Questo video mostra come i ladri d’auto possono rubare un veicolo senza averne le chiavi, se si tratta di una cosiddetta auto “smart” che ha una funzione keyless, ossia un telecomando (o una tessera) che fa da chiave, apre le portiere e avvia il motore per semplice prossimità.
I ladri usano due ripetitori di segnale radio: uno lo piazzano all’esterno della casa della vittima, in prossimità della chiave elettronica, che sta in casa ma si trova tipicamente vicino alla porta d’ingresso, e l‘altro lo mettono sulla maniglia della portiera dell’auto.
Questo fa in modo che il segnale radio dell’auto raggiunga la “chiave”, che quindi crede di essere vicina all’automobile e risponde trasmettendo il proprio segnale codificato, che viene ritrasmesso tal quale all’auto. In questo modo l’auto si apre e, mettendo il ripetitore nell’abitacolo, si avvia e viene portata via dai ladri.
I sistemi keyless sono solitamente progettati in modo da non spegnere il motore se l’auto perde il collegamento con la chiave, per motivi di sicurezza stradale (sarebbe spiacevole trovarsi con l’auto spenta di colpo mentre si scende lungo dei tornanti, per esempio), per cui i ladri possono portare via l’auto guidandola, a patto di non spegnere intenzionalmente il motore.
The first time a 'relay crime' has been caught on CCTV. Watch high tech thieves steal a Mercedes without its keys. pic.twitter.com/6hNN6lzEqP— LBC (@LBC) November 26, 2017
In realtà non è la prima volta che questa tecnica di furto viene registrata da una telecamera di sorveglianza: casi analoghi erano stati già documentati in Olanda nel 2016 ai danni di modelli Tesla.
Il rimedio, per fortuna, è relativamente semplice: custodire le chiavi elettroniche lontano dal perimetro dell’abitazione e/o in un contenitore metallico, in modo che il ripetitore non possa captarne il segnale. Nel caso di Tesla, ad agosto 2017 le Model S hanno ricevuto automaticamente, tramite la rete cellulare, un aggiornamento software che ha aggiunto un’opzione Passive Entry per disabilitare l’apertura delle portiere per semplice prossimità della chiave. Le altre marche di automobili restano vulnerabili oppure devono essere portate in officina per un aggiornamento del software, se predisposto dal fabbricante.
Del problema si è occupata venerdì scorso la trasmissione Patti Chiari della Radiotelevisione Svizzera in questo servizio, spiegando fra l’altro che una volta rubata l’auto è banale creare un duplicato della “chiave” inserendo un apposito dispositivo nella presa OBD situata nell’abitacolo.
2018/08/10 12:20: Un’altra registrazione video di un tentativo di furto con questa tecnica è disponibile presso Ring.com.
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