2018/05/16

Incidente mortale in Tesla in Svizzera: analisi sul posto

NOTE: An English version of this article is available here.

Un conducente tedesco di 48 anni è morto nello schianto della sua Tesla Model S sull’autostrada A2/E35 in Canton Ticino il 10 maggio scorso. I soccorritori non hanno potuto estrarlo dall’auto, che è andata completamente distrutta nel violento incendio scoppiato dopo l’incidente. Lo schianto ha attirato una notevole attenzione da parte dei media locali e ha suscitato nell’opinione pubblica preoccupazioni sulla sicurezza delle auto elettriche in generale e delle Tesla in particolare.

Condivido queste preoccupazioni molto personalmente, perché sono proprietario di un’auto elettrica (non una Tesla, ma una ben più modesta Peugeot iOn) e, cosa più importante, vivo vicino al luogo dell’incidente e percorro spesso proprio quel tratto di autostrada.


I fatti di base


L’incidente è avvenuto a queste coordinate sull’autostrada A2/E35 vicino al Monte Ceneri, sulla carreggiata diretta verso nord, intorno alle 15.30 locali del 10 maggio. Non risultano coinvolte altre auto.

Questa è una schermata annotata di Google Maps che mostra la zona: il nord è in alto e la carreggiata diretta verso nord è la parte inferiore dell’autostrada; il traffico diretto a nord scorre da sinistra verso destra. La strada a due corsie con due sensi di marcia nella porzione inferiore della schermata è la strada cantonale (che non è coinvolta).

Tunnel exit indica l’uscita del tunnel dal quale proveniva l’auto; Accident occurred on this lane indica la corsia nella quale è avvenuto l’incidente. Scusatemi se le scritte sono in inglese, ma non ho avuto tempo di preparare una versione italiana.



L’incidente è avvenuto poco dopo l’uscita da una galleria (quella indicata in basso a sinistra nella schermata qui sopra), su un tratto di autostrada sul quale sono in corso dei lavori e quindi il traffico diretto verso nord viene diviso in due corsie da uno spartitraffico: la corsia di sinistra è sulla carreggiata diretta a sud, mentre quella di destra rimane sulla carreggiata diretta a nord.

Oggi pomeriggio mi sono recato sul posto e ho percorso in auto esattamente la stessa strada e la stessa corsia del conducente della Tesla, andando costantemente a 78 km/h (21.6 m/s) grazie al cruise control. Il limite locale è di 80 km/h. La telecamera era fissata al mio parabrezza e non l’ho azionata mentre guidavo (l’ho fatta partire prima). La segnaletica e la posizione delle barriere possono essere state alterate rispetto al giorno dell’incidente. Non ho notato grandi segni d’impatto sui guard-rail e ho visto pochissimi segni di frenata.


Questa è una cronologia sommaria del mio video, con i calcoli di distanza:

  • 0:08 Primo cartello stradale (sulla destra) che avvisa del cambio di corsia imminente.
  • 0:30 Secondo cartello stradale (sulla destra) che avvisa del cambio di corsia; indicazione del limite di velocità di 80 km/h (in alto), a ripetizione del limite già indicato all’ingresso della galleria. Notate quanti conducenti non stanno rispettando il limite di velocità.
  • 0:41 Doppio cartello stradale indicante il limite di velocità (a destra e a sinistra).
  • 0:51 Cartello stradale indicante il limite di velocità all’uscita dalla galleria.
  • 0:57 La strada si biforca con una chicane. Si notano i segni a V gialli messi dagli agenti di polizia che hanno effettuato i rilievi dopo l’incidente. La distanza dall’uscita della galleria è di circa 150 metri (6 secondi a 78 km/h).
  • 1:01 La strada si raddrizza.
  • 1:04 L’asfalto nuovo, le righe bianche diagonali sulla corsia di destra e l’assenza di alcuni pannelli verdi sul guard-rail di destra indicano che è questo il punto in cui l’auto si è fermata ed è bruciata. Il luogo è a circa 160 metri dalla biforcazione della strada.
  • 1:35 Segno di bruciatura diagonale sulla corsia, forse non correlato all’incidente visto che si trova a ben 820 metri dall’uscita della galleria (38 secondi a 78 km/h). Può darsi che l’auto sia stata spostata qui successivamente.


