2018/02/08

Il Dark Web, L’Unità e lo sbarco sulla Luna

Ultimo aggiornamento: 2018/02/12 9:40.

Sembra difficile trovare tre cose più dissimili, ma in realtà il Dark Web, il quotidiano comunista L’Unità e lo sbarco sulla Luna del 1969 sono legati da una storia. Se avete sentito che il Dark Web è soltanto un covo di ladri, pedofili e truffatori, ho una piccola smentita da proporvi e una richiesta da sottoporvi.

Oggi un lettore, Giuliano47, ha segnalato in un commento a questo articolo che aveva trovato su L'Unità del 22 luglio 1969, a pagina 5, un articolo che segnalava il fatto che le comunicazioni radio dell’allunaggio furono ascoltate in diretta tramite il radiotelescopio di Arcetri, fornendo una prova decisamente robusta del fatto che lo sbarco avvenne realmente: infatti un radiotelescopio è altamente direzionale e quindi se riceve segnali quando è puntato verso la Luna e questi segnali si spostano insieme a questo corpo celeste vuol dire che arrivano dalla Luna.

Giuliano ha citato un brano dell’articolo, intitolato “Attraverso i sassi lunari studieremo il sistema solare”, ma sarebbe bello avere l’immagine dell’originale stampato e la sua trascrizione completa. Questo è il brano citato:

"Siamo riusciti ad avvicinare telefonicamente il prof. Righini verso le 13. Si era alzato da poco dopo una notte insonne passata nello "Studio 3" della televisione romana per seguire le varie fasi dell'allunaggio del Lem dell'Apollo 11, mentre i suoi collaboratori seguivano con il potente radio-telescopio del colle di Arcetri - che aveva visto quattro secoli fa innalzarsi verso il cielo il telescopio di Galileo - i drammatici momenti dell'allunaggio"

Il lettore segnala che l’archivio online de L’Unità è introvabile, ma una ricerca in Google fa emergere che in realtà esiste ancora, in forma non ufficiale, sul Dark Web qui.

Così ho lanciato Tor, ho raggiunto l’archivio, ho recuperato l’intero numero del 22 luglio 1969 e ne ho estratto l’articolo in questione:





Alcune parti sono quasi illeggibili: riuscite a decifrarle? In alternativa, avete modo di recuperare una copia dell’articolo dagli archivi cartacei di qualche biblioteca? Mi basterebbe una foto che permetta di leggere il testo.

Aggiornamento (2018/02/01 13:30): La foto è arrivata! Trascrivo il testo appena possibile. Intanto ecco l’immagine (grazie a Dario Palumbo per la foto e a Simone C* per l’aiuto nella decifrazione):


2018/02/10 18:40. Ecco la trascrizione completa dell’articolo. Ho evidenzato in grassetto la parte più interessante per il lunacomplottismo.

Primi commenti scientifici ai “messaggi” degli astronauti

Attraverso i sassi lunari studieremo il sistema solare

A colloquio con il professor Righini, direttore dell’Osservatorio astrofisico di Arcetri, e con il professor Califano, ordinario di chimica fisica all’Università di Firenze

Dalla nostra redazione

FIRENZE, 21

Aldrin, l’astronauta americano che ha messo per secondo il piede sulla Luna stamani alle 5,16, dopo pochi passi ha esclamato: “Nel camminare si avverte una lieve tendenza a spostarsi all’indietro per la soffice trama della superficie”. Subito dopo ha aggiunto: “Le rocce lunari presentano una superficie polverosa, ma oltre che polverose sono anche scivolose”. Più tardi i due, mentre eseguivano i lavori del prelievo dei campioni lunari, hanno comunicato al centro di Houston che la superficie del nostro satellite appariva come gommosa. Questa ultima indicazione ha preso di contropiede sia gli scienziati della NASA, sia i fisici e i chimici di tutto il mondo, che fino ad oggi, sulla base delle rilevazioni ottenute con le strumentazioni terrestri, si erano fatti un concetto un po’ diverso sulla composizione della superficie selenica.

Per saperne qualcosa abbiamo interpellato il prof. Guglielmo Righini, direttore dell’Osservatorio Astrofisico di Arcetri, e il prof. Salvatore Califano, ordinario di chimica fisica all’Università.

Siamo riusciti ad avvicinare telefonicamente il prof. Righini verso le 13. Si era alzato da poco dopo una notte insonne passata nello "Studio 3" della televisione romana per seguire le varie fasi dell'allunaggio del Lem dell'Apollo 11, mentre i suoi collaboratori seguivano con il potente radio-telescopio del colle di Arcetri - che aveva visto quattro secoli fa innalzarsi verso il cielo il telescopio di Galileo - i drammatici momenti dell'allunaggio.

Il prof. Righini ci ha infatti spiegato che ad Arcetri i fisici fiorentini hanno seguito fin dal primo istante l’impresa spaziale americana, tenendosi permanentemente in contatto indiretto con la capsula spaziale e ascoltando le conversazioni degli astronauti quando queste avvenivano su una particolare lunghezza d’onda su cui era sintonizzato l’apparecchio di Arcetri e quando, prima dell’allunaggio, la capsula americana ruotava intorno alla faccia visibile della Luna.

