Pochi giorni fa sono stato al CERN e, fra le tante meraviglie tecnologiche di questo centro di ricerca scientifica, ho finalmente visto con i miei occhi il primo server Web della storia: la workstation NeXT usata da Tim Berners-Lee, l‘informatico che insieme a Robert Cailliau concepì presso il CERN quello che oggi chiamiamo il Web, ossia la parte di Internet strutturata in pagine contenenti testo, immagini e collegamenti ad altre pagine. Era il 1989: un’eternità di tempo fa, ai ritmi dell’informatica.
Oggi questa workstation è esposta al CERN qui in una teca sferica insieme al documento Information Management: A Proposal che Berners-Lee scrisse per proporre l’idea al suo capo, Mike Sendall, che la commentò laconicamente con tre parole visibili ancora oggi, scritte a mano, sulla stampa del documento: “Vague but exciting” (“Vago ma stimolante”).
Va ricordato che all’epoca Berners-Lee aveva pensato al Web soltanto come sistema di gestione delle informazioni interne del CERN e non come modo per organizzare tutta Internet, e che intendeva chiamare la propria creatura Mesh: solo in seguito, durante la scrittura del software per realizzarla, scelse di chiamarla World Wide Web. La parola “web” ricorre già, comunque, nel testo originale della sua proposta.
Fu proprio il CERN a ospitare la prima pagina del Web pubblico: è ancora visitabile oggi qui in una versione leggermente modificata (l’indirizzo originale era http://nxoc01.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html).
Il primo server Web era un computer che nel 1989 era ai massimi livelli ma che oggi considereremmo primitivo: 8 megabyte (sì, megabyte) di RAM, 256 megabyte di disco magneto-ottico, processore a 25 MHz e disco rigido facoltativo. Il NeXT era una creatura di un altro nome celebre di Internet: Steve Jobs.
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