Secondo il rapporto iniziale della polizia pubblicato nei media locali (Tio.ch), la Tesla si sarebbe rovesciata e sarebbe stata diretta a sud. Ma le foto dell’auto in fiamme mostrano chiaramente che il suo B-pillar, ossia il suo montante centrale (quello fra le portiere), era ancora verticale e indicano che l’incidente si è verificato in una corsia diretta a nord.

Ho ricevuto in via riservata altre foto che mostrano chiaramente che l‘auto non era capovolta durante le fasi iniziali dell’incendio e che la coda dell’auto era rivolta nel senso di marcia. Sembra quindi che il rapporto iniziale di polizia sia sbagliato in merito al cappottamento e alla direzione di viaggio.

Una persona testimone oculare degli eventi ha riferito in via riservata che a suo parere l’auto procedeva ben al di sopra del limite di velocità locale e che ha colpito lo spartitraffico fra le due corsie ed ha iniziato a carambolare, girando su se stessa e spezzandosi nella parte frontale.

Credit: Tio.ch/Rescue Media. La direzione di marcia è verso destra.
Credit: Lettore Tio.ch. La direzione di marcia è verso destra.



La Tesla aveva attivo l’Autopilot?


Al momento non si sa se la funzione di guida assistita dell’auto denominata Autopilot fosse attiva o no.

A prima vista, le circostanze dello schianto (lavori in corso, con segnaletica orizzontale potenzialmente ingannevole, ottima visibilità e tempo meteorologico perfetto) farebbero pensare a un incidente causato da un eccesso di fiducia nelle funzioni di mantenimento di corsia dell’Autopilot. Tuttavia quando ho percorso la chicane con la mia auto (ben più piccola di una Tesla Model S) a poco meno del limite massimo di velocità locale ho notato che la manovra richiedeva molta attenzione, come potete vedere nel mio video, nonostante il fatto che la chicane sia stata ammorbidita dopo l’incidente, e quindi lo schianto potrebbe anche essere stato causato semplicemente dalla velocità alla quale la Tesla (ben più larga della mia auto) veniva a quanto pare condotta.

Credo sia quindi imprudente, per ora, incolpare l’Autopilot o il conducente. Considerato che una persona ha perso la vita, a mio avviso la questione va trattata con cautela e rispetto.

Va sottolineato che il conducente è tenuto ad essere vigile in ogni momento durante l’uso dell’Autopilot, come ribadito più volte nel manuale dell’auto e sul suo display ogni volta che viene abilitato l’Autopilot.


Perché un incendio così violento?


L’attenzione dei media si è concentrata sull’intensità inconsueta del rogo. Secondo quanto riportato da Ticinonews, i Pompieri di Bellinzona hanno dichiarato che “l’urto violento delle batterie agli ioni di litio ha verosimilmente causato un fenomeno denominato thermal runaway, ovvero un rapido e inarrestabile aumento della temperatura”.

Si tratta di una caratteristica ben nota di tutte le auto elettriche: per esempio, durante le riprese di The Grand Tour, il noto incidente di Richard Hammond a bordo di una Rimac Concept One ha innescato un incendio catastrofico.

Ovviamente questo fenomeno causa preoccupazione in qualunque proprietario di auto elettrica, me compreso. Ma va considerato che anche le auto a benzina possono bruciare in modo molto drammatico: dopotutto trasportano una quantità non trascurabile di carburante altamente infiammabile dentro un serbatoio. Alcune case costruttrici di auto a benzina sono state costrette a richiamare i propri veicoli a causa del pericolo d’incendio (è successo per esempio a Lamborghini). Ecco qualche esempio di incendio automobilistico non elettrico.

Non è un’auto elettrica (Lamborghini).

Neanche questa è elettrica (McLaren).

Auto a benzina.

Altra auto a benzina.

