Credit: Patrick Wardle. |
Il malware, denominato Fruitfly, gli consentiva di prendere il controllo dei computer Apple che infettava, registrando dalla webcam e dal microfono, guardando cosa c’era sullo schermo, comandando mouse e tastiera e scaricando file. Ne avevo parlato a luglio del 2017, quando i dettagli del caso erano ancora riservati.
Durachinsky, secondo l’atto di incriminazione, ha usato questo suo malware per infettare e spiare migliaia di computer, rubando dati personali, informazioni bancarie, password e informazioni intime delle vittime, compresi moltissimi bambini: gli atti parlano di “milioni di immagini”. Per questo è accusato anche di produzione di pedopornografia.
Fra l’altro, Durachinsky aveva programmato Fruitfly in modo da mandargli un avviso se una delle vittime infettate digitava parole associate alla pornografia. Il suo intento, insomma, era molto chiaro.
Le intrusioni di Durachinsky sono andate avanti indisturbate per più di dieci anni: Fruitfly è stato scoperto soltanto l’anno scorso dalla società di sicurezza Malwarebytes. All’epoca Apple aveva rilasciato un aggiornamento di sicurezza per bloccare Fruitfly, ma nessuno sapeva chi fosse il suo mandante o creatore. Gli utenti che avevano aggiornato i propri Mac erano al sicuro, ma chi non si era aggiornato ed era infetto con Fruitfly continuava ad essere spiato.
Nei mesi successivi Patrick Wardle, ex dipendente NSA che oggi lavora per la Digita Security e offre strumenti di sicurezza gratuiti per Mac, ha analizzato il malware e ha scoperto come prenderne il controllo (ha trovato i nomi di dominio di riserva usati da Fruitly per comunicare con il suo padrone in caso di emergenza e li ha registrati a proprio nome, ricevendo così i dati inviati dal malware).
Wardle è riuscito a intercettare le comunicazioni fra i Mac infettati e il gestore del malware, scoprendo chi erano le vittime, e ha avvisato l’FBI, mostrando agli agenti i dettagli tecnici delle proprie scoperte. Le indagini hanno poi portato all’identificazione e all’incriminazione di Durachinsky.
Il problema è ora risolto: Fruitfly è stato disattivato e il suo autore non è più in grado di nuocere. Ma il ricercatore di sicurezza che ha snidato Durachinsky non ha parole tenere per Apple, che a suo dire era “concentrata anche sulla prospettiva di un’attenzione mediatica negativa”, rivelando “un esempio sorprendente di quali siano le priorità di Apple... Non è colpa di Apple se questo malware è entrato in tutti questi Mac... è imperativo che gli utenti Mac comuni siano consapevoli che esistono questi hacker malati e perversi che prendono di mira le loro famiglie, ma abbiamo Apple che spinge continuamente questa propaganda di marketing che dice che i Mac sono incredibilmente sicuri. Ma l’effetto collaterale è che gli utenti Mac diventano ingenui o eccessivamente fiduciosi”.
Morale della storia: i “virus” per Mac esistono e chiunque può esserne bersaglio. Meglio non credere troppo alle parole del marketing e attrezzarsi con un po’ di sana diffidenza e con un buon antivirus. Anche su Mac.
Nessun commento:
Posta un commento
Se vuoi commentare tramite Disqus (consigliato), vai alla versione per schermi grandi. I commenti immessi qui potrebbero non comparire su Disqus.