Ultimo aggiornamento: 2018/07/20 15:40.
Uno studio dell’Istituto tropicale e di sanità pubblica svizzero effettuato
su 700 giovani in Svizzera e pubblicato sulla rivista Environmental
Health Perspectives ha attirato molta attenzione nei media perché sembra portare prove della tesi che campi elettromagnetici ad alta frequenza dei telefoni mobili possono
avere effetti nefasti sullo sviluppo della memoria in alcune zone del
cervello (rsi.ch; Ticinonews; La Regione; Blick).
Sul sito della rivista, però, l’articolo non c’è. Così ho contattato la rivista, che mi ha dato un link di anteprima all’articolo (in fondo alla pagina), che uscirà ufficialmente lunedì 23 luglio (il link sarà questo; una bozza è qui). Si intitola A prospective cohort study of adolescents’ memory performance and
individual brain dose of microwave radiation from wireless
communication ed è legato a uno studio precedente dello stesso gruppo pubblicato nel 2015 (Memory performance, wireless communication and exposure to
radiofrequency electromagnetic fields: a prospective cohort study in
adolescents, DOI: 10.1016/j.envint.2015.09.025).
Leggendo la pagina di presentazione risulta che i dati sono ancora assolutamente preliminari e non certi: “i risultati dello studio possono essere stati influenzati dalla pubertà, che ha effetto sia sull’uso del telefonino sia sullo stato cognitivo e comportamentale del partecipante”.
In ogni caso, per scrupolo di sicurezza i ricercatori consigliano di minimizzare il rischio “usando cuffiette o il vivavoce durante le chiamate, in particolare quando la qualità della rete è bassa e il telefonino lavora alla massima potenza”.
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