Pochi giorni fa, l’8 maggio scorso, ha preso fuoco persino un autobus a Roma: un Mercedes Citaro, che è stato divorato dalle fiamme, come mostrano le immagini pubblicate da Repubblica:



In altre parole, qualunque veicolo a motore può incendiarsi. Gli incendi delle batterie tendono a essere più intensi e più difficili da spegnere di quelli innescati dai carburanti, ma comunque il rischio di un incendio violento esiste sempre a prescindere dal propulsore. È per questo che in molti paesi è consigliato o obbligatorio avere a bordo un estintore. È un concetto che dovrebbero tenere sempre presente tutti gli automobilisti, non solo quelli elettrici.


Intrappolato dalle porte automatiche della Tesla?


Questo incidente mortale in Svizzera ha suscitato anche un’altra preoccupazione, che riguarda specificamente le Tesla: la Model S ha portiere con maniglie retrattili e un complesso sistema di apertura elettronica motorizzata. Questo sistema ha forse ostacolato eventuali tentativi di estrarre il conducente? È ipotizzabile lo scenario secondo il quale l’uomo sarebbe rimasto intrappolato dentro l’auto?

Tesla dichiara che le maniglie della Model S si estraggono automaticamente e le portiere si sbloccano se un evento innesca l’attivazione di uno degli airbag (Model S Emergency Response Guide, pagina 23: “When an airbag inflates, Model S unlocks all doors, unlocks the trunk, and extends all door handles”).

Una Model S sottoposta a crash test mostra le maniglie estratte.

Tuttavia questo non è sempre vero, perlomeno secondo questi video di crash test (per esempio a 2:30 e 2:54):




Le portiere posteriori hanno inoltre un meccanismo manuale di rilascio tramite un cavo situato sotto la parte anteriore dei sedili posteriori, come descritto nella stessa pagina del manuale. Tutti i conducenti di una Tesla dovrebbero informarsi bene su queste procedure d’emergenza. Ci sono inoltre delle guide specifiche per vigili del fuoco e soccorritori.

Tuttavia questi meccanismi d’emergenza possono funzionare soltanto se le portiere non sono troppo danneggiate o deformate da potersi aprire.

Non è chiaro, al momento, il motivo per cui il conducente coinvolto in questo incidente svizzero non è stato estratto dall’auto.


Adesso che si fa? Strategie mitiganti


Comprensibilmente, molti conducenti di auto elettriche sono scossi da questo incidente. Lo sono anche molte persone che stanno valutando l’idea di passare a un’auto elettrica. Lo sono anch’io.

Sembra che ci sia almeno una lezione amara da imparare: andiamo tutti in giro su veicoli altamente infiammabili, non importa se vanno a elettroni o a carburante. Veicoli che nonostante i migliori sforzi dei progettisti addetti alla sicurezza non riusciranno a proteggerci se verranno sottoposti a impatti sufficientemente catastrofici. Questo è un concetto al quale tutti cerchiamo di non pensare.

Dovremmo trattare le nostre automobili con maggiore rispetto per le loro limitazioni, e forse valutare alcune semplici precauzioni per ridurre il rischio di trovarci in una situazione catastrofica: velocità più bassa, maggiore attenzione, apprendimento delle basi della gestione delle emergenze, un estintore e un attrezzo per tagliare le cinture di sicurezza e sfondare i finestrini, nel caso in cui i soccorritori esperti non siano subito a disposizione.

Naturalmente i soccorsi vanno sempre lasciati ai professionisti, ma in emergenza può essere utile conoscere alcune procedure di base e munirsi di appositi attrezzi d’emergenza, come mostrato in questi video (nel caso specifico, è il Rescue Tool di Victorinox). Tenetevi al sicuro.





Fonti: Incendio sul Ceneri: "Ecco perché è stato così violento", Ticinonews; Tesla collabora con la polizia ticinese, Tio.ch; Auto in fiamme sul Ceneri, morto il conducente, Tio.ch; Rogo A2, batterie in causa, Rsi.ch; "Ecco perché ha preso fuoco velocemente", Gdp.ch; Un sorpasso azzardato, poi lo schianto, Tio.ch.


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