2018/07/04

Per Focus.it “mice” in inglese vuol dire “gatti”

Ultimo aggiornamento: 2018/08/15 9:20.

“L'ultimo volo del Falcon 9 Block 4: ha portato sulla ISS un'AI e due gatti” è il titolo di questo articolo su Focus.it (copia su Archive.is; link alterato all’originale):


Gatti? Andando a controllare le notizie sul recente lancio di rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale salta fuori che a bordo c’erano due topi. In inglese “topi” si dice “mice”. Sarà mica che...? No, dai.


Lo svarione di Focus.it non è un errore del titolista: si ripete anche nell’articolo, che parla di “una coppia di gatti geneticamente identici” e dice che ci sarà “una coppia di gatti a fare da (in)volontarie cavie per studiare i batteri intestinali in microgravità“. Anzi, l’articolo ci ricama pure sopra, facendo cenni storici ai gatti che hanno volato nello spazio: “Non è la prima volta che un gatto sperimenta l'assenza di peso: per i felini, la prima volta nello Spazio è stata nel 1963, in un test missilistico francese finito bene (per la gatta Félicette)”.


Astronauticast ha una spiegazione più misericordiosa per questo bislacco scambio fra felini e roditori:



Per la scoperta dei “gatti” spaziali di Focus ringrazio @ruggio81.


2018/07/04 11:00


Focus ha rimosso e poi corretto l’articolo, facendo un’apprezzabile correzione dichiarata, e ha postato un tweet di scuse:



Ma ahimé l’articolo di scuse linkato dal tweet di Focus a sua volta contiene un doppio errore storico:



Lo so, lo so, sono spietato.


2018/08/15 9:20


Qualche giorno fa ho ricevuto una bella mail dall’autore dell’articolo. Una mail ben diversa dalle solite proteste arroganti e dalle minacce di querela che
mi arrivano normalmente. L’autore ha ammesso l’errore e se ne è scusato. Mi ha chiesto di togliere il suo nome dal testo di questo mio articolo, perché è uno dei primi risultati che compaiono in Google quando si cerca il suo nome e quindi potrebbe causargli difficoltà nel cercare futuri lavori.

Ci ho pensato su un po', perché non vorrei dare l’impressione di fare favoritismi, ma considerato che il suo errore non è socialmente pericoloso o dannoso, a differenza di tanti altri, non vorrei neanche infierire oltre il ragionevole e vorrei invece incoraggiare il suo raro gesto di sincerità e cortesia. Tutti possiamo sbagliare: è da come gestiamo gli sbagli che si distingue l’onesto dal disonesto.

Per cui ho rimosso il nome dal mio articolo. Ne restano ovviamente altre tracce che non si possono rimuovere, e ho avvisato l’autore di questo aspetto tecnico. In bocca al lupo all’autore. Cave felem et ad astra.


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