Se ne parla ovunque da qualche giorno: come ho già segnalato, è stato scoperto che il WPA2, il protocollo di sicurezza che protegge abitualmente le connessioni Wi-Fi contro le intercettazioni, ha una serie di falle gravi che sono state denominate KRACK. Queste falle consentono di intercettare dati sensibili, come per esempio le password usate per collegarsi ai siti, e riguardano praticamente tutti i dispositivi digitali di ogni marca dotati di Wi-Fi: televisori “smart”, router Wi-Fi, smartphone, computer. Ma non è il caso di farsi prendere dal panico.
I fabbricanti di dispositivi, infatti, sono stati avvisati a luglio scorso dai ricercatori che hanno scoperto le falle e quindi quelli diligenti hanno già distribuito gli appositi aggiornamenti di sicurezza. Trovate qui una chilometrica lista di produttori di software vulnerabili e aggiornati: Apple, Microsoft, Linux, iOS e Android sono tutti coinvolti, ma hanno già distribuito gli aggiornamenti o li stanno per distribuire (eccetto quelli per i vecchi dispositivi Android, che è comunque il caso di cambiare per molte altre ragioni).
Un attacco basato su KRACK, inoltre, funziona soltanto se la vittima si collega a un sito usando HTTP (connessione non cifrata); se usa HTTPS, come avviene ormai in molti siti e soprattutto quando si digita la password di accesso, questo attacco non è possibile. Lo stesso vale se usate una buona VPN.
Ma il limite più importante di KRACK è che è sfruttabile soltanto se l’aggressore è nel raggio di azione della rete Wi-Fi usata dalla vittima. Questo rende impraticabili gli attacchi a distanza fatti a casaccio e in massa, che sono il metodo preferito dai criminali informatici. In altre parole, l’aggressore dovrebbe avercela proprio con voi: questo non capita molto spesso, e comunque si risolve usando le già citate connessioni cifrate (HTTPS e VPN).
Ci sono anche altre limitazioni che rendono KRACK difficile da sfruttare, ma quello che conta è che se aggiornate il software dei vostri principali dispositivi siete sostanzialmente al sicuro da KRACK. Il vero problema è fare l’inventario di tutti i dispositivi che usano il Wi-Fi: rimboccatevi le maniche e preparatevi a dedicare un po’ di tempo a questa magagna.
Fonti: Graham Cluley, Ars Technica, F-Secure, The Register.
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