2019/03/14

Come mandare un SMS dalla Casa Bianca e altre truffe telefoniche

Ieri, durante la trasmissione Filo Diretto della Radiotelevisione Svizzera, ho inviato in diretta al conduttore, Enea Zuber, un SMS facendo in modo che il numero del mittente, sul suo telefonino, fosse quello della Casa Bianca (+1(202) 456-1414), con il seguente testo:

Hi Enea, it's Donald here. When are you coming to see me here at the White House for a good hamburger? Bring Charlie as well!

Ovviamente si tratta di un classico spoofing del numero del mittente, effettuato tramite uno dei tanti servizi disponibili online, e in questo esempio volutamente innocuo l’inganno è molto evidente. Ma se il numero di telefonino che ho simulato fosse stato quello di un amico o familiare di Enea presente nella sua rubrica telefonica, sul telefonino del conduttore sarebbe apparso anche il nome di quell’amico o familiare.

Questo rende estremamente credibile una truffa in cui per esempio il truffatore manda alla vittima un SMS spacciandosi per un familiare che è in viaggio all’estero (informazione facile da trovare grazie ai social network) e dice di essere stato derubato di tutto e di non poter pagare l’albergo, per cui ha bisogno che la vittima gli mandi subito dei soldi tramite Western Union. Le coordinate per il trasferimento di denaro sono nell’SMS e sono ovviamente quelle del conto Western Union del truffatore.

Un altro esempio: il truffatore manda un SMS imitando il numero di telefono della banca della vittima, informandola che c’è un grave problema sul suo conto, che risulta vuoto e chiedendo di richiamare l’assistenza clienti al numero indicato nel messaggio. Il numero è ovviamente quello del truffatore, che chiede alla vittima le coordinate del conto e i codici di accesso dicendo che gli servono per una verifica, e il gioco è fatto.

Se le restrizioni regionali ve lo consentono, potete vedere l’esperimento qui (da 4.21 in poi) oppure (senza restrizioni) qui, insieme a molti consigli su come difendersi dalle truffe telefoniche della giurista Katia Schober-Foletti e del giornalista Francesco Lepori.


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