Se pensate che un filtro sulle app di messaggistica (da WhatsApp a Telegram a Snapchat) sia sufficiente a impedire lo scambio nascosto di messaggi online, forse state sottovalutando l’inventiva di un adolescente motivato. The Atlantic segnala infatti una tecnica che consente di chattare eludendo completamente i filtri di controllo parentale o scolastici sulle singole app. Ne parlo qui, pur sapendo di regalare ispirazione a qualcuno, perché credo che sia importante che genitori e docenti siano al corrente di questa tecnica ingegnosa e creativa.
La tecnica è questa: usare Google Docs. Docs viene usato spesso per attività collaborative a scuola, e Google non è quasi mai filtrato, a differenza dei siti dei social network, e così è possibile sfruttare la chat interna di Google Docs per scambiarsi messaggi in classe a insaputa dei docenti, che spesso non sanno neanche che esiste questa funzione di chat.
In alternativa, sempre in Google Docs si può evidenziare una frase o una parola e poi commentarla. La chat viene effettuata tramite questi commenti, magari all’interno di una copia temporanea di un documento sul quale gli studenti devono lavorare, così se qualcuno butta un occhio distrattamente sullo schermo gli sembra di vedere che gli studenti stanno lavorando sul documento. Con un clic sul pulsante Risolvi sparisce tutto.
In alternativa, viene creato un documento Docs condiviso, nel quale ciascuno scrive la propria parte della conversazione, identificandosi per esempio tramite font differenti. Alla fine si elimina il documento e tutto sparisce.
Quanto è realmente privata una conversazione del genere? Dipende. In teoria, Google ha accesso a tutto quello che viene scritto in Docs, per cui non la si può considerare realmente privata. Ma in molti casi si tratta di un livello di riservatezza sufficiente. Prudenza.
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