“La ricognizione fatta sul suolo lunare -- ha affermato il prof. Righini -- ha permesso di escludere la esistenza di un esteso strato di polvere, derivante dalla disgregazione delle rocce per effetto delle escursioni termiche della superficie del nostro satellite. Il fatto che gli astronauti abbiano riferito che la superficie sembrava gommosa e scivolosa si può spiegare con l’assenza di atmosfera che esalta l’adesione tra le superfici solide. Di solito in ambiente atmosferico ogni oggetto è avvolto da un velo d'aria che agisce come un lubrificante tra le superfici di contatto. Sulla Luna manca questo velo fluido intorno agli oggetti e pertanto l’adesione è maggiore. Anche l’effetto riscontrato dall’astronauta che ha estratto la ‘carota’ (Aldrin, con una specie di trapano pochi centimetri di suolo lunare n.d.r.), che gli è apparsa come umida, si può spiegare nello stesso modo. Tutto il mondo scientifico attende con giustificata ansia i risultati delle analisi che potranno essere fatte sui campioni del suolo lunare, questo perché essi ci potranno dire qualcosa di nuovo sulla storia passata e recente della Luna e quindi fornire nuovi elementi per una migliore comprensione della fisica del sistema solare. Inoltre ciò servirà a chiarire altri problemi: mi riferisco alla fisica dei solidi, che è ancora poco conosciuta specialmente nelle particolari condizioni della superficie lunare. Questi prelievi di campioni possono quindi contribuire anche allo studio generale della fisica dei solidi. Vorrei aggiungere ancora una osservazione sulla gommosità: questa può essere considerata anche una risultanza della minore densità della Luna rispetto alla Terra (3,4 grammi per centimetro cubo, contro i 5,4 della Terra) che ha contribuito a diminuire ulteriormente la forza gravitazionale della Luna nei confronti dei corpi degli astronauti”.
Con il professor Califano abbiamo parlato alcuni minuti dopo l'allunaggio nel Mare della Tranquillità del sovietico “Lunik 15”. L’illustre chimico ha accolto la notizia con straordinario entusiasmo. “In questo modo potremmo saperne di più, potremmo conoscere di più... è un grande giorno!” ha esclamato. Poi, un occhio al televisore e un orecchio incollato al telefono abbiamo ripreso la conversazione con il Professor Califano. Ecco come lo studioso di chimica fisica ha spiegato l’”effetto gomma”

“Esso è dovuto alla mancanza di assorbimento di gas a causa del vuoto, al contrario di quanto avviene sulla terra dove la presenza dei gas tra suolo e piede facilitano [sic] lo scorrimento. Sulla luna ciò non avviene in quanto non esistono gas e quindi ci troviamo in condizioni di ‘vuoto spinto al massimo’. Dalle precedenti rilevazioni confrontate con le indicazioni fornite dagli astronauti si può ora concludere che il suolo lunare è formato dai silicati semplici -- combinazioni tra silicio o potassio ed altro con ossigeno -- e che all’interno della crosta lunare è possibile che vi sia un certo quantitativo di acqua, sotto forma di acqua di cristallizzazione, che lentamente raggiunge la superficie lunare (questo spiega 'l’argillosità' della carota estratta da Aldrin) ma che si disperde rapidamente nello spazio.

Una breve pausa e poi il professor Califano ha proseguito: “Poiché sulla Luna non ci sono stati episodi di ossidazione prolungati — in quanto l’atmosfera se c’è stata, c’è stata per poche migliaia di anni -- di conseguenza non vi è stata la possibilità che si formassero grossi aggregati di ossidi che danno consistenza alla roccia, e ciò spiega la scarsa densità lunare. Inoltre quanto è stato registrato (ma affermazioni più precise si potranno fare solo al momento in cui saranno esaminati i campioni di suolo lunare) può far escludere una delle ipotesi della genesi della luna, quella cioè che si tratti di una massa staccatasi dalla terra, in quanto ci consta che sulla luna non vi sono tracce di materie ferrose, mentre si fa sempre più consistente l’ipotesi che la Luna sia il risultato di una scissione di uno dei satelliti più lontani dal sole (per esempio Uranio [sic]) e questo spiega la sua diversa composizione rispetto a quella dei pianeti più interni o che addirittura sia stata catturata all’esterno del sistema solare”.

Carlo Degl’Innocenti

La prossima volta che qualcuno vi dice che il Dark Web contiene solo criminali, potrete citare questo controesempio.

Fra l’altro, ripescando dagli archivi del Disinformatico ho visto che Gianni Comoretto aveva commentato quasi dieci anni fa che “qui ad Arcetri abbiamo ancora conservato i nastri originali con la voce di Armstrong, ricevuta con l'antenna che era una volta disegnata nei biglietti da 2000 lire.”

Sarebbe bellissimo avere almeno una foto di quei nastri. Una copia del loro audio sarebbe un tesoro, oltre che una bella prova da mostrare ai dubbiosi. Non ai lunacomplottisti: sarebbe inutile.


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