Nei giorni scorsi alcuni commentatori hanno giustamente sollevato un dubbio sul mio modo molto esplicito di denunciare gli svarioni delle testate giornalistiche. È davvero necessario mettere alla gogna pubblica i colleghi, che poi si offendono? Non sarebbe più cortese segnalare con garbo in privato l’errore e chiederne rettifica?
Sarebbe sicuramente più cortese e discreto. Ma purtroppo ho imparato a mie spese che la cortesia e la discrezione molto spesso non ottengono nulla. Vi propongo un esempio concreto.
Tre giorni fa, @paoloforneris ha segnalato garbatamente ad Agi un errore nel loro articolo dedicato alla sonda New Horizons (copia permanente su Archive.org):
Ciao @Agenzia_Italia in questo articolo https://t.co/eBC2xFud7a dichiari che #NewHorizons ha stabilito "il record della distanza più lunga mai raggiunta da un artefatto umano". Controlleresti? Magari sbaglio io: #voyager1 #voyager2 @disinformatico— PaoloF (@paoloforneris) January 4, 2019
Niente.
Passano tre giorni. Oggi l’errore è ancora lì.
Così @paoloforneris riprova a sollecitare.
@Agenzia_Italia ancora ad oggi non mi pare che ci siano state modifiche all'articolo... forse che la redazione non è ancora rientrata dalle vacanze?!? pic.twitter.com/vFnttBlH01— PaoloF (@paoloforneris) January 7, 2019
Di nuovo niente.
Così provo io:
Allora, @Agenzia_italia, visto che se ve lo chiede un lettore comune con le buone maniere non ottiene nulla, è necessario che facciate brutta figura davanti a 400.000 persone per decidere di correggere questa scempiaggine che avete scritto?— Paolo Attivissimo (@disinformatico) January 7, 2019
OK, fatto. https://t.co/6Y6n9EXLTl
Nel caso non fosse chiaro, la scempiaggine è "il record della distanza più lunga mai raggiunta da un artefatto umano".— Paolo Attivissimo (@disinformatico) January 7, 2019
Googlare "Voyager": la sonda, non la trasmissione di Giacobbo :-)
La frase è stata corretta togliendola e aggiungendo in testa all’articolo la dicitura “Articolo aggiornato alle ore 19,15 del 7 gennaio 2018.*” e, in fondo all’articolo, la nota seguente: “* New Horizon non è l'artefatto umano che ha raggiunto la più lunga distanza dalla Terra, a differenza di quanto scritto nella precedente versione dell'articolo. Infatti le due sonde spaziali Voyager 1 e Voyager 2, lanciate nel 1977, distano dalla Terra rispettivamente 21.711.461.740 km e 18.005.808.246 km (rilevazione: lunedì 7 gennaio, ore 6.00 pm GMT), come indicato nel cruscotto di stato della missione fornito dalla Nasa. New Horizon detiene il record della più distante esplorazione di un corpo celeste dalla Terra. Ce ne scusiamo con i lettori (ndr)”.
Ci sono ancora il “miliardo di miglia” lasciato nell’articolo (residuo della fonte originale?) e il “New Horizon” nella nota (la sonda si chiama New Horizons), ma fa niente. Almeno adesso la castroneria principale è stata rimossa.
Agi ha anche risposto a @paoloforneris:
Gentile Paolo, grazie per la segnalazione. Abbiamo corretto l’errore. Buona serata.— Agi Agenzia Italia (@Agenzia_Italia) January 7, 2019
Trasparenza molto apprezzabile, che altre testate devono ancora imparare a usare; dispiace che si debba alzare la voce per ottenerla.
Questo articolo vi arriva gratuitamente e senza pubblicità grazie alle donazioni dei lettori. Se vi è piaciuto, potete incoraggiarmi a scrivere ancora facendo una donazione anche voi, tramite Paypal (paypal.me/disinformatico), Bitcoin (3AN7DscEZN1x6CLR57e1fSA1LC3yQ387Pv) o altri metodi.
Nessun commento:
Posta un commento
Se vuoi commentare tramite Disqus (consigliato), vai alla versione per schermi grandi. I commenti immessi qui potrebbero non comparire su Disqus.