di base.
In particolare, l’Ufficio europeo delle Unioni dei Consumatori (BEUC) e l’Electronic Privacy Information Center (EPIC) segnalano che i microfoni sempre aperti di molti di questi dispositivi rubano informazioni, permettono a intrusi di sorvegliare e spiare i bambini e fanno pubblicità scorretta, in violazione delle direttive europee sui diritti dei consumatori, sulla privacy e sulla sicurezza.
L’Ufficio europeo fa nomi e cognomi, citando per esempio la bambola My Friend Cayla e il robot i-Que, fabbricati dalla Genesis Toys e dotati dei sistemi di riconoscimento vocale della Nuance Communications. Questi giocattoli dialogano con i bambini e ne registrano la voce, per poi rispondere con frasi pubblicitarie preconfezionate. “Cayla è ben contenta di parlare di quanto le piacciono i vari film della Disney”, nota il BEUC, sottolineando che guarda caso “il fornitore dell’app ha un rapporto commerciale con la Disney”.
Questi giocattoli sono inoltre accompagnati da una licenza d’uso (sì, adesso anche le bambole hanno una licenza d’uso). Questa licenza dice che i suoi termini possono essere cambiati senza preavviso e che i dati personali raccolti – quelli dei vostri figli – possono essere usati a scopo pubblicitario e condivisi con terzi.
Come se non bastasse, questi dispositivi digitali possono essere intercettati usando un telefonino, per cui uno sconosciuto può ascoltare quello che dicono in casa i bambini e usare quello che dicono per fare stalking e altro, come dimostrato in un video preparato da un’associazione norvegese di consumatori. Il narratore del video prende il controllo di una bambola, ascolta quello che viene detto vicino ad essa e le fa dire quello che vuole nonostante lui sia all’esterno dell’edificio nel quale sta il giocattolo.
Fra l’altro, l’azienda di sicurezza Pen Test Partners aveva già segnalato l’anno scorso che la bambola My Friend Cayla era afflitta da questi problemi e li aveva dimostrati modificandola in modo da farle dire parolacce.
Varie associazioni di difesa dei consumatori hanno depositato una contestazione presso la FTC, la principale agenzia governativa statunitense per la protezione dei consumatori. Nuance Communications, da parte sua, dice di aver rispettato la propria politica aziendale per quanto riguarda i dati vocali raccolti attraverso questi giocattoli.
Comunque sia, questo episodio è un buon promemoria di una regola da adottare più in generale quando si fa un acquisto elettronico: chiedersi sempre se l’oggetto si collega a Internet, che dati raccoglie e che sicurezze ha, e se tutto questo è realmente necessario e soprattutto utile. Ora questa domanda va fatta persino per bambole e robot. Viviamo in tempi interessanti.
Fonti: The Register, BoingBoing, Consumerist.
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